Il progetto per la BioPiattaforma di Sesto San Giovanni nasce
di nascosto nel 2016 ed è rimasto nascosto fino alla fine del 2018, passando da
una giunta di centro sinistra ad una giunta di centro destra, per questo
motivo non lo consideriamo un progetto condiviso,il percorso fatto in questi mesi, inoltre, non è il frutto di una volontà, ma il risultato di
una pressione specifica partita dal basso, alla quale abbiamo partecipato attivamente in tutti
questi anni (che non tutti quelli che contestano oggi hanno fatto) tanto per
intenderci se non c’eravamo probabilmente il cosiddetto “processo di condivisione” si sarebbe fermato alla
presentazione del progetto durante il consiglio comunale aperto nel 2018.
Sia chiaro che questa soluzione non ci vede entusiasti visto che
abbiamo sempre chiesto l’abbattimento dell’attuale inceneritore, la bonifica e
la rimessa a bosco dell’area, ma è anche vero che a parte la nostra
associazione e il comitato di cascina gatti NON ABBIAMO VISTO dalla vasta
popolazione forti prese di posizione, ne tanto meno partecipazioni di massa ai
pochi incontri che ci sono stati concessi sul tema inceneritore, come non
abbiamo rilevato una partecipazione numerosa ai cinque incontri organizzati da
C.A.P. e CORE e tutto questo, purtroppo, ha un peso e un valore.
Fatta questa premessa (non di poco conto), questo progetto affronta
la sfida ambientale sul territorio e anche se NON ANNULLA L’INCENERIMENTO sicuramente ridefinisce il sistema
della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, adottando i
principi dell’economia circolare promossi dall'Unione Europea, implementa la
raccolta differenziata (soprattutto sulla frazione organica) e pone una data al “fine
vita” dell’INCENERITORE di CORE, portando a zero emissioni di C02 di origine fossile e facendo nascere due linee produttive:
- la prima, dedicata al trattamento dei fanghi derivanti
dalla depurazione delle acque che consentirà di produrre energia termica e
fertilizzanti;
- la seconda, dedicata alla digestione anaerobica per il
trattamento dei rifiuti umidi (F.O.R.S.U.) per la produzione di biometano.
Complessivamente, si integrano due realtà (attualmente indipendenti e adiacenti) in un'unica, passando dall'incenerimento di 70.000 tonn/anno di rifiuti all'incenerimento
di 14.100 tonnellate/anno di fanghi essiccati, prodotti dai depuratori del
Gruppo C.A.P. nella provincia di Milano (non di tutta Italia) che dovrebbero generare:
- Energia
: 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento (il 75% dei fanghi verrà
trasformato in energia)
- Fosforo
come fertilizzante
- biometano dalla linea di trattamento della FORSU
Restituendo acque pulite all'ambiente, cosa non da poco visto
che il Lambro e il Seveso risultano essere fiumi inquinati anche per la scarsa
gestione delle reti fognarie presenti in Brianza.
Tutto questo, dobbiamo necessariamente ricordarlo, si
contrappone alla forte volontà di una parte politica (trasversale) che ha sostenuto in questi anni la trasformazione dell’attuale piattaforma (da 70000
tonn/anno) in un nuovo impianto da, minimo, 100.000 tonn/anno, situazione che
abbiamo conosciuto bene durante questi anni in cui, oltre a chiedere l’interramento
dell’elettrodotto chiedevamo (sempre) anche la chiusura dell’inceneritore e l’eliminazione
del casello autostradale.
Ribadiamo che avremmo gradito una soluzione diversa (come
abbiamo già più volte spiegato) ma, pur rispettando le opinioni altrui, non possiamo unirci al coro di contestazione che si solleva in questi giorni (per vari e disparati motivi), perché tale
progetto pone sicuramente un netto miglioramento ambientale per il quartiere, ponendo un rispetto ambientale che ad oggi non si era ancora visto e che ci auguriamo non
rappresenti un punto di arrivo ma sia una evoluzione che porti (nel medio termine) ad una società priva di emissioni.
Oggi contestare in toto
tale progetto è fondamentalmente inutile e forse strumentale, soprattutto quando si abita su un Sito di Interesse Nazionale con
fabbriche (chimiche, metallurgiche, ecc..), elevato inquinamento veicolare, terreni
e falde contaminate, che rappresentano, forse, il problema principale ad una
situazione ambientale allarmante che incombe sulla nostra salute.
Nei prossimi giorni la nostra posizione sulle risposte presentate all'incontro conclusivo del 2 aprile 2019 a spazio arte.