L'Associazione Sottocorno con protocollo N. 0072447/2020 ha presentato in data 16 settembre 2020 una proposta, sull'esempio di quanto fatto anche a Bergamo, Milano, Firenze, Settimo Torinese (e altre città d’Italia), la creazione di un bosco di piante autoctone (nel rispetto della biodiversità lombarda) da dedicare alle persone che sono decedute a Sesto San Giovanni a causa del Covid, piantando una pianta in onore di ogni persona morta, un omaggio a chi non c'è più ma anche un importante segnale che si vuole dare nel cambiare radicalmente una mentalità perversa che vede distruggere perentoriamente le aree verdi o boschive (anche urbane) in favore di speculatori e cemento.
Translate
giovedì 17 settembre 2020
venerdì 11 settembre 2020
I VERBALI DI ERSAF RICHIESTI DAL COMUNE PER L'ABBATTIMENTO DEGLI ALBERI AL VILLAGGIO FALCK
In data venerdì 21 agosto 2020 alle ore 10:13 abbiamo ricevuto la risposta (Prot.N.0064555/2020) alla domanda di accesso agli atti presentata in data 13 agosto 2020 per la richiesta delle relazioni eseguite da ERSAF relative agli abbattimenti dei platani presenti nel Villaggio Falck (ne avevamo parlato nel precedente post leggi QUI).
Non li abbiamo resi pubblici subito in quanto parallelamente alla richiesta di tale documentazione avevamo richiesto anche copia della valutazione legale che, secondo l’assessore, autorizzerebbe il progetto di riqualificazione, rendendolo prioritario rispetto alla classificazione che le alberature presenti avrebbero preso come "bene storico documentale" e quindi tutelate dall'articolo 7 della legge 10/2013 e dallo stesso regolamento comunale sul verde.
Tale documento ribadito più volte dall'assessore rispondendo ad una nostra richiesta esplicita nell'incontro del 8 luglio, MANCA, tale valutazione non è stata inviata, probabilmente perché fatta verbalmente, chiediamo al comune nella persona dell’assessore Lamiranda di chiarire tale aspetto o di farci pervenire tale nota, sarà nostra premura pubblicarla, e ribadiamo a chi ce la sollecitava che al momento NON ESISTE.
Fatta questa premessa vediamo i documenti di ERFAS ricevuti, che secondo la classe politica AVREBBERO AUTORIZZATO L’ABBATTIMENTO DEI PLATANI IN QUANTO MALATI O PERICOLOSI (punti ribaditi a noi più volte).
Nel primo documento Ersaf (protocollato dal comune in data 15/10/2019) si identifica chiaramente che i platani presenti nel villaggio Falck come tutti gli altri presenti a Sesto San Giovanni (ad esclusione dei platani presenti in viale dei Partigiani ammalati del cancro colorato del platano) ERANO SANI, e NESSUN DOCUMENTO, a noi pervenuto, fa riferimento ad una situazione di pericolo o di instabilità
Per essere corretti facciamo notare che nell’oggetto del nulla osta inviato si fa riferimento ad una “Zona focolaio”, chiariamo che la malattia nota come “cancro colorato del platano” è causata dal fungo Ceratocystis fimbriata f. sp. platani e ha come ospiti unicamente piante appartenenti al genere Platanus.
Il microrganismo può diffondersi da una pianta infetta ad altre sane penetrando, mediante le spore, all'interno dei tessuti vegetali attraverso ferite (tagli di potatura, lesioni accidentali, LESIONI PROVOCATE VOLONTARIAMENTE da ignoti, ecc.) o con il micelio tramite anastomosi radicale (fusione di radici di alberi contigui). una volta insediatosi il patogeno colonizza rapidamente i tessuti circostanti necrotizzandoli e originando il cancro, e provocandone successivamente la morte.
La lotta al “cancro colorato” in Lombardia è obbligatoria, gli accertamenti per verificare la presenza del “cancro colorato del platano” sono effettuati dal Servizio fitosanitario regionale (SFR) su iniziativa propria (monitoraggio) o a seguito di segnalazioni.
La Regione Lombardia classifica
il territorio in tre tipologie di zone:
- zone indenni: aree dove la malattia non è mai stata riscontrata o, in
caso di sua presenza nel passato, la stessa è da considerarsi eradicata;
- zone focolaio: aree dove la presenza di cancro
colorato è stata accertata ufficialmente dal SFR e dove si ritiene tecnicamente
possibile prevederne l’eradicazione;
- zone di contenimento: area in cui la presenza della malattia è diffusa in maniera
tale da non poterne prevedere più l’eradicazione;
Ora non sappiamo se l’aver indicato nell'oggetto l’area come "zona focolaio" sia la conseguenza di un’analisi precedente sull'area (perché di tale documento non abbiamo traccia ne tanto meno nessuno ne ha mai parlato) o semplicemente viene classificata così perché riferita all'area urbana dove si sono verificati alcuni casi, è un punto che non è stato affrontato ne chiarito, rimane però chiaro che la richiesta di abbattimento è stata fatta dal comune su esemplari SANI e, fino a prova contraria, NON in condizione di pericolo (almeno fino a quando non verrà comprovata da una relazione tecnica, ad oggi mai neanche accennata).
Il nulla osta iniziale
non autorizzava l’abbattimento dei platani perché malati o pericolosi ma
semplicemente ne AUTORIZZAVA L’ABBATTIMENTO SENZA SPECIALI PRECAUZIONI PERCHÉ’
IL TAGLIO NON METTEVA IN PERICOLO I PLATANI ADIACENTI.
Nel secondo nulla osta
ricevuto dal comune stranamente non rileviamo né LA DATA DI INVIO da parte di
ERSAF né tanto meno il NUMERO DI PROTOCOLLO di ricevimento del documento da parte del comune, ovvero la data dalla quale era autorizzato l’inizio dei lavori, di fatto
tale documento alimenta i dubbi invece di far chiarezza sulla
procedura eseguita, detto ciò notiamo che viene ribadita l'autorizzazione all'abbattimento di 14 platani sani (che si erano salvati a causa del lockdown).
A meno che non si forniscano ulteriori documenti a chiarire tale situazione (che provvederemo a pubblicare) tale progetto è figlio di una volontà politica e non di una soluzione tecnica imposta o necessaria come invece sostenuto, per il futuro invitiamo l’amministrazione su qualsiasi progetto di riqualificazione (soprattutto quelli che prevedono abbattimenti di alberi) ad essere più trasparente e a confrontarsi con la cittadinanza utilizzando assemblee pubbliche oltre a coinvolgere commissioni e consulte preposte (cosa che in questo caso non è mai avvenuta).
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione di via P.Sottocorno.
mercoledì 9 settembre 2020
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA LETTERA DI UN NOSTRO CONCITTADINO AMANTE DELL'AMBIENTE E ATTIVO SUL TERRITORIO SUL DEGRADO DELLA BERGAMELLA
Pubblichiamo
una lettera pervenutaci (in conoscenza) in data 6 settembre 2020 da Benvenuto Gonzio e rivolta all'assessore
all'Ambiente e responsabili del Comune di Sesto sulla situazione di degrado che
sta vivendo il parco della Bergamella, situazione rilevata anche da noi e più
volte denunciata ma senza ever avuto nessun riscontro.
Qui il testo della lettera ricevuta e sotto il nostro commento agli eventi denunciati
----o----o----o----o----o----o----o----o----o----
Gentile assessore Magro e diretti interessati alla
gestione del parco Bergamella
già due mesi fa vi ho segnalato la situazione di
degrado e di non manutenzione del laghetto Bergamella in particolare e del Parco
Media Valle del Lambro in generale.
Posso affermare che gli sfalci d’erba che vengono
effettuati sono eseguiti in modo approssimativo e causano ogni volta lo
sradicamento o la recisione delle piantine messe a dimora, anche se leggermente
protette dalla retina in plastica. Inoltre le retine strappate non vengono
raccolte e vengono tritate dai successivi passaggi del tagliaerba e disperse nel
terreno ma non sono degradabili.
È sufficiente una camminata per notare le notevoli
mancanze (buchi) nelle file piantumate simmetriche e parallele.
Segnalo la permanenza di due cavalletti
posizionati inizialmente a protezione di una buca profonda 30 cm causata da un
cedimento (segnalata ad URP e messa in sicurezza quasi tre anni fa con gli
stessi ed un po’ di nastro bianco rosso) che non sono mai stati
rimossi nemmeno dopo che l’amministrazione aveva risolto il problema con
il riempimento di ghiaia (circa due anni dopo la segnalazione e
quando il tempo aveva già rimediato da solo).
Ancora oggi fanno bella mostra di sé (arrugginiti
e scoloriti) ai lati della stradina e dimostrano la mancanza di attenzione e
cura.
Anche il cartello di divieto di balneazione che da
circa due anni resiste legato alla balaustra del lago con elastici recuperati
dai sostegni delle piante non è uno spettacolo di attenzione. Mi autodenuncio, stato
con tutti i loro escrementi io a legarlo dopo aver segnalato che era stato
buttato nel lago, aver atteso per oltre un mese e aver provveduto a recuperarlo
e posarlo sulla ghiaia (quando ancora c’era) e aver atteso ancora un mese che
una buon’anima provvedesse a sistemarlo in modo stabile.
Stendiamo un velo pietoso sulla gestione delle acque
e del riciclo delle stesse che ha visto lunghe interruzioni a più riprese per
arrivare alla definitiva sistemazione con riciclo di un liquido di colore indefinito
ed indefinibile.
A questo proposito chiedo se esiste un
piano di controllo della qualità delle acque del lago ed eventualmente dove si
possono recuperare i dati.
Un problema importante e più volte segnalato sia
a URP che a Municipium che su Sesto Segnalazioni è la presenza di animali che
non dovrebbero essere nelle acque del lago a partire dalle tartarughe
proseguendo con i pesci rossi per finire con le nutrie. Mentre le prime
due specie incidono in piccola parte sulla rovina delle
radici delle piantine che circondano il lago, le nutrie scavano grosse tane
nelle sponde provocando prima la morte delle piante scoprendo le
radici ed ora il cedimento delle sponde oltre naturalmente ,visto
la dimensione ed il numero della colonia , allo sporcamento delle acque
che dovrebbero essere a riciclo con tutti i loro escrementi e
questo credo sia la causa maggiore del proliferare
incontrollato di alghe che è particolarmente pesante. Concorrono anche alcuni cittadini con
la loro inciviltà ed il loro menefreghismo.
Ora per la seconda volta vi chiedo cosa
potete e dovete fare per porre fine a questo degrado continuo evitate per cortesia le
scappatoie del tipo: ”siamo al corrente e stiamo intervenendo, un po’ di
pazienza “ oppure “non abbiamo trovato possibili volontari adottanti
se qualcuno dovesse trovarli è invitato comunicarli al comune” oppure
ancora “sono in ferie, settimana prossima leggo la mail“.
I cittadini di Sesto hanno sempre aiutato con
interventi di volontariato la loro città ma l’esempio e la
spina dorsale deve essere l’amministrazione che, in ordine gerarchico,
si prenda le sue responsabilità e a tre anni dall’insediamento aiuti
il parco non a sopravvivere ma a vivere.
Vorrei ricevere risposte più precise e circostanziate e spero
che ci sia un intervento tanto deciso quanto risolutivo.
Grazie per l’attenzione
Benvenuto Gonzio
----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----o----
Il sig. Benvenuto è un attivista e volontario conosciuto sul territorio che ringraziamo per le attività che ha sempre svolto, qualche risposta la possiamo anticipare, visto che abbiamo ripetutamente richiesto informazioni a riguardo.
NON ci risulta che il comune abbia un programma di monitoraggio delle acque della Bergamella, le analisi (semestrali) sono iniziate e interrotte nel 2018 come riporta la nota in risposta alla nostra richiesta di domanda di accesso agli atti.
Ad oggi non ci risulta sia stata incaricata altra società per eseguire le analisi (ma potremmo anche sbagliarci visto il difficile dialogo che rileviamo in questi ultimi anni), mentre possiamo confermare (viste le ripetute richieste d'intervento fatte insieme al Comitato di Cascina Gatti) che il comune non ha nessuna intenzione di intervenire sugli animali infestanti come ad esempio nutrie o tartarughe.
Il problema dell’aumento spropositato degli animali, in quello che è poco più di uno stagno è un problema serio, l’accumulo degli escrementi e il mancato ricircolo delle acque che rigenerano l’ossigenazione dello stagno, favoriscono il degrado delle condizioni minime di sopravvivenza dell’area lacustre, ricordiamo che un anno fa sono stati ritrovati due germani reali morti, si ci precipitò a legare tale evento al fatto che molta gente usava lanciare la mollica di pane o dei piccoli sassi per attirarli a riva, niente di più falso, sempre nella domanda di accesso agli atti del 19 settembre 2019 abbiamo richiesto anche il verbale dell'autopsia eseguita da ATS sulla carcassa dell'animale trovato morto paralizzato a testa in giù nell'acqua.
L’autopsia eseguita sull'anatra (vista con un nostro consulente) non specificò il motivo della morte ma diede come riscontro la "dimostrata presenza di gene codificante tossina di tipo C del clostridium botulinum" (che non è pericoloso per l'uomo), l’agente patogeno è diffuso in tutto il mondo e sopravvive unicamente in ambienti privi di ossigeno, i batteri possono però formare spore che sopravvivono al contatto con l’ossigeno e sono resistenti al calore, alle temperature di congelamento e all'essiccamento, Il batterio è pericoloso poiché espelle la tossina botulinica.
Il contagio da Clostridium botulinum negli animali avviene ingerendo foraggio o acqua potabile o anche piccole larve contaminate. Gli animali possono infettarsi soprattutto tramite fieno e insilati contaminati da cadaveri di piccoli animali (ad es. roditori), gli animali muoiono per un arresto respiratorio, gli uccelli come le anatre soffrono di paralisi delle ali, che può propagarsi anche ad altri muscoli, terminando al collo.
Attendiamo che ci si attivi, fino ad ora non ci risulta si sia fatto nulla.
mercoledì 2 settembre 2020
WEBINAR DI ISDE ITALIA SUL 5G - NE SAPPIAMO DAVVERO ABBASTANZA ?
martedì 1 settembre 2020
VASCHE DI LAMINAZIONE PER IL SEVESO - LE IDEE SONO SEMPRE PIÙ CONFUSE
Per anni si è protratto uno scontro tra chi contrapponeva due logiche differenti, Regione Lombardia e Comune di Milano hanno sempre sostenuto la necessità delle cinque vasche e chi, tra comitati, associazioni e comuni interessati invece sottolineava che da oltre cinquant'anni grazie all'eccessiva urbanizzazione e ad un consumo del suolo incontrollato, soprattutto nella Brianza e nel Nord Milano, ha fatto sì che i terreni si impermeabilizzassero, provocando (complice anche un effetto serra sempre più aggressivo) un aumento frequente delle esondazioni, sempre più difficili da frenare, sostenendo che per evitare tale problema bisognava procedere molto più sistematicamente sul territorio per la prevenzione del rischio idraulico e delle siccità con l'approvazione del principio e il metodo dell‘invarianza idraulica e magari con un canale collettore che portasse a sud di Milano l’acqua, facendola sfociare nel Lambro.
Ricordiamo che il progetto delle vasche è stato elaborato nel 2011 dall'’AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), per ovviare a questo problema, ha presentato uno studio di fattibilità che prevede la realizzazione di vasche di laminazione individuate nei Comuni di Senago, Paderno Dugnano, Varedo e Lentate sul Seveso, oltre ad uno studio realizzato dalla Società Metropolitana Milanese, commissionato dal Comune di Milano, che prevedeva una vasca di laminazione all'interno del Parco Nord Milano a Bresso approvato da Regione Lombardia.
- di aver buttato all'aria dieci anni di confronti, progetti,analisi tempo e denaro
- che le ragioni di comitati, associazioni e comuni del bacino che si sono sempre opposte erano e sono valide
- di far nascere al parco nord un'opera inutile e costosa perché capace di contenere al massimo 135.000 litri contro i 4,5 milioni di litri previsti in caso di piena che non produrrà nulla di quanto atteso
domenica 23 agosto 2020
PARCO DELLA BERGAMELLA – COSI NON PUÒ FUNZIONARE (UN ANNO DOPO E' ANCHE PEGGIO.......)
A ottobre del 2019 denunciavamo con un post (clicca QUI) il grave stato di abbandono dell'area della Bergamella che confina con Milano sulla via Adriano, ad oggi dopo quasi un anno dalla pubblicazione la situazione e anche peggiorata.
E così mentre abbiamo visto posare la nuova stradina di connessione sull'area del comune di Milano (zona laghetto degli orti)
appena varcato il confine comunale inizia il degrado, strade in terra battuta , erbacce che riducono il percorso ed in generale sul percorso ciclo pedonale (se così si può definire) un abbandono, cosa ci vorrà a finire la stradina togliere le erbacce e mettere dei parapetti in legno (NON IN METALLO) come quelli messi dal comune di Milano?? difficile a saperlo.
Ma la parte più bella è quella intorno alla ormai famosa "Terrazza Bottoni" dove ormai è da DUE anni che NON viene eseguito uno sfalcio d’erba su tutta l'area di confine con il comune di Milano,L'erba e gli arbusti sono arrivati in alcuni punti ad essere alti un metro e ottanta centimetri, rendendo l'area perfetta per la riproduzione e la protezione di alcuni animali selvatici che hanno trovato casa in quest'area ma facendo anche proliferare zecche, zanzare insetti vari e rendendo praticamente impossibile anche solo l'attraversamento pedonale sulle stradine in terra battuta che consentivano di andare da Cascina Gatti al quartiere Adriano.
Stiamo parlando proprio di quell'area che andrebbe bonificata prima di costruire la terrazza come porta d'ingresso al parco media valle del Lambro, e che invece nel 2020 si presenta in questo modo (ormai da un decennio).
Ribadiamo che il parco (rurale) non può essere gestito e considerato come un giardino presente in città, è ormai da anni parte integrante del parco regionale PMVL, la gestione e la cura del verde e della sicurezza devono necessariamente assumere connotati differenti non è più accettabile che alcune aree non ricevano i necessari sfalci, ne che vengano eseguiti a mesi o ANNI di distanza rispetto ad aree di non competenza (ad es parco Adriano), come non è concepibile che ad oggi non si sia definito un piano serio per la piantumazione di alberi autoctoni oltre a non prevedere una gestione uniforme per la manutenzione e la sicurezza dell’area interessata.
mercoledì 19 agosto 2020
TERRAZZA BOTTONI FORSE DOPO 10 ANNI SI INCOMINCIA (MA FORSE....NON E' DETTO)
L'area definita come TERRAZZA BOTTONI - è l'area terminale a confine con il Comune di Milano
"Il progetto per la realizzazione della Terrazza Bottoni è stato finalmente appaltato ad aggiudicarsi le opere, per poco più di 400mila euro, è l’impresa Bonanno Scavi di Cinisello Balsamo, la riqualificazione ambientale riguarda un ampio fazzoletto verde al confine tra il quartiere di Cascina Gatti e il Comune di Milano" cosi si legge sull'articolo uscito il 18 agosto sul Giorno (leggi QUI l'articolo online)
Bozza del progetto presentato nel 2017 sull'area definita come TERRAZZA BOTTONI |
Che l'inizio dei lavori è prossimo, sono cinque anni che ce lo ricordano ogni volta che chiediamo informazioni, ma non se nè mai fatto nulla, lasciando l'area nello stato più assoluto di abbandono
Il percorso è veramente lungo, si è iniziato a parlare della riqualificazione dell'area nel 2007, ma solo nel 2011 si è incominciati a chiedersi cosa fare in quell'area, tra il 2013 e 2014 il primo studio (vedi QUI) ma i primi annunci di esecuzione arrivarono tra la fine del 2017 e maggio 2018 quando con fiducia verso le istituzioni (dopo anni di dialoghi e incontri) postavamo TERRAZZA BOTTONI PARCO DELLA BERGAMELLA - FORSE CI SIAMO.......
Cambiano le giunte ma il giochino è sempre lo stesso, lo scorso anno ci hanno raccontato che i lavori sarebbero iniziati prima in primavera 2019 poi in autunno 2019, sicuramente nella primavera 2020 .... l'ultima notizia dava l'inizio dei lavori tra fine settembre e inizio ottobre 2020 ma anche questa data andrà delusa, si perché da sempre TUTTI i soggetti che si sono interessati a tale opera e che conoscono il territorio sanno che i lavori di riqualificazione sono subordinati alla bonifica dell'intera area di confine con Milano.
Il fatto di non aver trovato un operatore che esegua tale bonifica la riteniamo grave, non vorremmo pensare che ci sia soffermati solo sull'esecuzione dell'opera definitiva, peraltro mai comunicata alla cittadinanza da questa giunta e non si sia pensato alla bonifica per tempo.
Ci auguriamo, non avendo mai visto il progetto esecutivo definitivo, né i dettagli, (visto che è stata rivista e rimessa in discussione negli ultimi due anni) che l'opera non preveda abbattimenti seriali di alberi (cosa che ultimamente a Sesto accade di frequente) e che tenga conto che in questi ultimi 10 anni di abbandono divenuto via via totale c'è stata una rinascita sia vegetale che animale.
L'associazione Sottocorno, come già affermato in comune, alla presenza del Sindaco e Assessore Lamiranda, in varie occasioni, non è d'accordo ad assegnare il titolo della piazza ad un soggetto di espressione politica e avrebbe preferito la dedica all'area della Bergamella in modo da ricordare che Sesto non è stata solo un territorio di conquista da parte di fabbriche, urbanisti e cooperative edili che hanno cementificato, inquinato e distrutto tutto il territorio ma ha anche un passato, non troppo lontano, di aree a vocazione agricola.