OSPITALETTO.
L'altro ieri la firma del provvedimento che si fa carico delle preoccupazioni
espresse dal Consiglio comunale, l'ordinanza
del primo cittadino dichiara guerra all'elettrodotto di Lovernato.
Detto,
fatto. Dopo il Consiglio comunale che una decina di giorni fa aveva in sostanza
dichiarato guerra a Terna, il sindaco di Ospitaletto Giovanni Battista Sarnico
ha firmato l'altro ieri, giovedì, «un'ordinanza contingibile e urgente per la
tutela della salute dei cittadini contro le emissioni elettromagnetiche
propaganti dagli elettrodotti a Lovernato», che ordina la rimozione dei
tralicci dell'elettrodotto, posizionati nel parco a poche decine di metri dal
santuario e dal borgo storico, vincolato ai fini della tutela dei beni di
interesse storico, architettonico ed artistico. Il provvedimento del primo
cittadino ordina alla società Terna e a Terna Rete Italia, rispettivamente
proprietaria e titolare della gestione degli elettrodotti, «di garantire
l'interruzione delle emissioni ove del caso rimuovendo i tralicci in Lovernato
e ripristinando il precedente tracciato elettrico, entro il termine di 60
giorni». La «dichiarazione di guerra» di Ospitaletto è stata trasmessa ad un
lungo elenco di enti a vario titolo coinvolti nella vicenda: ai ministeri .... ( Leggi QUI
l'articolo completo )
Il comitato
protesta, ma per Terna in Fvg la soluzione aerea è l’unica possibile. Alla base
della scelta motivi tecnici ed economici legati alla sicurezza della rete.
UDINE. In
Piemonte si fa: un elettrodotto completamente interrato che da Piossasco arriva
fino alla stazione francese di Grand’Ile in Savoia, 190 chilometri di linea che
in buona parte correrà sotto o accanto a strade e autostrade per ridurre al
massimo l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio. Proprio come sognavano di fare
anche in Friuli i sindaci e i comitati sorti un po’ ovunque per opporsi alla
costruzione di nuovi tralicci.
Ma perché in
Piemonte è stata scelta questa soluzione e in Friuli invece Terna (la società
proprietaria della rete che ha il compito di garantire la trasmissione di
energia in tutto il territorio nazionale) ha sempre sottolineato come
l’interramento non fosse possibile? I motivi sono tanti. Prima di tutto tecnici
perché la linea che varcherà la frontiera attraverso la galleria di sicurezza
del Frejus è a corrente continua a 320 kV, mentre quella tra Redipuglia e Udine
ovest è a doppia terna a 380 kV. Per garantire la stessa potenza sarebbe
necessario costruire 4 linee di cavo interrato.
di Nolwenn Weiler - Tradotto da Barbara Simona Leva
Studi di
parte, pseudo-perizie, finanziamenti occulti: a partire dagli anni ’50 gli
industriali hanno iniziato a manipolare la scienza a loro beneficio. Le
tecniche di depistaggio della scienza, inaugurate dai giganti della sigaretta,
sono oggi utilizzate dai produttori di pesticidi e dagli scettici del
riscaldamento globale. La decimazione delle api è diventata un “mistero” e il
cambiamento climatico “relativo”. Strategie decifrate da Stéphane Foucart,
giornalista scientifico, nella sua opera "La fabbrica della menzogna, in che maniera gli industriali ci
mentono mettendoci in pericolo".
Basta!: Gli
industriali hanno scelto di storcere la scienza, voi dite, per neutralizzare
quello che potrebbe nuocere alle loro attività. Per esempio le rivelazioni sui
disastrosi effetti sanitari di alcuni prodotti. Come fanno?
Stèphane
Foucart: La tecnica “d’utilizzo della scienza” fu teorizzata da John Hill, un
grande comunicatore americano. Gli industriali della sigaretta lo chiamarono a
soccorso nel 1953, nel momento in cui venivano pubblicati i primi lavori
scientifici sulla relazione tra sigaretta e cancro. A seguito di una riunione
d’emergenza (1), John Hill stese un breve testo dove sosteneva, in sostanza:
“La scienza è uno strumento molto potente, nel quale le persone hanno fiducia.
Non la si può attaccare direttamente. Bisogna procedere diversamente. Bisogna quindi appropriarsi della scienza
stessa, orientarla, metterla nelle nostre mani”. John Hill propose in
particolare di creare un organo comune ai giganti della sigaretta, per
finanziare la ricerca accademica, condotta in seno a laboratori universitari,
per esempio. Centinaia di milioni di dollari saranno quindi introdotti nella
ricerca tramite quest’organo. Per
finanziare gli studi che conducono all’assenza di pericolo nel tabacco, ma non
solamente. Hanno per esempio finanziato la ricerca genetica funzionale, che
analizza i meccanismi molecolari allo scatenarsi delle malattie.
Questo tipo
di ricerca è benefico per gli industriali: le origini ambientali delle malattie,
e specialmente del cancro, sono “dimenticate” e occultate....
La relazione
sostiene che sono «rispettati i limiti previsti dalla legislazione in materia
di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici»
CATANIA –
«Nessun pericolo per la salute». La relazione conclusiva dell'Istituto
superiore di Sanità esclude l’impatto negativo dei campi elettromagnetici
generati dalle antenne del sistema radar Muos degli Usa a Niscemi. «I risultati
delle misure sperimentali effettuate dall'Ispra», ( leggi QUI l’articolo
completo )
Il Consiglio
di Stato, con la sentenza n.3205 dello scorso 10 giugno, approfondisce la
disciplina prevista dall’art. 1 sexies del d.l. n. 239 del 2003 (Disposizioni
urgenti per la sicurezza e lo sviluppo del sistema elettrico nazionale e per il
recupero di potenza di energia elettrica).
L’art.
1-sexies del d.l n. 239 del 2003, come sostituito in sede di conversione dalla
legge n. 239 del 2004, e successivamente modificato dall’articolo 27, comma 24,
lettera a), della legge n.99 del 2009, prevede che le funzioni in merito alla
realizzazione e all’esercizio degli elettrodotti facenti parte della rete
nazionale di trasporto dell’energia elettrica sono di competenza dello Stato.
Inoltre, dispone che l’autorizzazione unica per la realizzazione di
elettrodotti di rilevanza nazionale sostituisce qualunque atto d’assenso e
costituisce titolo per la realizzazione del progetto e che l’accertamento della
conformità delle opere ai piani urbanistici ed edilizi è di competenza del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Il comma 3
dell’art. 1-sexies del medesimo decreto legge prevede, ulteriormente, che
l’autorizzazione sia rilasciata a seguito di un procedimento unico, nel
rispetto dei principi di semplificazione e con le modalità di cui alla legge 7
agosto 1990, n. 241. Il procedimento può essere avviato sulla base di un
progetto preliminare al quale “partecipano il Ministero delle infrastrutture e
dei trasporti, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e le
altre amministrazioni interessate nonché i soggetti preposti ad esprimersi in
relazione ad eventuali interferenze con altre infrastrutture esistenti. Ai fini
della verifica della conformità urbanistica dell’opera, è fatto obbligo di
richiedere il parere motivato degli enti locali nel cui territorio ricadano le
opere”. Corollario di tale disposizione è la necessaria partecipazione al
procedimento della Regione e dei Comuni il cui territorio è interessato dal
progetto. A questi non spetta, peraltro, l’accertamento della conformità delle
opere ai piani urbanistici ed edilizi di cui è esclusivamente competente lo
Stato, ma solo l’espressione di un parere.
Nel caso in
cui l’autorizzazione unica delle opere progettate non dovesse essere conforme
agli strumenti urbanistici comunali, ciò non comporterebbe l’illegittimità
dell’autorizzazione stessa.
Nel caso in esame, i giudici di Palazzo Spada si
soffermano, in particolare su un altro tema rilevante, quello attinente la
compatibilità del progetto di un elettrodotto con i valori paesaggistici e
ambientali,.... ( leggi QUI l'articolo completo )
E’ stata
pubblicata sulla gazzetta ufficiale
Gazzetta europea del 29 giugno 2013 la direttiva 2013/35/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 26 giugno 2013 riguardante
le disposizioni minime di sicurezza e di
salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti
fisici (campi elettromagnetici) (ventesima direttiva particolare ai sensi
dell’articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE) e che abroga la
direttiva 2004/40/CE.
Possiede un
ambito di applicazione rappresentato da
tutti gli effetti biofisici diretti e gli effetti indiretti noti,
provocati dai campi elettromagnetici.
Mira,
inoltre, alla determinazione dei valori limite di esposizione (VLE) da
intendere come il frutto delle relazioni scientificamente accertate tra effetti
biofisici diretti a breve termine ed esposizione ai campi elettromagnetici.
Dei valori
limiti di esposizione vi sono diverse categorie: VLE relativi agli effetti
sanitari», VLE al di sopra dei quali i lavoratori potrebbero essere soggetti a
effetti nocivi per la salute, quali il riscaldamento termico o la stimolazione
del tessuto nervoso o muscolare; VLE relativi agli effetti sensoriali», VLE al
di sopra dei quali i lavoratori potrebbero essere soggetti a disturbi
temporanei delle percezioni sensoriali e a modifiche minori delle funzioni
cerebrali. A tali VLE si associa poi un livello di azione e cioè i livelli operativi stabiliti per semplificare
il processo di dimostrazione della conformità ai pertinenti VLE.
La direttiva
2013/35/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno
2013 contiene le seguenti definizioni:
«campi
elettromagnetici», campi elettrici statici, campi magnetici statici e campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo con frequenze sino
a 300 GHz;
«effetti
biofisici diretti», effetti provocati direttamente nel corpo umano dalla presenza
di un campo elettromagnetico;
«effetti
termici», quali il riscaldamento dei tessuti attraverso l’assorbimento di
energia dai campi elettromagnetici nel tessuto;
«effetti non
termici», quali la stimolazione di muscoli, nervi od organi sensoriali;
«effetti
indiretti», effetti provocati dalla presenza di un oggetto in un campo
elettromagnetico che possono divenire la causa di un rischio per la sicurezza o
la salute.
Una sentenza
storica quella emessa dal Consiglio di Stato a proposito dell’elettrodotto Dolo
Camin. I comuni di Vigonovo, Saonara, Stra, Camponogara, Dolo e Fossò, da una
parte, e i Comitati, dall’altra, dopo anni di lotta sono riusciti ad averla
vinta su Terna e sui ministeri all’Ambiente, alle Attività produttive, delle
Infrastrutture e Trasporti, nonché sulla Presidenza del Consiglio e sulla
Regione Veneto. I ricorrenti si erano appellati contro i decreti ministeriali
che avevano deciso la realizzazione dello sconcertante elettrodotto e avverso
la sentenza del Tar del Lazio che quei decreti li aveva avallati.
E dire che
Terna si era affrettata a dare inizio ai lavori e, ben convinta del suo
strapotere, si faceva beffe di chi dubitava che la decisione del tribunale
superiore potesse riformare la sentenza n. 4068 emessa dal Tar il 7 maggio
2012. Finalmente ha prevalso la ragione e il Comitato del Friuli Rurale che sin
dal primo momento è sempre stato al fianco dei Comuni resistenti e degli amici
del Comitati locali, plaude e festeggia con loro una vittoria che a ragione
deve definirsi storica. A maggior ragione, per il fatto che a condurre la loro
assistenza legale è stato lo stesso avvocato che difende i comuni contrari
all’elettrodotto Redipuglia-Udine ovest. Il Comitato per la Vita del Friuli
Rurale si dice certo che la nuova Giunta regionale vorrà distinguersi da chi
l’ha preceduta, per dare vita ad una serena revisione del progetto, più consona
al valore ambientale delle nostre terre, alla realtà dei fabbisogni energetici
e alla tecnologie in campo.
La fiducia
nelle istituzioni e nel buon senso delle persone di buona volontà finirà per
prevalere e poco importa se Terna ha voluto accelerare i tempi facendosi
autorizzare da un inusuale decreto prefettizio l’accesso ai fondi dove fare
quei necessari rilievi e sondaggi che evidentemente non ha mai fatto a tempo
debito. Poco importa se per anni è riuscita a condizionare i media locali e,
ancora oggi, a inondare la stazione ferroviaria di Udine con cartelloni pubblicitari
magniloquenti, fatti apposta per acchiappare il consenso dei merli: noi
affrontiamo gli eventi a piè fermo, armati di amore di Patria, di fiducia nella
legalità e rincuorati dalla odierna sentenza del Consiglio di Stato.
Anche in
Friuli Davide saprà vincere Golia e averla vinta su tutti i suoi camerieri e
menestrelli!
Aldevis
Tibaldi – Comitato per la Vita del Friuli Rurale
DIETRO LA
VITTORIA
La battaglia
legale sinora è costata 150mila euro
VIGONOVO –
Oltre 150mila euro. È questa la spesa complessiva sostenuta da comuni, Comitati
e da privati cittadini per i ricorsi presentati nelle varie fasi
dibattimentali, prima al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato. Gli oneri
maggiori (45mila euro a testa) se li sono assunti le amministrazioni comunali
di Vigonovo (Ve) e Saonara (Pd), i due paesi che con la realizzazione
dell’elettrodotto avrebbero pagato più degli altri l’impatto ambientale nei
loro rispettivi territori. (V.Com)
Un
esperimento scientifico danese compiuto da un gruppo di ragazze della scuola
secondaria superiore ha suscitato interesse in tutto il mondo e potrebbe farci
cambiare idea riguardo la proliferazione dei dispositivi wireless nelle nostre
case.
Secondo il sito
web danese di notizie DR, cinque ragazze della prima classe superiore di
Hjallerup hanno avviato l’esperimento dopo avere notato che quando la notte
dormivano con il cellulare acceso accanto alla testa, il giorno successivo
mostravano difficoltà a concentrarsi.
Non essendo
in grado di condurre un esperimento sugli effetti dei segnali wireless
sull’attività cerebrale, le ragazze hanno quindi deciso di osservare la
crescita di piante vicino ai router WiFi – e i risultati hanno un che di
sconvolgente.
Come
riferisce il sito, sei vaschette di semi di crescione dei giardini sono state
messe in una stanza senza alcun router WiFi, mentre altre sei vaschette dello
stesso tipo sono state collocate in un’altra stanza, accanto a due router WiFi,
i quali, stando ai calcoli delle ragazze, emettevano più o meno lo stesso tipo
di onde di un comune cellulare.
Nel corso
dei 12 giorni dell’esperimento, i semi nelle sei vaschette distanti dairouter
sono cresciuti normalmente, mentre i semi vicino ai router non l’hanno fatto.
Anzi, le foto diffuse mostrano che molti dei semi collocati vicino ai
routersono diventati marroni e sono morti.
“Questo ha
scatenato in Danimarca un acceso dibattito in merito ai possibili effetti
negativi sulla salute da parte di telefoni cellulari e impianti WiFi,” ha detto
alla ABC News Kim Horsevad, insegnante di biologia alla scuola di Hjallerup.
La Horsevad ha affermato che parte della
discussione sugli effetti negativi
dell’esperimento ha riguardato l’ipotesi che i semi di crescione si
siano seccati a causa del calore emesso dai router WiFi utilizzati. Ha
raccontato che nel corso dell’intero esperimento le studentesse hanno mantenuto
sufficientemente idratati entrambi i gruppi di semi di crescione e che le
temperature sono state regolate da termostati.
Secondo
Popular Science uno studio simile è stato condotto tre anni fa in Olanda,
quando i ricercatori osservarono che alcuni alberi nelle aree urbane stavano
presentando “protuberanze” sulla corteccia. L’esperimento, effettuato
dall’università di Wageningen, ha comportato l’esposizione per tre mesi di 20
alberi di frassino a vari tipi di radiazioni.
Gli alberi scelti per verificare la tolleranza a forti segnali WiFi
cominciarono a manifestare tipici segni di malattia da radiazione, tra cui un
aspetto lucido, simile al piombo, sulle foglie.
Riguardo
all’attenzione che l’esperimento scientifico delle ragazze sta avendo, la
Horsevad ha dichiarato che il professore di neuroscienze Olle Johanssen,
insieme all’istituto svedese Karolinska, ha manifestato un grande interesse.
“Probabilmente
[Johanssen] ripeterà l’esperimento in condizioni scientifiche, in un ambiente
controllato e professionale,” ha detto la Horsevad. “Pertanto è ovviamente
consigliabile attendere gli esiti dei suoi esperimenti prima di incentrare importanti decisioni sui
risultati dell’ esperimento delle ragazze.”
Fonte:
Daniel Bean per ABC News (24 maggio 2013)
Traduzione
di Gabriele Picelli per www.times.altervista.org