PERUGIA INCUBO ELETTRODOTTO PER 80 FAMIGLIE , pronto l'esposto:«Inascoltati da anni, c'è chi si è ammalato»
PERUGIA
«Guardate che salendo in mansarda, da casa nostra, i cavi
dell’elettrodotto si toccano con una semplice scopa». A Toppo
Fontanelle, collina con le casette eleganti della Perugia che guarda
da lontano il centro storico, la partita dell’elettrodotto Terna
San Sisto- Fontivegge e Fontivegge-Ponte San Giovanni, si riapre dopo
anni di promesse, rinvii e paura.
Ecco,
l’unica cosa che in tanti anni non è passata è la paura. Paura
sempre più forte per ottanta famiglie che guardano da vicino i
giganti che portano l’energia elettrica. «Ormai la chiamo la Torre
Eiffel», racconta una signora che vive lì da vent'anni e ha un
pilone praticamente nel giardino. Il Comitato, con in prima fila il
consigliere provinciale perugino Franco Granocchia, rilancia la
sfida. E adesso è a un passo dal prendere carta e penna e mandare in
Procura anni di pene, delusioni e anche dolori. «Perché- racconta
Granocchia con la presidente Roberta Luciani- tutti sanno che
l’esposizione alle emissioni elettromagnetiche possono essere
pericolose. E c’è chi si è ammalato».
In
fondo alla sala della Provincia dove si è riunito il comitato per
raccontare, c’è chi butta là, sottovoce, una parola che gela
perché fa pensare ai bambini: la craniostenosi. E la sfida sulle
malattie potrebbe essere la chiave di volta per l’esposto. Ma non
solo. Granocchia indica quelle che per lui sono le colpe e ci va giù
pesante: «Mi chiedo come il Comune abbia autorizzato a costruire le
case là sotto, chi ha dato la spinta, visto che la rete elettrica
c’era già prima? L’Arpa dove stava? Se la situazione non si
sblocca e l’elettrodotto non viene interrato e spostato, siamo
pronti alla battaglie legale. Sono due anni che ci sono i soldi, le
promesse e un progetto di Terna. Ottantatrè milioni da spendere in
Umbria, con Perugia nel progetto, ma tutto è fermo ». Ma c’è
altro. Prima di arrivare al terrore, c’è la paura. «D’inverno
raccontano i residenti che contano un’ottantina di famiglie a
rischio- non c’è solo la pioggia elettromagnetica, ma anche il
rumore. Perché l’elettrodotto, quando c’è nebbia o quando
piove, frigge. E vivere con quel rumore nelle orecchie è assurdo».
Eppoi sotto ai piloni giganti c’è anche un parco giochi. I bambini
del quartiere lì possono giocare, lì sono esposti al rischio
elettromagnetico e le famiglie tremano. «Chi ce lo assicura che non
ci siano rischi per la salute? E per chi sta male non ci sia un
collegamento diretto con l’esposizione all'inquinamento elettromagnetico? » Già, l’eterna battaglia. Se c’è qualche
malattia, c’è un collegamento diretto oppure no? Insomma,
l’inquinamento elettromagnetico a Toppo Fontanelle, c’è o non
c’è. C’è per i residenti che sbandierano una misurazione
dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. È
un po’ vecchiotta (26 gennaio 2006), ma rende l’idea. Il foglio
del controllo lo sventola con garbo Roberta Luciani: «Ecco, guardate
qua cosa ho dentro casa. Il campo magnetico medio è pari a 3,74
microtesla, il valore massimo è pari a 6,4 e quello minimo scende a
1,35. Peccato che la norma è considerata a un livello pari a 0,2».
Può bastare per non dormire la notte. Può bastare il fatto che
secondo il decreto del 23 aprile 1992 («Limiti massimi di
esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza
industriale nominale negli ambienti abitativi e nell’ambiente
esterno») all’articolo 5 dice che rispetto a una linea a 132kv la
distanza dalle abitazioni doveva essere di almeno dieci metri.
Proprio la potenza dell’elettrodotto che parte dalla centrale di
Fontivegge e arriva alla collina di Toppo Fontanelle. «Ma se dalla
mansarda si toccano i cavi con una scopa, vuol dire che quei limiti
non sono rispettati», rincarano dal Comitato senza scomodare la
scienza,ma soltanto il metro. Il nucleo storico delle case che vivono
l’incubo della pioggia elettromagnetica è di 39 abitazioni. Ma da
via Saturnia a via Mentana si allarga il raggio delle emissioni che
quelli del Comitato ritengono a rischio. Ecco come si sale a ottanta
famiglie. «Guardate le date dei decreti. C’è chi abita lì da vent'anni e le case sono venute su anche dopo quelle norme», come
dire urbanistica sciolta nella Perugia che si è allargata, lasciando
il centro e arrampicandosi sulle colline intorno. La rabbia e le
paure allungano le accuse. Da Terna Rete Italia, per il caso di Toppo
Fontanelle, fanno sapere che «le linee elettriche 132 kV S.Sisto
Fontivegge e Fontivegge- Ponte S.Giovanni rispettano i limiti di
esposizione ai campi elettromagnetici secondo quanto previsto dalla
normativa italiana che, com'è noto, è la più restrittiva e
severa d’Europa». Ma i residenti che vivono sotto l’elettrodotto,
non mollano la battaglia salva salute. Chiedendo l’interramento dei
cavi interramento e lo spostamento dei tralicci.
FONTE
: www.ilmessaggero.it
FONTE : http://tuttoggi.info