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martedì 3 marzo 2015

NO ALLA VENDITA DELL'EX-MUNICIPIO DI CRESCENZAGO SEDE DI LEGAMBIENTE ANPI E BANDA MUSICALE

Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di aiuto da parte degli enti che utilizzano gli spazi pubblici dell'ex municipio Crescenzago, ai quali esprimiamo la nostra solidarietà e non comprendiamo la scelta dell'amministrazione del comune di Milano in un momento di trasformazione come questo per il quartiere Adriano.
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Affidato al Fondo Immobiliare "Milano 1", l’immobile di piazza Costantino (Zona 2 Milano) è all'asta per la vendita ai privati.
Vincolato dalla Sovrintendenza come “patrimonio storico e culturale”, il palazzo già Municipio di Crescenzago è sede di ANPI, Banda Musicale e Legambiente Milano Crescenzago che così rischiano di essere sfrattate.
 Con una petizione al Sindaco di Milano Pisapia si chiede che il bene ritorni pubblico a disposizione comune del quartiere. 

Chi volesse dare l’adesione a tale iniziativa può inviale “nome”,”cognome”,indirizzo email” all’indirizzo : anpi.crescenzago@libero.it



Tutte le cittadine e tutti i cittadini sono invitati a partecipare e ad esprimere le proprie valutazioni e proposte.

A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Banda Musicale    -  Legambiente 
Milano Crescenzago.

lunedì 2 marzo 2015

ELETTROSMOG, SCIENZIATI E MEDICI AL GOVERNO RENZI: NO ALL’INNALZAMENTO DEI LIMITI NOCIVI

Passi pure l’ombra di Berlusconi ‘imprenditore’ che ha la meglio sulla notiziabilità ‘politica’ dell’Opa Mediaset su Rai Wayrispetto alle ‘chiaccherate’ rilevazioni su tralicci e impianti radiotelevisivi dell’emittente pubblica (nel 2005, solo per dirne una,Arpa Lazio nella zona di Pianillo a Segni pare avesse captato emissioni allarmanti, quantificate da tecnici e indipendenti comitati della Valle del Sacco in ben 62 V/m!).  Ma sottacere, ignorando, l’ultimo appello sull’Elettrosmog per la difesa della salute, lanciato a governo e Parlamento da una robusta schiera di medici, fisici, ricercatori e scienziati, è davvero imperdonabile. Sul banco degli imputati, innalzamento dei valori soglia ed effetti nocivi delle radiazioni: “Sono gravissimi i rischi per la salute e per l’ambiente – dice la richiesta – legati all’esposizione crescente a campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde che sono emessi da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in reti senza fili, antenne WiFi, WiMax, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile Dect, Gsm, Umts e Lte (4G)“.Il grido d’allarme segue l’approvazione renziana della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga e dellaStrategia per la Crescita digitale 2014-2020: la richiesta è da un centinaio di firmatari-promotori, tra i qualiFiorella Belpoggi del Centro di Ricerca sul Cancro dell’Istituto Ramazzini a Bologna eMario Barteri, Chimica Fisica Biologica alla “Sapienza”, l’associazione Medicina Democratica, l’Isde – Medici per l’Ambiente, la Fondazione Progenies di Firenze. Questa la sintesi: “Riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore; approvare un decreto attuativo della Legge 36/2001 per i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne dei sistemi fissi; promuovere investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e completamente sicura per la salute. Infine, l’obbligo per gli enti predisposti alla tutela della salute pubblica ad assumere le proprie valutazioni del rischio sulla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti, escludendo quelli finanziati dall’industria delle telecomunicazioni“. Insomma, tanta roba, che riguarda tutti.
Altre voci dal worksop di Roma:  “Questi piani di sviluppo rischiano di far aumentare in modo esponenziale tutta una serie di patologie tumorali e neurodegenerative correlate all’esposizione continuata alla radiofrequenza, con un rischio più significativo per i più giovani dal momento che gli effetti nocivi dell’esposizione ai campi elettromagnetici si accumulano nel tempo”, sostieneFiorenzo Marinelli, ricercatore CNR Bologna. “Il governo suggerisce di uniformare i limiti attuali italiani (6 V/m) a quelli europei (61 V/m) in base alla raccomandazione 1999/519/CE, che io stesso ho contribuire ad elaborare come uno dei delegati del Ministero della Sanità italiano”, spiega Livio Giuliani, dirigente di ricerca ex-Ispsl, ‘gli Stati membri hanno facoltà di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente raccomandazione’ e che gli Stati membri ‘dovrebbero considerare i progressi delle conoscenze scientifiche con un atteggiamento di precauzione, suggerito in una riduzione cautelativa a 0,6 V/m”.
Netta la posizione anche dei comitati No-Antenna Selvaggia, No-Muos in Sicilia e delle associazioni malati di Elettrosensibilità: “Siamo per lo sviluppo delle tecnologie digitali purché avvenga nel pieno rispetto della salute”, dice Giuseppe Teodoro portavoce romano. “Richiediamo anche il divieto di installazione del Wi-Fi negli asili, nelle scuole, nei luoghi di cura e negli ospedali.” Chiosa Francesca Romana Orlando, Amica: “La valutazione del rischio correlato ai campi elettromagnetici è fortemente condizionata dal problema del conflitto di interessi”. Per firmare la l’appello c’è tempo fino al 30 Marzo: chiunque può farlo. Mentre per chi volesse preventivamente orientarsi, proficua lettura è senz’altro “Il fascino discreto dell’elettromagnetismo, tutto quello che dovete sapere sull’inquinamento elettromagnetico: scienza, salute e ambiente” 

Leggi QUI l’articolo di Maurizio Martucci del 27 febbraio 2015



venerdì 27 febbraio 2015

APPELLO PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI A RADIOFREQUENZA E MICROONDE

Comunicato Stampa della Task Force sui Campi Elettromagnetici
Roma, 26 febbraio 2015
In una LETTERA APERTA più di cento firmatari tra medici, fisici, ingegneri, comitati e associazioni chiedono al Governo e al Parlamento di conservare e semmai di migliorare i livelli di tutela della salute dagli effetti nocivi delle radiazioni emesse da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in rete senza fili, antenne Wi-Fi, Wi-Max, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile DECT, GSM, UMTS e LTE (4G).
Questa iniziativa nasce in risposta a due piani del Governo che prevedono sostanzialmente un innalzamento dei limiti di legge per i campi elettromagnetici e una diffusione massiccia di tecnologie a radiofrequenza come il Wi-Fi. I piani sono la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga[1] e la Strategia per la Crescita digitale 2014-2020[2].
“Questi piani di sviluppo rischiano di far aumentare in modo esponenziale tutta una serie di patologie tumorali e neurodegenerative correlate all’esposizione continuata alla radiofrequenza, con un rischio più significativo per i più giovani dal momento che gli effetti nocivi dell’esposizione ai campi elettromagnetici si accumulano nel tempo”, ha commentato il Dott. Fiorenzo Marinelli, ricercatore del CNR di Bologna, uno dei firmatari dell’appello. “Al momento la radiofrequenza è classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come possibile cancerogeno per l’Uomo, ma ricerche epidemiologiche più recenti richiedono una classificazione come cancerogeno certo”[3],[4].
“Il governo suggerisce di uniformare i limiti attuali italiani (6 V/m) a quelli europei (61 V/m) in base alla raccomandazione 1999/519/CE, che io stesso ho contribuire ad elaborare come uno dei delegati del Ministero della Sanità italiano”, spiega il Dott. Livio Giuliani, dirigente di ricerca ex-ISPESL. Quella raccomandazione prevede che: ‘gli Stati membri hanno facoltà di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente raccomandazione’ e che gli Stati membri ‘dovrebbero considerare i progressi delle conoscenze scientifiche con un atteggiamento di precauzione’. “Di fatto le conoscenze scientifiche attuali suggeriscono una riduzione cautelativa dei limiti per la radiofrequenza e per le microonde a 0,6 V/m”, commenta il Dott. Giuliani.
“Deve essere chiaro che noi siamo per lo sviluppo delle tecnologie digitali purché avvenga nel pieno rispetto della salute”, commenta Giuseppe Teodoro, uno dei portavoce della iniziativa. “Nella nostra lettera appello chiediamo che il Governo investa sulle connessioni via cavo che sono le più efficienti e le uniche davvero prive di controindicazioni per la salute e richiediamo anche il divieto di installazione del Wi-Fi negli asili, nelle scuole, nei luoghi di cura e negli ospedali.”
“La valutazione del rischio correlato ai campi elettromagnetici è fortemente condizionata dal problema del conflitto di interessi”, ha commentato Francesca Romana Orlando, autrice di un saggio sull’argomento e vice presidente di AMICA, “per questo motivo richiediamo al governo di stabilire i livelli di sicurezza per i campi elettromagnetici selezionando esclusivamente gli studi scientifici indipendenti, come del resto ha fatto il giudice della Corte di Appello di Brescia nel riconoscere il nesso causale tra tumore cerebrale ed esposizione al telefono cellulare”.
In soli tre giorni hanno sottoscritto la lettera aperta oltre sessanta medici, fisici, ingegneri e ricercatori, tra cui numerosi esperti di effetti cancerogeni dei campi elettromagnetici, come la Dr.ssa Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni presso l’Istituto Ramazzini a Bologna e il Prof. Mario Barteri, Ordinario di Chimica Fisica Biologica alla “Sapienza” Università di Roma, il quale ha pubblicato diversi studi sugli effetti enzimatici della radiazione emessa dal telefono GSM.
Numerosi sono stati i medici firmatari appartenenti ad associazioni mediche come Medicina Democratica, che ha aderito anche come associazione, e a ISDE – Medici per l’Ambiente, tra cui lo stesso Dott. Ernesto Burgio che è il Presidente del Comitato Scientifico dell’associazione. Hanno aderito anche la Fondazione Progenies di Firenze che unisce circa 5000 operatori del settore sanitario e l’Associazione Italiana Medicina Ambiente e Salute (ASSIMAS) che si occupa di formazione di medicina ambientale.
Hanno sottoscritto la lettera associazioni ambientaliste, l’Associazione Consumatori Utenti, diverse associazioni di malati, insieme a comitati storici molto attivi come i Comitati di Roma Nord impegnati da anni per la questione di Radio Vaticana e come i comitati No Muos che lottano contro l’installazione del mega impianto di trasmissione radar nella città di Niscemi in Sicilia.
La Task Force sull’Elettrosmog ha aperto una petizione pubblica che si chiuderà il 30 marzo. Petizione Task Force – entro 30 marzo 2015
[3] Hardell L. e Carlberg M., Mobile phone and cordless phone use and the risk for glioma – Analysis of pooled case control studies in Sweden, 1997–2003 and 2007–2009, in Pathophysiology, pubblicato online il 28 ottobre 2014.
[4] Coureau G. e altri, Mobile phone use and brain tumours in the CERENAT case-control study, Occup Environ Med doi:10.1136/oemed-2013-101754.

AL WORKSHOP DI ROMA SULL’ELETTROSMOG FIRMATA UNA DIFFIDA AL GOVERNO

Si è svolto sabato 21 ad Ostia il primo Workshop operativo per organizzare  le strategie dirette ad arginare i propositi del governo italiano di modificare, innalzandoli, i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, attualmente in vigore nel nostro Paese.
L’incontro ha visto la partecipazione nutrita di medici, fisici, biologi, ingegneri e ricercatori, rappresentanti politici, rappresentanti di associazioni, di comitati legalmente costituiti e di fondazioni, riuniti per discutere gli effetti nefasti della imminente approvazione in Consiglio dei Ministri (prevista per il 27 p.v.) di due documenti delineanti, rispettivamente, la “strategia per la banda ultralarga” e per la “crescita digitale”, in cui sono contenuti i progetti di adeguare il nostro Paese ai limiti elettromagnetici europei nonché di diffondere nei luoghi indoor, in particolare scuole, ospedali ed uffici pubblici, la tecnologia wi-fi.
Si tratta di propositi che vanno nella direzione opposta ai valori che hanno ispirato il nostro Paese quando adottò il Principio di Precauzione nella Legge Quadro 36/2001 e che, se applicati, rischiano di condannare l’Italia tra i paesi a più alto tasso di elettrosmog nel contesto europeo.
La Task Force costituita al workshop di Roma ha, pertanto, approvato all’unanimità un documento in cui si diffida il Governo Renzidall’attuare tali propositi, invocando l’adozione di una serie di misure urgenti per tutelare la popolazione dai rischi di un aumento indiscriminato delle soglie di inquinamento elettromagnetico, tra cui:
  1. Abrogazione dell’Art. 14, comma 8, del d.l. 179/12, noto come “Decreto Sviluppo bis”, convertito in Legge 221/12, al fine di riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore;
  2. Approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/2001 per quanto riguarda i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne dei sistemi fissi;
  3. Revisione dei limiti di esposizione a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (punto 8.2.1);
  4. Promozione di investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo;
  5. Divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni, posto che la precoce esposizione a radiofrequenza rappresenta un aumentato rischio di sviluppo di cancro per effetto dell’accumulazione e perché diversi studi  hanno dimostrato disturbi neuro-comportamentali associati a questo tipo di esposizione;
  6. Divieto di installazione di reti Wi-Fi nei luoghi di cura e negli ospedali, perché la  radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress ossidativo e interferisce con la vitalità cellulare e con la funzione riproduttiva;
  7. Divieto di installazione di reti Wi-Fi in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie, perché la radiofrequenza interferisce con il corretto funzionamento neurologico;
  8. Obbligo da parte delle Agenzie di Salute Pubblica di assumere le proprie valutazioni del rischio per la salute connesse alla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti ed escludendo quelli finanziati dall’industria delle telecomunicazioni o da fondazioni ed enti no-profit finanziati dalla stessa (il giudice della Corte di Appello di Brescia ha stabilito un nesso causale tra tumore cerebrale ed esposizione al telefono cellulare specificando che solo effettuando una selezione della fonte del finanziamento degli studi si possono raggiungere valutazioni scientifiche indipendenti);
  9. Obbligo per gli enti locali di adottare piani regolatori degli impianti radioelettrici e di telefonia mobile, attraverso la modifica dell’art. 8, 6° comma della Legge Quadro 36/2001.

giovedì 26 febbraio 2015

SESTO S.GIOVANNI PENULTIMO COMUNE DELLA PROVINCIA NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI

Sesto San Giovanni è in coda alla classifica dei Comuni dell’area metropolitana di Milano che fanno la raccolta differenziata dei rifiuti. Se infatti Bernate Ticino e Cisliano sono i Comuni che si contendono le prime posizioni, con circa il 90 per cento di raccolta differenziata dei rifiuti, Sesto San Giovanni è invece in penultima posizione con il 46,19 per cento, davanti a Basiglio (43,52 per cento) e subito dopo Milano: il capoluogo infatti è terzultimo con il 48,93 per cento.
I dati emergono da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dichiarazioni Mud (Modello unico dichiarazione ambientale) presentate dai Comuni dal 2008 al 2014 e dalle imprese dal 2009 al 2013. Dai dati 2014 emerge una crescita del 5 per cento della raccolta differenziata di Milano e provincia rispetto alle dichiarazioni 2013. Sono infatti oltre 896 mila le tonnellate raccolte, sempre in aumento dal 2010 in poi. In crescita, in particolare, la raccolta di plastica (+9,8% rispetto al 2013), di rifiuti da spazzamento (+7,6%) e di inerti (+3,9%).
Tra i Comuni del Nordmilano primeggia Cusano Milanino con il 78,48 di raccolta differenziata. Seguono Paderno Dugnano (66,67 per cento), Bresso (63,91 per cento), Cormano (60,03 per cento), Cologno Monzese (57,25 per cento) e Cinisello Balsamo (55,19 per cento).

mercoledì 25 febbraio 2015

BANDA LARGA E INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: I LIMITI MIGLIORI? IL GOVERNO LI ALZA

Capita che l’Italia abbia livelli di tutela superiori a quelli dell’Unione Europea in un ambito nevralgico della salute pubblica. Il governo di eccellenza di questo paese, quindi, pensa bene di correre subito ai ripari: dichiarando di volerli abbassare. L’ambito in questione è quello, sensibilissimo, dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici (cem), di recente tornato agli onori della cronaca grazie a una sentenza del Tar Sicilia nella nota vicenda del “Muos”.

Nel quadro del “Piano banda larga”, il governo si accinge ad adottare una geniale misura di tutela della salute dei suoi cittadini: “Uniformare i limiti nazionali a quelli europei in materia di elettro-magnetismo” con conseguente, dichiarato, “innalzamento dei limiti elettromagnetici”.
Pur non essendo specificato, ma quell'innalzamento potrebbe esser fino a dieci volte i limiti attuali. L’Italia non ha alcun obbligo di “uniformarsi”. Questo campo non è tra quelli in cui l’Ue abbia competenza esclusiva e neanche competenza concorrente con gli Stati membri.
In materia di tutela della salute umana, infatti, l’Unione ha solo “competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri” (art. 6 Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea); e, quindi, in ambito di sanità pubblica “l’azione dell’Unione [….] completa le politiche nazionali” (art. 168).

( leggi QUI l'articolo completo di Stefano Palmisano del 23 febbraio 2015 sul ilfattoquotidiano.it )




lunedì 16 febbraio 2015

AEROPORTO DI FIRENZE : I MEDICI LANCIANO L'ALLARME INQUINAMENTO

Condividiamo le preoccupazioni esposte dai medici dell’ISDE , che sono anche le nostre relativamente all’autorizzazione del governo ad aumentare i voli dall’aeroporto di Linate a Milano per EXPO e che vede gli aerei in fase di decollo passare sopra un area che comprende Sesto S.G., Cologno M., Brugherio e Cinisello , ciò ha già comportato un aumento di traffico e di conseguenza di Inquinamento atmosferico provocato dalle emissioni prodotte dai motori degli aerei che va a sommarsi ad un inquinamento dell'aria già presente causato dall'inceneritore e dal traffico automobilistico.
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Aeroporto, allarme salute: "Rischi alti con l'ampliamento” .La denuncia dei Medici per l'ambiente. Preoccupano l'inquinamento atmosferico, il rumore e i campi elettromagnetici“

E' allarme per i riflessi che potrebbe provocare sulla salute dei cittadini l'ampliamento dell'aeroporto Vespucci di Peretola. A denunciarlo, in seguito al via libera sancito dalla fusione fra Firenze e Pisa, è la sezione provinciale di ISDE Italia - Associazione medici per l’ambiente. Facendo riferimento a studi nazionali ed internazionali, infatti, i medici "esprimono grande preoccupazione": parlano dei possibili effetti negativi causati dall'inquinamento da trasporto aereo, denunciando rischi di "malattie cardiovascolari, respiratorie, tumori, disturbi neuro-comportamentali, disturbi del sonno, disturbi dell'apprendimento e dell'attenzione nei bambini e un conseguente peggioramento della qualità della vita per compromissione della qualità del sonno a causa delle operazioni aeroportuali svolte nelle ore notturne".

Una denuncia pesante, che fa riferimento alle tipologie di inquinamento che provocano gli aeroporti: "Inquinamento atmosferico provocato dalle emissioni prodotte dai motori degli aerei, inquinamento acustico generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e decollo degli aerei e dal connesso traffico veicolare, inquinamento elettromagnetico, prodotto dai sistemi radar delle torri di controllo e degli aerei insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici utilizzati per i controlli di sicurezza", spiegano in una nota.

"Inoltre - aggiungono i medici per l'ambiente - l’attuazione di questo progetto aeroportuale provocherebbe anche un rischio idrogeologico, per la deviazione del Fosso Reale (un corso d'acqua di circa 6 km, che attraversa i comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio e raccoglie le acque di numerosi canali della Piana), danneggiando inoltre l'oasi Wwf di Focognano e vanificando il parco della Piana fiorentina". "In conclusione - sottolineano - l’ampliamento dell’aeroporto Vespucci di Firenze non è coerente con il nuovo Piano nazionale e regionale della prevenzione 2014-2018, che si prefigge l'obbiettivo di ridurre il carico di malattia e le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute”.


sabato 14 febbraio 2015

M.U.O.S. - IL TAR DI PALERMO DICE STOP


I giudici amministrativi di Palermo lo ritengono pericoloso per la salute


Lo hanno deciso i giudici del Tar di Palermo che hanno accolto il ricorso presentato dal Comune di Niscemi, provincia di Caltanissetta, contro l’installazione del Muos, ovvero il sistema di comunicazioni satellitari in fase di realizzazione Sicilia. Secondo i giudici il sistema sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini, ipotesi caldeggiata da tempo anche dai tanti comitati locali sorti contro il Muos. ] PALERMO - Stop (per ora) al Muos. Lo hanno deciso i giudici del Tar di Palermo che hanno accolto il ricorso presentato dal Comune di Niscemi, provincia di Caltanissetta, contro l’installazione del Muos, ovvero il sistema di comunicazioni satellitari in fase di realizzazione Sicilia. Secondo i giudici il sistema sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini, ipotesi caldeggiata da tempo anche dai tanti comitati locali sorti contro il Muos.  ( Leggi QUI l’articolo completo )


venerdì 13 febbraio 2015

CONFERENZA /INCONTRI SULL'ELETTROSMOG A COLOGNO MONZESE

L’Associazione Sottocorno insieme a l’ Associazione Italiana Elettrosensibili, La Lampada di Aladino onlus di Brugherio e l’Associazione Lorenzo Perrone onlus di Cologno Monzese , hanno organizzato tre serate informative sul tema dell'inquinamento elettromagnetico a COLOGNO MONZESE.

Si parlerà di cos'è l'elettrosmog, elettrodotti, alte e basse frequenze, Wi-Fi, cellulari,… Ma fanno male o no? Come difenderci? Quali le fasce di popolazione più a rischio?
Quali gli effetti biologico-sanitari a medio e lungo termine?
Queste e molte altre le domande alle quali i relatori cercheranno di rispondere,relazionando e confrontandosi con il pubblico
  
La prima conferenza avrà luogo venerdì 13 febbraio pv alle ore 20.45
presso la Sala Pertini di Villa Casati  in via Mazzini 9 a Cologno Monzese, dal titolo

INFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE:
imparare a "leggere" le notizie per proteggere la propria salute

Sei invitato a partecipare.

Per info visitaQUI ) la pagina del comune di Cologno Monzese  

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Staff Associazione di via P.SOTTOCORNO
via P.Sottocorno 18 - 20099 - Sesto San Giovanni (Milano)

mercoledì 11 febbraio 2015

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO, LA FRANCIA VARA UNA LEGGE CHE LO LIMITA

Non sarà la riforma ‘precauzionale’ perfetta, ma ha tutte le caratteristiche per poterlo diventare. Finita l’epoca della deregulation e di (troppe!) teste sotto la sabbia, il parlamento francese ha varato una legge innovativa che regolamenta la diffusione eterea dell’elettrosmog, compresa la giungla delle cosiddette ‘antenne selvagge’. Da adesso i ripetitori di telefonia mobile spuntati come funghi sui palazzi saranno censiti, mappati e monitorati nella loro emissione elettromagnetica dall’Agenzia Nazionale delle Frequenze, con tanto di risultati resi (giustamente!) pubblici. Previste multe per i trasgressori beccati fuori soglia (75.000 euro, per la verità non proprio multe salate!): Parigi ha così tirato il freno alle incontrollate politiche di marketing degli operatori delle Tlc, irriducibili negazionisti dei pericoli socio-sanitari derivanti dall’elettrosmog, stabilendo un limite anche all’utilizzo ‘cumulativo’ di cellulari e dispositivi Wi-Fi, vietati negli asili e nei luoghi con bimbi sotto i tre anni (anche se dai quattro anni non c’è certezza d’inibizione dell’apoptosi…suicidio programmato delle cellule), ma disabilitato pure nelle scuole elementari (eccetto per uso didattico).
Vietate le pubblicità di telefoni portatili che non contengano raccomandazioni sull’uso precauzionale di auricolare o modalità Hands Free per ridurre l’esposizione della testa alle radiazioni di radiofrequenza. La cosa non è nuova: “Un cellulare prima dei 12 anni? Mai” fu il discusso claim della campagna pubblicitaria promossa nel 2008 dal sindaco di Lione Mireille Roy. E per il calcolo dei campi elettromagnetici plurimi generati da più antenne in città, più informazione e consapevolezza per la cittadinanza attraverso relazioni annuali con dati sulle rilevazioni dei Cem alla portata di tutti. La partecipazione, infatti, sembra essere proprio un cardine transalpino: venne già tentata a Grenoble nel 2009 con la promozione della Tavola Rotonda sui Ripetitori di Cellulari, mettendo gli uni di fronte agli altri cittadini-consumatori, compagnie operatrici e amministrazioni locali. Insomma, il modello francese non è altro che quanto dovuto per tentare di preservare il benessere generale, dei bambini, e della crescente popolazione affetta da elettrosensibilità, insidiosa malattia ambientale scatenata (proprio!) dall’esposizione anche a piccole dosi a campi elettromagnetici (a Parigi c’è la via dello shopping  No Wi-Fi e sulle Alpi esiste una Free Elettrosmog Zone per tutelare gli ammalati).

Leggi QUI l’articolo COMPLETO di Maurizio Martucci del 10 febbraio 2015