Pubblichiamo qui sotto un'articolo di Giuseppe Teodoro blogger di WILD ITALY che spiega la situazione che si verrà a creare a breve termine analizzata da un altro punto di vista , diverso da quello "istituzionale ".
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Il cerchio
si chiude! Dopo lo “Sblocca Italia”, con la munifica elargizione di
semplificazioni autorizzative, ecco in arrivo per le multinazionali delle
telecomunicazioni il piatto forte: il governo Renzi si dichiara pronto ad
innalzare i limiti di esposizione dei campi elettromagnetici per le
radiofrequenze attualmente in vigore in Italia.
La notizia –
una vera e propria bomba – si è sparsa nei giorni scorsi, dopo l’avvenuta
presentazione alla Commissione Europea da parte del Governo italiano del Piano
per la diffusione della banda ultralarga, quella “autostrada informatica”
definita “l’infrastruttura portante dell’intero sistema economico e sociale”, a
cui l’Italia dovrebbe allacciarsi per superare il divario digitale con gli
altri Paesi europei.
Tra le misure
contenute nel Piano figura quella di “uniformare i limiti nazionali a quelli
europei in materia di elettromagnetismo” e “innalzare i limiti
elettromagnetici”, ciò per favorire la realizzazione di un mercato unico
digitale europeo, standardizzando regole ed opportunità.
Ma cosa
significa tutto ciò? Che la rete delle infrastrutture di comunicazione
elettronica, cioè l’insieme di antenne, tralicci e ripetitori posti a supporto
dei servizi di telefonia mobile, fino ad oggi funzionale alle tecnologie “tradizionali”
(gsm, umts, 2g e 3g,), da domani non sarà sufficiente a sostenere le tecnologie
di ultima generazione (LTE), quelle che permetteranno di far viaggiare dati a
velocità supersoniche, attraverso appunto la banda ultralarga.
La
realizzazione, infatti, di una nuova rete di impianti funzionali al 4G non può
essere concepita sfruttando il co-siting, ovvero l’utilizzo di uno stesso sito
per allocarvi più antenne, come già avviene per gran parte della rete
esistente, perché le emissioni elettromagnetiche aumenterebbero al punto da
superare i limiti vigenti nel nostro Paese.
Da qui
l’idea di innalzare le soglie di legge per uniformarle a quelle di gran parte
del resto d’Europa.
E qui sta il
problema: l’Italia è il paese dei record, ma anche delle contraddizioni. Ha una
legislazione più rigida di tanti altri paesi europei, ma che paradossalmente
non ha impedito di realizzare un parco antenne e tralicci più numeroso di
quello esistente negli Stati Uniti!
E’ il terzo
paese consumatore al mondo di servizi per telefonia mobile, ma vaste aree del
territorio accusano il digital divide!
Qualcosa non
quadra in questo assurdo panorama di numeri, in cui a rimetterci sono
soprattutto le comunità di cittadini, che scontano in termini di rischio per la
salute l’invasivo e consolidato fenomeno di “antenna selvaggia”, deprecabile
compromesso al ribasso per la qualità della loro vita.
Non si tratta di qualificarsi
ambientalisti, verdi o integralisti, per sostenere che la pretesa di aumentare
i limiti elettromagnetici è ….. insostenibile!
FONTE : WILDITALY