Nella puntata del programma 'LA VITA IN DIRETTA', trasmessa venerdì 25 ottobre 2013 su RAI UNO, la società TERNA, tramite il dirigente responsabile autorizzazioni e concertazione Adel Motawi , ha replicato senza contraddittorio alla trasmissione del 22 ottobre dichiarando che lo studio di fattibilità, commissionato dall'amministrazione comunale di Sesto San Giovanni, per l'interramento dell'elettrodotto, si concluderà entro fine anno ( in anticipo di 3 mesi rispetto ai 6 mesi solitamente previsti).
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domenica 3 novembre 2013
RAI 1 PARLA DELL'ELETTRODOTTO DI VIA PASQUALE SOTTOCORNO
Il programma "La vita in diretta" , programma pomeridiano di RAI UNO, ha fatto un servizio sull'elettrodotto di via Pasquale Sottocorno a Sesto San Giovanni.
Nella puntata del programma 'LA VITA IN DIRETTA', trasmessa venerdì 25 ottobre 2013 su RAI UNO, la società TERNA, tramite il dirigente responsabile autorizzazioni e concertazione Adel Motawi , ha replicato senza contraddittorio alla trasmissione del 22 ottobre dichiarando che lo studio di fattibilità, commissionato dall'amministrazione comunale di Sesto San Giovanni, per l'interramento dell'elettrodotto, si concluderà entro fine anno ( in anticipo di 3 mesi rispetto ai 6 mesi solitamente previsti).
Nella puntata del programma 'LA VITA IN DIRETTA', trasmessa venerdì 25 ottobre 2013 su RAI UNO, la società TERNA, tramite il dirigente responsabile autorizzazioni e concertazione Adel Motawi , ha replicato senza contraddittorio alla trasmissione del 22 ottobre dichiarando che lo studio di fattibilità, commissionato dall'amministrazione comunale di Sesto San Giovanni, per l'interramento dell'elettrodotto, si concluderà entro fine anno ( in anticipo di 3 mesi rispetto ai 6 mesi solitamente previsti).
sabato 2 novembre 2013
C'È UN NESSO TRA RADIOFREQUENZE E TUMORI
Intervista del 29 marzo 2013 al Prof. Angelo Gino Levis, esperto di mutagenesi ambientale
Parla il docente dell'Università di Padova che, da anni, si batte su questi problemi. "La legislazione a tutela della salute è degenerata: troppo permissiva". E attacca i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Organinzzazione mondiale della Sanità: "Troppi conflitti d'interessi". "A Niscemi i limiti ammessi sono molto elevati"
"In Italia, con il progredire delle conoscenze, la legislazione delle strutture che dovrebbero tutelare la salute è andata via via degenerando verso una permissività che sta dando luogo a delle preoccupazioni spaventose". Il Professor Angelo Gino Levis, ordinario di mutagenesi ambientale all'Università di Padova e tra i massimi esperti italiani degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici, è scettico verso le istituzioni chiamate ad esprimere un parere sulla nocività dell'impianto Muos che sorgerà a Niscemi. Eppure è proprio sulla base del parere espresso dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dell'Organizzazione mondiale di sanità (Oms) che dipenderà non solo il futuro della nuova installazione ma anche della grande stazione radio già esistente. "Sono anni che questi organismi si rifiutano di riconoscere quello che una vastissima letteratura scientifica ha ormai ampiamente dimostrato - spiega - non occorre la certezza del 100% per poter stabilire il nesso tra le radiofrequenze e l'incidenza di alcune forme tumorali".
Professor Levis, che parere ha dell'Iss e dell'Oms?
"Pessimo. Mi sono scontrato spesso con l'Iss. Diversi esponenti dell'istituto sono stati parti avverse in molti processi sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute. L'Oms poi, sta vivendo il secondo grande scandalo dopo quello che ha subito per il fumo di tabacco. È arrivata a stabilire la cancerogenicità del fumo con 20 anni di ritardo su quello che era stato già assodato da una corposa letteratura scientifica".
Questo è dovuto ad un diverso parere sui dati scientifici?
"No. i dati parlano chiaro, ma ci sono sovrastrutture che condizionano questi istituti. Le faccio un esempio: nel reparto campi elettromagnetici dell'Oms, esiste un progetto omonimo, diretto da Michael Repacholi. Questo scienziato ha dovuto ammettere in udienze pubbliche, come quella al parlamento australiano, ma anche in altre occasioni - ultima in ordine di tempo l'inchiesta del programma "Report" - di essere finanziato dalle compagnie elettriche e di telefonia mobile. Quindi non poteva essere scelto un organismo peggiore per dare un parere sul Muos . Soprattutto se non si tiene conto dei numerosi conflitti d'interesse".
L'Oms non ha ancora dato un parere però
"Si ma basta vedere la classificazione delle emissioni elettromagnetiche stabilita dallo Iarc (International agency for research on cancer) - che è una delle strutture che fanno capo all'Oms - per nutrire forti dubbi. Le radiazioni a bassissima frequenza e le radiofrequenze, ad esempio, sono state classificate - le prime nel 2001, le seconde nel 2011 - come possibili cancerogene. Cioè con un'evidenza abbastanza significativa sull'uomo, ma con mancanza di dati sugli animali e sui meccanismi d'azione. Ma anche qui, avendo fatto una ricerca sui partecipanti ai gruppi di ricerca che hanno portato a questa classificazione, ho scoperto che circa il 60 per cento di loro aveva pesantissimi conflitti d'interesse. L'ho scritto e pubblicato su numerose riviste scientifiche, e non sono mai stato contestato. Già nel 2002, lo stesso fondatore ed ex direttore dell'Iarc, l'italiano Lorenzo Tomatis, ha denunciato l'aumento tra il 10 e il 30 per cento di esponenti dei gruppi di ricerca viziati da conflitti d'interesse".
Come dovrebbero essere classificate le onde elettromagnetiche allora?
"In Italia, Pietro Comba, uno dei migliori epidemiologi in attività, già nel 1998 pubblicava dei rapporti, certificati anche dall'Iss, in cui queste frequenze venivano classificate come probabili agenti cancerogeni, cioè classe 2A, dietro solo alle radiazioni ionizzanti, che sono sicuri cancerogeni. Al di là delle classificazioni comunque, ci si dovrebbe sempre attenere al principio di precauzione, cioè se esistono delle indicazioni, anche non dati certi, di effetti dannosi per la salute umana, bisogna optare per il rischio zero".
Ma esistono dei limiti stabiliti dalla legge, come ad esempio quello dei 6 volt per metro, fissati per un certo range di frequenze, tra cui ricadono le antenne della base radio di Niscemi.
"Sì, ma quei limiti sono di per sé già molto alti, perché hanno incluso nella stessa soglia sia il valore di cautela che l'obiettivo di qualità, cioè quello cui bisognerebbe aspirare per evitare qualsiasi rischio. Tra l'altro, ormai da molto tempo, soprattutto nel campo delle basse frequenze, il principio di prevalenza della salute umana sugli interessi commerciali è stato adottato dalla magistratura italiana. In pratica anche se ci sono dei limiti fissati per legge, il giudice deve tenere conto anche di quello che gli segnala il perito da lui nominato, sulla base delle evoluzioni scientifiche sopraggiunte nel frattempo. I limiti per le radiofrequenze, ad esempio, li ha fissati un decreto del 2003, da allora sono passati dieci anni e intanto le conoscenze sono progredite. Non si può non tenerne conto. E poi ci sono i radar, che hanno un effetto pesantissimo sulla salute e sull'incidenza tumorale, ma che non sono normati, cioè non hanno soglie di esposizione perché hanno onde pulsate".
Nella base Nrtf esiste anche un'antenna a bassa frequenza (46KHz) per cui non è previsto un limite di legge, ma solo un parere europeo che indica una soglia di 86 V/m
"È esattamente quello che dicevo. Sono limiti pazzeschi, che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute. Esistono dei buchi nella normativa e la cosa più grave è che si finisce per scegliere il valore più alto. Gli 86 V/m è il limite per gli effetti acuti, cioè quelli che si manifestano in breve tempo. Il danno da esposizione prolungata a livelli più bassi non viene nemmeno preso in considerazione, ma lì vicino ci sono delle abitazioni ed è paradossale tenere conto solo di quel valore. Gli interessi economici in campo rendono queste norme molto permissive".
Quali sono i limiti di esposizione più sicuri secondo lei?
"I 6 V/m non sono affatto un limite cautelativo. La scienza indipendente ha da tempo dato pareri molto diversi da quelli seguiti dalla legislazione. Le leggi regionali emanate tra la fine degli anni novanta e gli inizi del 2000, ad esempio, fissavano un valore di cautela a 0,5 V/m, che poi è stato cancellato dal Dpcm del 2003".
A livello ufficiale il nesso tra le esposizioni alle onde elettromagnetiche e l'incidenza tumorale non è stato mai sancito.
"Non è vero, come sostengono i colleghi dell'Iss e dell'Oms, che non si conoscono i meccanismi d'azione. Oggi si conoscono benissimo almeno 6-7 meccanismi che possono portare allo sviluppo del cancro, sia da basse che da alte/altissime frequenze. Quando si tratta della salute delle persone non si può solo tenere conto della certezza del 100%, ma anche dell'alta probabilità".
Cosa sappiamo degli effetti delle antenne installate a Niscemi?
"Non ho dati sufficienti per poter dare una risposta. Però so che i medici di base del paese hanno avviato una mappatura delle incidenze tumorali. I dati epidemiologici che ho visto mi hanno impressionato, ma non ho il confronto con i dati di mortalità generale della Sicilia o dell'Italia per tipologia di tumori. Solo così si potrà capire se queste incidenze sono significative o no. Tra l'altro lì bisogna tenere in considerazione i diversi fattori inquinanti, come il vicino petrolchimico di Gela, e anche i dati storici sulla mortalità".
Le antenne del Muos hanno un fascio molto potente, ma molto direzionale, per cui nelle relazioni si parla di "effetto trascurabile" al di fuori di quel fascio
"È vero, o almeno così dovrebbe essere. Ma la letteratura scientifica è piena di casi di tumori contratti da persone che vivono intorno ai radar e non direttamente esposti al fascio. Segno che qualche margine di errore c'è sempre. Ma questo si può accertare con degli esperti neutrali che vadano a fare delle misure. Su questo punto bisognerà vigilare molto attentamente".
FONTE : REPUBBLICA.it
domenica 27 ottobre 2013
IL QUARTIERE DELLE DONNE CON LE PARRUCCHE
A Pace del Mela, Messina, 15 morti di tumore lo scorso anno, dove un'intera comunità protesta contro l'elettrodotto.
Angela non smette mai di lottare e, nonostante in questi anni più volte si sia demoralizzata per le risposte delle istituzioni, capisce che non può mollare per le tante persone malate che hanno in lei un riferimento. Angela Bianchetti, 60 anni, è una casalinga combattiva, presidente del Comitato di «cittadini Pacesi per la vita» che da anni si batte per lo spostamento di un vecchio elettrodotto di Terna e ora anche contro la costruzione di un nuova struttura a pochi metri dalle case.
Chi sale nel quartiere di Passo Vela a Pace del Mela è assalito da un’angoscia inspiegabile. Le «ragnatele» del traliccio tutt’intorno sembrano stringere in un abbraccio di morte le abitazioni, la loro ombra sembra proiettare influssi devastanti. Da tempo, questa zona è definita «il quartiere delle donne con le parrucche», perché molte di loro sono costrette ad indossarle dopo mesi di chemioterapia. Quindici morti per tumore solo nell'ultimo anno, 22 persone tutt’ora in cura in un’area dove vivono trecento abitanti e in un comune che in tutto ha seimila residenti. Angela capisce molto bene le loro angosce anche lei ha sofferto per un male, fortunatamente benigno, ora sta bene. ( leggi QUI l'articolo completo )
FONTE : VANITYFAIR
FONTE : LA VALLE DEI TEMPLI - Quotidiano on line
FONTE : NORMANNO - Quotidiano on line
giovedì 24 ottobre 2013
RINVIATA ALLA PROSSIMA SETTIMANA LA PARTECIPAZIONE ALLA TRASMISSIONE "LA VITA IN DIRETTA"
Ci viene comunicato solo ora dalla redazione di RAI 1 che l'appuntamento in diretta di Venerdì 25 ottobre 2013 dalla via Sottocorno e stato spostato ai primi giorni della prossima settimana.
Nel fine settimana pubblicheremo la data esatta che ci verrà comunicata, ci scusiamo ma non dipende dalla nostra volontà.
Tornate a visitarci per avere le ultime novità.
mercoledì 23 ottobre 2013
Comunicato stampa n°2
Alcune precisazioni
su quanto esposto dai media
· La via Sottocorno è parte integrante
del quartiere di Cascina Gatti a Sesto San Giovanni confinante con il quartiere Adriano di Milano.
· L’Associazione Sottocorno non ha mai
lavorato ne mai conosciuto esponenti del comitato di via Mulas di Milano, siamo
ben felici di sapere che si sia costituito tale comitato e siamo aperti, da
domani, a lavorare insieme se condividiamo gli stessi obbiettivi.
· Tutto il lavoro svolto per richiedere
l’interramento delle linee di alta tensione è stato sviluppato dall’Associazione
Sottocorno mentre sugli altri problemi del territorio collaboriamo con le altre
associazioni o comitati sestesi.
· Si invita la stampa a contattare
direttamente l’associazione l’indirizzo email associazione.sottocorno@gmail.com
o tramite il referente uff.stampa Davide al cellulare 340.9276968.
Sesto San Giovanni 23 ottobre 2013
Il Consiglio Direttivo Associazione di
Via Sottocorno
Comunicato stampa n°1
L’Associazione
Sottocorno si dissocia totalmente dalla contestazione avvenuta durante la
diretta RAI da via Sottocorno e che non ha visto partecipare i residenti della
via Sottocorno ne gli iscritti dell’Associazione.
Ricordiamo
che L’Associazione Sottocorno è un associazione apartitica e non accetta nessun
accostamento o pressioni politiche, avremmo
preferito parlare e spiegare le ragioni delle nostre paure e problematiche con
un dialogo civile e sereno nel poco tempo concesso.
Il ritardo
di un accordo intercomunale non può essere prioritario di fronte ai problemi dei residenti esposti durante la trasmissione in
diretta.
E’ nostra
intenzione proseguire il dialogo con le forze politiche che non intendano
strumentalizzare la vicenda.
Sesto San Giovanni 23 ottobre 2013
Il Consiglio Direttivo Associazione di
Via Sottocorno
NUOVA PARTECIPAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ALLA TRASMISSIONE LA VITA IN DIRETTA
A soli 2 giorni siamo chiamati a partecipare ad un nuovo collegamento alla trasmissione "LA VITA IN DIRETTA".
L'appuntamento è per Venerdì 25 ottobre 2013 su RAI 1 in diretta dalla via Sottocorno a Sesto San Giovanni dalle 17,30 .
domenica 20 ottobre 2013
PARTECIPAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ALLA TRASMISSIONE LA VITA IN DIRETTA
Oggi martedì 22 ottobre vi invitiamo a seguirci al programma "LA VITA IN DIRETTA" su RAI 1 in diretta dalla via Sottocorno alle 17,30 circa.
lunedì 14 ottobre 2013
ARPA, INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A VICENZA: SITUAZIONE NON BUONA
È uscito il rapporto sul "controllo
dell'inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto".
Predisposto dall'Arpa Veneto, questo ha l'obiettivo di fornire una adeguata
conoscenza sullo stato dell'insediamento delle fonti inquinanti per quanto
concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale
Figlio dell’evoluzione tecnologica,
l’inquinamento elettromagnetico viene definito come la generazione di campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al
naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ad esempio il campo elettrico
generato da un fulmine. Questo tipo di inquinamento è stato, spesso, oggetto di
discussione e sono stati fatti studi scientifici sugli effetti provocati
dall’eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche sull’uomo, sugli
animali e sulle piante. La lunga esposizione a queste onde può, infatti, avere
degli effetti negativi sulla salute umana come cancro, riduzione della
fertilità, perdita di memoria e cambiamenti negativi nel comportamento e nello
sviluppo dei bambini. Tuttavia l’effettiva entità del rischio non è ancora
nota.
In questo ambito la normativa
nazionale di riferimento è la Legge quadro n 36 del 2001 “Legge quadro sulla
protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.
Questa ha avuto lo scopo di dettare i principi fondamentali diretti a:
assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione
dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della
Costituzione italiana; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione
degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela; assicurare la
tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e
le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie
disponibili. La tutela della salute, in particolare, secondo la norma quadro,
va conseguita attraverso la definizione di tre differenti limiti (limiti di
esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità) per gli impianti
fissi sorgenti di inquinamento elettromagnetico ambientale.La Regione Veneto ogni anno fa uscire un rapporto sul “controllo dell’inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto”. Il rapporto giunto alla sua undicesima edizione, è predisposto dall’Arpa Veneto con l’obiettivo di fornire una adeguata conoscenza sullo stato dell’insediamento delle fonti inquinanti per quanto concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale.
Secondo il Rapporto, per quanto concerne le radiofrequenze, il numero totale nella Regione di impianti di telefonia mobile si attesta a 5315 (Dati Arpav aggiornati al 31/12/2012). Un numero che nel corso degli anni ha mantenuto una crescita costante. Nella sola Vicenza sono presenti ben 873 stazioni, quarta provincia a livello Regionale. Per questi 873 stazioni, ci sono stati ben 201 pareri preventivi rilasciati dall’Arpa Veneto. Questi pareri consentono una attività continua e aggiornata di verifica degli impianti già attivati e l’individuazione delle zone in cui i livelli di campo elettrico sono più elevati, permettendo in questo modo di indirizzare le misure sperimentali verso quei siti che presentano maggiori criticità. Dal 1996 al 2013 il limite di legge per l’esposizione è stato superato 7 volte e tutti i siti dove questo è successo sono stati risanati. A Vicenza nello stesso arco temporale, non è stato mai superato il limite consentito per legge. Nel corso del 2012, sottolinea infine l’Agenzia, non è stato riscontrato nessun nuovo superamento da parte degli impianti di telefonia mobile.
Per quanto riguarda gli impianti radiotelevisivi, questi risultano essere 2130 in tutto il Veneto. Tali impianti sono raggruppati a formare 504 siti. Nella sola provincia vicentina sono presenti 569 impianti radiotelevisivi per un totale di 136 siti. Dal 1998 ad oggi sono stati riscontrati a livello Regionale 73 superamenti, di cui 63, pari all’83%, risanati. Nella sola Vicenza ci sono stati 26 superamenti del limite imposto dalla legge, di cui 18 risanati, la provincia con maggior numero di situazioni critiche.
Per quanto concerne, infine, i campi elettromagnetici a bassa frequenza (elettrodotti) nel corso del 2011 e 2012 sono stati riscontrati 13 nuovi superamenti presso delle scuole in alcune delle province venete. A Vicenza il superamento è stato riscontrato in 2 scuole, la provincia con numero di superamento più basso a pari merito con Treviso e Venezia.
FONTE : VICENZATODAY
SICUREZZA NELLE SCUOLE: IL PROBLEMA DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
SICUREZZA NELLE SCUOLE: QUEL NEMICO
DEI BAMBINI "INODORE" E
"INVISIBILE"...
a cura di Domenico Ciardulli ( Segretario
Ass.ne "Coordinamento Comitati Roma Nord )
Molto si è parlato di sicurezza delle
scuole in riferimento soprattutto ad edifici fatiscenti, scale antincendio
precarie, presenza di vecchi impianti con amianto, infissi, solai e arredi non
a norma, ma non si parla affatto di altri pericoli....
Sembra invece che rimanga spesso
trascurato il problema della salubrità ambientale dovuta a irregolari parametri
termici e di ventilazione delle aule per inadeguata climatizzazione e a
radiazioni provenienti da sorgenti elettromagnetiche, come antenne di vecchia e
nuova installazione a ridosso di edifici scolastici e abitazioni.
Di seguito trascriviamo il parere
sull'argomento di un medico pediatra e invitiamo i dirigenti scolastici, il
corpo docente e non docente a muoversi assieme ai genitori per indurre sia le
Aziende Sanitarie Locali a soffermarsi sul microclima ambientale suggerendo
soluzioni per una sana vivibilità degli ambienti scolastici. Contestualmente,
sia richiesto alle Agenzie Regionali Protezione Ambiente (in sigla Arpa) di
intervenire in tutte quelle scuole situate a ridosso di elettrodotti, antenne
radiotelevisive e stazioni radio-base per la telefonia mobile, per misurare con
le adeguate attrezzature, l'intensità dell'inquinamento elettromagnetico
prodotto da tali sorgenti. Soprattutto a protezione della popolazione infantile
va attentamente presa in seria considerazione, ove si rilevino situazioni di
rischio, lo spegnimento e lo spostamento di sorgenti di emissione.
Ecco quanto ha scritto il prof. Arnaldo Cantani
sul Corriere della Sera di venerdì 4 ottobre 2013:
"I campi magnetici sono diffusi e il mal
di testa, che sorge all'improvviso, ne può essere indotto. I campi elettrici e
magnetici a bassa frequenza creano nel corpo correnti indotte, mentre nel caso
dei campi ad alta frequenza l'energia viene assorbita dai tessuti e dissipata
come calore, con un aumento della temperatura generale o locale, secondo che
venga esposto l'intero corpo o solo alcuni organi. Il termine elettrosmog
denota l'insieme dei campi magnetici (EM) prodotti artificialmente, ma la sua
connotazione negativa suggerisce di includere gli EM tra le fonti di
inquinamento: che riguarda anche installazioni radar, impieghi industriali,
impianti di diffusione radiofonica e televisiva, linee elettriche, telefonia
cellulare. Inoltre sono proliferate ovunque le stazioni radio e tv, fino a
concentrarsi specie in luoghi elevati, con i ripetitori per i piccoli centri
(vedi Radio Vaticana e Monte Mario). Spesso tali stazioni sono rimaste al
centro dei luoghi abitati, con una proliferazione continua. Esse diffondono
elettrosmog, quindi andrebbero spostate, a mano a mano, in luoghi disabitati,
per la salute dei cittadini. Dal punto di vista sintomatologico, la clinica ha
individuato con chiarezza alcuni effetti sanitari dei campi elettromagnetici,
dovuti ad un eccessivo aumento della temperatura, superare alle normali
variazioni fisiologiche. Questi effetti termici si manifestano solo quando
l'intensità del campo supera determinati livelli di soglia su cui si basano le
norme di protezione. Tali livelli sono superiori a quelli che si incontrano
normalmente nella vita quotidiana e molto superiori, in particolare, a quelle
cui si può essere esposti con antenne radio o tv e, ancor più, da parte delle
antenne (dette stazioni radio-base) della telefonia cellulare. I sintomi più
frequenti sono di tipo psicosomatico: cefalea, astenia, insonnia, per
esposizione molto ripetuta, opacizzazione del cristallino, ridotta fertilità e
maggior rischio di leucemia e tumori. I cellulari sono pericolosi per la
vicinanza al terminale alla testa dell'utilizzatore: questo va adoperato con
l'antenna sempre completamente estratta e mai in vicinanza o all'interno di
superfici metalliche (come l'auto). Da pediatra sottolineo che il rischio
dell'elettrosmog "invisibile" "inodore" è particolarmente
grave per i bambini. Sulla diffusione delle antenne a Roma le autorità devono
prendere urgenti provvedimenti, adottando criteri di esposizione cautelativi,
pianificando le installazioni in contraddittorio con i Gestori e le
Associazioni o Comitati rappresentanti dei cittadini: eseguire istruttorie
rigorose per le richieste di nuove installazioni, predisporre controlli su
quelle già fatte e sanzioni per gli inadempimenti, stabilire monitoraggi continui
sul territorio, indennizzare i cittadini che, per ragioni di pubblica utilità,
sono costretti a vivere vicini ad antenne."
FONTE
: www.ciardullidomenico.it
FONTE : AGORAVOX ITALIA
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