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lunedì 7 ottobre 2013

L’ELETTRODOTTO È FERMO DA ANNI: “E’ ORA DI TOGLIERE I TRALICCI INUTILI”


La proposta dell’ex sindaco Franco Ravandoni per l’«alta tensione» tra Montecrestese e e Villadossola
Un inutile sfregio all’ambiente. Lo sostiene Franco Ravandoni, ex sindaco di Villadossola e oggi capogruppo dell’opposizione, che chiede all’amministrazione comunale di Villadossola e a quella di Domodossola d’intervenire per bonificare il territorio dei due comuni eliminando l’ormai inutile linea elettriche che da Montecrestese «taglia» Masera, Trontano, Domodossola e Villadossola. 
 «L’elettrodotto è inutilizzato da anni - dice Ravandoni - ma è ancora lì e pone vincoli gravi al territorio. A Domodossola, i tralicci sono all’interno del cimitero, nella rotatoria all’ingresso della città e nella riserva del Sacro monte Calvario. A Villadossola lambiscono le case di Murata». Una volta, la linea portava elettricità ai forni dell’acciaieria dello stabilimento Sisma, sito per anni di proprietà dello Stato. «Con la chiusura dei laminatoi - spiega Ravandoni - si era messa la parola fine all’attività produttiva; l’uso dell’energia elettrica a tal scopo durò sino al 1978, anno in cui a causa dell’alluvione furono gravemente danneggiate le centrali della valle Isorno». Il passaggio della Sisma ai privati (l’acquistò il gruppo Leali) ha portato alla vendita delle centrali. ( leggi QUI l'articolo completo )

 FONTE :  LA STAMPA.IT

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: IL “DECRETO CRESCITA” VA CAMBIATO

02/10/2013 16.17 -  Regione Toscana

 Il Consiglio regionale ha approvato una mozione di Monica Sgherri (FdS-Verdi), che chiede lo stralcio dell’articolo 14. La Giunta regionale dovrà attivarsi anche per sollecitare i comuni a varare un piano per la telefonia mobile
La diffusione delle nuove tecnologie nel campo della comunicazione elettronica digitale non può avvenire sacrificando la salute dei cittadini. Per questo il Consiglio regionale chiede al Governo di stralciare l’articolo 14 del cosiddetto ‘decreto crescita’, che modifica le modalità di misurazione dei campi elettromagnetici. L’assemblea toscana ha approvato all’unanimità una mozione di Monica Sgherri (FdS-Verdi), che impegna la Giunta regionale ad attivarsi in tal senso. Con la nuova normativa i valori di campo non sono più riferiti ad intervalli di sei minuti, ma ad una media di ventiquattro ore, con il rischio di un’esposizione incontrollata della popolazione all’inquinamento.
La Giunta regionale dovrà inoltre attivarsi presso tutti i comuni della Toscana, perché adeguino i regolamenti urbanistici ai criteri di localizzazione degli impianti previsti dalla legge regionale 49/2011, non ancora recepita dalla maggioranza degli enti locali. Nel testo si sottolinea che solo dotandosi di un piano della telefonia mobile i comuni potranno decidere dove e quali impianti saranno autorizzati, riducendo le potenziali criticità.


lunedì 23 settembre 2013

POSSIBILI MECCANISMI D’AZIONE BIOLOGICA DELLA ELETTROSENSIBILITÀ


Uno dei misteri più grandi della scienza moderna è capire come i campi elettromagnetici possono influenzare la biologia umana soprattutto perché questi campi sono composti da fotoni a bassa energia, un’energia troppo bassa per agire sulla chimica del corpo umano. Allora com’è possibile che avvengano questi effetti?

 Molti scienziati sostengono la sola azione che questi campi possono avere sia il riscaldamento, eppure è chiaro che i livelli di esposizione che causano effetti biologici sostanziali riescono a produrre solo un riscaldamento minimo. Oggi questo mistero è stato risolto in un articolo del Prof. Martin Pall dell’Università di Washington, già autore di molti studi sulla Sensibilità Chimica Multipla, Sindrome da Fatica Cronica e Fibromialgia, pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine, e disponibile gratuitamente online a questo link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcmm.12088/pdf.

( leggi QUI l'articolo completo tradotto da Francesca Romana Orlando per AMICA)


Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale

lunedì 16 settembre 2013

OSTIA, ELETTROSMOG: SÌ AD UN PIANO DI LOCALIZZAZIONE DELLE ANTENNE


Ostia - Approvata all'unanimità la mozione del MoVimento 5 Stelle presentata oggi, 12 settembre, che chiedeva l'istituzione di un piano di localizzazione delle antenne e di un regolamento comunale per l’istallazione e l’esercizio degli impianti per la telefonia mobile nel territorio del municipio . Soddisfazione immediata .... ( leggi QUI l’articolo completo )

FONTE : OSTIATV.IT

ANDRIA, L’ASILO E LE ANTENNE TROPPO VICINE: IL COMITATO QUARTIERE LANCIA L’ALLARME ELETTROSMOG


“Se (forse) è vero che non si conoscono ancora le conseguenze che produco gli impianti di telefonia mobile e ripetitori di altra natura sulla salute delle persone, soprattutto dei bambini è verissimo che i comuni civilmente più evoluti continuano ad adottare principi di cautela e prevenzione, almeno per salvaguardare e preservare i cosiddetti “siti sensibili” perché i rischi derivanti dall’esposizione alle onde elettromagnetiche, purtroppo, sono reali ed accertati. Non essendoci, “naturalmente”, quasi mai studi preventivi che a monte traccino una seria e completa mappatura dei rischi, spesso questo principio di precauzione viene meno, come accade, a nostro avviso, nel comune di Andria, nonostante un preoccupante e crescente aumento di malattie oncologiche, come è emerso puntualmente da recenti indagini e dalle situazioni reali cioè i drammi che vivono le famiglie e che nessuno può riuscire né a nascondere né a tramutare in altro che non sia “la malattia” e spesso una fine predestinata, purtroppo.
Se è vero, quindi, che il problema non è solo limitato alle antenne di telefonia mobile bensì anche ad altre fonti di inquinamento elettromagnetico prodotto da altre tecnologie, a maggior ragione si rendono necessari approfondimenti scientifici e le rassicurazioni servono a ben poco, se e quando ci sono, piuttosto che, addirittura, uno scaricabarile istituzionale assolutamente inaccettabile allorquando invece di rassicurare con dati alla mano ci si limita ad affermare che se i trasmettitori sono lì “è solo colpa degli stessi inquilini e proprietari”, omettendo di dire che proprio l’Ente non è mai riuscito a dotarsi di un adeguato e aggiornato Piano delle antenne piuttosto che di un regolamento di telefonia mobile, proprio come accade, invece, nelle altre città italiane dove la salute dei cittadini è ancora considerata un valore da preservare e salvaguardare”, ........ ( leggi QUI l'articolo completo )

lunedì 9 settembre 2013

ACCERTATA LA CORRELAZIONE TRA IL CANCRO MAMMARIO E L'ESPOSIZIONE AI CEM

Ci viene segnalata dal Dr.Orio Vice presidente Ass. Elettrosensibili ( che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante la conferenza organizzata a marzo 2012 ) una fondamentale metanalisi ( 18 studi !!!!!! ) che correla in modo acclarato il cancro mammario con l'esposizione  ai CEM (campi elettromagnetici ).

Clicca QUI per aprire il documento originale

Staff Associazione di via P.SOTTOCORNO
via P.Sottocorno 18 - 20099 - Sesto San Giovanni (Milano)

domenica 1 settembre 2013

BIOGAS, COSÌ LA LOMBARDIA È DIVENTATA LA CALDAIA D'ITALIA – ME E' DAVVERO ECOLOGICO ????

Pubblichiamo parte dell'inchiesta pubblicata sul GIORNO " Luci e ombre del miracolo regionale "
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Energia pagata quattro volte tanto con i soldi delle bollette, campi sottratti all'agricoltura per coltivare il mais da bruciare e affitti fondiari alle stelle. Le biomasse hanno cambiato la faccia delle campagne lombarde. E la corsa non si ferma: gli incentivi pubblici continuano ad alimentare i progetti di nuove centrali, anche se il legislatore sta cercando di mettere un freno
La Lombardia sta diventando una gigantesca centrale. Una centrale alimentata con le cosiddette biomasse: escrementi degli allevamenti, mais, legno e rifiuti biodegradabili urbani e industriali, bruciati o fermentati per produrre elettricità ed energia termica "verdi"............ Entro Expo insomma, in Lombardia ci saranno circa 500 biocentrali. Può essere un bel biglietto da visita per la manifestazione dedicata "all'energia per la vita", ma è anche un'eredità impegnativa.

I SOLDI DALLE NOSTRE BOLLETTE - Gli impianti costruiti fino al 2012 godono infatti di un incentivo per quindici anni. La tariffa, detta onnicomprensiva, è di 0,28 centesimi a kilowattora, ovvero quattro volte il valore commerciale dell'energia elettrica. Da quest'anno si cambia, più o meno: la tariffa sarà più bassa, ma durerà per vent'anni. D'altronde, il giudizio è unanime: l'industria delle biomasse sopravvive solo grazie ai soldi pubblici. "Senza incentivi non sta in piedi, produce energia a costi elevatissimi", commenta Gianluca Pinotti, assessore all'agricoltura e all'ambiente della provincia di Cremona. Il suo territorio ha il primato delle centrali in Lombardia: 137 ne conta l'assessore.
È stato proprio l'ampio margine di guadagno garantito dalla tariffa a ingolosire molti investitori, anche esterni al settore agricolo. Una tariffa (i cui fondi arrivano dalla voce A3 delle nostre bollette) che molti definiscono "remunerativa": doveva essere una stampella all'avviamento dell'impresa, è diventata essa stessa la fonte primaria di guadagno. "Si è registrato il fenomeno dell'ingresso pesante della finanza", osserva Andrea Calori, ricercatore del dipartimento di Agraria del Politecnico di Milano.

Per i manager di piazza Affari e dintorni però, il biogas non è stato una scampagnata................... sottolinea il professore Michele Corti, docente di zootecnia montana all'università degli studi di Milano e gestore del blog "Sgonfia il biogas", che la dice lunga su quale sia la sua posizione.

BRUCIATI QUINTALI DI "CIBO" - Una delle tesi del partito anti-biomasse è che in Italia si siano sacrificati la terra fertile e i suoi frutti per inseguire il biogas e soprattutto i suoi lauti incentivi. Giovanni Carrosio, sociologo dell'università di Trieste, osserva che "stiamo assistendo a un depauperamento dei terreni fertili. Oggi si coltiva mais per il biodigestore e si importa quello da dare da mangiare agli animali. E si continua a cercare nuova terra".

Dati del Politecnico di Milano (marzo 2013) rivelano che nel 2010 il 30,9% dei 234.294 ettari coltivati a mais in Lombardia era destinato al biogas. L'assessore mantovano Grandi conferma: "C'è stata una distorsione della vocazione dei campi: dove si produceva frutta ora si pensa a coltivare mais. Si calcola un 20-30% di incremento del prezzo". Visto che tra il 2007 e il 2009 il prezzo del cereale era precipitato, da 25 a 12 euro al quintale, per Ildebrando Bonacini, vicedirettore di Confagricoltura Cremona (che ha tra i suoi affiliati perlopiù produttori di mais), l'uso dei campi ai fini energetici è "legittimo". Anzi, c'è chi ci vede, come Dasti, un'opportunità per integrare il reddito agricolo.

AFFITTI ALLE STELLE E CASE IN CADUTA LIBERA - Sicuramente si è integrato il reddito di chi affittava la terra. Perché a forza di cercare nuovi campi per coltivare "carburante", gli affitti fondiari in Lombardia sono esplosi. Secondo la banca dati dell'Istituto nazionale di economia agraria (Inea), nel 2011 nel Cremonese un ettaro di terra per la fornitura di biomasse era affittato a 1.300-1.400 euro, una locazione superiore ai mille euro massimi per un seminativo. Già nel 2010 Coldiretti Cremona aveva puntato il dito contro quest'impennata dei valori fondiari. Scriveva il direttore Simone Solfanelli: "Quando vediamo mega-impianti del tutto scollegati alle reali potenzialità produttive aziendali e sappiamo che quella struttura per funzionare ha bisogno di materiale vegetale che non è possibile produrre nell'azienda che realizza la centrale, ci preoccupiamo".......................................

IL GIALLO INQUINAMENTO - Poi l'inquinamento. Un'energia verde che sporca? Un paradosso. Eppure secondo Corti dai camini delle centrali a biomasse escono "formaldeide, idrocarburi policlinici aromatici, una piccola percentuale di diossina". "Sono il frutto delle reazioni post camino - spiega -. I motori hanno limiti per le polveri totali, il Pm50, categoria eccessivamente generica, perché le emissioni che fanno male sono Pm10 e Pm2,5". "Sulla soglia del megawatt inquinano come un camion che fa centomila chilometri l'anno", rincara l'assessore Grandi. E dato che l'autorizzazione viene riconosciuta al singolo impianto, aggiunge Carolo, "non conosciamo il cumulativo inquinante di questi impianti".

Infine c'è il giallo dei batteri. I processi del biodigestore, spiega Corti, arricchiscono gli scarti di spore e clostridi, che finiscono nel terreno quando il materiale viene sparso come compost. Si rischia insomma di contaminare con nuovi batteri i terreni già piagati da fertilizzanti e insetticidi usati in massa per far crescere i cereali da bruciare. .....(leggi QUI l'articolo completo di Luca Zorloni )
luca.zorlon

FONTE : IL GIORNO.it

lunedì 5 agosto 2013

VIA LIBERA AL MUOS – lettera pervenuta in associazione

Qui di seguito pubblichiamo la lettera pervenuta da parte della Associazione A.M.I.C.A. a riguardo del MUOS, e , con rammarico , ci sorge qualche domanda :
Ma è possibile che il problema dell’elettrosmog sia sentito solo da una parte di cittadinanza che è coinvolta da nuove o vecchie installazioni ?
Ma è possibile che questa cittadinanza, riunita in associazioni o comitati , a proprie spese, si interroghi e si documenta trovando una vasta letteratura a riguardo con ricerche epidemiologiche complete che ne attestano il rischio e il pericolo, mentre le “istituzioni" preposte alla nostra salvaguardia NO?
E tutto questo sembra non essere mai sufficiente per poter cambiare atteggiamento, eppure dovrebbe esserlo per  far sorgere il dubbio, tanto rivendicato dalla nostra classe politica quando cita il ” Principio di precauzione “ su qualsiasi cosa non riesca a comprendere.


Cari Tutti,
è davvero con grande dispiacere e preoccupazione che vi informo della decisione del Presidente della Regione Crocetta di dare il via libera al MUOS.
Il campo elettromagnetico delle antenne già esistenti a Niscemi rappresentano una forte preoccupazione per la loro potenza e concentrazione, ma anche per le loro caratteristiche specifiche: sono onde modulate di frequenza non molto alta che sono particolarmente “penetranti” e “attive” dal punto di vista biologico.
Per quanto mi riguarda, essendoci stata personalmente, vi posso dire che ho avuto un mal di testa terribile di fronte a quelle antenne Niscemi al punto di dover andare via. Mi hanno detto che in quello stesso punto altre persone in visita hanno riportato sintomi e malesseri.
Sembra impensabile che qualcuno debba abitare in quella situazione.
Sicuramente servono altri studi per determinare il rischio delle antenne già esistenti a Niscemi ma il principio di precauzione imporrebbe quanto meno di non metterne altre.
Serve necessariamente un coordinamento nazionale dei comitati e delle associazioni impegnate per la difesa dai campi elettromagnetici per cercare di produrre a livello nazionale normative più cautelative.

Francesca Romana Orlando
Vice Presidente di AMICA
Associazione Malattie da
Intossicazione Cronica e/o Ambientale

www.infoamica.it

IL SINDACO ORDINA A TERNA: «TOGLIETE I TRALICCI»

OSPITALETTO. L'altro ieri la firma del provvedimento che si fa carico delle preoccupazioni espresse dal Consiglio comunale, l'ordinanza del primo cittadino dichiara guerra all'elettrodotto di Lovernato.

Detto, fatto. Dopo il Consiglio comunale che una decina di giorni fa aveva in sostanza dichiarato guerra a Terna, il sindaco di Ospitaletto Giovanni Battista Sarnico ha firmato l'altro ieri, giovedì, «un'ordinanza contingibile e urgente per la tutela della salute dei cittadini contro le emissioni elettromagnetiche propaganti dagli elettrodotti a Lovernato», che ordina la rimozione dei tralicci dell'elettrodotto, posizionati nel parco a poche decine di metri dal santuario e dal borgo storico, vincolato ai fini della tutela dei beni di interesse storico, architettonico ed artistico. Il provvedimento del primo cittadino ordina alla società Terna e a Terna Rete Italia, rispettivamente proprietaria e titolare della gestione degli elettrodotti, «di garantire l'interruzione delle emissioni ove del caso rimuovendo i tralicci in Lovernato e ripristinando il precedente tracciato elettrico, entro il termine di 60 giorni». La «dichiarazione di guerra» di Ospitaletto è stata trasmessa ad un lungo elenco di enti a vario titolo coinvolti nella vicenda: ai ministeri .... ( Leggi QUI l'articolo completo )

giovedì 1 agosto 2013

ELETTRODOTTO INTERRATO IN PIEMONTE SÌ, IN FRIULI NO

Il comitato protesta, ma per Terna in Fvg la soluzione aerea è l’unica possibile. Alla base della scelta motivi tecnici ed economici legati alla sicurezza della rete.

UDINE. In Piemonte si fa: un elettrodotto completamente interrato che da Piossasco arriva fino alla stazione francese di Grand’Ile in Savoia, 190 chilometri di linea che in buona parte correrà sotto o accanto a strade e autostrade per ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio. Proprio come sognavano di fare anche in Friuli i sindaci e i comitati sorti un po’ ovunque per opporsi alla costruzione di nuovi tralicci.
Ma perché in Piemonte è stata scelta questa soluzione e in Friuli invece Terna (la società proprietaria della rete che ha il compito di garantire la trasmissione di energia in tutto il territorio nazionale) ha sempre sottolineato come l’interramento non fosse possibile? I motivi sono tanti. Prima di tutto tecnici perché la linea che varcherà la frontiera attraverso la galleria di sicurezza del Frejus è a corrente continua a 320 kV, mentre quella tra Redipuglia e Udine ovest è a doppia terna a 380 kV. Per garantire la stessa potenza sarebbe necessario costruire 4 linee di cavo interrato.


leggi QUI l’articolo completo