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lunedì 18 novembre 2013

ELETTRODOTTO SOTTERRANEO: C'È LA FIRMA DELLA GIUNTA


Palazzo Marino approva le linee guida della convenzione fra Comune di Milano, Sesto e Parco Media Valle del Lambro. A Milano restano scoperte via Adriano e Sottocorno

Milano, 17 novembre 2013 - Basta cavi elettrici sospesi fra i palazzi, a pochi metri dai balconi. Nel quartiere Adriano sarà completato l'interramento dell'elettrodotto nel quartiere Adriano. La Giunta di Palazzo Marino, infatti, ha approvato le linee guida della convenzione tra Comune di Milano, Comune di Sesto San Giovanni e Parco Media Valle del Lambro per affidare alla Società Terna Rete Italia, gestore e progettista della rete, la redazione del progetto di interramento dell'elettrodotto che insiste a cavallo dei due Enti locali e del parco.

La redazione del progetto è stata affidata a giugno alla società per un totale di circa 14mila euro che saranno suddivisi tra il Comune di Milano (7.600 euro), il Comune di Sesto San Giovanni (3.200 euro) e il Parco Media Valle Lambro (3.200 euro).

La storia di questo elettrodotto risale agli anni Cinquanta, quando è stato realizzato per fare fronte alle richieste di energia dell'area nord Milano, dovute principalmente all'industrializzazione. Parte della rete che insiste

sul Comune di Milano è già stata interrata o è in fase di interramento, a seguito di interventi edilizi, ma erano rimaste fino ad ora escluse le vie Adriano e Sottocorno. A seguito di una serie di verifiche da parte di Arpa e Asl, che ha richiesto un intervento sulla base del principio di precauzione, i Comuni di Milano e di Sesto San Giovanni hanno deciso di richiedere alla società Terna Rete Italia uno studio di fattibilità per l'interramento della tratta che partendo da via Adriano arriva fino a via Daniele Manin.

FONTE : ILGIORNO.it

FONTE : REPUBBLICA.it

FONTE : MILANOTODAY

domenica 3 novembre 2013

RAI 1 PARLA DELL'ELETTRODOTTO DI VIA PASQUALE SOTTOCORNO

Il programma "La vita in diretta" , programma pomeridiano di RAI UNO, ha fatto un servizio sull'elettrodotto di via Pasquale Sottocorno a Sesto San Giovanni.

Nella puntata del programma 'LA VITA IN DIRETTA', trasmessa venerdì 25 ottobre 2013 su RAI UNO, la società TERNA, tramite il dirigente responsabile autorizzazioni e concertazione Adel Motawi , ha replicato senza contraddittorio alla trasmissione del 22 ottobre dichiarando che lo studio di fattibilità, commissionato dall'amministrazione comunale di Sesto San Giovanni, per l'interramento dell'elettrodotto, si concluderà entro fine anno ( in anticipo di 3 mesi rispetto ai 6 mesi solitamente previsti).


sabato 2 novembre 2013

C'È UN NESSO TRA RADIOFREQUENZE E TUMORI

Intervista del 29 marzo 2013 al Prof. Angelo Gino Levis, esperto di mutagenesi ambientale


Parla il docente dell'Università di Padova che, da anni, si batte su questi problemi. "La legislazione a tutela della salute è degenerata: troppo permissiva". E attacca i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Organinzzazione mondiale della Sanità: "Troppi conflitti d'interessi". "A Niscemi i limiti ammessi sono molto elevati"
"In Italia, con il progredire delle conoscenze, la legislazione delle strutture che dovrebbero tutelare la salute è andata via via degenerando verso una permissività che sta dando luogo a delle preoccupazioni spaventose". Il Professor Angelo Gino Levis, ordinario di mutagenesi ambientale all'Università di Padova e tra i massimi esperti italiani degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici, è scettico verso le istituzioni chiamate ad esprimere un parere sulla nocività dell'impianto Muos che sorgerà a Niscemi. Eppure è proprio sulla base del parere espresso dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dell'Organizzazione mondiale di sanità (Oms) che dipenderà non solo il futuro della nuova installazione ma anche della grande stazione radio già esistente. "Sono anni che questi organismi si rifiutano di riconoscere quello che una vastissima letteratura scientifica ha ormai ampiamente dimostrato - spiega - non occorre la certezza del 100% per poter stabilire il nesso tra le radiofrequenze e l'incidenza di alcune forme tumorali".

Professor Levis, che parere ha dell'Iss e dell'Oms?
"Pessimo. Mi sono scontrato spesso con l'Iss. Diversi esponenti dell'istituto sono stati parti avverse in molti processi sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute. L'Oms poi, sta vivendo il secondo grande scandalo dopo quello che ha subito per il fumo di tabacco. È arrivata a stabilire la cancerogenicità del fumo con 20 anni di ritardo su quello che era stato già assodato da una corposa letteratura scientifica".

Questo è dovuto ad un diverso parere sui dati scientifici?
"No. i dati parlano chiaro, ma ci sono sovrastrutture che condizionano questi istituti. Le faccio un esempio: nel reparto campi elettromagnetici dell'Oms, esiste un progetto omonimo, diretto da Michael Repacholi. Questo scienziato ha dovuto ammettere in udienze pubbliche, come quella al parlamento australiano, ma anche in altre occasioni - ultima in ordine di tempo l'inchiesta del programma "Report" - di essere finanziato dalle compagnie elettriche e di telefonia mobile. Quindi non poteva essere scelto un organismo peggiore per dare un parere sul Muos . Soprattutto se non si tiene conto dei numerosi conflitti d'interesse".

L'Oms non ha ancora dato un parere però
"Si ma basta vedere la classificazione delle emissioni elettromagnetiche stabilita dallo Iarc (International agency for research on cancer) - che è una delle strutture che fanno capo all'Oms - per nutrire forti dubbi. Le radiazioni a bassissima frequenza e le radiofrequenze, ad esempio, sono state classificate - le prime nel 2001, le seconde nel 2011 - come possibili cancerogene. Cioè con un'evidenza abbastanza significativa sull'uomo, ma con mancanza di dati sugli animali e sui meccanismi d'azione. Ma anche qui, avendo fatto una ricerca sui partecipanti ai gruppi di ricerca che hanno portato a questa classificazione, ho scoperto che circa il 60 per cento di loro aveva pesantissimi conflitti d'interesse. L'ho scritto e pubblicato su numerose riviste scientifiche, e non sono mai stato contestato. Già nel 2002, lo stesso fondatore ed ex direttore dell'Iarc, l'italiano Lorenzo Tomatis, ha denunciato l'aumento tra il 10 e il 30 per cento di esponenti dei gruppi di ricerca viziati da conflitti d'interesse".

Come dovrebbero essere classificate le onde elettromagnetiche allora?
"In Italia, Pietro Comba, uno dei migliori epidemiologi in attività, già nel 1998 pubblicava dei rapporti, certificati anche dall'Iss, in cui queste frequenze venivano classificate come probabili agenti cancerogeni, cioè classe 2A, dietro solo alle radiazioni ionizzanti, che sono sicuri cancerogeni. Al di là delle classificazioni comunque, ci si dovrebbe sempre attenere al principio di precauzione, cioè se esistono delle indicazioni, anche non dati certi, di effetti dannosi per la salute umana, bisogna optare per il rischio zero".

Ma esistono dei limiti stabiliti dalla legge, come ad esempio quello dei 6 volt per metro, fissati per un certo range di frequenze, tra cui ricadono le antenne della base radio di Niscemi.
"Sì, ma quei limiti sono di per sé già molto alti, perché hanno incluso nella stessa soglia sia il valore di cautela che l'obiettivo di qualità, cioè quello cui bisognerebbe aspirare per evitare qualsiasi rischio. Tra l'altro, ormai da molto tempo, soprattutto nel campo delle basse frequenze, il principio di prevalenza della salute umana sugli interessi commerciali è stato adottato dalla magistratura italiana. In pratica anche se ci sono dei limiti fissati per legge, il giudice deve tenere conto anche di quello che gli segnala il perito da lui nominato, sulla base delle evoluzioni scientifiche sopraggiunte nel frattempo. I limiti per le radiofrequenze, ad esempio, li ha fissati un decreto del 2003, da allora sono passati dieci anni e intanto le conoscenze sono progredite. Non si può non tenerne conto. E poi ci sono i radar, che hanno un effetto pesantissimo sulla salute e sull'incidenza tumorale, ma che non sono normati, cioè non hanno soglie di esposizione perché hanno onde pulsate".

Nella base Nrtf esiste anche un'antenna a bassa frequenza (46KHz) per cui non è previsto un limite di legge, ma solo un parere europeo che indica una soglia di 86 V/m
"È esattamente quello che dicevo. Sono limiti pazzeschi, che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute. Esistono dei buchi nella normativa e la cosa più grave è che si finisce per scegliere il valore più alto. Gli 86 V/m è il limite per gli effetti acuti, cioè quelli che si manifestano in breve tempo. Il danno da esposizione prolungata a livelli più bassi non viene nemmeno preso in considerazione, ma lì vicino ci sono delle abitazioni ed è paradossale tenere conto solo di quel valore. Gli interessi economici in campo rendono queste norme molto permissive".

Quali sono i limiti di esposizione più sicuri secondo lei?
"I 6 V/m non sono affatto un limite cautelativo. La scienza indipendente ha da tempo dato pareri molto diversi da quelli seguiti dalla legislazione. Le leggi regionali emanate tra la fine degli anni novanta e gli inizi del 2000, ad esempio, fissavano un valore di cautela a 0,5 V/m, che poi è stato cancellato dal Dpcm del 2003".

A livello ufficiale il nesso tra le esposizioni alle onde elettromagnetiche e l'incidenza tumorale non è stato mai sancito.
"Non è vero, come sostengono i colleghi dell'Iss e dell'Oms, che non si conoscono i meccanismi d'azione. Oggi si conoscono benissimo almeno 6-7 meccanismi che possono portare allo sviluppo del cancro, sia da basse che da alte/altissime frequenze. Quando si tratta della salute delle persone non si può solo tenere conto della certezza del 100%, ma anche dell'alta probabilità".

Cosa sappiamo degli effetti delle antenne installate a Niscemi?
"Non ho dati sufficienti per poter dare una risposta. Però so che i medici di base del paese hanno avviato una mappatura delle incidenze tumorali. I dati epidemiologici che ho visto mi hanno impressionato, ma non ho il confronto con i dati di mortalità generale della Sicilia o dell'Italia per tipologia di tumori. Solo così si potrà capire se queste incidenze sono significative o no. Tra l'altro lì bisogna tenere in considerazione i diversi fattori inquinanti, come il vicino petrolchimico di Gela, e anche i dati storici sulla mortalità".

Le antenne del Muos hanno un fascio molto potente, ma molto direzionale, per cui nelle relazioni si parla di "effetto trascurabile" al di fuori di quel fascio
"È vero, o almeno così dovrebbe essere. Ma la letteratura scientifica è piena di casi di tumori contratti da persone che vivono intorno ai radar e non direttamente esposti al fascio. Segno che qualche margine di errore c'è sempre. Ma questo si può accertare con degli esperti neutrali che vadano a fare delle misure. Su questo punto bisognerà vigilare molto attentamente".

FONTE : REPUBBLICA.it

domenica 27 ottobre 2013

IL QUARTIERE DELLE DONNE CON LE PARRUCCHE

A Pace del Mela, Messina, 15 morti di tumore lo scorso anno, dove un'intera comunità protesta contro l'elettrodotto.


Angela non smette mai di lottare e, nonostante in questi anni più volte si sia demoralizzata per le risposte delle istituzioni, capisce che non può mollare per le tante persone malate che hanno in lei un riferimento. Angela Bianchetti, 60 anni, è una casalinga combattiva, presidente del Comitato di «cittadini Pacesi per la vita» che da anni si batte per lo spostamento di un vecchio elettrodotto di Terna e ora anche contro la costruzione di un nuova struttura a pochi metri dalle case.

Chi sale nel quartiere di Passo Vela a Pace del Mela è assalito da un’angoscia inspiegabile. Le «ragnatele» del traliccio tutt’intorno sembrano stringere in un abbraccio di morte le abitazioni, la loro ombra sembra proiettare influssi devastanti. Da tempo, questa zona è definita «il quartiere delle donne con le parrucche», perché molte di loro sono costrette ad indossarle dopo mesi di chemioterapia. Quindici morti per tumore solo nell'ultimo anno, 22 persone tutt’ora in cura in un’area dove vivono trecento abitanti e in un comune che in tutto ha seimila residenti. Angela capisce molto bene le loro angosce anche lei ha sofferto per un male, fortunatamente benigno, ora sta bene. ( leggi QUI l'articolo completo )


FONTE : VANITYFAIR

FONTE : LA VALLE DEI TEMPLI - Quotidiano on line

FONTE : NORMANNO - Quotidiano on line

giovedì 24 ottobre 2013

RINVIATA ALLA PROSSIMA SETTIMANA LA PARTECIPAZIONE ALLA TRASMISSIONE "LA VITA IN DIRETTA"

Ci viene comunicato solo ora dalla redazione di RAI 1 che l'appuntamento in diretta di Venerdì 25 ottobre 2013 dalla via Sottocorno e stato spostato ai primi giorni della prossima settimana.

Nel fine settimana pubblicheremo la data esatta che ci verrà comunicata, ci scusiamo ma non dipende dalla nostra volontà.


Tornate a visitarci per avere le ultime novità.

mercoledì 23 ottobre 2013

Comunicato stampa n°2

Alcune precisazioni su quanto esposto dai media
·       La via Sottocorno è parte integrante del quartiere di Cascina Gatti a Sesto San Giovanni confinante con il quartiere Adriano di Milano.
·       L’Associazione Sottocorno non ha mai lavorato ne mai conosciuto esponenti del comitato di via Mulas di Milano, siamo ben felici di sapere che si sia costituito tale comitato e siamo aperti, da domani, a lavorare insieme se condividiamo gli stessi obbiettivi.
·       Tutto il lavoro svolto per richiedere l’interramento delle linee di alta tensione è stato sviluppato dall’Associazione Sottocorno mentre sugli altri problemi del territorio collaboriamo con le altre associazioni o comitati sestesi.

·       Si invita la stampa a contattare direttamente l’associazione l’indirizzo email associazione.sottocorno@gmail.com o tramite il referente uff.stampa Davide al cellulare 340.9276968. 

Sesto San Giovanni  23 ottobre 2013

Il Consiglio Direttivo Associazione di Via Sottocorno

Comunicato stampa n°1

L’Associazione Sottocorno si dissocia totalmente dalla contestazione avvenuta durante la diretta RAI da via Sottocorno e che non ha visto partecipare i residenti della via Sottocorno ne gli iscritti dell’Associazione.
Ricordiamo che L’Associazione Sottocorno è un associazione apartitica e non accetta nessun accostamento o pressioni politiche,  avremmo preferito parlare e spiegare le ragioni delle nostre paure e problematiche con un dialogo civile e sereno nel poco tempo concesso.
Il ritardo di un accordo intercomunale non può essere prioritario di fronte ai problemi  dei residenti esposti durante la trasmissione in diretta.
E’ nostra intenzione proseguire il dialogo con le forze politiche che non intendano strumentalizzare la vicenda.

Sesto San Giovanni  23 ottobre 2013

Il Consiglio Direttivo Associazione di Via Sottocorno

NUOVA PARTECIPAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ALLA TRASMISSIONE LA VITA IN DIRETTA

A soli 2 giorni siamo chiamati a partecipare ad un nuovo collegamento alla trasmissione "LA VITA IN DIRETTA".

L'appuntamento è per Venerdì 25 ottobre 2013 su RAI 1 in diretta dalla via Sottocorno a Sesto San Giovanni dalle 17,30 .

domenica 20 ottobre 2013

PARTECIPAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ALLA TRASMISSIONE LA VITA IN DIRETTA

Oggi  martedì 22 ottobre vi invitiamo a seguirci al programma "LA VITA IN DIRETTA" su RAI 1 in diretta dalla via Sottocorno alle 17,30 circa.


lunedì 14 ottobre 2013

ARPA, INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A VICENZA: SITUAZIONE NON BUONA


È uscito il rapporto sul "controllo dell'inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto". Predisposto dall'Arpa Veneto, questo ha l'obiettivo di fornire una adeguata conoscenza sullo stato dell'insediamento delle fonti inquinanti per quanto concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale


Figlio dell’evoluzione tecnologica, l’inquinamento elettromagnetico viene definito come la generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ad esempio il campo elettrico generato da un fulmine. Questo tipo di inquinamento è stato, spesso, oggetto di discussione e sono stati fatti studi scientifici sugli effetti provocati dall’eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche sull’uomo, sugli animali e sulle piante. La lunga esposizione a queste onde può, infatti, avere degli effetti negativi sulla salute umana come cancro, riduzione della fertilità, perdita di memoria e cambiamenti negativi nel comportamento e nello sviluppo dei bambini. Tuttavia l’effettiva entità del rischio non è ancora nota.
In questo ambito la normativa nazionale di riferimento è la Legge quadro n 36 del 2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. Questa ha avuto lo scopo di dettare i principi fondamentali diretti a: assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione italiana; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela; assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili. La tutela della salute, in particolare, secondo la norma quadro, va conseguita attraverso la definizione di tre differenti limiti (limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità) per gli impianti fissi sorgenti di inquinamento elettromagnetico ambientale.
La Regione Veneto ogni anno fa uscire un rapporto sul “controllo dell’inquinamento elettromagnetico sul territorio della Regione Veneto”. Il rapporto giunto alla sua undicesima edizione, è predisposto dall’Arpa Veneto con l’obiettivo di fornire una adeguata conoscenza sullo stato dell’insediamento delle fonti inquinanti per quanto concerne i campi elettromagnetici sul territorio regionale.
Secondo il Rapporto, per quanto concerne le radiofrequenze, il numero totale nella Regione di impianti di telefonia mobile si attesta a 5315 (Dati Arpav aggiornati al 31/12/2012). Un numero che nel corso degli anni ha mantenuto una crescita costante. Nella sola Vicenza sono presenti ben 873 stazioni, quarta provincia a livello Regionale. Per questi 873 stazioni, ci sono stati ben 201 pareri preventivi rilasciati dall’Arpa Veneto. Questi pareri consentono una attività continua e aggiornata di verifica degli impianti già attivati e l’individuazione delle zone in cui i livelli di campo elettrico sono più elevati, permettendo in questo modo di indirizzare le misure sperimentali verso quei siti che presentano maggiori criticità. Dal 1996 al 2013 il limite di legge per l’esposizione è stato superato 7 volte e tutti i siti dove questo è successo sono stati risanati. A Vicenza nello stesso arco temporale, non è stato mai superato il limite consentito per legge. Nel corso del 2012, sottolinea infine l’Agenzia, non è stato riscontrato nessun nuovo superamento da parte degli impianti di telefonia mobile.
 Per quanto riguarda gli impianti radiotelevisivi, questi risultano essere 2130 in tutto il Veneto. Tali impianti sono raggruppati a formare 504 siti. Nella sola provincia vicentina sono presenti 569 impianti radiotelevisivi per un totale di 136 siti. Dal 1998 ad oggi sono stati riscontrati a livello Regionale 73 superamenti, di cui 63, pari all’83%, risanati. Nella sola Vicenza ci sono stati 26 superamenti del limite imposto dalla legge, di cui 18 risanati, la provincia con maggior numero di situazioni critiche.
Per quanto concerne, infine, i campi elettromagnetici a bassa frequenza (elettrodotti) nel corso del 2011 e 2012 sono stati riscontrati 13 nuovi superamenti presso delle scuole in alcune delle province venete. A Vicenza il superamento è stato riscontrato in 2 scuole, la provincia con numero di superamento più basso a pari merito con Treviso e Venezia.

FONTE : VICENZATODAY