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martedì 30 maggio 2017

IN ATTESA DELL'INTERRAMENTO CI DOMANDIAMO PERCHE' ? - LA RISPOSTA DEL COMUNE DI SESTO SAN GIOVANNI


A seguito della nostra richiesta di spiegazioni sull'installazione di mercoledì 24 maggio del cartellone pubblicitario illustrato qui sopra ( leggi QUI il nostro post ) è arrivata martedì' 30 giugno alle ore 14;18 la risposta da parte dell’assessore Elena Iannizzi del Comune di Sesto San Giovanni  che pubblichiamo qui sotto :

Buongiorno,
Gli uffici, tramite l'assessore Montrasio, hanno fatto le verifiche.
Ci comunicano che, Dalla documentazione fotografica inviata e a seguito di verifica tecnica d'ufficio, il cartello è posizionato interamente sul territorio del Comune di Milano.
Il Comune di Milano è competente al rilascio dell'autorizzazione pubblicitaria all'installazione del cartello pubblicitario e, pertanto, la segnalazione andrebbe inoltrata al predetto Ente. 
Un cordiale saluto 
Elena Iannizzi
Assessora all'Ambiente e qualità urbana, politiche giovanili, cooperazione internazionale, pace e diritti umani
Comune di Sesto San Giovanni Piazza della Resistenza, 20 20099 Sesto San Giovanni (Mi)

Ringraziamo Il comune di Sesto San Giovanni per la verifica e la risposta ( per noi era impossibile stabilire l'esatta pertinenza comunale ) informiamo che abbiamo inviato la stessa comunicazione anche al comune di Milano anche se , al momento, non  ha ancora risposto.

Rimaniamo in attesa della risposta che pubblicheremo appena arriverà.

SENTENZA STORICA SULL'ESPOSIZIONE AI CEM

SENTENZA STORICA
La sentenza del Tribunale di Verona è la prima che riconosce la correlazione tra una patologia neoplastica e l'esposizione a campi elettromagnetici non ionizzanti a bassa frequenza.
Ora nell'ambito dell'inquinamento elettromagnetico generato dalle basse frequenze i cosiddetti C.E.M.  , il giudice , in questo caso, riconosce la correlazione tra una malattia ematologica e l'esposizione alle basse frequenze emesse da una centrale adibita alla produzione di energia elettrica.
Comprendiamo molto bene  la fondamentale portata di questa sentenza soprattutto per chi è stato esposto ad induzioni magnetiche derivanti da ELETTRODOTTI, CABINE DI TRASFORMAZIONE, ecc., sembra quanto meno mutato il quadro legislativo ora sarebbe importante ed intelligente variare anche il quadro normativo perché :

L’ELETTROSMOG ESISTE ED E’ NOCIVO

IL GIUDICE HA RICONOSCIUTO IL NESSO CASUALE PERCHÉ ESISTONO LE EVIDENZE SCIENTIFICHE 

Ora nulla più come prima...


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VERONA. Una sentenza storica, che per la prima volta mette in relazione l’insorgere della patologia tumorale con l’esposizione a campi elettromagnetici con frequenza estremamente bassa (i Cem). .......
............................................... In prima battuta l’Inail aveva rigettato la richiesta di indennità, non riconoscendo la qualifica di malattia professionale. Di qui il ricorso, seguito da un team di assistenti molto qualificati: il professor Angelo Levis (già Ordinario di Mutagenesi Ambientale presso l’Università di Padova e presidente di Apple, l’Associazione Per la Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog), il dottor Vincenzo Cordiano (specialista in Ematologia e in Medicina Interna presso l’Ospedale di Valdagno) e gli avvocati Cristina Guasti e Matteo Ceruti del Foro di Rovigo, esperti di diritto ambientale. La sentenza ha dato ragione al ricorrente, condannando l’Inail a corrispondergli l’indennizzo dovuto e le spese legali. La pronuncia del giudice Angeletti fa seguito alle recenti sentenze dei tribunali di Ivrea e Firenze e a quella della Corte d’Appello di Brescia con le quali è stato riconosciuto il nesso di causa tra l’insorgenza di patologie tumorali al cervello e l’esposizione alle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni mobili (cellulari e cordless)............. leggi QUI l'articolo completo sul Mattino di Padova .


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Leggi QUI l’articolo completo su Verona Sera


FONTE : VERONA SERA 

domenica 28 maggio 2017

IN ATTESA DELL'INTERRAMENTO CI DOMANDIAMO PERCHE' ????


Mercoledì 24 maggio alle ore 04:20 circa ( quattro e venti del mattino ) hanno eseguito i lavori per l'installazione del cartellone pubblicitario di circa 6 X 3 metri , lavori ultimati alle ore 05:00 ( cinque del mattino ), il cartellone in questione presenta una struttura in acciaio inox installata su basi CEMENTATE A TERRA con un telo ancorato che di fatto LIMITA LA VISIONE AI RESIDENTI DEL CIV. 4 della via Sottocorno, è difficile stabilire quale sia la pertinenza comunale visto che è stato installato a ridosso del cartello che indica la fine del comune di Milano e l'inizio del Comune di Sesto San Giovanni .

Per l'installazione è stato rimosso e spostato più avanti il cartello che avvisa dei problemi di viabilità lungo la via Di Vittorio a causa del rifacimento della protezione del ponte sul fiume Lambro , lasciando sul posto il plinto in cemento armato originariamente posato e interrando nel terreno il cartello esistente a nostro avviso posizionandolo erroneamente ( poco visibile rispetto a prima per chi proviene da Milano ), inoltre il plinto lasciato presenta gli ancoraggi liberi ( non sono stati rimossi )

Tutto quanto descritto è riepilogato nelle foto qui sotto allegate 

 


Ci chiediamo il perché:  

- i lavori siano stati eseguiti di notte ( arrecando disturbo a chi a quell'ora dormiva ) 
- si è installata una struttura di quel genere all'interno del P.M.V.L. ( da li incomincia il parco )
- si è dato il permesso di installare a pochi metri dai cavi dell'alta tensione una struttura in acciaio inox rischiando , nel caso in cui non fosse già interrato e riprendesse a funzionare a pieno regime , incidenti dovuti ad archi voltaici visto che in passato su questo elettrodotto vennero segnalati scariche elettriche a terra definite da ARPA "normali" ( in uno dei tanti incontri svolti in questi anni ) data la potenza di tale impianto.
- si è dato il permesso di installarlo a ridosso di un condominio quando poteva essere installato dall'altra parte della via a ridosso della cabina elettrica, senza arrecare disturbo a nessuno.

Sia chiaro non siamo contro i cartelloni pubblicitari , siamo contro i lavori fatti in fretta e furia , fatti di notte che di solito tendono a nascondere qualcosa , e vediamo che a fronte di un progetto che tende a riqualificare la zona con l'interramento e la creazione di questo benedetto parco abbiamo una struttura che nulla c'entra con tale riqualificazione.

Siamo in attesa di sapere chi ha autorizzato tale installazione e una risposta ai quesiti esposti ( che pubblicheremo appena arriverà.)

venerdì 26 maggio 2017

RACCOLTA DIFFERENZIATA A CASCINA GATTI ; ECCO I PRIMI RISULTATI

Rifiuti, raccolta dell'umido: raddoppio rispetto all'indifferenziata e purezza pari al 98%

Non avevamo dubbi sulla riuscita della sperimentazione, in un quartiere come quello di Cascina Gatti che ha sempre chiesto la chiusura dell'inceneritore c’è una forte consapevolezza e un anima ambientale forte .

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Dopo l'introduzione in via sperimentale da fine novembre 2016, i dati sulla raccolta nei primi tre mesi dell'anno in corso - confrontati con lo stesso periodo del 2016 - sottolineano il netto avanzamento della percentuale di umido e la contemporanea diminuzione della frazione indifferenziata. Le analisi dell'umido conferito all'impianto di trattamento, infine, denotano una purezza del 98%, segno di una raccolta differenziata eseguita in maniera estremamente corretta.


Clicca sul nome del giornale on-line per leggere l’articolo completo 

FONTE : SESTONOTIZIE

FONTE : NORDMILANO24

lunedì 22 maggio 2017

CORTE DEI CONTI CI SIAMO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

In anticipo rispetto a quanto avevamo previsto è arrivato il 4 maggio l'OK da parte della corte dei conti, comunicato ai comuni di Milano e Sesto il 10 e a noi solo ieri domenica 21 maggio.

Ora incomincia l'ultima fase , in questi mesi il progetto è stato definito nei dettagli , è stato definito il Patto d’attuazione per disciplinare i rapporti fra città Metropolitana e i comuni di Milano e Sesto patto definito con un decreto del Sindaco Metropolitano.
Manca poco , molto poco ad un iter che solo apparentemente può sembrare semplice ma che che è molto complesso , forse veramente troppo se pensiamo che siamo nel 2017 e ci proponiamo come un paese evoluto.

Manca poco, ......................................................................

giovedì 18 maggio 2017

TRIBUNALE DI FIRENZE : « L’USO SCORRETTO DEL CELLULARE E’ LA CAUSA DEL TUMORE AL CERVELLO »

La notizia è di circa un mese fa, ma non ne avevamo ancora parlato .
Il Tribunale di Firenze, sezione lavoro, ha condannato l'Inail, ( proprio come nel caso di Ivrea), a corrispondere una rendita da malattia professionale a un addetto alle vendite che per motivi di lavoro ha trascorso, per oltre 10 anni, 2-3 ore al giorno al telefono cellulare.

Il perito nominato dal tribunale e quello scelto dal lavoratore danneggiato hanno confermato, rileva l'avvocato che ha seguito il ricorso, "l'elevata probabilità di una connessione tra l'uso del telefono cellulare e la malattia insorta", scientificamente definita un neurinoma del ottavo nervo cranico.

FONTE :


mercoledì 17 maggio 2017

QUEL PROFESSORE CON IL PALLINO DELL'ELETTROSMOG


Bell’articolo fatto in occasione delle sentenze di Ivrea e Firenze sul professor Angelo Levis che, conoscendolo, non possiamo non condividere e ringraziare per tutto quello che ha fatto, sta facendo e farà sulle esposizioni ai campi elettromagnetici.
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Il professor Levis è un carismatico docente tutto casa e ateneo: uno di quegli scienziati un po' âgé, con occhiali e capello candido, che non ti stancheresti mai di ascoltare mentre fa lezione. Insomma, il contrario del noioso «barone» accademico. Levis invece - foss'anche per fare onore al suo cognome - è un intellettuale giovane, benché ormai da anni non indossi più i jeans. In compenso il nostro professore (nato a Venezia nel 1937, laureato a Padova in Scienze Biologiche nel '61) non ha mai smesso di vestire la divisa del nemico giurato dell'elettrosmog. L'ottantenne scienziato, forte di un autorevolissimo curriculum accademico, non manca di riservare parole durissime contro due organismi che, per chi svolge la sua professione, dovrebbero incarnare due «totem» indiscussi e indiscutibili: l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Iss (Istituto superiore di sanità). Levis, infischiandosene dell'accusa di lesa maestà, li critica entrambi con parole insospettabilmente chiare per uno che - in qualità di biologo - è avvezzo a vivere in un mondo di formule oscure.
Tempo fa in un'intervista al gruppo Espresso-Repubblica dichiarava a proposito di Oms e Iss: «La legislazione a tutela della salute è degenerata: troppo permissiva e troppi conflitti di interessi». Ma, a proposito di «conflitti di interessi», anche su Levis non manca qualche ombra, considerato che da anni si batte all'interno di un'associazione che denuncia gli effetti nefasti sulla salute dei campi elettromagnetici: esattamente la materia su cui è stato chiamato a pronunciarsi nella causa di Ivrea che ha condannato Inail a rimborsare il dipendente Telecom ammalatosi per eccessivo uso del cellulare.
Tre anni fa il professor Levis aveva espresso il suo scetticismo anche verso le istituzioni chiamate ad esprimere un parere sulla nocività dell'impianto Muos che sarebbe dovuto sorgere a sorgere a Niscemi vicino alla grande stazione radio già esistente: «Sono anni che questi organismi si rifiutano di riconoscere quello che una vastissima letteratura scientifica ha ormai ampiamente dimostrato. Non occorre la certezza del 100% per poter stabilire il nesso tra le radiofrequenze e l'incidenza di alcune forme tumorali. Ho un pessimo parere sia dell'Oms sia dell'Iss».
Leggi QUI l'articolo completo.

FONTE : ILGIORNALE

venerdì 12 maggio 2017

TUTTE LE PROMESSE A VIA ADRIANO - LETTERA AL CORRIERE DELLA SERA

Lettera inviata al CORRIERE DELLA SERA , pubblicata giovedì 11 maggio a pag. 15 , arrivata anche a noi per conoscenza che pubblichiamo volentieri condividendone i contenuti  nella speranza servi a qualcosa .

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LA LETTERA DI GIANGIACOMO SCHIAVI

tutte le promesse a via adriano e la buona volontà dei cittadini

Caro Schiavi,
ho letto le dichiarazioni del sindaco Sala sulla necessità di uno «scatto» sul piano periferie. Dato che il sindaco e i suoi assessori non sono soliti rispondere alle email e ai post sui social, e in attesa che il sindaco venga aggiornato dal direttore generale sullo stato dell’arte, scrivo a lei per confermare al sindaco, da abitante del quartiere Adriano interessato dal piano, che le cose non stanno procedendo come promesso . Ogni 4 o 5 mesi c’è un annuncio o una riunione pubblica, poi le date promesse vengono smentite dai fatti senza che nessuno si prenda la responsabilità dei ritardi. Ha ragione il sindaco a dire che i fondi sono stati reperiti, e per questo fa ancora più rabbia che le cose non procedano.
1) Non c’è traccia dei lavori di bonifica propedeutici al prolungamento del tram 7, e in compenso sono stati depotenziati i mezzi su gomma (ovviamente è stato invece annunciato che verranno potenziati).
2) Non sono iniziati i lavori di bonifica in Adriano 60 (ultima promessa: entro aprile) dove dovrebbe sorgere la scuola media attesa da più di 20 anni.
3) L’avvio delle lezioni è stato promesso per l’anno 2019/2020 ma alla luce dello stallo è chiaramente una data irrealistica.
4) Non si sa quando verrà approvata la variante al piano d’intervento in discussione da anni: da essa dipende la realizzazione di una piscina comunale semi-olimpionica, promessa entro il 2019, al posto del centro polifunzionale per il tempo libero previsto dal piano originario.
5) Nessuno parla più, infine, del bilancio partecipativo del 2015 le cui realizzazioni sono rimaste per lo più lettera morta e contenevano in sé elementi utili alla socializzazione e alla vitalità del quartiere.
Ciò che di buono sta avvenendo in quartiere è frutto della buona volontà di singoli cittadini o di operatori privati: una Onlus che cerca di completare l’ecomostro incompiuto in via Adriano, con una Rsa con auditorium e caffetteria aperta al quartiere è bloccata nei lavori da mesi per pastoie burocratiche.

Giulio Mondolfo 

venerdì 28 aprile 2017

MATERNAL CELL PHONE USE DURING PREGNANCY AND CHILD BEHAVIORAL PROBLEMS IN FIVE BIRTH COHORTS

Studio condotto sui possibili effetti cognitivo / comportamentali (iperattività/disattenzione) sui bambini nati da madri esposte durante la gravidanza alle frequenze dei telefoni cellulari. 

Dedicato a chi continua a sostenere che non esistono evidenze scientifiche.
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Maternal cell phone use during pregnancy and child behavioral problems in five birth cohorts.
Birks L (1)Guxens M (2)Papadopoulou E (3)Alexander J (3)Ballester F (4)Estarlich M (4)Gallastegi M (5)Ha M (6)Haugen M (7)Huss A (8)Kheifets L (9)Lim H (6)Olsen J (10)Santa-Marina L (11)Sudan M (12)Vermeulen R (13)Vrijkotte T (14)Cardis E (15)Vrijheid M (15).

1 ISGlobal Center for Research in Environmental Epidemiology, Doctor Aiguader 88, 08003 Barcelona, Spain; Pompeu Fabra University, Carrer Ramon Trias Fargas, 25-27, 08005 Barcelona, Spain; Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain. Electronic address: laura.birks@isglobal.org.
2 ISGlobal Center for Research in Environmental Epidemiology, Doctor Aiguader 88, 08003 Barcelona, Spain; Pompeu Fabra University, Carrer Ramon Trias Fargas, 25-27, 08005 Barcelona, Spain; Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain; Department of Child and Adolescent Psychiatry/Psychology, Erasmus University Medical Centre-Sophia Children's Hospital, Wytemaweg 80, 3015 CN Rotterdam, The Netherlands.
3 Domain of Infection Control and Environmental Health, Norwegian Institute of Public Health, Lovisenberggata 8, 0456 Oslo, Norway.
4 Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain; Epidemiology and Environmental Health Joint Research Unit, FISABIO-Universitat Jaume I-Universitat de València, Av. De Blasco Ibáñez, 13, 46010, Valencia, Spain.
5 BIODONOSTIA Health Research Institute, Begiristain Doctorea Pasealekua, 20014 San Sebastian, Spain; University of the Basque Country (UPV/EHU), Faculty of Medicine, Barrio Sarriena, s/n, 48940 Leioa, Spain.
6 Department of Preventive Medicine, Dankook University, College of Medicine, 152 Jukjeon-ro, Jukjeon 1, Cheonan, Republic of Korea.
7 Department of Exposure and Risk Assessment, Norwegian Institute of Public Health, Lovisenberggata 8, 0456 Oslo, Norway.
8 Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, Domplein 29, 3512 JE Utrecht, Netherlands.
9 Department of Epidemiology, School of Public Health, University of California, 650 Charles E Young Dr S, Los Angeles, CA 90095, USA; Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Aarhus, Denmark.
10 Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Nordre Ringgade 1, 8000 Aarhus, Denmark.
11 Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain; BIODONOSTIA Health Research Institute, Begiristain Doctorea Pasealekua, 20014 San Sebastian, Spain; Public Health Division of Gipuzkoa, Basque Government, De Francia Ibilbidea, 12, 20012 San Sebastian, Spain.
12 Department of Epidemiology, School of Public Health, University of California, 650 Charles E Young Dr S, Los Angeles, CA 90095, USA; Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Nordre Ringgade 1, 8000 Aarhus, Denmark; Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Aarhus, Denmark.
13 Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, Domplein 29, 3512 JE Utrecht, Netherlands; Julius Center for Health Sciences and Primary Care, University Medical Center, Heidelberglaan 100, 3584 CX Utrecht, The Netherlands.
14 Department of Public Health, Academic Medical Center, Meibergdreef 9, 1105 AZ Amsterdam, The Netherlands.
15 ISGlobal Center for Research in Environmental Epidemiology, Doctor Aiguader 88, 08003 Barcelona, Spain; Pompeu Fabra University, Carrer Ramon Trias Fargas, 25-27, 08005 Barcelona, Spain; Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain.

ABSTRACT
INTRODUCTION:
Previous studies have reported associations between prenatal cell phone use and child behavioral problems, but findings have been inconsistent and based on retrospective assessment of cell phone use. This study aimed to assess this association in a multi-national analysis, using data from three cohorts with prospective data on prenatal cell phone use, together with previously published data from two cohorts with retrospectively collected cell phone use data.
METHODS:
We used individual participant data from 83,884 mother-child pairs in the five cohorts from Denmark (1996-2002), Korea (2006-2011), the Netherlands (2003-2004), Norway (2004-2008), and Spain (2003-2008). We categorized cell phone use into none, low, medium, and high, based on frequency of calls during pregnancy reported by the mothers. Child behavioral problems (reported by mothers using the Strengths and Difficulties Questionnaire or Child Behavior Checklist) were classified in the borderline/clinical and clinical ranges using validated cut-offs in children aged 5-7years. Cohort specific risk estimates were meta-analyzed.
RESULTS:
Overall, 38.8% of mothers, mostly from the Danish cohort, reported no cell phone use during pregnancy and these mothers were less likely to have a child with overall behavioral, hyperactivity/inattention or emotional problems. Evidence for a trend of increasing risk of child behavioral problems through the maternal cell phone use categories was observed for hyperactivity/inattention problems (OR for problems in the clinical range: 1.11, 95%CI 1.01, 1.22; 1.28, 95%CI 1.12, 1.48, among children of medium and high users, respectively). This association was fairly consistent across cohorts and between cohorts with retrospectively and prospectively collected cell phone use data.
CONCLUSIONS:

Maternal cell phone use during pregnancy may be associated with an increased risk for behavioral problems, particularly hyperactivity/inattention problems, in the offspring. The interpretation of these results is unclear as uncontrolled confounding may influence both maternal cell phone use and child behavioral problems.