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lunedì 14 ottobre 2013

ARPA, INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A VICENZA: SITUAZIONE NON BUONA


È uscito il rapporto sul "controllo dell'inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto". Predisposto dall'Arpa Veneto, questo ha l'obiettivo di fornire una adeguata conoscenza sullo stato dell'insediamento delle fonti inquinanti per quanto concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale


Figlio dell’evoluzione tecnologica, l’inquinamento elettromagnetico viene definito come la generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ad esempio il campo elettrico generato da un fulmine. Questo tipo di inquinamento è stato, spesso, oggetto di discussione e sono stati fatti studi scientifici sugli effetti provocati dall’eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche sull’uomo, sugli animali e sulle piante. La lunga esposizione a queste onde può, infatti, avere degli effetti negativi sulla salute umana come cancro, riduzione della fertilità, perdita di memoria e cambiamenti negativi nel comportamento e nello sviluppo dei bambini. Tuttavia l’effettiva entità del rischio non è ancora nota.
In questo ambito la normativa nazionale di riferimento è la Legge quadro n 36 del 2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. Questa ha avuto lo scopo di dettare i principi fondamentali diretti a: assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione italiana; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela; assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili. La tutela della salute, in particolare, secondo la norma quadro, va conseguita attraverso la definizione di tre differenti limiti (limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità) per gli impianti fissi sorgenti di inquinamento elettromagnetico ambientale.
La Regione Veneto ogni anno fa uscire un rapporto sul “controllo dell’inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto”. Il rapporto giunto alla sua undicesima edizione, è predisposto dall’Arpa Veneto con l’obiettivo di fornire una adeguata conoscenza sullo stato dell’insediamento delle fonti inquinanti per quanto concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale.
Secondo il Rapporto, per quanto concerne le radiofrequenze, il numero totale nella Regione di impianti di telefonia mobile si attesta a 5315 (Dati Arpav aggiornati al 31/12/2012). Un numero che nel corso degli anni ha mantenuto una crescita costante. Nella sola Vicenza sono presenti ben 873 stazioni, quarta provincia a livello Regionale. Per questi 873 stazioni, ci sono stati ben 201 pareri preventivi rilasciati dall’Arpa Veneto. Questi pareri consentono una attività continua e aggiornata di verifica degli impianti già attivati e l’individuazione delle zone in cui i livelli di campo elettrico sono più elevati, permettendo in questo modo di indirizzare le misure sperimentali verso quei siti che presentano maggiori criticità. Dal 1996 al 2013 il limite di legge per l’esposizione è stato superato 7 volte e tutti i siti dove questo è successo sono stati risanati. A Vicenza nello stesso arco temporale, non è stato mai superato il limite consentito per legge. Nel corso del 2012, sottolinea infine l’Agenzia, non è stato riscontrato nessun nuovo superamento da parte degli impianti di telefonia mobile.
 Per quanto riguarda gli impianti radiotelevisivi, questi risultano essere 2130 in tutto il Veneto. Tali impianti sono raggruppati a formare 504 siti. Nella sola provincia vicentina sono presenti 569 impianti radiotelevisivi per un totale di 136 siti. Dal 1998 ad oggi sono stati riscontrati a livello Regionale 73 superamenti, di cui 63, pari all’83%, risanati. Nella sola Vicenza ci sono stati 26 superamenti del limite imposto dalla legge, di cui 18 risanati, la provincia con maggior numero di situazioni critiche.
Per quanto concerne, infine, i campi elettromagnetici a bassa frequenza (elettrodotti) nel corso del 2011 e 2012 sono stati riscontrati 13 nuovi superamenti presso delle scuole in alcune delle province venete. A Vicenza il superamento è stato riscontrato in 2 scuole, la provincia con numero di superamento più basso a pari merito con Treviso e Venezia.

FONTE : VICENZATODAY

SICUREZZA NELLE SCUOLE: IL PROBLEMA DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE


SICUREZZA NELLE SCUOLE: QUEL NEMICO DEI BAMBINI  "INODORE" E "INVISIBILE"...

a cura di Domenico Ciardulli ( Segretario Ass.ne "Coordinamento Comitati Roma Nord )

Molto si è parlato di sicurezza delle scuole in riferimento soprattutto ad edifici fatiscenti, scale antincendio precarie, presenza di vecchi impianti con amianto, infissi, solai e arredi non a norma, ma non si parla affatto di altri pericoli....
Sembra invece che rimanga spesso trascurato il problema della salubrità ambientale dovuta a irregolari parametri termici e di ventilazione delle aule per inadeguata climatizzazione e a radiazioni provenienti da sorgenti elettromagnetiche, come antenne di vecchia e nuova installazione a ridosso di edifici scolastici e abitazioni.

Di seguito trascriviamo il parere sull'argomento di un medico pediatra e invitiamo i dirigenti scolastici, il corpo docente e non docente a muoversi assieme ai genitori per indurre sia le Aziende Sanitarie Locali a soffermarsi sul microclima ambientale suggerendo soluzioni per una sana vivibilità degli ambienti scolastici. Contestualmente, sia richiesto alle Agenzie Regionali Protezione Ambiente (in sigla Arpa) di intervenire in tutte quelle scuole situate a ridosso di elettrodotti, antenne radiotelevisive e stazioni radio-base per la telefonia mobile, per misurare con le adeguate attrezzature, l'intensità dell'inquinamento elettromagnetico prodotto da tali sorgenti. Soprattutto a protezione della popolazione infantile va attentamente presa in seria considerazione, ove si rilevino situazioni di rischio, lo spegnimento e lo spostamento di sorgenti di emissione.

Ecco quanto ha scritto il prof. Arnaldo Cantani sul Corriere della Sera di venerdì 4 ottobre 2013:

 "I campi magnetici sono diffusi e il mal di testa, che sorge all'improvviso, ne può essere indotto. I campi elettrici e magnetici a bassa frequenza creano nel corpo correnti indotte, mentre nel caso dei campi ad alta frequenza l'energia viene assorbita dai tessuti e dissipata come calore, con un aumento della temperatura generale o locale, secondo che venga esposto l'intero corpo o solo alcuni organi. Il termine elettrosmog denota l'insieme dei campi magnetici (EM) prodotti artificialmente, ma la sua connotazione negativa suggerisce di includere gli EM tra le fonti di inquinamento: che riguarda anche installazioni radar, impieghi industriali, impianti di diffusione radiofonica e televisiva, linee elettriche, telefonia cellulare. Inoltre sono proliferate ovunque le stazioni radio e tv, fino a concentrarsi specie in luoghi elevati, con i ripetitori per i piccoli centri (vedi Radio Vaticana e Monte Mario). Spesso tali stazioni sono rimaste al centro dei luoghi abitati, con una proliferazione continua. Esse diffondono elettrosmog, quindi andrebbero spostate, a mano a mano, in luoghi disabitati, per la salute dei cittadini. Dal punto di vista sintomatologico, la clinica ha individuato con chiarezza alcuni effetti sanitari dei campi elettromagnetici, dovuti ad un eccessivo aumento della temperatura, superare alle normali variazioni fisiologiche. Questi effetti termici si manifestano solo quando l'intensità del campo supera determinati livelli di soglia su cui si basano le norme di protezione. Tali livelli sono superiori a quelli che si incontrano normalmente nella vita quotidiana e molto superiori, in particolare, a quelle cui si può essere esposti con antenne radio o tv e, ancor più, da parte delle antenne (dette stazioni radio-base) della telefonia cellulare. I sintomi più frequenti sono di tipo psicosomatico: cefalea, astenia, insonnia, per esposizione molto ripetuta, opacizzazione del cristallino, ridotta fertilità e maggior rischio di leucemia e tumori. I cellulari sono pericolosi per la vicinanza al terminale alla testa dell'utilizzatore: questo va adoperato con l'antenna sempre completamente estratta e mai in vicinanza o all'interno di superfici metalliche (come l'auto). Da pediatra sottolineo che il rischio dell'elettrosmog "invisibile" "inodore" è particolarmente grave per i bambini. Sulla diffusione delle antenne a Roma le autorità devono prendere urgenti provvedimenti, adottando criteri di esposizione cautelativi, pianificando le installazioni in contraddittorio con i Gestori e le Associazioni o Comitati rappresentanti dei cittadini: eseguire istruttorie rigorose per le richieste di nuove installazioni, predisporre controlli su quelle già fatte e sanzioni per gli inadempimenti, stabilire monitoraggi continui sul territorio, indennizzare i cittadini che, per ragioni di pubblica utilità, sono costretti a vivere vicini ad antenne."

FONTE : AGORAVOX ITALIA

giovedì 10 ottobre 2013

POSSIBILE MECCANISMO D’AZIONE BIOLOGICA DELLA ELETTROSENSIBILITA’

Uno dei misteri più grandi della scienza moderna è capire come i campi elettromagnetici possono influenzare la biologia umana soprattutto perché questi campi sono composti da fotoni a bassa energia, un’energia troppo bassa per agire sulla chimica del corpo umano. Allora com’è possibile che avvengano questi effetti?
Molti scienziati sostengono la sola azione che questi campi possono avere sia il riscaldamento, eppure è chiaro che i livelli di esposizione che causano effetti biologici sostanziali riescono a produrre solo un riscaldamento minimo.  Oggi questo mistero è stato risolto in un articolo del Prof. Martin Pall dell’Università di Washington, già autore di molti studi sulla Sensibilità Chimica Multipla, Sindrome da Fatica Cronica e Fibromialgia, pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine, e disponibile gratuitamente online a questo link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcmm.12088/pdf

Questo articolo revisiona 24 studi diversi nei quail l’esposizione a campi elettromagnetici produce effetti biologici che possono essere bloccati usando dei bloccanti dei canali di calcio, dei farmaci che bloccano l’azione dei canali che bloccano l'azione dei canali del calcio dipendenti dal voltaggio (anche detti “VGCCs”).  La maggior parte di qeusti farmaci comprendono un blocco dei canali di calcio di tipo L, dimostrando un blocco causato dagli antagonisti specifici per questi bloccanti dei canali di calcio di tipo L; tuttavia, in altri studi erano coinvolti alti tre classi di bloccanti dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio.  Questi e altri studi dimostrano che le esposizioni ai campi elettromagnetici agiscono parzialmente depolarizzando la carica elettrica attraverso la membrana plasmatica delle cellule, attivando i bloccanti dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio e che è l'aumento dei livelli intracellulari di calcio ad essere responsabili per la reazione all’esposizione a campi elettromagnetici. Questi 24 studi implicano che il blocco dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio avviene in risposta a vari tipi di campi elettromagnetici, compresi quelli a basse frequenze come quelli a 50 e 60 cicli prodotti dalla corrente alternata dei nostri impianti elettrici, e ai campi elettromagnetici a radiofrequenza e a micro-onde e i campi elettrici pulsati ogni nanosecondi.  Anche i campi elettrici statici agiscono attraverso I bloccanti dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio, in modo non sorprendente perché influenzano anche la carica elettrica attraverso la membrana plasmatica. 

Forse è più sorprendente il fatto che anche i campi magnetici statici agiscono attraverso questi stessi bloccanti dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio.  Questo è un po’ sorprendente perché i campi magnetici statici non producono cambiamenti elettrici negli oggetti statici.  Come puntualizzato nel nostro articolo, tuttavia, le cellule viventi nel corpo sono raramente statiche, spesso si muovono rapidamente in un fenomeno noto come “caos cellulare” (nota del traduttore: formazione di una superficie cellulare in movimento che contiene un reticolo di filamenti polimerizzati). 
Avendo risolto questo mistero di lunga data, l’articolo procede nel considerare come l’attivazione dei bloccanti dei canali di calcio dipendenti dal voltaggio può produrre due risposte ai campi elettromagnetici, entrambe ben documentate: la stimolazione della crescita ossea e la produzione di rotture singole di filamento del DNA nelle cellule esposte ai campi elettromagnetici.  E’ stato dimostrato ripetutamente che l’esposizione ai campi elettromagnetici aumenta i livelli di ossido nitrico, in alcuni casi quasi istantaneamente.  Questi aumenti dell’ossido nitric vengono prodotti attraverso la stimolazione da parte del calcio di due sintesi di ossido nitric nelle cellule, iNOS e eNOS, che sono entrambi enzimi dipendenti dal calcio.  L’ossido nitrico nella cellula agisce producento la maggior parte degli effetti fisiologici, stimolando la produzione del ciclo GMP che stimola a sua volta la G-kinasi (questo è noto come percorso biochimico NO/sGC/cGMP/G-kinasi). 
La maggior parte delle risposte patologiche all’ossido nitrico avvengono attraverso un altro percorso biochimico, dove l’ossido nitrico agisce come precursore del perossinitrico, un potente ossidante e un precursore di radicali liberi. L’articolo suggerisce che la stimolazione da parte dei campi elettromagnetici della crescita ossera, una risposta molto promettente dal punto di vista terapeutico, agisca attraverso lo stesso percorso biochimico. Questo fenomeno suggerisce anche che l’induzione di una rottura singola del filamento di DNA agisce attraverso un secondo percorso biochimico. E’ possibile che gli effetti benefici dei campi elettromagentici agiscano attraverso il primo percorso biochimico, mentre gli effetti patologici avvengano attraverso il second percorso biochimico. Chiaramente c’è bisogno di ulteriori studi sui meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici.

Questo articolo può essere considerato in contesti pratici come importante per due ragioni:

1.  Molti hanno affermato che non possono esistere effetti biologici delle esposizioni a campi elettromagnetici perché nessun plausibile meccanismo d'azione di queste esposizioni potrebbe produrre tali effetti. Chiaramente queste affermazioni sono ormai superate.

2.  Ora sappiamo in che direzione guardare negli studi finalizzati alla comprensione dei meccanismi di azione delle esposizioni a campi elettromagnetici. Tali studi devono guardare al ruolo dei VGCC, del calcio intracellulare, dell’ossido nitrico e possibilmente del ciclo GMP o del perossinitrito. Si può affermare, quindi, che questo lavoro è molto più “un cambio di gioco”, un cambiare il punto di vista in una situazione in cui vi era una sostanziale confusione verso una situazione in cui si possono fare domande mirate e specifiche e a cui si può rispondere sperimentalmente.

Questo articolo, infine, non dice nulla circa l’elettrosensibilità (spesso abbreviata come ES), una condizione in cui esposizioni precedenti a campi elettromagnetici sembrano indurre una ipersensibilità di alto livello verso alcuni tipi di campi elettromagnetici. La ES è simile alla Sensibilità Chimica Multipla (MCS), in cui precedenti esposizioni chimiche producono una notevole ipersensibilità chimica. Le sostanze chimiche agiscono nella MCS indirettamente con l'attivazione dei recettori NMDA e i recettori NMDA hanno molte somiglianze con i bloccanti dei canali di calcio dipendenti da voltaggio di tipo L. Aspettatevi, quindi, un articolo futuro sulla proposta di meccanismo d’azione dettagliato per l’ES, con le molte analogie e qualche differenza nei meccanismi d’azione della MCS e della ES.

Martin Pall - Università di Washington  [martin_pall@wsu.edu]

Traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A. [ www.infoamica.it  ]

TUMORI CEREBRALI MALIGNI E L’USO DEL TELEFONO CELLULARE / CORDLESS

Studio su casi e controlli dell’associazione tra tumori cerebrali maligni diagnosticati tra il 2007 e il 2009 e l’uso del telefono cellulare e del telefono cordless.


Autori: Lennart Hardell, Michael Carlberg, Fredrik Söderqvist, Kjell Hansson Mild
Pubblicato su Internet il 24 settembre 2013

Abstract
Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione significativa consistente associazione tra l'uso prolungato di telefoni cellulari e cordless e glioma e neuroma acustico, ma non per il meningioma. Mentre sono in uso, questi telefoni emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) e il cervello è il principale organo bersaglio del telefono portatile. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel maggio 2011 le radiofrequenze come appartenenti al Gruppo 2B, cioè come 'possibile' cancerogeno per l'uomo.

Lo scopo di questo studio era indagare ulteriormente il rapporto tra l'uso di telefoni senza fili, soprattutto a lungo termine (> 10 anni), e lo sviluppo di tumori cerebrali maligni. Abbiamo condotto un nuovo studio casi-controlli di casi di tumore al cervello appartenenti ad entrambi i sessi nell’età compresa tra 18 e 75 anni diagnosticati nel periodo 2007-2009. Per ogni singolo caso è stato adottato un controllo basato sulla popolazione abbinato al sesso e all'età (entro 5 anni). Qui riportiamo i casi maligni tra cui tutti i controlli disponibili. L’esposizione, ad esempio ai telefoni cellulari e ai telefoni cordless, è stata valutata con un questionario auto-somministrato. È stata effettuata un'analisi di regressione logistica incondizionata, aggiustata per età, sesso, anno di diagnosi e indice socio-economico utilizzando l'intero campione di controllo. Dei casi con un tumore maligno al cervello, l’87% (n = 593) ha partecipato, e l'85% (n = 1.368) dei controlli in tutto lo studio ha risposto al questionario. Il rischio relativo per l'uso del telefono cellulare di tipo analogico è stato 1,8, l’intervallo di confidenza era 95% = 1,04 3.3, aumentando con> 25 anni di latenza (tempo dalla prima esposizione) per un rischio relativo di 3.3, 95% intervallo di confidenza = 1,6-6,9. L’uso del telefono cellulare digitale 2G ha reso un rischio relativo di 1.6, 95% intervallo di confidenza =,996-2,7, aumentando la latenza a > 15-20 anni c’è un rischio relativo di 2.1, 95% intervallo di confidenza = 1,2-3,6. I risultati per l'uso del telefono cordless sono stati un rischio relativo pari a 1.7, 95% intervallo di confidenza = 1,1-2,9, e, per la latenza di 15-20 anni, un rischio relativo pari a 2.1, 95% di intervallo di confidenza pari a 1,2-3,8. Pochi partecipanti avevano usato un telefono cordless per più di 20-25 anni.

I telefoni senza fili di tipo digitale (2G e 3G telefoni cellulari, telefoni cordless) ha dato un aumento del rischio con latenza maggiore di 1-5 anni, quindi un minor rischio nei seguenti gruppi di latenza, ma ancora una volta l'aumento del rischio con latenza maggiore di 15-20 anni. L’uso ipsilaterale di cellulare e cordless ha determinato un rischio più elevato rispetto all'uso contro laterale. Rischi relativi più alti sono stati calcolati per i tumori ai lobi temporali e sovrapposti. Utilizzando i casi di meningioma come riferimento nel medesimo studio, si sono prodotti dati del rischio relativo alquanto più alti indicando che i risultati verosimilmente non erano dovuti a problemi nella memoria dei soggetti osservati o a pregiudizi dell’osservatore.

Questo studio ha confermato i risultati precedenti dell'associazione tra l’uso del telefono cellulare e di quello cordless e i tumori cerebrali maligni. Questi risultati forniscono il supporto all'ipotesi che i campi elettromagnetici da radiofrequenza svolgano un ruolo sia nella fasi di avvio che di promozione della cancerogenesi.

L’articolo completo è disponibile online al link :


Fonte e traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A.  ( www.infoamica.it )

lunedì 7 ottobre 2013

L’ELETTRODOTTO È FERMO DA ANNI: “E’ ORA DI TOGLIERE I TRALICCI INUTILI”


La proposta dell’ex sindaco Franco Ravandoni per l’«alta tensione» tra Montecrestese e e Villadossola
Un inutile sfregio all’ambiente. Lo sostiene Franco Ravandoni, ex sindaco di Villadossola e oggi capogruppo dell’opposizione, che chiede all’amministrazione comunale di Villadossola e a quella di Domodossola d’intervenire per bonificare il territorio dei due comuni eliminando l’ormai inutile linea elettriche che da Montecrestese «taglia» Masera, Trontano, Domodossola e Villadossola. 
 «L’elettrodotto è inutilizzato da anni - dice Ravandoni - ma è ancora lì e pone vincoli gravi al territorio. A Domodossola, i tralicci sono all’interno del cimitero, nella rotatoria all’ingresso della città e nella riserva del Sacro monte Calvario. A Villadossola lambiscono le case di Murata». Una volta, la linea portava elettricità ai forni dell’acciaieria dello stabilimento Sisma, sito per anni di proprietà dello Stato. «Con la chiusura dei laminatoi - spiega Ravandoni - si era messa la parola fine all’attività produttiva; l’uso dell’energia elettrica a tal scopo durò sino al 1978, anno in cui a causa dell’alluvione furono gravemente danneggiate le centrali della valle Isorno». Il passaggio della Sisma ai privati (l’acquistò il gruppo Leali) ha portato alla vendita delle centrali. ( leggi QUI l'articolo completo )

 FONTE :  LA STAMPA.IT

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: IL “DECRETO CRESCITA” VA CAMBIATO

02/10/2013 16.17 -  Regione Toscana

 Il Consiglio regionale ha approvato una mozione di Monica Sgherri (FdS-Verdi), che chiede lo stralcio dell’articolo 14. La Giunta regionale dovrà attivarsi anche per sollecitare i comuni a varare un piano per la telefonia mobile
La diffusione delle nuove tecnologie nel campo della comunicazione elettronica digitale non può avvenire sacrificando la salute dei cittadini. Per questo il Consiglio regionale chiede al Governo di stralciare l’articolo 14 del cosiddetto ‘decreto crescita’, che modifica le modalità di misurazione dei campi elettromagnetici. L’assemblea toscana ha approvato all’unanimità una mozione di Monica Sgherri (FdS-Verdi), che impegna la Giunta regionale ad attivarsi in tal senso. Con la nuova normativa i valori di campo non sono più riferiti ad intervalli di sei minuti, ma ad una media di ventiquattro ore, con il rischio di un’esposizione incontrollata della popolazione all’inquinamento.
La Giunta regionale dovrà inoltre attivarsi presso tutti i comuni della Toscana, perché adeguino i regolamenti urbanistici ai criteri di localizzazione degli impianti previsti dalla legge regionale 49/2011, non ancora recepita dalla maggioranza degli enti locali. Nel testo si sottolinea che solo dotandosi di un piano della telefonia mobile i comuni potranno decidere dove e quali impianti saranno autorizzati, riducendo le potenziali criticità.


lunedì 23 settembre 2013

POSSIBILI MECCANISMI D’AZIONE BIOLOGICA DELLA ELETTROSENSIBILITÀ


Uno dei misteri più grandi della scienza moderna è capire come i campi elettromagnetici possono influenzare la biologia umana soprattutto perché questi campi sono composti da fotoni a bassa energia, un’energia troppo bassa per agire sulla chimica del corpo umano. Allora com’è possibile che avvengano questi effetti?

 Molti scienziati sostengono la sola azione che questi campi possono avere sia il riscaldamento, eppure è chiaro che i livelli di esposizione che causano effetti biologici sostanziali riescono a produrre solo un riscaldamento minimo. Oggi questo mistero è stato risolto in un articolo del Prof. Martin Pall dell’Università di Washington, già autore di molti studi sulla Sensibilità Chimica Multipla, Sindrome da Fatica Cronica e Fibromialgia, pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine, e disponibile gratuitamente online a questo link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcmm.12088/pdf.

( leggi QUI l'articolo completo tradotto da Francesca Romana Orlando per AMICA)


Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale

lunedì 16 settembre 2013

OSTIA, ELETTROSMOG: SÌ AD UN PIANO DI LOCALIZZAZIONE DELLE ANTENNE


Ostia - Approvata all'unanimità la mozione del MoVimento 5 Stelle presentata oggi, 12 settembre, che chiedeva l'istituzione di un piano di localizzazione delle antenne e di un regolamento comunale per l’istallazione e l’esercizio degli impianti per la telefonia mobile nel territorio del municipio . Soddisfazione immediata .... ( leggi QUI l’articolo completo )

FONTE : OSTIATV.IT

ANDRIA, L’ASILO E LE ANTENNE TROPPO VICINE: IL COMITATO QUARTIERE LANCIA L’ALLARME ELETTROSMOG


“Se (forse) è vero che non si conoscono ancora le conseguenze che produco gli impianti di telefonia mobile e ripetitori di altra natura sulla salute delle persone, soprattutto dei bambini è verissimo che i comuni civilmente più evoluti continuano ad adottare principi di cautela e prevenzione, almeno per salvaguardare e preservare i cosiddetti “siti sensibili” perché i rischi derivanti dall’esposizione alle onde elettromagnetiche, purtroppo, sono reali ed accertati. Non essendoci, “naturalmente”, quasi mai studi preventivi che a monte traccino una seria e completa mappatura dei rischi, spesso questo principio di precauzione viene meno, come accade, a nostro avviso, nel comune di Andria, nonostante un preoccupante e crescente aumento di malattie oncologiche, come è emerso puntualmente da recenti indagini e dalle situazioni reali cioè i drammi che vivono le famiglie e che nessuno può riuscire né a nascondere né a tramutare in altro che non sia “la malattia” e spesso una fine predestinata, purtroppo.
Se è vero, quindi, che il problema non è solo limitato alle antenne di telefonia mobile bensì anche ad altre fonti di inquinamento elettromagnetico prodotto da altre tecnologie, a maggior ragione si rendono necessari approfondimenti scientifici e le rassicurazioni servono a ben poco, se e quando ci sono, piuttosto che, addirittura, uno scaricabarile istituzionale assolutamente inaccettabile allorquando invece di rassicurare con dati alla mano ci si limita ad affermare che se i trasmettitori sono lì “è solo colpa degli stessi inquilini e proprietari”, omettendo di dire che proprio l’Ente non è mai riuscito a dotarsi di un adeguato e aggiornato Piano delle antenne piuttosto che di un regolamento di telefonia mobile, proprio come accade, invece, nelle altre città italiane dove la salute dei cittadini è ancora considerata un valore da preservare e salvaguardare”, ........ ( leggi QUI l'articolo completo )

lunedì 9 settembre 2013

ACCERTATA LA CORRELAZIONE TRA IL CANCRO MAMMARIO E L'ESPOSIZIONE AI CEM

Ci viene segnalata dal Dr.Orio Vice presidente Ass. Elettrosensibili ( che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante la conferenza organizzata a marzo 2012 ) una fondamentale metanalisi ( 18 studi !!!!!! ) che correla in modo acclarato il cancro mammario con l'esposizione  ai CEM (campi elettromagnetici ).

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