L’elettrosmog è sicuramente uno
dei principali problemi del nostro tempo e del mondo moderno in cui viviamo,
fatto di wi-fi liberi e illimitati. Proprio per questo è facile accusare dei
malesseri dovuti all'inquinamento da elettrosmog.
In particolare si parla di
elettrosensibilità, quando si ha un’ intolleranza elettromagnetica o EHS
(Electromagnetic HyperSensitivity) che viene comunemente associata alla
sindrome da sensibilità chimica multipla (MCS , Multiple Chemical Sensitivity).
Sintomi tipici collegati alla ipersensibilità elettromagnetica sono:
sonnolenza, malessere e mal di testa, sbalzi d’umore, lacrimazione e dolore
agli occhi, difficoltà di concentrazione, vertigini e tinnito, intorpidimento e
formicolio, nausea e flatulenza, convulsioni, sensibilità al rumore,
alterazione dell’appetito, disturbi visivi, irrequietezza, rossore.
Proprio su EHS e MCS parla la
Dichiarazione scientifica internazionale di Bruxelles, stilata da medici,
ricercatori e scienziati di tutto il mondo, dopo il 5° Congresso di Parigi, e
firmata anche da Roberto Romizi, presidente di ISDE – Italia.
Nella Dichiarazione si legge: “Noi medici,
in conformità con il giuramento di Ippocrate, noi scienziati, che agiamo in
nome della verità scientifica, tutti noi medici e ricercatori che lavoriamo in
diversi paesi del mondo dichiariamo che: un numero elevato e sempre crescente
di persone soffre di EHS e MCS; che EHS e MCS possono colpire le donne, gli
uomini e i bambini; che, sulla base delle prove scientifiche attualmente
disponibili (…) e sulla base di indagini cliniche e biologiche effettuate sui
pazienti, EHS è associato all’esposizione a campi elettromagnetici e MCS
all’esposizione chimica; (…); che l’innesco della malattia (…) può essere
ottenuto anche in un ambiente naturale con livelli limitati di
elettromagnetismo; (…); che gli attuali (…) test di provocazione che mirano a
riprodurre EHS e MCS sono scientificamente difficili da ricostruire e quindi
(…) sono in realtà poco adatti per provare o confutare la causalità (…); (…);
che nuovi approcci stanno emergendo per la diagnosi clinica e biologica di EHS
e MCS compreso l’uso di biomarcatori; che EHS e MCS possono essere due facce
della stessa condizione patologica, che può causare gravi conseguenze per la
salute, la vita professionale e familiare; infine, che EHS e MCS dovrebbero
essere pienamente riconosciuti dalle istituzioni internazionali e nazionali con
responsabili per danni alla salute umana.
(…) EHS e MCS
vanno riconosciute come vere condizioni mediche e in qualità di malattie
possono creare gravi problemi per la salute pubblica oggi e negli anni a
venire, in tutto il mondo e in tutti i paesi in cui c’è un utilizzo illimitato
di tecnologie wireless elettromagnetiche (…). L’inazione sta diventando un
costo per la società (…).
Anche se la
nostra conoscenza scientifica sull’argomento non è del tutto completa,
riconosciamo unanimemente questo grave pericolo per la salute pubblica, che
richiede con urgenza il riconoscimento di questa condizione a tutti i livelli
internazionali, in modo che le persone possano beneficiare di strumenti
diagnostici adeguati, trattamenti innovativi e, soprattutto, che vengano prese
estreme misure di prevenzione primaria (…), applicate soprattutto (…) ai
bambini e ad altri sottogruppi di popolazione più vulnerabile (…).
Chiediamo
pertanto a tutti gli organi e a tutte le istituzioni nazionali e internazionali
di prendere coscienza di questo problema (…), in particolare l’OMS, che
dovrebbe aggiornare la sue dichiarazioni, quella del 2005 e quella del 2014,
riconoscendo EHS e MCS come parte della Classificazione Internazionale delle
Malattie (…) al fine di aumentare la consapevolezza della comunità medica e del
pubblico in generale; per promuovere la ricerca e per informare sulle efficaci
misure di prevenzione.
Chiediamo che
ci venga data una risposta a questa nostra Dichiarazione entro il 15 Settembre
2015.”