Insieme a Internet, ha rivoluzionato
le nostre vite. Parlo del telefono cellulare. Avevo appena compiuto vent’anni,
quando nel 1973 Martin Cooper fece la prima telefonata con un cellulare che
pesava 1,5 chilogrammi. Da allora, appunto, le nostre vite sono cambiate. E
oggi cellulare e internet si fondono addirittura in un unico strumento, senza
il quale ci sentiamo “nudi”.
Peccato però che non si dica che
l’utilizzo del cellulare possa anche avere effetti negativi. Non parlo qui dei
ragazzini che socializzano (si fa per dire) tutto il giorno solo tramite
whatsapp, che non è il mio campo, bensì degli effetti sulla salute.
Già, perché non tutti sanno che la
Corte di Cassazione – sezione Lavoro – con sentenza 17438 del 2012 abbia
respinto il ricorso con il quale l’Inail contestava il diritto alla rendita per
malattia professionale, con invalidità dell’80%, riconosciuto dalla Corte di appello
di Brescia a favore di un manager che per dodici anni, per cinque-sei ore al
giorno, aveva usato – per motivi di lavoro – il telefonino sviluppando una
grave patologia tumorale all’orecchio sinistro, dove appoggiava il cellulare.
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Balocco ambientalista e avvocato su IL FATTO QUOTIDIANO