La falda acquifera va ripulita: tra Roma e i grandi gruppi è già battaglia in tribunale
LA BONIFICA
dei terreni inquinati non è l'unica controversa: ancora più complicata si
preannuncia quella dell'acqua di falda. I ministeri, tra le prescrizioni per il
Sin, hanno inserito anche la messa in sicurezza d'emergenza della prima falda e
un intervento di ripulitura unitario, coordinato dal Comune, che prevede la
costruzione di una «barriera idraulica», ossia due linee di pozzi a nord e su della
città, per ripescare l'acqua di prima falda, ripulirla, ri e infine
riutilizzarla a scopo energetico o per usi non potabili. Il costo
dell'intervento dovrebbe essere proporzionalmente suddiviso, come in un
maxi-condominio, tra i proprietari delle aree, una dozzina tra grandi e piccoli
operatori: Sesto Immobiliare (Falck), Gruppo Caltagirone (Vulcano e Deca),
Gruppo Pasini (Marelli), Sarca (Metalcam), Alstom, Breda energia, Marcegaglia,
Nichelcrome, Carbone-Burro-Panucci, Edison, Vetrobalsamo e Rfi (Rete ferroviaria
italiana). Nel 2007 quasi tutti avevano aderito al progetto. Nonostante ciò, di
fronte alle prescrizioni del ministero, molti hanno presentato ricorso al Tar.
La partita si giocherà in aula, ma non solo. Proseguono infatti gli incontri al
ministero che già lo scorso luglio aveva apportato modifiche alle proprie
prescrizioni. Se non sarà individuata in modo condiviso la strada da
percorrere, dovrà essere un giudice, o più d'uno, a indicarla.
FONTE : IL GIORNO GRANDE MILANO
( art. di Patrizia Longo del 12.01.2014
)