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venerdì 11 luglio 2014

UN "ELETTRODOTTO IBRIDO" CON 100 ABITAZIONI ESPOSTE ALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Domenica 29 giugno la società Terna, a totale capitale pubblico, ha messo in esercizio un elettrodotto ad alta tensione (380.000 Volt) dalla Puglia a Benevento utilizzando, solo nel nostro territorio comunale, 39 tralicci già esistenti anzichè nuovi sostegni come previsto dal progetto autorizzato dal Ministero.
Ciò vuol dire che Terna ha arbitrariamente modificato il percorso di tale elettrodotto che, secondo legge, non avrebbe dovuto prevedere abitazioni in una fascia di almeno 53 metri per ambo i lati dal traliccio. Ed invece, la modifica comporta l'esposizione ad inquinamento elettromagnetico di almeno 100 abitazioni.
Terna con un comunicato del 26 giugno ha spiegato che la modifica "provvisoria" si è resa necessaria per realizzare una nuova stazione elettrica denominata "Benevento 3" estesa 4 ettari (40.000 metri quadrati) in contrada La Francesca, lungo la strada per Pietrelcina, di grande interesse turistico.
Altrabenevento sostiene da tempo che il progetto autorizzato dal Ministero non comprende affatto quella stazione elettrica e quindi la decisione di Terna di modificare il percorso dell'elettrodotto è assolutamente arbitraria ed illegittima. Nei giorni scorsi tale società ha dovuto confessare a RAI3, in risposta al servizio trasmesso nel TG3 di venerdì 4 luglio, che la stazione elettrica è "in attesa di autorizzazione".
Perché tale opera, mai autorizzata, assume per Terna un valore tanto prioritario da determinare arbitrarie modifiche del progetto e la conseguente esposizione all'inquinamento elettromagnetico per centinaia di abitanti?
Quella stazione elettrica, come abbiamo più volte segnalato, serve per collegare all'elettrodotto di alta tensione una centrale idroelettrica sotterranea che la società REC-Repower vorrebbe realizzare tra Pontelandolfo e Morcone. La società svizzera, tenuta in grande considerazione dalla Provincia di Benevento e dalla Regione Campania, ha previsto di costruire a 450 metri di profondità una struttura grande quanto un palazzetto dello sport (90 metri per 45 metri per 50 metri di altezza) che dovrebbe pompare l'acqua dalla Diga di Campolattaro con una condotta sotterranea di 8 Km fino ad un laghetto artificiale a mille metri di altitudine tra le due cittadine sannite. L'acqua poi per caduta, passando attraverso le turbine, produrrebbe energia elettrica in un quantitativo inferiore a quello utilizzato per il pompaggio in salita. Tutto ciò serve solo a speculare sul prezzo perchè REC-Repower acquisterebbe l'energia elettrica di notte ad un prezzo bassissimo per rivenderla il giorno successivo ad un prezzo molto più alto.
Per fare ciò quel territorio di grande interesse ambientale,paesaggistico e storico sarà devastato con la realizzazione di enormi trafori e gallerie per costruire opere e impianti su una faglia sismica attiva come hanno dimostrato i recenti terremoti tra il Molise e la Campania.
Oggi nel Convegno organizzato da Confindustria si parlerà di nuovo di questa "magnifica opera" da 600 milioni di euro che affascina politici, imprenditori ed amministratori. Che ne pensa il sottosegretario alle Infrastrutture On.le Umberto Del Basso De Caro di questi progetti e del comportamento di Terna?


FONTE : TVSETTE.NET

giovedì 10 luglio 2014

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO, ALLARME NELLE CASE PER I NUOVI CONTATORI.

Gli Smart Meter, i nuovi contatori di lettura per consumi energetici domestici, producono inquinamento elettromagnetico. L'assessore Guido: “Vogliamo vederci chiaro. Arpa e Asl controllino”.

Non solo antenne e telefonini. L'inquinamento elettromagnetico, nemico invisibile responsabile secondo gli studi dell'Oms di una serie di disturbi soprattutto per i più piccoli, potrebbe albergare anche nelle nostre case. La fonte sarebbero i nuovi contatori senza fili installati dai gestori di energia elettrica e gas. I cosiddetti Smart Meter secondo alcune tesi potrebbero difatti produrre inquinamento elettromagnetico cui gli ignari cittadini sarebbero costantemente esposti. La questione è ancora fonte di discussione, la tesi è in fase di verifica, ma secondo il principio di cautela, già invocato dall'Organizzazione mondiale della sanità, sarebbe opportuno, prima di installarli, verificare e procedere con i controlli del caso.
Mentre continua accesa la discussione tra  i detrattori e i sostenitori di questa tecnologia - vederci chiaro non è semlice dal momento che gli enormi interessi economici rendono complicato affettuare delle ricerche da parte di Enti indipendenti e attendibili - l'allarme nel salento arriva direttamente dal Comune di Lecce, in particolare dall'assessore con delega all'ambiente e alla salute Andrea Guido, che adesso chiama in causa Arpa Puglia e Asl perché forniscano risposte e formulino un parere tecnico – scientifico in merito alla pericolosità delle apparecchiature.
“Le istituzioni” ha commentato l’Assessore Guido “hanno il dovere di incentivare le ricerche e le informazioni scientifiche indipendenti, avendo cura di non occultare risultati, dubbi e riserve sinora espressi da medici e scienziati. E, comunque, in assenza di prove scientifiche rese da organismi indipendenti circa l'innocuità degli Smart Meter, è doveroso che le stesse istituzioni intervengano come già è avvenuto in altri paesi. In applicazione dei principi di precauzione, prevenzione e tutela della salute individuale e collettiva ho chiesto all’Arpa Puglia – Direzione Scientifica ed alla ASL Lecce un parere tecnico - scientifico in merito alla pericolosità, per la salute individuale e collettiva, delle apparecchiature in questione. Ho chiesto, inoltre” ha concluso Guido “di effettuare anche le verifiche necessarie al fine di testare i livelli effettivi di esposizioni elettromagnetiche derivanti dagli Smart Meter”.
Questi contatori intelligenti, installati da società di servizi in tutte le case e le imprese negli Stati Uniti, Canada, Australia ed Europa, emetterebbero enormi quantità d'impulsi radioattivi a radiofrequenza in microonde ogni pochi secondi per tutto il giorno e la notte, per sette giorni la settimana. Come accertato da eminenti studi, le radiazioni a radiofrequenze provenienti dai contatori intelligenti senza fili, potrebbero causare addirittura l'arresto di dispositivi medici. Impianti medici come pacemaker e stimolatori cerebrali profondi utilizzati per controllare l'agitazione del morbo di Parkinson potrebbero essere disattivati dalle interferenze a radio frequenza (RFI) causate dal segnale. I rapporti provenienti da coloro che hanno avuto contatori installati comprendono palpitazioni, vertigini, incapacità di addormentarsi, problemi di memoria e disturbi cognitivi, sintomi simili a stati influenzali, peggioramento dei problemi di salute, depressione improvvisa, agitazione, mal di testa, problemi all'udito.

Un pericolo che, se accertato, sarebbe dunque non di poco conto; tanto che molte organizzazioni e Istituzioni in questi anni hanno invocato prudenza in materia: nel maggio del 2011 l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa ha sollecitato per l'ennesima volta gli Stati membri a intervenire urgentemente perché sia diminuita l’esposizione umana all’inquinamento elettromagnetico, con riferimento particolarmente ai bambini e ai ragazzi; e affinché sia mantenuta l’esposizione alle onde elettromagnetiche non ionizzanti (quali sono quelle prodotte dagli Smart Meter) al più basso livello di rischio ragionevolmente raggiungibile.
Alle medesime conclusioni è giunta l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), stabilendo che, in presenza di studi discordanti fra chi sostiene l’innocuità e chi la pericolosità dei campi elettromagnetici, è doveroso applicare il principio di precauzione ALARA onde prevenire i potenziali enormi rischi per la salute pubblica derivanti da tali emissioni, ritenute possibilmente cancerogene, ed in attesa di ottenere dati scientifici certi e comprovati.
Anche l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, dopo aver esaminato la letteratura scientifica pubblicata in materia di tumori che interessano gli utenti del telefono cellulare, ha classificato le radiazioni a radiofrequenza come possibilmente cancerogene per l'uomo.


FONTE : LECCESETTE.IT

VICENZA : « SIAMO ACCERCHIATI DALL'ELETTRODOTTO »

Nasce un comitato di protesta, in località Sottobroli in cui vivono 400 persone, contro il progetto della nuova linea da 220 mila volt
Ancora critiche sulla stazione elettrica di Malo. Stavolta a far sentire la sua voce è un gruppo di cittadini di San Vito di Leguzzano, i cui componenti abitano in località Sottobroli, quartiere di circa 400 abitanti al confine fra i due Comuni. «Saremo accerchiati dagli elettrodotti», denunciano. Secondo il progetto esecutivo presentato da “Terna Spa”, che gestisce la rete elettrica nazionale, i nuovi cavi da 220 mila volt dovrebbero passare non lontano dalle loro case e sui loro terreni: «Una soluzione che - sostengono i residenti - comporta sprechi di denaro pubblico, richiedendo la costruzione di nuove strade e di oltre 3 chilometri di linee elettriche. Oltre ai disagi per residenti e proprietari dei campi». Per questo, attraverso il portavoce Francesco Casato, hanno presentato al Ministero le loro osservazioni al progetto in cui portano avanti una richiesta precisa: «Ritornare alla soluzione iniziale, a Monte di Malo, meno invasiva da tutti i punti di vista». 


mercoledì 9 luglio 2014

ELETTROSMOG: SI CHIUDE LA BOCCA AI CRITICI E SI FA IL GIOCO DELLE COMPAGNIE

I nuovi regolamenti dell’Inail hanno soppresso i dipartimenti deputati a fare ricerca e studiare gli effetti dei campi elettromagnetici. E l’associazione Amica teme che si voglia chiudere la bocca a chi mette in guardia la popolazione. Intanto scattano esposti e interrogazioni parlamentari.
«Il nuovo Regolamento di Organizzazione - Titolo III dell'Ibail sopprime i Dipartimenti di Tecnologie di Sicurezza e quello di Impatto Ambientale degli Insediamenti Produttivi di cui faceva parte il Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni diretto dal Prof. Livio Giuliani» spiega l’associazione Amica che tutela le persone elettrosensibili.«Questo laboratorio Ispesl è stato determinante nella formulazione dei limiti di esposizione per i campi elettromagnetici (DM 381/1998 e Legge 36/2001), compreso il valore di attenzione di 6 volt/metro, che fa dell'Italia un Paese tra più avanzati nella protezione dalle radiazioni non ionizzanti – prosegue Amica - Temiamo che quanto sta avvenendo oggi all’Inail sia solo uno dei tanti passi per abbattere questo livello di attenzione e innalzare i limiti di legge per i campi elettromagnetici che non permettono il pieno sviluppo della telefonia di nuova generazione a banda larga. Il nuovo Regolamento prevede che i dipartimenti centrali dell'ex Ispesl siano ridotti a due e che vadano "in staff al Direttore Generale", mentre i dipartimenti periferici, ridotti a unità operative, devono essere "in staff ai dirigenti regionali". Questa previsione mette di fatto la ricerca in soggezione alla dirigenza amministrativa dell'Istituto, in netto contrasto sia con la Costituzione, che stabilisce che la ricerca è libera, sia con la legge che stabilisce "la competenza della dirigenza amministrativa non si estende alla gestione della ricerca e dell'insegnamento".  L’Inail ha, per giunta, disposto il riordino dei dipendenti dell’Ispesl con soppressione del Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni. Contro tale provvedimento la maggioranza dei dipendenti dell’Ispesl ha proposto ricorso al TAR e alcuni ricercatori universitari, tra cui il prof. Mauro Cristaldi dell’Università di Roma e la Prof.ssa Caterina Tanzarella dell’Università Roma Tre, e associazioni, tra cui noi di Amica, hanno deciso promuovere un ricorso ad adiuvandum per dare forza davanti al giudice al ricorso dei dipendenti ex-Ispesl. La prima udienza si terrà il 29 ottobre». «Che i ricercatori dell’ex ISPESL fossero scomodi per le loro posizioni cautelative era evidente anche dal fatto che non sono stati chiamati ad esprimersi sul MUOS – prosegue l’associazione - La Regione Sicilia infatti ha vincolato il proprio parere in merito al MUOS alla relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, senza chiedere parere anche all’Ispesl nonostante le norme prevedano ancora oggi che l’Ispesl  (incorporato dall’Inail a cui sono state demandate tutte le competenze) abbia una competenza concorrente con l’ISS in materia di radiazioni elettromagnetiche e quindi gli enti locali dovrebbero chiedere parere ad entrambe queste istituzioni, cosa che in Sicilia non è stata fatta. Non è tutto. La soppressione del Laboratorio di Inquinamento da Radiazioni e Ultrasuoni rappresenta un insulto alla tutela della salute pubblica, ma anche alla ricerca scientifica in quanto tale laboratorio è all'avanguardia a livello internazionale per la ricerca degli effetti benefici dei campi elettromagnetici in particolare per la cura dell'infarto. Ha pubblicato, infatti, su due autorevoli riviste scientifiche (Electromagnetic Biology  and Medicine, 2008; Oxford Cardiovascular Research, 2009) uno studio sugli effetti dei campi elettromagnetici estremamente bassi (ELF) sulla differenziazione di cellule staminali cardiache autologhe. Un progetto volto alla prosecuzione di questa ricerca così innovativa, a cui collaborano ricercatori del CNR di Bologna e di Roma, medici dell'Università di Ricerca e il Premio Nobel Luc Montagnier, ha passato positivamente il vaglio dei referee, il National Institute for Environmental Health and Safety (NIEHS), incaricato dal Ministero della Salute di valutare i progetti di ricerca presentati nell'ambito del Piano ministeriale del 2009. I fondi sono stati assegnati nel 2011, ma da allora l'INAIL non li ha erogati. Nel frattempo un'equipe americana ha pubblicato i risultati di una ricerca simile».Il senatore Felice Casson ha presentato una interrogazione parlamentare al riguardo e il prof. Morando Soffritti, presidente dell'Istituto Ramazzini per la ricerca sul cancro di Bolgona, e il dott. Fiorenzo Marinelli del CNR di Bologna hanno presentato un esposto-denuncia  alla Procura di Firenze».


martedì 8 luglio 2014

LUCCA ELETTRODOTTO, COMITATI E COMUNI RIBADISCONO IL NO

I comitati contro l'elettrodotto incassano un'altra, importantissima, vittoria. Il primo atto che segue all'incontro di oggi pomeriggio (25 giugno) a Palazzo Orsetti tra rappresentanti dei cittadini, dall'Oltreserchio alla Versilia fino a Vecchiano e a San Giuliano, e le cinque amministrazioni comunali coinvolte, sarà la richiesta a Terna dell'opzione zero, ovvero: niente nuovo elettrodotto sulle colline, niente centrale elettrica alle ex cave di Balbano e, soprattutto, manutenzione e interventi per l'adeguamento dei tralicci dell'elettrodotto che esiste già e pende sulle teste della gente di Maggiano, Nozzano San Pietro, Formentale, Stabbiano e Farneta, anche loro tutti presenti alla riunione che è stata convocata dal sindaco Alessandro Tambellini.
Alla riunione di oggi erano presenti veramente tutti, dal comitato Starc sorto contro il nuovo progetto dell'elettrodotto nell'Otreserchio, fino al comitato 2005 contro i tralicci a Maggiano, il comitato di Chiatri e semplici cittadini, insieme ai rappresentanti delle cinque amministrazioni coinvolte e della Provincia di Lucca. Il prossimo step sarà una nuova assemblea pubblica già convocata dai comitati per lunedì prossimo (30 giugno) alle 21,30 agli impianti sportivi di Nozzano, per illustrare le osservazioni presentate al progetto entro la scadenza fissata dalla procedura di Via e a prepararsi al prossimo decisivo incontro. Quello cioè fissato in Regione Toscana per il prossimo 1 luglio. In quella sede si metterà probabilmente un punto decisivo nel percorso avviato fino ad ora e alla riunione sono convocati tutti i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto.
Alla partecipata riunione di oggi pomeriggio a Palazzo Orsetti, il presidente del comitato Starc, Simone Lena, accompagnato dai legali e dai tecnici forniti dalla famiglia Marcegaglia, l'avvocato Elena Cirri di Firenze e il dottor Paolo Parma della società di consulenza Made Hse, ha illustrato gli obiettivi dei cittadini. “Il progetto - ha detto Lena - a tutti gli effetti non sembra essere necessario visto l'andamento della richiesta di energia sul territorio e la realizzazione del progetto è incompatibile con il territorio su cui verrebbe collocato. E’ per questo che si chiede a gran voce l'opzione zero. In attesa di dismetterlo - ha aggiunto poi Lena - Terna deve ancora risolvere i problemi di sicurezza relativi al vecchio elettrodotto, ormai obsoleto e costruito in un periodo in cui evidentemente la sensibilità per l'ambiente e la salute dei cittadini era piuttosto carente”.
Solo se Terna dimostrerà che un nuovo elettrodotto è davvero “necessario” - sostengono i cittadini - “dovrà presentare eventuali progetti alternativi che saranno sottoposti ad opportuna valutazione”. Ma i cittadini insistono comunque nel richiedere l'opzione zero: ovvero niente elettrodotto e graduale dismissione di quello esistente.
Per quanto riguarda la previsione della stazione elettrica nella Cava di Batani, le amministrazioni chiedono di conoscere le effettive esigenze alla base della proposta di Terna ed in tal senso è intenzione dei Comuni di chiedere che i fondi che la stessa Terna, in qualità di soggetto che propone il progetto deve versare all’autorità competente, vale a dire al Ministero per l’Ambiente, nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, siano destinati anche a conferire un incarico ad un istituto universitario e di ricerca, in grado di fornire risposte terze ed imparziali sull’intera proposta progettuale.
L’amministrazione comunale di Lucca che ha voluto promuovere l’incontro di ieri proprio nell’ottica di coordinare l’azione dei diversi soggetti -Enti locali e comitati- in vista della riunione del tavolo di concertazione, ha ribadito la necessità di procedere nella direzione indicata anche dai rispettivi consigli comunali.
La vera partita, dopo quella vinta oggi con il sostegno di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, sarà quella che si giocherà martedì prossimo in Regione Toscana.
“Lucca si presenterà al tavolo in Regione – afferma il sindaco Alessandro Tambellini – portando con sé tutte le osservazioni che sono pervenute in Comune da parte dei cittadini, delle associazioni e dei comitati”.


ELETTRODOTTO: PONTE NELLE ALPI SI AFFIDA A UN ESPERTO

Il Comune contatta alcune università per valutare la fattibilità delle varie soluzioni in campo.
PONTE NELLE ALPI. Caso elettrodotto: il Comune valuta l'idea di appoggiarsi a un esperto per capire la fattibilità di alcune soluzioni.
«In questi ultimi tempi si sta parlando di molte cose, dalla corrente continua al passaggio della linea lungo il corridoio autostradale», spiega l'assessore Ezio Orzes.
«Sono necessari approfondimenti tecnici per capire se sono fattibili, cosa comporterebbero per Ponte nelle Alpi, se sono attuabili in tempi brevi». L'assessore si è già messo all'opera per individuare l'esperto, sta contattando alcune università e sta anche cercando di capire se il bilancio consente di impegnare una certa cifra per pagarlo.
Quella di avere accanto una figura esperta, in una partita complessa com'è quella della razionalizzazione degli elettrodotti, è una richiesta che alcuni membri del comitato Stop elettrosmog fanno da anni ad Orzes.
Che lo sa e lo riconosce.
Nel contempo, l'assessore invita il comitato a individuare un referente, perché al gruppo spetta la nomina di un componente della commissione ambiente, che va rifatta dopo le elezioni.
La commissione è composta da 12 persone: sette nominate dalla maggioranza, tre dalla minoranza (Diana Broi è stata avvertita di indicare i tre nomi, con preghiera che si tratti di tecnici – architetti, ingegneri, periti, ecc. - per mantenere lo stesso profilo che l'ha contraddistinta dalla sua costituzione) e due vengono indicati di comitati “Salvaguardia ambiente” e “Stop elettrosmog”.
Servono i nomi anche per i tavoli tecnici, che sono stati richiesti dai comitati, ma anche dalla Regione (con la risoluzione 72) e dal Comune di Belluno, con la mozione approvata il 12 giugno.
Orzes auspica si faccia una sintesi, per non creare tre organismi che discutano della stessa materia e che rischiano di sovrapporsi.
«Bisogna essere concreti», afferma l'assessore. Il quale, poi, entra nel merito del progetto: «Siamo ad un passo dalla soluzione di un problema che Ponte nelle Alpi ha da 60 anni. Fermare la procedura oggi vorrebbe dire perdere altri anni, non ci sono le condizioni per rivedere il progetto in tempi rapidi, come sostengono i comitati».
Nel ricordare che il Comune di Ponte non potrebbe chiedere il risanamento del territorio, perché la normativa che lo disciplina è priva di decreti attuativi, Orzes conclude: «E' stato studiato ogni metro per capire dove far passare le linee in uscita dalla stazione di Polpet. Avevamo trovato un punto di equilibrio. Riteniamo però che debbano essere eliminati dal progetto gli elementi che rendono plausibile la caratterizzazione di quest'opera come un frazionamento di un piano di sviluppo più ampio. Il progetto dovrebbe riportare quale corrente di riferimento quella delle linee a cui si attestano i nuovi tratti, e quali sostegni e componenti quelli standard a 220 kV, come per le altre linee dello stesso progetto esercite alla medesima tensione».


lunedì 7 luglio 2014

ELETTRODOTTO SORGENTE-RIZZICONI, IL DEPUTATO VILLAROSA (M5S) PRESENTA UN’INTERROGAZIONE ALLA CAMERA

Con un’interrogazione scritta, Villarosa, D’Uva, Cancelleri, Segoni e Daga del Movimento Cinque Stelle, ripropongono alla Camera l’increscioso tema dell’Elettrodotto Sorgente Rizziconi, che Terna sta completando tra Calabria e Sicilia. In particolare, risulta ultimato il tratto compreso tra Sorgente e Pace del Mela, nel quale i cavi sono stati interrati. E’ stato avviato inoltre anche il posizionamento dei cavi aerei, contemporaneamente a quello degli ultimi piloni monostelo. L’argomento viene tenuto sempre caldo dalle associazioni presenti sul territorio.
In particolare, diversi servizi giornalistici sono stati realizzati a Pace del Mela, dove il quartiere di Passo Vela viene tristemente rinominato “quartiere delle donne con le parrucche” e anche a Venetico, dove, lo ricordiamo, sono state invitate, dopo quelle di Rai News 24, anche le telecamere di Striscia La Notizia. Da quel servizio televisivo, però, il Comitato di tutela non ottenne l’effetto sperato.
Sull’onda di questo generale malcontento e senso di paura ormai diffuso, è stata dunque indirizzata al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, un’interrogazione scritta, della quale riportiamo il testo integrale. Pare infatti che, nel Piano di Sviluppo 2013, Terna abbia proposto di realizzare un secondo elettrodotto nel territorio siciliano, dalla stazione elettrica nel torrente Gallo a Sergente.

 Al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
l’iter e la valutazione del progetto di elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi sono caratterizzati da numerose «anomalie» nell’applicazione delle norme vigenti (regionali, nazionali e comunitarie), anche se l’opera è in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge; ( leggi QUI l’articolo completo )


FONTE : STRETTOWEB.COM

RIORGANIZZAZIONE DEGLI ELETTRODOTTI: PREMIO VERDE AL COMUNE DI CALENZANO

Il municipio di Calenzano Il Comune di Calenzano ha ricevuto il Green Pride Toscana, il premio per le eccellenze toscane della Green Economy. Il riconoscimento, consegnato al Sindaco Alessio Biagioli, si riferisce alla riorganizzazione degli elettrodotti. Il premio è della Fondazione Univerde, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e con Terna ed ha avuto il patrocinio della Regione Toscana. 
È stato assegnato a Calenzano per il lavoro condiviso tra Amministrazione e Terna nella riorganizzazione degli elettrodotti, che ha portato alla definizione di un piano degno di nota.   “Oggi viene premiato il lavoro preventivo che abbiamo fatto insieme a tutti i soggetti interessati – ha detto il Sindaco di Calenzano Biagioli – un impegno che ha portato risultati positivi, non solo dal punto di vista organizzativo ma soprattutto per l’ambiente. Dopo questa riorganizzazione avremo meno cavi aerei dell’alta tensione, minori emissioni e un paesaggio più bello da vedere”.

FONTE: COMUNE DI CALENZANO

FONTE : GONEWS.IT

domenica 29 giugno 2014

BENEVENTO - POSSIBILE INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: ASSOCIAZIONI E COMITATI DIFFIDANO IL SINDACO

L'Associazione Altrabenevento, il Comitato Pantano, il Comitato San Vitale – Pantano, il Comitato c.da Corvacchini, il Comitato c.da Malecagna, il Comitato voce per la contrada, l'Associazione Pro Vita c.da Acquafredda e l'Associazione ANTA (Associazione Nazionale Tutela Ambientale)

 annunciano di aver depositato al protocollo del Comune di Benevento 

un atto di diffida al sindaco affinchè eserciti i suoi poteri per la tutela della salute pubblica. Le motivazioni sono spiegate in un dettagliato comunicato stampa.

“All’Albo Pretorio di alcuni comuni, con eccezione di quello di Benevento, è stata pubblicato l'avviso con il quale la società Terna Rete Italia comunica che dal 29/06/2014 sarà messo in funzione il nuovo elettrodotto ad Alta Tensione (380 KV) da Foggia a Benevento. I Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico con decreto del 21/06/2011 hanno autorizzato il nuovo elettrodotto ma con un diverso tracciato rispetto a quello attuale per allontanarlo dalla città di Benevento in modo che nella fascia di rispetto di almeno 53 metri a destra e sinistra dai tralicci, non vi fossero case e luoghi di permanenza dei cittadini.

Nel territorio del Comune di Benevento, TERNA avrebbe dovuto quindi realizzare 45 nuovi sostegni (tralicci alti 70 metri) da contrada Corvacchini (al confine con il comune di Pietrelcina) fino alla stazione elettrica di Benevento 2, in contrada Ciancelle. Terminato il nuovo impianto, la società elettrica, a totale capitale pubblico, avrebbe dovuto smantellare il vecchio elettrodotto per porre fine alla esposizione di centinaia di residenti al notevole inquinamento elettromagnetico.

Ed invece, TERNA ha sostituito solo 6 tralicci su 45 ed ha installato i nuovi cavi sul vecchio tracciato realizzando in tal modo il potenziamento della linea ad Alta Tensione senza tener conto delle prescrizioni della commissione di Valutazione di Impatto Ambientale e in dispregio alla autorizzazione Ministeriale.

Infatti, la installazione dei nuovi cavi potenziati sui vecchi tralicci, comporta che nella fascia di rispetto di almeno 53 metri, dove non dovrebbero esserci abitazioni ed insediamenti ove si sosta per più di 4 ore, ci sono oltre un centinaio di abitazioni e luoghi stabilmente frequentati dai cittadini, costruiti quando la legge non imponeva fasce di rispetto. Terna con un comunicato di ieri ha dichiarato che si tratterebbe di una “soluzione” temporanea, fino al costruzione di una nuova stazione elettrica, estesa quattro ettari da realizzare in contrada La Francesca.
Si tratta di un’opera non prevista dalla autorizzazione ministeriale che comporta un ulteriore pesante inquinamento elettromagnetico per altri numerosi abitanti delle contrade e che seppure definitivamente autorizzata nonostante i numerosi ricorsi ed opposizioni, richiederebbe tempi lunghi per la costruzione. Intanto, secondo TERNA, centinaia di cittadini che risiedono e lavorano nelle contrade Acquafreda, Olmeri,San Chirico,La Badessa,Mosti,SanVitale,Pantano,Pino,Ciancelle,Cardilli, a pochi metri dall’elettrodotto potenziato che domenica dovrebbe entrare in funzione, dovrebbero essere sottoposti ad inquinamento elettromagnetico nonostante le leggi di tutela.”


FONTE : NTR24.TV

venerdì 27 giugno 2014

CON IL CELLULARE SEMPRE IN TASCA FERTILITÀ A RISCHIO PER GLI UOMINI

Un nuovo studio sul rapporto tra fertilità maschile e radiazioni punta il dito ancora una volta contro i cellulari: spermatozoi indeboliti dell’8 per cento.
Telefonini e organi riproduttivi maschili, un legame a rischio. Una nuova ricerca sul rapporto tra onde elettromagnetiche e spermatozoi conferma quel che già altri studi avevano affermato: meglio che i primi stiano lontani dai secondi. Gli ultimi dati sono britannici, compilati dalla facoltà di biologia dell’università di Exeter, nel Devon, e arrivano alla conclusione che l’abitudine reiterata di riporre il cellulare nella tasca dei pantaloni o comunque a stretto contatto con i genitali maschili sia responsabile di un calo della fertilità dell’8 per cento rispetto alle potenzialità medie di procreazione.
Calano velocità e mobilità
Gli scienziati inglesi hanno usato i risultati incrociati di dieci studi diversi svolti in passato e preso in esame i dati rispetto alla velocità e alla mobilità degli spermatozoi di circa 1.500 uomini adulti, oltre a valutare la qualità del liquido seminale e la sua concentrazione. Per arrivare a concludere che le radiazioni causate dal campo elettromagnetico del telefono cellulare, se particolarmente vicine all’organo maschile, finiscono per incidere sugli elementi chiave della fertilità, ovvero le caratteristiche di azione degli spermatozoi. E se il gruppo di controllo degli uomini analizzati presenta una percentuale statistica di mobilità degli spermatozoi che va dal 50 all’85 per cento, negli uomini che abitualmente usano tenere il cellulare in tasca questo numero calerebbe dell’8 per cento. «Un dato particolarmente importante per quella fascia di uomini che già sono in una situazione di confine tra fertilità e infertilità», commenta la ricercatrice inglese Fiona Mathews, autrice dello studio. Nel mondo, secondo i dati statistici, il 14 per cento delle coppie che vive in condizioni economiche e di salute buone o medie ha difficoltà di concepimento.

Dal cellulare al tablet
Ma come precisa la ricercatrice, prima di arrivare a dare la colpa ai cellulari e alle onde elettromagnetiche, nonostante i molti studi che continuano a legare radiazioni e problemi di fertilità maschile, è necessario svolgere ulteriori studi epidemiologici, aggiungendo al portare con sé il cellulare anche altri elementi fondamentali dello stile di vita maschile, che vanno dall’alimentazione al sonno, al fumo, all’attività fisica. Per ora questa ricerca si inserisce nella ricca letteratura sul tema: una delle ultime a mettere in guardia la popolazione maschile era americano-argentina e diceva che con quattro ore di laptop o di tablet sulle gambe, per via della connessione Wi-Fi, si danneggiava la mobilità degli spermatozoi fino al 25 per cento. Ancor prima (era il 2010 e l’uso degli smartphone non era così diffuso) uno studio dell’ateneo dell’Ohio su oltre 300 uomini aveva calcolato che chi usava molto il cellulare vedeva calare la mobilità degli spermatozoi del 30 per cento

FONTE : CORRIERE DELLA SERA