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sabato 15 aprile 2023

AL QUARTIERE GESCAL O PARCO DELLE TORRI INCOMINCIANO I LAVORI - QUI ALCUNI CHIARIMENTI OTTENUTI SULLE BONIFICHE

 

La serata ha registrato purtroppo una scarsa affluenza (come tante altre iniziative) ma visto l’ordine del giorno e la particolarità dell’argomento ci aspettavamo più partecipazione, Come avevamo anticipato è iniziata con un leggero accenno alle bonifiche per poi concentrarsi sulle opere di corredo urbano che verranno eseguite.

Precisazione; per correttezza rettifichiamo quanto affermato in precedenza perché non eravamo al corrente dei finanziamento di Regione, nel febbraio del 2019 l'assessore Lamiranda ci illustrò il progetto con un onere di costo complessivo di 4.305.000 di euro finanziati da Regione Lombardia di cui circa 2.000.000 di euro affidati al comune di Sesto S.G. per i lotti C e D il restante ad ALER per i lotti F; H e I

Nulla da dire sul progetto "urbanistico" che riteniamo valido, sempre che non venga vandalizzato il giorno dopo la consegna al quartiere.
Il tema delle bonifiche siamo riusciti ad affrontarlo nel dettaglio solamente perché abbiamo posto una domanda diretta a fine presentazione, e sinteticamente prevede un inizio lavori con l’asportazione del terreno contaminato, per una profondità di circa 1 / 1,5 metri a causa dei numerosi sottoservizi interrati come le linea della corrente, linee gas, luce fogne ecc.., che di fatto impediscono di scendere oltre quella quota, dopodiché verranno stesi teli di plastica per isolare gli inquinanti e riportato materiale “pulito” sul quale piantumare ed installare / costruire le attrezzature presentate (campo da bocce, giochi ecc..).
Non ci dilungheremo sulla configurazione del campo da bocce o del tipo di piante scelte, nel nostro racconto vi raccontiamo quello che invece cos’è emerso durante il dibattito finale.
La domanda posta chiedeva di spiegare cosa è stato trovato nel sottosuolo come materiale inquinante e lo scopo del laghetto per limitare la percolazione.
La geologa dell'ufficio ambiente del comune ha spiegato che l’indagine condotta è stata accurata ed ha preso molto tempo agli uffici preposti collaborando anche con ARPA, ATS e uff. della Regione e città Metropolitana, ha visto l’esecuzione di carotaggi (con perforazioni a 4 metri) o scavi in trincea (che prevedono uno scavo ad una profondità compresa da un min di 50 cm fino ad un max di 1,5 metri circa)  che hanno evidenziato praticamente la presenza di idrocarburi e di tutti i metalli pesanti conosciuti (cromo esavalente compreso) oltre ad inerti e scarti normalmente presenti in una comune discarica, ammettendo pubblicamente che il quartiere è stato costruito su una cava usata per estrarre argilla ed utilizzata successivamente come discarica.
E’ stato spiegato correttamente anche che l’opera è degli anni 70 ( 1972-1978) antecedente alla prima legge ambientale risalente ai primi anni del 1980, giustificando così la scelta fatta quei tempi (per noi scellerata) di costruire senza bonificare.
La spiegazione e la ricostruzione la consideriamo precisa e corretta, ci rimane il dubbio di come la politica (di allora), anche in assenza di leggi di tutela sanitaria e ambientale abbiano potuto consentire, ed autorizzare la costruzione di un quartiere di circa 2000 persone sopra (SOPRA) una discarica utilizzata dalle azienda del comparto metallurgico presente allora.
Sulla presenza del laghetto presentata come una vasca di laminazione delle acque piovane (perché c’è un obbligo di legge in merito), precisiamo che questo è vero in parte, il laghetto non è una vasca di laminazione (le vasche di laminazione trattengono le esondazioni di fiumi vedi parco nord), ma una vasca di contenimento e di raccolta delle acque piovane che prima di essere immesse nella rete fognaria deve decantare per non aumentare la fase di picco al depuratore, quello che non è stato spiegato è il perché tutto il progetto verte intorno a questa vasca.

Proviamo a darla noi la spiegazione, quanto progettato non raccoglie solo l’acqua che deve essere smaltita nella rete fognaria, ma anche l’acqua che normalmente viene assorbita dal terreno, in realtà è stato omesso di spiegare (e non ne comprendiamo il motivo in quanto valore aggiunto del progetto) che in questo caso sarebbe causa di percolazione negli strati inferiori, ricchi di metalli pesanti che rischierebbero di inquinare la falda, in questo modo si riduce drasticamente il rischio di percolazione nel terreno.



La quantità d'acqua che si infiltra nell'ammasso di rifiuti e che, dopo averlo saturato, giunge fino al fondo della discarica costituisce il percolato. Tale infiltrazione, attraversando la massa del rifiuto in via di decomposizione, incrementa il proprio contenuto di sostanze sospese e disciolte, creando un miscuglio di composti organici ed inorganici in fase acquosa, con caratteristiche proprie di un liquame altamente inquinante. La formazione del percolato è causata da differenti fenomeni, spesso concomitanti:

a) rilascio di parte dell'acqua originariamente contenuta nel rifiuto (cioè dell'umidità iniziale);

b) produzione di acqua di processo, per via delle reazioni di natura biochimica che si verificano in discarica;

c) attraversamento e conseguente lisciviazione dei rifiuti da parte di acque di origine meteorica.

Dei tre fenomeni citati, l'ultimo contribuisce in maggior modo alla formazione del percolato (anche se i rimanenti due consentono spesso di giustificarne l'origine, pure in assenza di eventi meteorici), in questo modo si può affermare che la quantità di percolato che si forma in una discarica controllata è legata soprattutto alla piovosità, all'altezza ed alla compattazione dei rifiuti.

Un po' diverso da quanto esposto, e soprattutto minimizzato durante l’esposizione, il progetto di per se non è un cattivo progetto anzi rappresenta anche un passo in avanti rispetto a quanto fatto fino ad ora (ovvero il nulla), la tecnica di “incapsulamento del terreno inquinante” è una tecnica diffusa e utilizzata, l’alternativa sarebbe stata quella di spostare un quartiere intero e incominciare una bonifica dopo aver abbattuto i caseggiati con costi di centinaia di milioni.

Questo è il risultato di politiche passate “folli” , che paghiamo oggi, mirate solo a garantire lavoro (a spese dell'ambiente e della salute autorizzando sversamenti di ogni genere) e case (di bassa qualità senza una progettazione “sociale”), senza vedere gli eventi nel loro complesso e gli effetti che generano nel breve, medio e lungo termine, e non crediamo alle giustificazioni legate all’ignoranza del tempo, o alla poca sensibilità ambientale (negli anni 70 sia la conoscenza che la sensibilità era già presente) ma più ad incapacità e incompetenza (e forse anche qualcos'altro...).
L’aspetto positivo di tutto questo è che si incomincia a fare qualcosa (anche se con  tempi biblici) quello negativo che per lo scempio fatto non pagherà nessuno, e sarà  eseguito al momento solo su due lotti il C e il D (su cinque F; H; I a carico di ALER), quindi meno della metà del quartiere (che è stato diviso in 8 lotti di intervento), non siamo proprio convinti che una esposizione di questo genere non abbia generato una caratterizzazione sanitaria e sarebbe stato opportuno chiedere ad ATS un'analisi epidemiologica dettagliata, in contemporanea con l'inizio della progettazione (avvenuta 15 anni fa) in modo da comprendere se l'intervento proposto fosse valido o inefficace.


Se il risultato finale porterà il quartiere a 
diventare un centro attrattivo per le aree limitrofe o meglio un’area inclusiva per i cittadini è auspicabile, ma è presto per dirlo, certo il continuo degrado e i continui vandalismi quotidiani non danno certezze in merito anche perché come sempre accade in questi casi ad azioni concrete di rigenerazione urbana non seguono mai azioni sociali di contrasto alla microcriminalità o di supporto all’emarginazione e integrazione (che probabilmente avrebbero uguale peso economico, ma qui si entra in un'altra sfera che mai si è voluto affrontare e crediamo mai si affronterà) in questo modo si rischia di rendere vano lo sforzo che si sta cercando di fare.

Per il futuro un po' più di coraggio nell'affrontare i problemi ambientali presenti sul territorio e la tutela della salute dei cittadini non guasterebbe, senza minimizzare sempre gli eventi, ma affrontandoli con altro piglio, visto anche il lavoro tecnico svolto dietro al progetto.

E’ stato promesso che sul sito del comune di Sesto San Giovanni verranno pubblicate tutte le slide presentate durante l'incontro.