Milano e Sesto chiedono di rimappare le emissioni elettromagnetiche.
Sesto San Giovanni
- uno studio su malattie e decessi, nel quartiere attraversato dagli
elettrodotti: la richiesta di un'indagine epidemiologica è stata inviata ail'ASL
dai sindaci di Milano, Giuliano Pisapia, e di Sesto San Giovanni, Monica
Chittò, che hanno scritto anche ad Arpa Lombardia, per approfondire l'esistenza
di campi elettromagnetici nelle vie al confine tra le due città. Sotto accusa,
ormai da tempo, è l'elettrodotto di via Adriano che corre vicino alle finestre
di alcuni palazzi ed è diventato fonte di grandi preoccupazioni per i residenti
della zona. «In seguito ad esposti dell'associazione di abitanti Sottocorno,
già nel 2011 sono stati compiuti due rilievi in merito alle emissioni
elettromagnetiche e recentemente Terna, gestore delle linee elettriche, ha
presentato una studio di fattibilità dell'interramento e un progetto di massima
chiesto dai due Comuni - rimarca in una nota l'amministrazione sestese -. Ora,
per avere un quadro della situazione il più possibile chiaro, i sindaci di
Milano e Sesto San Giovanni hanno chiesto ad Asl uno studio epidemiologico
sistematico sugli abitanti delle vie Sottocorno, Lombardia e per Crescenzago».
Obiettivo: verificare «la presenza o meno di un'incidenza, di valore superiore
alle medie, di problematiche di salute nei residenti del quartiere» e, «qualora
questa fosse verificata», effettuare «un ulteriore approfondimento per definire
un'eventuale correlazione diretta tra la presenza dell'elettrodotto e le
problematiche di salute dei cittadini».
Per
l'associazione di via Sottocorno - che negli ultimi anni ha contato una ventina
di morti per tumori o malattie degenerative e una quarantina di malati, in sole
150 famiglie - i due studi sono un risultato importante, ma che non
allenteranno la pressione sulle istituzioni. Anzi: «Abbiamo chiesto che a
condurre l'indagine sia l'équipe dell'Istituto Superiore della Sanità, che ne
ha svolta una analoga in provincia di Roma spiega il presidente Massimiliano
Corraini -: Asl e Regione posso coinvolgerla, per avvalersi della sua
metodologia ed esperienza. Le rilevazioni del 2011 non ci hanno convinto perché
si sono attenute solo ai limiti di legge, che non sono cautelativi, e non hanno
tenuto conto di tutti i casi, ad esempio dei malati che hanno vissuto in via
Sottocorno e si sono poi trasferiti». L'associazione auspica un maggior
coinvolgimento diretto: «Nessuno ci ha mai chiamato ai tavoli tecnici per
portare il nostro contributo in modo costruttivo - rimarca Corraini - E sia
chiaro, si deve comunque procedere con l'interramento».
IL DUBBIO UN
COLLEGAMENTO TRA INQUINAMENTO E DEPRESSIONI
TUMORI e
disturbi cardiovascolari. Demenze senili e leucemie. Malattie degenerative come
la SLA, infertilità e aborti spontanei. È lungo l'elenco dei problemi di
salute, in molti casi sfociati in decessi, su cui l'associazione di via
Sottocorno vuole capirne di più. Non solo. Negli ultimi mesi, un altro
inquietante interrogativo si è fatto strada negli approfondimenti portati
avanti insieme alle altre associazioni con cui ha fatto rete, la Lorenzo
Perrone per la prevenzione delle malattie oncologiche e oncoematologiche di
Cologno, La lampada di Aladino per l'assistenza al malato oncologico di
Brugherio e l'Associazione italiana elettrosensibili: che ci possa essere una
correlazione tra elettrosmog e depressioni culminate in suicidi. Il dubbio è
iniziato a serpeggiare a Brugherio, proprio come avvenuto in via Sottocorno per
i tumori: con il passaparola. «Molti nostri concittadini ricordano di tizio o
di caio morti suicidi - racconta Davide Petruzzelli della Lampada di Aladino -.
Secondo i dati Istat sulla provincia di Monza e Brianza, l'incidenza dovrebbe
essere di 4,3 ogni centomila abitanti, che in una città di 33mila si riduce a
1,43. In quattro mesi siamo già a quattro casi». Coincidenze? «Può anche
essere, non vogliamo fare allarmismo - rimarca Petruzzelli, che ne ha discusso
all'interno della rete di associazioni -: chiediamo solo di approfondire. E, in
attesa di capire quali possano essere tutti gli effetti dell'esposizione alle
onde, sia in alta che in bassa frequenza, utilizzare il principio della
cautela». Che significa: fare attività di prevenzione, ad esempio con
suggerimenti pratici sull’utilizzo di cellulari, l'eliminazione del WI-FI nelle
scuole a favore di un più affidabile cavo, maggiori limitazioni nella costruzione
di nuovi palazzi vicino alle linee di alta tensione. «Chiediamo soprattutto
l'istituzione di un Osservatorio e di un tavolo tecnico con i Comuni, per
effettuare studi sul territorio».
FONTE : Articolo di Patrizia Longo -
IL GIORNO GRANDE MILANO