In data venerdì 21 agosto 2020 alle ore 10:13 abbiamo ricevuto la risposta (Prot.N.0064555/2020) alla domanda di accesso agli atti presentata in data 13 agosto 2020 per la richiesta delle relazioni eseguite da ERSAF relative agli abbattimenti dei platani presenti nel Villaggio Falck (ne avevamo parlato nel precedente post leggi QUI).
Non li abbiamo resi pubblici subito in quanto parallelamente alla richiesta di tale documentazione avevamo richiesto anche copia della valutazione legale che, secondo l’assessore, autorizzerebbe il progetto di riqualificazione, rendendolo prioritario rispetto alla classificazione che le alberature presenti avrebbero preso come "bene storico documentale" e quindi tutelate dall'articolo 7 della legge 10/2013 e dallo stesso regolamento comunale sul verde.
Tale documento ribadito più volte dall'assessore rispondendo ad una nostra richiesta esplicita nell'incontro del 8 luglio, MANCA, tale valutazione non è stata inviata, probabilmente perché fatta verbalmente, chiediamo al comune nella persona dell’assessore Lamiranda di chiarire tale aspetto o di farci pervenire tale nota, sarà nostra premura pubblicarla, e ribadiamo a chi ce la sollecitava che al momento NON ESISTE.
Fatta questa premessa vediamo i documenti di ERFAS ricevuti, che secondo la classe politica AVREBBERO AUTORIZZATO L’ABBATTIMENTO DEI PLATANI IN QUANTO MALATI O PERICOLOSI (punti ribaditi a noi più volte).
Nel primo documento Ersaf (protocollato dal comune in data 15/10/2019) si identifica chiaramente che i platani presenti nel villaggio Falck come tutti gli altri presenti a Sesto San Giovanni (ad esclusione dei platani presenti in viale dei Partigiani ammalati del cancro colorato del platano) ERANO SANI, e NESSUN DOCUMENTO, a noi pervenuto, fa riferimento ad una situazione di pericolo o di instabilità
Per essere corretti facciamo notare che nell’oggetto del nulla osta inviato si fa riferimento ad una “Zona focolaio”, chiariamo che la malattia nota come “cancro colorato del platano” è causata dal fungo Ceratocystis fimbriata f. sp. platani e ha come ospiti unicamente piante appartenenti al genere Platanus.
Il microrganismo può diffondersi da una pianta infetta ad altre sane penetrando, mediante le spore, all'interno dei tessuti vegetali attraverso ferite (tagli di potatura, lesioni accidentali, LESIONI PROVOCATE VOLONTARIAMENTE da ignoti, ecc.) o con il micelio tramite anastomosi radicale (fusione di radici di alberi contigui). una volta insediatosi il patogeno colonizza rapidamente i tessuti circostanti necrotizzandoli e originando il cancro, e provocandone successivamente la morte.
La lotta al “cancro colorato” in Lombardia è obbligatoria, gli accertamenti per verificare la presenza del “cancro colorato del platano” sono effettuati dal Servizio fitosanitario regionale (SFR) su iniziativa propria (monitoraggio) o a seguito di segnalazioni.
La Regione Lombardia classifica
il territorio in tre tipologie di zone:
- zone indenni: aree dove la malattia non è mai stata riscontrata o, in
caso di sua presenza nel passato, la stessa è da considerarsi eradicata;
- zone focolaio: aree dove la presenza di cancro
colorato è stata accertata ufficialmente dal SFR e dove si ritiene tecnicamente
possibile prevederne l’eradicazione;
- zone di contenimento: area in cui la presenza della malattia è diffusa in maniera
tale da non poterne prevedere più l’eradicazione;
Ora non sappiamo se l’aver indicato nell'oggetto l’area come "zona focolaio" sia la conseguenza di un’analisi precedente sull'area (perché di tale documento non abbiamo traccia ne tanto meno nessuno ne ha mai parlato) o semplicemente viene classificata così perché riferita all'area urbana dove si sono verificati alcuni casi, è un punto che non è stato affrontato ne chiarito, rimane però chiaro che la richiesta di abbattimento è stata fatta dal comune su esemplari SANI e, fino a prova contraria, NON in condizione di pericolo (almeno fino a quando non verrà comprovata da una relazione tecnica, ad oggi mai neanche accennata).
Il nulla osta iniziale
non autorizzava l’abbattimento dei platani perché malati o pericolosi ma
semplicemente ne AUTORIZZAVA L’ABBATTIMENTO SENZA SPECIALI PRECAUZIONI PERCHÉ’
IL TAGLIO NON METTEVA IN PERICOLO I PLATANI ADIACENTI.
Nel secondo nulla osta
ricevuto dal comune stranamente non rileviamo né LA DATA DI INVIO da parte di
ERSAF né tanto meno il NUMERO DI PROTOCOLLO di ricevimento del documento da parte del comune, ovvero la data dalla quale era autorizzato l’inizio dei lavori, di fatto
tale documento alimenta i dubbi invece di far chiarezza sulla
procedura eseguita, detto ciò notiamo che viene ribadita l'autorizzazione all'abbattimento di 14 platani sani (che si erano salvati a causa del lockdown).
A meno che non si forniscano ulteriori documenti a chiarire tale situazione (che provvederemo a pubblicare) tale progetto è figlio di una volontà politica e non di una soluzione tecnica imposta o necessaria come invece sostenuto, per il futuro invitiamo l’amministrazione su qualsiasi progetto di riqualificazione (soprattutto quelli che prevedono abbattimenti di alberi) ad essere più trasparente e a confrontarsi con la cittadinanza utilizzando assemblee pubbliche oltre a coinvolgere commissioni e consulte preposte (cosa che in questo caso non è mai avvenuta).
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione di via P.Sottocorno.