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venerdì 18 luglio 2014

NEVIANO, L’ELETTROSMOG PREOCCUPA


NEVIANO. Braccio di ferro tra il comitato per la salvaguardia della salute e del territorio “La Radice” e la Wind in merito ad un ripetitore telefonico presente ormai da 15 anni in piazza Concordia. Secondo alcuni, l’impianto avrebbe dovuto trovare altra sistemazione già da tempo, stando al regolamento comunale del 2007 che dispone, appunto, la riallocazione di impianti preesistenti non conformi al “principio di precauzione” stabilito dallo stesso regolamento. Il capitolo “elettrosmog”, insomma, continua a tenere banco in paese. È da più di un mese, infatti, che se ne parla anche in relazione alla possibile correlazione (sostenuta da qualcuno) tra le emissioni elettromagnetiche e gravi casi di malattie accaduti in paese.
Se il Comitato chiede con forza la rimozione dell’impianto, o, in ultima analisi, lo spostamento, magari in periferia, la compagnia telefonica pare disposta a depotenziare l’antenna lasciandola, però, nel sito attuale, ovvero sul terrazzo di un’abitazione privata proprio al centro del paese, a pochi passi dalla scuola e dalla casa catechistica. A dare l’allarme, nei giorni scorsi, è stato pure l’attuale assessore all’Ambiente, Raffaele Birtele giacché, in seguito ad un monitoraggio effettuato da uno studio privato di ingegneria ambientale di Conversano, sarebbe emersa una quantità di onde elettromagnetiche superiore ai limiti imposti dalla legge, ovvero 6 Volt al metro; questa particolare circostanza sarebbe stata registrata proprio nella centrale piazza Concordia.
In un comunicato congiunto dell’assessorato all'Ambiente e del Comitato, diffuso meno di un mese fa, è riportato anche il dato relativo all’emissioni elettromagnetiche registrato nella scuola cittadina pari a due Volt al metro, valore che, sebbene sia nei limiti di legge, è costante in tutti i punti dell’edificio scolastico: ne deriverebbe, però, un’esposizione continua a carico dei piccoli scolari. Altri controlli sarebbero stati effettuati tra marzo e aprile anche dagli uomini dell’Arpa, “sia su banda larga sia su banda stretta”, così affermato dal sindaco Silvana Cafaro, e i valori riscontrati sarebbero nella norma. Ma la paura c’è, e resta, soprattutto alla luce degli ultimi dati relativi all'incidenza tumorale sul territorio.
Diversi sarebbero stati gli incontri con i referenti territoriali della compagnia telefonica che, a quanto si apprende dal Comitato, avrebbero dapprima proposto il trasferimento dell’antenna – da potenziare – nella zona cimiteriale, decidendo alla fine di lasciarla lì dov'è riducendone le emissioni. «Non ci daremo pace finché l’antenna non verrà portata via dal centro del nostro paese», fa sapere, tuttavia, Natascia Cazzato, presidente del comitato “La Radice”. Un “atto di civiltà”, secondo la Cazzato, nei confronti dei nevianesi che da tempo soffrono “il cupo primato di un’alta incidenza tumorale sul territorio”. Intanto, in città si attende il ritorno di un referente della stessa compagnia telefonica.

giovedì 17 luglio 2014

IL MOSTRO DI FERRO 'FRIGGE' SUI TETTI DI MONTALTO, IL SINDACO: 'MEDIAMO'

MONTALTO UFFUGO - Bocciate le richieste di sequestro dalla magistratura, l'impianto della multinazionale Terna continua a seminare terrore tra i residenti delle frazioni di Pianette e Lucchetta a Montalto Uffugo.
La paura è legata alle pesanti conseguenze sulla salute pubblica che potrebbe arrecare l'elettrosmog prodotto dall'impianto: leucemie infantili e patologie oncologiche. Per scongiurare tali rischi i livelli di microtesla emessi da Terna dovrebbero essere nettamente inferiori a quelli registrati dai periti Maggiolini e Di Massa lo scorso anno. I fili dell'alta tensione sono posizionati a meno di cinquanta metri dalle abitazioni costrette a subire ininterrottamente ad ogni ora, di giorno e di notte, il ronzio dell'elettricità a 350kw di quello che ormai è stato battezzato il 'mostro di ferro'. In Regione pare non sia mai stata depositata nè la Valutazione di Impatto Ambientale nè la Valutazione di Impatto Strategico, come invece è imposto dalle normative europee. In più in aree antropizzate, come quella di Montalto, secondo i dettami del Piano Energetico della Regione Calabria, i cavi dell'elettrodotto dovrebbero essere interrati e non essere collocati sui tralicci. Per il gruppo Terna però, ad oggi, pare che l'operazione risulti essere estremamente costosa.
"Non ho visionato i documenti, non ho parlato con gli ambientalisti, - dichiara il neosindaco di Montalto Pietro Caracciolo - per ora, ho chiesto una relazione al presidente del comitato che si batte contro l’elettrodotto per presentarla al ministero. Qui ci troviamo di fronte ad un’opera già esistente e già funzionante. L’amministrazione che mi ha preceduto ha promosso un’azione civile contro Terna che però non ha sortito nessun risultato. Il giudizio è stato negativo e si è passati a un processo penale per l’illegittimità delle emissioni, ma è stato archiviato. Il profilo giudiziale è quindi escluso. Bisogna pensare a trattative, non possiamo metterlo sulla testa di altri cittadini. Non ci sarebbe l’avallo della cittadinanza, in nessun luogo. L’unica via da percorrere è quella dell’interramento. Non c’è dubbio che è necessario trovare una mediazione con Terna attraverso l’ausilio del Ministero dell’Ambiente perché ci dobbiamo scontrare con un colosso. E' l’unica strada per sensibilizzare questa multinazionaele rispetto a questo enorme problema di Pianette. Anche perchè studi scientifici certificano che le emissioni di questo tipo di elettrodotto comportano conseguenze particolarmente negative per i residenti".
FONTE : QUICOSENZA.IT

ELETTRODOTTO L'AQUILA: TERNA DRIBBLA IL COMUNE PER I TRALICCI DA SPOSTARE

L’AQUILA - Tutto tace sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città dell'Aquila. E il sospetto è che, come dice l’adagio, la dilazione sia la forma più letale di diniego.
Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica, non ha dato infatti ancora seguito alle ripetute richieste del sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, di un incontro per ragionare concretamente sulla delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa la città, tagliando in due i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.
A pochi metri da numerosi edifici scolastici e da abitazioni dove, ha denunciato a questo giornale Federica Marola, dottore in Medicina presso l'Ospedale 'San Salvatore' dell'Aquila, si sono verificati corso degli ultimi dieci anni, ben cinque casi di malattie ematologiche.
Ai giornalisti che alzano il telefono per chiedere lumi e l’onore di un’intervista, gli addetti della comunicazione di Terna, sia nazionali che regionali, rispondono con gentilezza che i superiori sono pieni di impegni, a cominciare dal direttore operativo Gianni Vittorio Armani, e che sulla fattibilità e i tempi dell’intervento la società non può, per ora, prendere posizioni ufficiali.
Assicurano, in modo informale, che il caso L’Aquila è stato inserito in agenda, ma ci sono i fatidici tempi tecnici. E l’infruttuosa telefonata si conclude puntualmente con l’altrettanto fatidico “le faremo sapere”.
Molte le domande che restano dunque senza risposta. Quelle da dare ai cittadini che temono per la loro salute, o che hanno a cuore legittimamente, la riqualificazione estetica dei loro quartieri, visto che i tralicci sono incomparabilmente più brutti rispetto a quelli, per esempio, avveniristici e che ricordano un germoglio, disegnati dall'architetto Hugh Dutton, vincitore del concorso internazionale “I tralicci del futuro” indetto da Terna, proprio nell’intenzione di rinnovare, dal punto di vista tecnico e del design, la vetusta rete di trasmissione elettrica italiana.
Senza risposta a tal proposito anche legittime domande sullo stato di sicurezza statica e la manutenzione dei tralicci vecchi di decenni del tratto aquilano, in cui sono evidenti, anche a occhio nudo, segni di usura.
L’impressione, a questo punto, è che Terna non abbia tutto questo interesse a rimuovere i tralicci aquilani. Potrebbe farlo solo se a finanziare l’operazione fosse il Comune, che ovviamente non ha le risorse per un intervento stimabile nell’ordine delle decine di milioni di euro, ma che potrebbe anche avere un rapporto costi e benefici più che accettabile, visto che al dì del aspetto sanitario e della precauzione, si libererebbero ettari di terreno di proprietà comunale molto preziosi in una fase in cui L’Aquila, con la ricostruzione post-sismica, sta ridisegnando il suo assetto urbanistico.
Terreni che potrebbero essere infatti utilizzati per aree verdi, strutture sportive, percorsi ciclabili e pedonali, per interventi di riqualificazione di quartieri sorti nel secolo scorso intorno e sotto a quei tralicci senza un disegno urbano degno di questo nome.


mercoledì 16 luglio 2014

DUE SCIENZIATI ROMPONO IL SILENZIO SULLE FALLE DEL RAPPORTO DELLA ROYAL SOCIETY ’SUI RISCHI LEGATI AL WI-FI (CODICE DI SICUREZZA 6 DEL CANADA)

Ottawa – Due revisori scientifici che si sono occupati questo mese del rapporto della Royal Society sulla sicurezza delle connessioni wireless sostengono che le conclusioni del rapporto non sono credibili perché il gruppo di esperti ha ignorato le prove che le radiazioni wireless sono dannose per gli esseri umani.
I revisori anche affermato che alcuni relatori chiavi avevano dei conflitti di interessi in quanto accettano regolarmente finanziamenti da aziende produttrici di apparecchiature wireless e dell’energia.
Uno dei revisori, il Dott. Martin Blank, ha due dottorati di ricerca e ha pubblicato più di 200 lavori presso la Columbia University sugli effetti sulla salute delle radiazioni wireless. L’altro, il Dott. Anthony Miller, è professore emerito presso la Scuola di Salute Pubblica Dalla Lana presso l’Università di Toronto. Entrambi sostengono che il gruppo di esperti della Royal Society ha ignorato le prove scientifiche pubblicate negli ultimi cinque anni. Come revisori hanno notato che alcuni relatori avevano dei conflitti di interesse e gli altri non avevano sufficiente esperienza sull’argomento. Secondo il Dott. Miller la Royal Society ha fallito i suoi obblighi nei confronti della popolazione, ignorando tra l’altro la recente classificazione delle radiazioni wireless come “possibili cancerogeni”. Il Dottor Miller ha detto che è preoccupato soprattutto per l’esposizione involontaria, come nel caso di bambini esposti al Wi-Fi nelle scuole.
Il Dr. Blank ha dichiarato che la Royal Society ha respinto degli studi definitivi che provano che le radiazioni wireless provocano danni alle cellule umane, comprese le cellule spermatiche quando gli uomini portano i telefoni in tasca. “Non c’è bisogno di ulteriori studi per abbassare i limiti di sicurezza”, ha detto il Dott. Blank. “Ce ne sono già abbastanza per raccomandare limiti più bassi per le radiazioni wireless in Canada”.
Il gruppo di esperti della Royal Society è stata oggetto di controversie. La scorsa estate, il Presidente si è dimesso dopo che un suo conflitto di interessi è stato divulgato dai media. La Royal Society ha promesso di pubblicare i conflitti di interesse degli scienziati rimanenti nella sua relazione finale, ma non lo ha fatto.

Copyright © 2014 Canadians For Safe Technology, All rights reserved.

Traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A.

martedì 15 luglio 2014

ELETTRODOTTO TERNA: MASSAROSA E CAMAIORE CHIEDONO UNA NUOVA INCHIESTA PUBBLICA

MASSAROSA (Lucca), 14 luglio – Anche dalla parte versiliese del nuovo elettrodotto l'aria che tira non è buona per Terna. Visto che il tavolo di concertazione che si è tenuto nei giorni scorsi in Regione non ha dato i frutti sperati, infatti, le amministrazioni di Camaiore e Massarosa richiederanno di nuovo all'Autorità competente di disporre lo svolgimento della procedura di inchiesta pubblica e contraddittorio, così come previsto dalle legge.
Non solo, i due comuni versiliesi ampliano la proposta anche a tutti gli altri comuni nei quali insisterà il nuovo elettrodotto.
“Anche dopo l’approvazione nei consigli comunali dell’ordine del giorno con il quale si esprime contrarietà al progetto – dichiarano gli assessori Damasco Rosi di Massarosa e Simone Leo di Camaiore, che nei mesi precedenti hanno seguito la vicenda – stante l’esito infruttuoso del 'tentativo di conciliazione', chiederemo nuovamente la riattivazione della procedura, con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti e interessati, affinché vengano valutate, anche attraverso gli opportuni approfondimenti tecnici che potranno essere richiesti a Istituzioni Pubbliche Terze (ad esempio Università), una serie di questioni e criticità”.
Gli assessori spiegano che per prima cosa la più volte ribadita necessità o meno della realizzazione di un nuovo elettrodotto e di una nuova stazione elettrica va verificata attentamente anche in relazione all’andamento dei consumi energetici e alle politiche di risparmio energetico attivate e da attivarsi nell’ambito del progetto dell’Unione Europea denominato 'Patto dei Sindaci' a cui molte amministrazioni comunali hanno aderito approvando i Piani di Azioni per l’Energia Sostenibile (PAES).
“Ribadiamo inoltre – continuano – la necessità del rispetto, qualunque ipotesi emerga, del vigente Piano di Assetto Idrogeologico emanato dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio, nonché, a questo punto, la necessità della verifica di conformità, indipendentemente dalle soluzioni proposte, ai principi generali contenuti nel Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico adottato nella seduta del Consiglio Regionale della Toscana in data 02 luglio 2014 nonché alle altre norme regionali in materia di tutela del paesaggio. Infine vorremmo conoscere se il progetto della società è o meno conforme rispetto alle disposizioni di cui al D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) e di cui alla Convenzione Europea del Paesaggio ratificata con L. n. 14 del 9 gennaio 2006”.
Per gli assessori Rosi e Leo: “I Comuni – concludono – non hanno mai chiesto e non chiedono la realizzazione di nuovi elettrodotti ma chiedono, piuttosto, di intervenire primariamente sugli elettrodotti esistenti, abbattendo in modo significativo l’esposizione dei cittadini alle emissioni che le dette infrastrutture producono, come peraltro già sollecitato dalle nostre amministrazioni”


venerdì 11 luglio 2014

UN "ELETTRODOTTO IBRIDO" CON 100 ABITAZIONI ESPOSTE ALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Domenica 29 giugno la società Terna, a totale capitale pubblico, ha messo in esercizio un elettrodotto ad alta tensione (380.000 Volt) dalla Puglia a Benevento utilizzando, solo nel nostro territorio comunale, 39 tralicci già esistenti anzichè nuovi sostegni come previsto dal progetto autorizzato dal Ministero.
Ciò vuol dire che Terna ha arbitrariamente modificato il percorso di tale elettrodotto che, secondo legge, non avrebbe dovuto prevedere abitazioni in una fascia di almeno 53 metri per ambo i lati dal traliccio. Ed invece, la modifica comporta l'esposizione ad inquinamento elettromagnetico di almeno 100 abitazioni.
Terna con un comunicato del 26 giugno ha spiegato che la modifica "provvisoria" si è resa necessaria per realizzare una nuova stazione elettrica denominata "Benevento 3" estesa 4 ettari (40.000 metri quadrati) in contrada La Francesca, lungo la strada per Pietrelcina, di grande interesse turistico.
Altrabenevento sostiene da tempo che il progetto autorizzato dal Ministero non comprende affatto quella stazione elettrica e quindi la decisione di Terna di modificare il percorso dell'elettrodotto è assolutamente arbitraria ed illegittima. Nei giorni scorsi tale società ha dovuto confessare a RAI3, in risposta al servizio trasmesso nel TG3 di venerdì 4 luglio, che la stazione elettrica è "in attesa di autorizzazione".
Perché tale opera, mai autorizzata, assume per Terna un valore tanto prioritario da determinare arbitrarie modifiche del progetto e la conseguente esposizione all'inquinamento elettromagnetico per centinaia di abitanti?
Quella stazione elettrica, come abbiamo più volte segnalato, serve per collegare all'elettrodotto di alta tensione una centrale idroelettrica sotterranea che la società REC-Repower vorrebbe realizzare tra Pontelandolfo e Morcone. La società svizzera, tenuta in grande considerazione dalla Provincia di Benevento e dalla Regione Campania, ha previsto di costruire a 450 metri di profondità una struttura grande quanto un palazzetto dello sport (90 metri per 45 metri per 50 metri di altezza) che dovrebbe pompare l'acqua dalla Diga di Campolattaro con una condotta sotterranea di 8 Km fino ad un laghetto artificiale a mille metri di altitudine tra le due cittadine sannite. L'acqua poi per caduta, passando attraverso le turbine, produrrebbe energia elettrica in un quantitativo inferiore a quello utilizzato per il pompaggio in salita. Tutto ciò serve solo a speculare sul prezzo perchè REC-Repower acquisterebbe l'energia elettrica di notte ad un prezzo bassissimo per rivenderla il giorno successivo ad un prezzo molto più alto.
Per fare ciò quel territorio di grande interesse ambientale,paesaggistico e storico sarà devastato con la realizzazione di enormi trafori e gallerie per costruire opere e impianti su una faglia sismica attiva come hanno dimostrato i recenti terremoti tra il Molise e la Campania.
Oggi nel Convegno organizzato da Confindustria si parlerà di nuovo di questa "magnifica opera" da 600 milioni di euro che affascina politici, imprenditori ed amministratori. Che ne pensa il sottosegretario alle Infrastrutture On.le Umberto Del Basso De Caro di questi progetti e del comportamento di Terna?


FONTE : TVSETTE.NET

giovedì 10 luglio 2014

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO, ALLARME NELLE CASE PER I NUOVI CONTATORI.

Gli Smart Meter, i nuovi contatori di lettura per consumi energetici domestici, producono inquinamento elettromagnetico. L'assessore Guido: “Vogliamo vederci chiaro. Arpa e Asl controllino”.

Non solo antenne e telefonini. L'inquinamento elettromagnetico, nemico invisibile responsabile secondo gli studi dell'Oms di una serie di disturbi soprattutto per i più piccoli, potrebbe albergare anche nelle nostre case. La fonte sarebbero i nuovi contatori senza fili installati dai gestori di energia elettrica e gas. I cosiddetti Smart Meter secondo alcune tesi potrebbero difatti produrre inquinamento elettromagnetico cui gli ignari cittadini sarebbero costantemente esposti. La questione è ancora fonte di discussione, la tesi è in fase di verifica, ma secondo il principio di cautela, già invocato dall'Organizzazione mondiale della sanità, sarebbe opportuno, prima di installarli, verificare e procedere con i controlli del caso.
Mentre continua accesa la discussione tra  i detrattori e i sostenitori di questa tecnologia - vederci chiaro non è semlice dal momento che gli enormi interessi economici rendono complicato affettuare delle ricerche da parte di Enti indipendenti e attendibili - l'allarme nel salento arriva direttamente dal Comune di Lecce, in particolare dall'assessore con delega all'ambiente e alla salute Andrea Guido, che adesso chiama in causa Arpa Puglia e Asl perché forniscano risposte e formulino un parere tecnico – scientifico in merito alla pericolosità delle apparecchiature.
“Le istituzioni” ha commentato l’Assessore Guido “hanno il dovere di incentivare le ricerche e le informazioni scientifiche indipendenti, avendo cura di non occultare risultati, dubbi e riserve sinora espressi da medici e scienziati. E, comunque, in assenza di prove scientifiche rese da organismi indipendenti circa l'innocuità degli Smart Meter, è doveroso che le stesse istituzioni intervengano come già è avvenuto in altri paesi. In applicazione dei principi di precauzione, prevenzione e tutela della salute individuale e collettiva ho chiesto all’Arpa Puglia – Direzione Scientifica ed alla ASL Lecce un parere tecnico - scientifico in merito alla pericolosità, per la salute individuale e collettiva, delle apparecchiature in questione. Ho chiesto, inoltre” ha concluso Guido “di effettuare anche le verifiche necessarie al fine di testare i livelli effettivi di esposizioni elettromagnetiche derivanti dagli Smart Meter”.
Questi contatori intelligenti, installati da società di servizi in tutte le case e le imprese negli Stati Uniti, Canada, Australia ed Europa, emetterebbero enormi quantità d'impulsi radioattivi a radiofrequenza in microonde ogni pochi secondi per tutto il giorno e la notte, per sette giorni la settimana. Come accertato da eminenti studi, le radiazioni a radiofrequenze provenienti dai contatori intelligenti senza fili, potrebbero causare addirittura l'arresto di dispositivi medici. Impianti medici come pacemaker e stimolatori cerebrali profondi utilizzati per controllare l'agitazione del morbo di Parkinson potrebbero essere disattivati dalle interferenze a radio frequenza (RFI) causate dal segnale. I rapporti provenienti da coloro che hanno avuto contatori installati comprendono palpitazioni, vertigini, incapacità di addormentarsi, problemi di memoria e disturbi cognitivi, sintomi simili a stati influenzali, peggioramento dei problemi di salute, depressione improvvisa, agitazione, mal di testa, problemi all'udito.

Un pericolo che, se accertato, sarebbe dunque non di poco conto; tanto che molte organizzazioni e Istituzioni in questi anni hanno invocato prudenza in materia: nel maggio del 2011 l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa ha sollecitato per l'ennesima volta gli Stati membri a intervenire urgentemente perché sia diminuita l’esposizione umana all’inquinamento elettromagnetico, con riferimento particolarmente ai bambini e ai ragazzi; e affinché sia mantenuta l’esposizione alle onde elettromagnetiche non ionizzanti (quali sono quelle prodotte dagli Smart Meter) al più basso livello di rischio ragionevolmente raggiungibile.
Alle medesime conclusioni è giunta l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), stabilendo che, in presenza di studi discordanti fra chi sostiene l’innocuità e chi la pericolosità dei campi elettromagnetici, è doveroso applicare il principio di precauzione ALARA onde prevenire i potenziali enormi rischi per la salute pubblica derivanti da tali emissioni, ritenute possibilmente cancerogene, ed in attesa di ottenere dati scientifici certi e comprovati.
Anche l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, dopo aver esaminato la letteratura scientifica pubblicata in materia di tumori che interessano gli utenti del telefono cellulare, ha classificato le radiazioni a radiofrequenza come possibilmente cancerogene per l'uomo.


FONTE : LECCESETTE.IT

VICENZA : « SIAMO ACCERCHIATI DALL'ELETTRODOTTO »

Nasce un comitato di protesta, in località Sottobroli in cui vivono 400 persone, contro il progetto della nuova linea da 220 mila volt
Ancora critiche sulla stazione elettrica di Malo. Stavolta a far sentire la sua voce è un gruppo di cittadini di San Vito di Leguzzano, i cui componenti abitano in località Sottobroli, quartiere di circa 400 abitanti al confine fra i due Comuni. «Saremo accerchiati dagli elettrodotti», denunciano. Secondo il progetto esecutivo presentato da “Terna Spa”, che gestisce la rete elettrica nazionale, i nuovi cavi da 220 mila volt dovrebbero passare non lontano dalle loro case e sui loro terreni: «Una soluzione che - sostengono i residenti - comporta sprechi di denaro pubblico, richiedendo la costruzione di nuove strade e di oltre 3 chilometri di linee elettriche. Oltre ai disagi per residenti e proprietari dei campi». Per questo, attraverso il portavoce Francesco Casato, hanno presentato al Ministero le loro osservazioni al progetto in cui portano avanti una richiesta precisa: «Ritornare alla soluzione iniziale, a Monte di Malo, meno invasiva da tutti i punti di vista». 


mercoledì 9 luglio 2014

ELETTROSMOG: SI CHIUDE LA BOCCA AI CRITICI E SI FA IL GIOCO DELLE COMPAGNIE

I nuovi regolamenti dell’Inail hanno soppresso i dipartimenti deputati a fare ricerca e studiare gli effetti dei campi elettromagnetici. E l’associazione Amica teme che si voglia chiudere la bocca a chi mette in guardia la popolazione. Intanto scattano esposti e interrogazioni parlamentari.
«Il nuovo Regolamento di Organizzazione - Titolo III dell'Ibail sopprime i Dipartimenti di Tecnologie di Sicurezza e quello di Impatto Ambientale degli Insediamenti Produttivi di cui faceva parte il Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni diretto dal Prof. Livio Giuliani» spiega l’associazione Amica che tutela le persone elettrosensibili.«Questo laboratorio Ispesl è stato determinante nella formulazione dei limiti di esposizione per i campi elettromagnetici (DM 381/1998 e Legge 36/2001), compreso il valore di attenzione di 6 volt/metro, che fa dell'Italia un Paese tra più avanzati nella protezione dalle radiazioni non ionizzanti – prosegue Amica - Temiamo che quanto sta avvenendo oggi all’Inail sia solo uno dei tanti passi per abbattere questo livello di attenzione e innalzare i limiti di legge per i campi elettromagnetici che non permettono il pieno sviluppo della telefonia di nuova generazione a banda larga. Il nuovo Regolamento prevede che i dipartimenti centrali dell'ex Ispesl siano ridotti a due e che vadano "in staff al Direttore Generale", mentre i dipartimenti periferici, ridotti a unità operative, devono essere "in staff ai dirigenti regionali". Questa previsione mette di fatto la ricerca in soggezione alla dirigenza amministrativa dell'Istituto, in netto contrasto sia con la Costituzione, che stabilisce che la ricerca è libera, sia con la legge che stabilisce "la competenza della dirigenza amministrativa non si estende alla gestione della ricerca e dell'insegnamento".  L’Inail ha, per giunta, disposto il riordino dei dipendenti dell’Ispesl con soppressione del Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni. Contro tale provvedimento la maggioranza dei dipendenti dell’Ispesl ha proposto ricorso al TAR e alcuni ricercatori universitari, tra cui il prof. Mauro Cristaldi dell’Università di Roma e la Prof.ssa Caterina Tanzarella dell’Università Roma Tre, e associazioni, tra cui noi di Amica, hanno deciso promuovere un ricorso ad adiuvandum per dare forza davanti al giudice al ricorso dei dipendenti ex-Ispesl. La prima udienza si terrà il 29 ottobre». «Che i ricercatori dell’ex ISPESL fossero scomodi per le loro posizioni cautelative era evidente anche dal fatto che non sono stati chiamati ad esprimersi sul MUOS – prosegue l’associazione - La Regione Sicilia infatti ha vincolato il proprio parere in merito al MUOS alla relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, senza chiedere parere anche all’Ispesl nonostante le norme prevedano ancora oggi che l’Ispesl  (incorporato dall’Inail a cui sono state demandate tutte le competenze) abbia una competenza concorrente con l’ISS in materia di radiazioni elettromagnetiche e quindi gli enti locali dovrebbero chiedere parere ad entrambe queste istituzioni, cosa che in Sicilia non è stata fatta. Non è tutto. La soppressione del Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni rappresenta un insulto alla tutela della salute pubblica, ma anche alla ricerca scientifica in quanto tale laboratorio è all'avanguardia a livello internazionale per la ricerca degli effetti benefici dei campi elettromagnetici in particolare per la cura dell'infarto. Ha pubblicato, infatti, su due autorevoli riviste scientifiche (Electromagnetic Biology  and Medicine, 2008; Oxford Cardiovascular Research, 2009) uno studio sugli effetti dei campi elettromagnetici estremamente bassi (ELF) sulla differenziazione di cellule staminali cardiache autologhe. Un progetto volto alla prosecuzione di questa ricerca così innovativa, a cui collaborano ricercatori del CNR di Bologna e di Roma, medici dell'Università di Ricerca e il Premio Nobel Luc Montagnier, ha passato positivamente il vaglio dei referee, il National Institute for Environmental Health and Safety (NIEHS), incaricato dal Ministero della Salute di valutare i progetti di ricerca presentati nell'ambito del Piano ministeriale del 2009. I fondi sono stati assegnati nel 2011, ma da allora l'INAIL non li ha erogati. Nel frattempo un'equipe americana ha pubblicato i risultati di una ricerca simile».Il senatore Felice Casson ha presentato una interrogazione parlamentare al riguardo e il prof. Morando Soffritti, presidente dell'Istituto Ramazzini per la ricerca sul cancro di Bolgona, e il dott. Fiorenzo Marinelli del CNR di Bologna hanno presentato un esposto-denuncia  alla Procura di Firenze».


martedì 8 luglio 2014

LUCCA ELETTRODOTTO, COMITATI E COMUNI RIBADISCONO IL NO

I comitati contro l'elettrodotto incassano un'altra, importantissima, vittoria. Il primo atto che segue all'incontro di oggi pomeriggio (25 giugno) a Palazzo Orsetti tra rappresentanti dei cittadini, dall'Oltreserchio alla Versilia fino a Vecchiano e a San Giuliano, e le cinque amministrazioni comunali coinvolte, sarà la richiesta a Terna dell'opzione zero, ovvero: niente nuovo elettrodotto sulle colline, niente centrale elettrica alle ex cave di Balbano e, soprattutto, manutenzione e interventi per l'adeguamento dei tralicci dell'elettrodotto che esiste già e pende sulle teste della gente di Maggiano, Nozzano San Pietro, Formentale, Stabbiano e Farneta, anche loro tutti presenti alla riunione che è stata convocata dal sindaco Alessandro Tambellini.
Alla riunione di oggi erano presenti veramente tutti, dal comitato Starc sorto contro il nuovo progetto dell'elettrodotto nell'Otreserchio, fino al comitato 2005 contro i tralicci a Maggiano, il comitato di Chiatri e semplici cittadini, insieme ai rappresentanti delle cinque amministrazioni coinvolte e della Provincia di Lucca. Il prossimo step sarà una nuova assemblea pubblica già convocata dai comitati per lunedì prossimo (30 giugno) alle 21,30 agli impianti sportivi di Nozzano, per illustrare le osservazioni presentate al progetto entro la scadenza fissata dalla procedura di Via e a prepararsi al prossimo decisivo incontro. Quello cioè fissato in Regione Toscana per il prossimo 1 luglio. In quella sede si metterà probabilmente un punto decisivo nel percorso avviato fino ad ora e alla riunione sono convocati tutti i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto.
Alla partecipata riunione di oggi pomeriggio a Palazzo Orsetti, il presidente del comitato Starc, Simone Lena, accompagnato dai legali e dai tecnici forniti dalla famiglia Marcegaglia, l'avvocato Elena Cirri di Firenze e il dottor Paolo Parma della società di consulenza Made Hse, ha illustrato gli obiettivi dei cittadini. “Il progetto - ha detto Lena - a tutti gli effetti non sembra essere necessario visto l'andamento della richiesta di energia sul territorio e la realizzazione del progetto è incompatibile con il territorio su cui verrebbe collocato. E’ per questo che si chiede a gran voce l'opzione zero. In attesa di dismetterlo - ha aggiunto poi Lena - Terna deve ancora risolvere i problemi di sicurezza relativi al vecchio elettrodotto, ormai obsoleto e costruito in un periodo in cui evidentemente la sensibilità per l'ambiente e la salute dei cittadini era piuttosto carente”.
Solo se Terna dimostrerà che un nuovo elettrodotto è davvero “necessario” - sostengono i cittadini - “dovrà presentare eventuali progetti alternativi che saranno sottoposti ad opportuna valutazione”. Ma i cittadini insistono comunque nel richiedere l'opzione zero: ovvero niente elettrodotto e graduale dismissione di quello esistente.
Per quanto riguarda la previsione della stazione elettrica nella Cava di Batani, le amministrazioni chiedono di conoscere le effettive esigenze alla base della proposta di Terna ed in tal senso è intenzione dei Comuni di chiedere che i fondi che la stessa Terna, in qualità di soggetto che propone il progetto deve versare all’autorità competente, vale a dire al Ministero per l’Ambiente, nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, siano destinati anche a conferire un incarico ad un istituto universitario e di ricerca, in grado di fornire risposte terze ed imparziali sull’intera proposta progettuale.
L’amministrazione comunale di Lucca che ha voluto promuovere l’incontro di ieri proprio nell’ottica di coordinare l’azione dei diversi soggetti -Enti locali e comitati- in vista della riunione del tavolo di concertazione, ha ribadito la necessità di procedere nella direzione indicata anche dai rispettivi consigli comunali.
La vera partita, dopo quella vinta oggi con il sostegno di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, sarà quella che si giocherà martedì prossimo in Regione Toscana.
“Lucca si presenterà al tavolo in Regione – afferma il sindaco Alessandro Tambellini – portando con sé tutte le osservazioni che sono pervenute in Comune da parte dei cittadini, delle associazioni e dei comitati”.