Un nuovo
studio sul rapporto tra fertilità maschile e radiazioni punta il dito ancora
una volta contro i cellulari: spermatozoi indeboliti dell’8 per cento.
Telefonini e
organi riproduttivi maschili, un legame a rischio. Una nuova ricerca sul
rapporto tra onde elettromagnetiche e spermatozoi conferma quel che già altri
studi avevano affermato: meglio che i primi stiano lontani dai secondi. Gli
ultimi dati sono britannici, compilati dalla facoltà di biologia
dell’università di Exeter, nel Devon, e arrivano alla conclusione che
l’abitudine reiterata di riporre il cellulare nella tasca dei pantaloni o
comunque a stretto contatto con i genitali maschili sia responsabile di un calo
della fertilità dell’8 per cento rispetto alle potenzialità medie di
procreazione.
Calano
velocità e mobilità
Gli
scienziati inglesi hanno usato i risultati incrociati di dieci studi diversi
svolti in passato e preso in esame i dati rispetto alla velocità e alla
mobilità degli spermatozoi di circa 1.500 uomini adulti, oltre a valutare la
qualità del liquido seminale e la sua concentrazione. Per arrivare a concludere
che le radiazioni causate dal campo elettromagnetico del telefono cellulare, se
particolarmente vicine all’organo maschile, finiscono per incidere sugli
elementi chiave della fertilità, ovvero le caratteristiche di azione degli
spermatozoi. E se il gruppo di controllo degli uomini analizzati presenta una
percentuale statistica di mobilità degli spermatozoi che va dal 50 all’85 per
cento, negli uomini che abitualmente usano tenere il cellulare in tasca questo
numero calerebbe dell’8 per cento. «Un dato particolarmente importante per
quella fascia di uomini che già sono in una situazione di confine tra fertilità
e infertilità», commenta la ricercatrice inglese Fiona Mathews, autrice dello
studio. Nel mondo, secondo i dati statistici, il 14 per cento delle coppie che
vive in condizioni economiche e di salute buone o medie ha difficoltà di
concepimento.
Dal
cellulare al tablet
Ma come precisa la ricercatrice, prima di arrivare a
dare la colpa ai cellulari e alle onde elettromagnetiche, nonostante i molti studi che continuano a legare radiazioni e problemi
di fertilità maschile, è necessario svolgere ulteriori studi
epidemiologici, aggiungendo al portare con sé il cellulare anche altri elementi
fondamentali dello stile di vita maschile, che vanno dall’alimentazione al
sonno, al fumo, all’attività fisica. Per
ora questa ricerca si inserisce nella ricca letteratura sul tema: una delle
ultime a mettere in guardia la popolazione maschile era americano-argentina e
diceva che con quattro ore di laptop o di tablet sulle gambe, per via della
connessione Wi-Fi, si danneggiava la mobilità degli spermatozoi fino al 25 per
cento. Ancor prima (era il 2010 e l’uso degli smartphone non era così diffuso)
uno studio dell’ateneo dell’Ohio su oltre 300 uomini aveva calcolato che chi
usava molto il cellulare vedeva calare la mobilità degli spermatozoi del 30 per
centoFONTE : CORRIERE DELLA SERA