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lunedì 22 maggio 2017

CORTE DEI CONTI CI SIAMO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

In anticipo rispetto a quanto avevamo previsto è arrivato il 4 maggio l'OK da parte della corte dei conti, comunicato ai comuni di Milano e Sesto il 10 e a noi solo ieri domenica 21 maggio.

Ora incomincia l'ultima fase , in questi mesi il progetto è stato definito nei dettagli , è stato definito il Patto d’attuazione per disciplinare i rapporti fra città Metropolitana e i comuni di Milano e Sesto patto definito con un decreto del Sindaco Metropolitano.
Manca poco , molto poco ad un iter che solo apparentemente può sembrare semplice ma che che è molto complesso , forse veramente troppo se pensiamo che siamo nel 2017 e ci proponiamo come un paese evoluto.

Manca poco, ......................................................................

giovedì 18 maggio 2017

TRIBUNALE DI FIRENZE : « L’USO SCORRETTO DEL CELLULARE E’ LA CAUSA DEL TUMORE AL CERVELLO »

La notizia è di circa un mese fa, ma non ne avevamo ancora parlato .
Il Tribunale di Firenze, sezione lavoro, ha condannato l'Inail, ( proprio come nel caso di Ivrea), a corrispondere una rendita da malattia professionale a un addetto alle vendite che per motivi di lavoro ha trascorso, per oltre 10 anni, 2-3 ore al giorno al telefono cellulare.

Il perito nominato dal tribunale e quello scelto dal lavoratore danneggiato hanno confermato, rileva l'avvocato che ha seguito il ricorso, "l'elevata probabilità di una connessione tra l'uso del telefono cellulare e la malattia insorta", scientificamente definita un neurinoma del ottavo nervo cranico.

FONTE :


mercoledì 17 maggio 2017

QUEL PROFESSORE CON IL PALLINO DELL'ELETTROSMOG


Bell’articolo fatto in occasione delle sentenze di Ivrea e Firenze sul professor Angelo Levis che, conoscendolo, non possiamo non condividere e ringraziare per tutto quello che ha fatto, sta facendo e farà sulle esposizioni ai campi elettromagnetici.
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Il professor Levis è un carismatico docente tutto casa e ateneo: uno di quegli scienziati un po' âgé, con occhiali e capello candido, che non ti stancheresti mai di ascoltare mentre fa lezione. Insomma, il contrario del noioso «barone» accademico. Levis invece - foss'anche per fare onore al suo cognome - è un intellettuale giovane, benché ormai da anni non indossi più i jeans. In compenso il nostro professore (nato a Venezia nel 1937, laureato a Padova in Scienze Biologiche nel '61) non ha mai smesso di vestire la divisa del nemico giurato dell'elettrosmog. L'ottantenne scienziato, forte di un autorevolissimo curriculum accademico, non manca di riservare parole durissime contro due organismi che, per chi svolge la sua professione, dovrebbero incarnare due «totem» indiscussi e indiscutibili: l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Iss (Istituto superiore di sanità). Levis, infischiandosene dell'accusa di lesa maestà, li critica entrambi con parole insospettabilmente chiare per uno che - in qualità di biologo - è avvezzo a vivere in un mondo di formule oscure.
Tempo fa in un'intervista al gruppo Espresso-Repubblica dichiarava a proposito di Oms e Iss: «La legislazione a tutela della salute è degenerata: troppo permissiva e troppi conflitti di interessi». Ma, a proposito di «conflitti di interessi», anche su Levis non manca qualche ombra, considerato che da anni si batte all'interno di un'associazione che denuncia gli effetti nefasti sulla salute dei campi elettromagnetici: esattamente la materia su cui è stato chiamato a pronunciarsi nella causa di Ivrea che ha condannato Inail a rimborsare il dipendente Telecom ammalatosi per eccessivo uso del cellulare.
Tre anni fa il professor Levis aveva espresso il suo scetticismo anche verso le istituzioni chiamate ad esprimere un parere sulla nocività dell'impianto Muos che sarebbe dovuto sorgere a sorgere a Niscemi vicino alla grande stazione radio già esistente: «Sono anni che questi organismi si rifiutano di riconoscere quello che una vastissima letteratura scientifica ha ormai ampiamente dimostrato. Non occorre la certezza del 100% per poter stabilire il nesso tra le radiofrequenze e l'incidenza di alcune forme tumorali. Ho un pessimo parere sia dell'Oms sia dell'Iss».
Leggi QUI l'articolo completo.

FONTE : ILGIORNALE

venerdì 12 maggio 2017

TUTTE LE PROMESSE A VIA ADRIANO - LETTERA AL CORRIERE DELLA SERA

Lettera inviata al CORRIERE DELLA SERA , pubblicata giovedì 11 maggio a pag. 15 , arrivata anche a noi per conoscenza che pubblichiamo volentieri condividendone i contenuti  nella speranza servi a qualcosa .

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LA LETTERA DI GIANGIACOMO SCHIAVI

tutte le promesse a via adriano e la buona volontà dei cittadini

Caro Schiavi,
ho letto le dichiarazioni del sindaco Sala sulla necessità di uno «scatto» sul piano periferie. Dato che il sindaco e i suoi assessori non sono soliti rispondere alle email e ai post sui social, e in attesa che il sindaco venga aggiornato dal direttore generale sullo stato dell’arte, scrivo a lei per confermare al sindaco, da abitante del quartiere Adriano interessato dal piano, che le cose non stanno procedendo come promesso . Ogni 4 o 5 mesi c’è un annuncio o una riunione pubblica, poi le date promesse vengono smentite dai fatti senza che nessuno si prenda la responsabilità dei ritardi. Ha ragione il sindaco a dire che i fondi sono stati reperiti, e per questo fa ancora più rabbia che le cose non procedano.
1) Non c’è traccia dei lavori di bonifica propedeutici al prolungamento del tram 7, e in compenso sono stati depotenziati i mezzi su gomma (ovviamente è stato invece annunciato che verranno potenziati).
2) Non sono iniziati i lavori di bonifica in Adriano 60 (ultima promessa: entro aprile) dove dovrebbe sorgere la scuola media attesa da più di 20 anni.
3) L’avvio delle lezioni è stato promesso per l’anno 2019/2020 ma alla luce dello stallo è chiaramente una data irrealistica.
4) Non si sa quando verrà approvata la variante al piano d’intervento in discussione da anni: da essa dipende la realizzazione di una piscina comunale semi-olimpionica, promessa entro il 2019, al posto del centro polifunzionale per il tempo libero previsto dal piano originario.
5) Nessuno parla più, infine, del bilancio partecipativo del 2015 le cui realizzazioni sono rimaste per lo più lettera morta e contenevano in sé elementi utili alla socializzazione e alla vitalità del quartiere.
Ciò che di buono sta avvenendo in quartiere è frutto della buona volontà di singoli cittadini o di operatori privati: una Onlus che cerca di completare l’ecomostro incompiuto in via Adriano, con una Rsa con auditorium e caffetteria aperta al quartiere è bloccata nei lavori da mesi per pastoie burocratiche.

Giulio Mondolfo 

venerdì 28 aprile 2017

MATERNAL CELL PHONE USE DURING PREGNANCY AND CHILD BEHAVIORAL PROBLEMS IN FIVE BIRTH COHORTS

Studio condotto sui possibili effetti cognitivo / comportamentali (iperattività/disattenzione) sui bambini nati da madri esposte durante la gravidanza alle frequenze dei telefoni cellulari. 

Dedicato a chi continua a sostenere che non esistono evidenze scientifiche.
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Maternal cell phone use during pregnancy and child behavioral problems in five birth cohorts.
Birks L (1)Guxens M (2)Papadopoulou E (3)Alexander J (3)Ballester F (4)Estarlich M (4)Gallastegi M (5)Ha M (6)Haugen M (7)Huss A (8)Kheifets L (9)Lim H (6)Olsen J (10)Santa-Marina L (11)Sudan M (12)Vermeulen R (13)Vrijkotte T (14)Cardis E (15)Vrijheid M (15).

1 ISGlobal Center for Research in Environmental Epidemiology, Doctor Aiguader 88, 08003 Barcelona, Spain; Pompeu Fabra University, Carrer Ramon Trias Fargas, 25-27, 08005 Barcelona, Spain; Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain. Electronic address: laura.birks@isglobal.org.
2 ISGlobal Center for Research in Environmental Epidemiology, Doctor Aiguader 88, 08003 Barcelona, Spain; Pompeu Fabra University, Carrer Ramon Trias Fargas, 25-27, 08005 Barcelona, Spain; Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain; Department of Child and Adolescent Psychiatry/Psychology, Erasmus University Medical Centre-Sophia Children's Hospital, Wytemaweg 80, 3015 CN Rotterdam, The Netherlands.
3 Domain of Infection Control and Environmental Health, Norwegian Institute of Public Health, Lovisenberggata 8, 0456 Oslo, Norway.
4 Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain; Epidemiology and Environmental Health Joint Research Unit, FISABIO-Universitat Jaume I-Universitat de València, Av. De Blasco Ibáñez, 13, 46010, Valencia, Spain.
5 BIODONOSTIA Health Research Institute, Begiristain Doctorea Pasealekua, 20014 San Sebastian, Spain; University of the Basque Country (UPV/EHU), Faculty of Medicine, Barrio Sarriena, s/n, 48940 Leioa, Spain.
6 Department of Preventive Medicine, Dankook University, College of Medicine, 152 Jukjeon-ro, Jukjeon 1, Cheonan, Republic of Korea.
7 Department of Exposure and Risk Assessment, Norwegian Institute of Public Health, Lovisenberggata 8, 0456 Oslo, Norway.
8 Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, Domplein 29, 3512 JE Utrecht, Netherlands.
9 Department of Epidemiology, School of Public Health, University of California, 650 Charles E Young Dr S, Los Angeles, CA 90095, USA; Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Aarhus, Denmark.
10 Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Nordre Ringgade 1, 8000 Aarhus, Denmark.
11 Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain; BIODONOSTIA Health Research Institute, Begiristain Doctorea Pasealekua, 20014 San Sebastian, Spain; Public Health Division of Gipuzkoa, Basque Government, De Francia Ibilbidea, 12, 20012 San Sebastian, Spain.
12 Department of Epidemiology, School of Public Health, University of California, 650 Charles E Young Dr S, Los Angeles, CA 90095, USA; Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Nordre Ringgade 1, 8000 Aarhus, Denmark; Danish Epidemiology Science Centre, Department of Public Health, Aarhus University, Aarhus, Denmark.
13 Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, Domplein 29, 3512 JE Utrecht, Netherlands; Julius Center for Health Sciences and Primary Care, University Medical Center, Heidelberglaan 100, 3584 CX Utrecht, The Netherlands.
14 Department of Public Health, Academic Medical Center, Meibergdreef 9, 1105 AZ Amsterdam, The Netherlands.
15 ISGlobal Center for Research in Environmental Epidemiology, Doctor Aiguader 88, 08003 Barcelona, Spain; Pompeu Fabra University, Carrer Ramon Trias Fargas, 25-27, 08005 Barcelona, Spain; Spanish Consortium for Research on Epidemiology and Public Health (CIBERESP), Instituto de Salud Carlos III, Av. Monforte de Lemos, 3-5, Madrid, Spain.

ABSTRACT
INTRODUCTION:
Previous studies have reported associations between prenatal cell phone use and child behavioral problems, but findings have been inconsistent and based on retrospective assessment of cell phone use. This study aimed to assess this association in a multi-national analysis, using data from three cohorts with prospective data on prenatal cell phone use, together with previously published data from two cohorts with retrospectively collected cell phone use data.
METHODS:
We used individual participant data from 83,884 mother-child pairs in the five cohorts from Denmark (1996-2002), Korea (2006-2011), the Netherlands (2003-2004), Norway (2004-2008), and Spain (2003-2008). We categorized cell phone use into none, low, medium, and high, based on frequency of calls during pregnancy reported by the mothers. Child behavioral problems (reported by mothers using the Strengths and Difficulties Questionnaire or Child Behavior Checklist) were classified in the borderline/clinical and clinical ranges using validated cut-offs in children aged 5-7years. Cohort specific risk estimates were meta-analyzed.
RESULTS:
Overall, 38.8% of mothers, mostly from the Danish cohort, reported no cell phone use during pregnancy and these mothers were less likely to have a child with overall behavioral, hyperactivity/inattention or emotional problems. Evidence for a trend of increasing risk of child behavioral problems through the maternal cell phone use categories was observed for hyperactivity/inattention problems (OR for problems in the clinical range: 1.11, 95%CI 1.01, 1.22; 1.28, 95%CI 1.12, 1.48, among children of medium and high users, respectively). This association was fairly consistent across cohorts and between cohorts with retrospectively and prospectively collected cell phone use data.
CONCLUSIONS:

Maternal cell phone use during pregnancy may be associated with an increased risk for behavioral problems, particularly hyperactivity/inattention problems, in the offspring. The interpretation of these results is unclear as uncontrolled confounding may influence both maternal cell phone use and child behavioral problems.

mercoledì 26 aprile 2017

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE ITALIANA ELETTROSENSIBILI

Riceviamo e pubblichiamo 

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La salute di tutti, è più importante del profitto di pochi.

L'Associazione Italiana Elettrosensibili applaude l'ulteriore importante sentenza, in questo caso della Corte di Ivrea, che evidenzia la correlazione tra l'uso improprio dei telefoni cellulari e tumore al cervello e ringrazia il grande lavoro di ricerca delle migliaia e migliaia di scienziati e ricercatori indipendenti che in tutto il mondo contribuiscono ad evidenziare i seri rischi per la salute del genere umano, in particolare bambini e adolescenti, e di tutti gli esseri viventi, causati dai campi elettromagnetici CEM di alta e bassa frequenza.
Sottolineiamo che non esistono solo evidenze scientifiche, in vivo e vitro, di tumori indotti da un uso prolungato nel tempo dei cellulari e cordless, ma anche ampie evidenze scientifiche di alta probabilità di nesso causale per tumori linfatici e infantili del sangue indotti dai tralicci dell'alta tensione e dalla vicinanza ad altre sorgenti di bassa frequenza, e che esistono altri gravi problemi accertati indotti dai CEM: infertilità tra i giovani, disturbi del sonno, ridotta elaborazione della melatonina, disturbi comportamentali, malattie neurodegenerative e l'esponenziale crescita nel mondo dei malati di ELETTROSENSIBILITA' (EHS).
Chiediamo con forza alle Autorità di protezione della salute pubblica, fin qui gravemente latitanti nello svolgere il proprio compito di prevenzione a riguardo, che IMMEDIATAMENTE intervengano con campagne di informazione soprattutto nelle scuole facendo proprio il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE già presente e sancito nella Legge quadro 36/2001 e dal Trattato di Rio de Janeiro e le raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d'Europa.

Associazione Italiana Elettrosensibili AIE
  • Dott. Anna Zucchero Presidente
  • Dott. Paolo Orio Vicepresidente


martedì 25 aprile 2017

HARDELL 2017 MOBILE PHONE AND CORDELESS

Importante pubblicazione sul rischio GLIOMI in utilizzatori di cellulari e cordeless.
Gli autori oncologi svedesi prendendo in considerazione gli 8 punti di Bradford Hill,dimostrano in modo acclarato il nesso di causalità tra l'esposizione alle radiazioni e.m  e la genesi tumorale.

Conclusione : Le radiazioni RF devono essere considerate come un cancerogeno umano che causa gliomi ( tumori al cervello )

Dedicato a chi continua a sostenere che non esistono evidenze scientifiche.
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Evaluation of Mobile Phone and Cordless Phone Use and Glioma Risk Using the Bradford Hill Viewpoints from 1965 on Association or Causation.
Carlberg M (1)Hardell L (1).


1- Department of Oncology, Faculty of Medicine and Health, Örebro University, 701 82 Örebro, Sweden.

ABSTRACT
Objective. Bradford Hill's viewpoints from 1965 on association or causation were used on glioma risk and use of mobile or cordless phones. Methods. All nine viewpoints were evaluated based on epidemiology and laboratory studies. Results. Strength: meta-analysis of case-control studies gave odds ratio (OR) = 1.90, 95% confidence interval (CI) = 1.31-2.76 with highest cumulative exposure. Consistency: the risk increased with latency, meta-analysis gave in the 10+ years' latency group OR = 1.62, 95% CI = 1.20-2.19. Specificity: increased risk for glioma was in the temporal lobe. Using meningioma cases as comparison group still increased the risk. Temporality: highest risk was in the 20+ years' latency group, OR = 2.01, 95% CI =1.41-2.88, for wireless phones. Biological gradient: cumulative use of wireless phones increased the risk. Plausibility: animal studies showed an increased incidence of glioma and malignant schwannoma in rats exposed to radiofrequency (RF) radiation. There is increased production of reactive oxygen species (ROS) from RF radiation. Coherence: there is a change in the natural history of glioma and increasing incidence. Experiment: antioxidants reduced ROS production from RF radiation. Analogy: there is an increased risk in subjects exposed to extremely low-frequency electromagnetic fields. 
Conclusion. 
RF radiation should be regarded as a human carcinogen causing glioma.


lunedì 24 aprile 2017

A PROPOSITO DI CAMPI ELETTROMAGNETICI EMESSI DAI CELLULARI

Giusto per non dimenticare , ma qualche anno fa si parlava di questo :


Per comprendere la situazione attuale riproponiamo delle interviste che sono sempre più attuali


e l'ottima video inchiesta sui cellulari trasmessa su Report 



dove si parla di conflitti d'interessi e della manipolazione dei dati delle ricerche.

Dedicato a chi continua a sostenere che non esistono evidenze scientifiche e nega tutto sempre.

domenica 23 aprile 2017

STUDIO TRA ESPOSIZIONE AI CEM E SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA IN UNA COORTE

E' stata pubblicato un articolo scientifico ( studio di coorte) da parte di ricercatori olandesi che evidenzia in modo acclarato la correlazione tra mortalità per sclerosi laterale amiotrofica ( SLA ) e l'esposizione a radiazioni elettromagnetiche di bassa frequenza in ambito lavorativo.
Da notare come tra i potenziali fattori eziologici presi in considerazione ( solventi, pesticidi, metalli, shock elettrico e radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza ), l'unico a manifestare un legame statisticamente significativo ( sino al raddoppio del rischio ) per esposizioni elevate e cumulative e decessi per SLA è rappresentato dai campi elettromagnetici a bassa frequenza.

Dedicato a chi continua a sostenere che non esistono evidenze scientifiche.
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Occupational exposure and amyotrophic lateral sclerosis in a prospective cohort.
Koeman T (1)Slottje P (1)Schouten LJ (2)Peters S (1,3)Huss A (1)Veldink JH (3)Kromhout H (1)van den Brandt PA (2) Vermeulen R (4,5).

1 - Division of Environmental Epidemiology, Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, The Netherlands, Utrecht Netherlands.
2 - Department of Epidemiology, GROW School for Oncology and Developmental Biology, Maastricht University Medical Centre, Maastricht Netherlands.
3 - Department of Neurology and Neurosurgery, Brain Center Rudolf Magnus, University Medical Center Utrecht, The Netherlands, Utrecht Netherlands.
4 - Division of Environmental Epidemiology, Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, The Netherlands, Utrecht Netherlands r.c.h.vermeulen@uu.nl.
5 - Julius Centre for Public Health Sciences and Primary Care, University Medical Center, Utrecht Netherlands.

Abstract

OBJECTIVE:
To prospectively study suspected occupational risk factors for amyotrophic lateral sclerosis (ALS).
METHODS:
For this case-cohort analysis within the prospective Netherlands Cohort Study, 58 279 men and 62 573 women aged 55-69 years at enrolment in 1986 were followed up for 17.3 years on ALS mortality. Information on occupational history and potential confounders were collected at baseline through a self-administered questionnaire and entered for a random subcohort (2092 men and 2074 women) and ALS deaths (76 men and 60 women). Occupational exposure to solvents, pesticides, metals, extremely low frequency magnetic fields (ELF-MFs) and electrical shocks was estimated by means of job exposure matrices (JEMs). Associations between ever/never occupationally exposed and cumulative exposure and ALS mortality were analysed by gender using Cox regression.
RESULTS:
Occupational exposure to ELF-MF showed a possible association with ALS mortality among men: HR for ever holding a job with high exposure versus background 2.19 (95% (CI): 1.02 to 4.73) and HR for the highest tertile of cumulative exposure versus background 1.93 (95% CI 1.05 to 3.55).
INTERPRETATION:
These results strengthen the evidence suggesting a positive association between ELF-MF exposure and ALS. We did not replicate earlier positive findings for other occupational exposures.