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mercoledì 2 agosto 2017

ELETTRODOTTO IN VALBELLUNA, IL MINISTERO DEI BENI CULTURALI BOCCIA IL PROGETTO DI TERNA, NON C’È LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE

BELLUNO. Il paesaggio è un valore e non può essere compromesso da un’infrastruttura. Il ministero dei Beni e delle attività culturali boccia il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti proposto da Terna in Valbelluna. Giovedì la Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio ha protocollato il suo «parere negativo circa la compatibilità ambientale” dell’intervento. Niente tralicci di fronte alle Dolomiti Unesco, per il Mibac, che nelle premesse del suo provvedimento riprende i due pareri della Soprintendenza Belle arti del Veneto, anch’essi negativi. L’ente di tutela regionale valuta positivamente l’interramento e smonta le controdeduzioni inviate da Terna per giustificare il passaggio del Piave in aereo.

La Via nazionale aveva dato l’ok. Il parere del Mibac segue quello della commissione Via (Valutazione di impatto ambientale), formulato il 18 maggio. La commissione tecnica si era espressa favorevolmente, ma mettendo dodici prescrizioni (tranne l’interramento ad Andreane) al progetto. A chiedere l’interramento era stata, in precedenza, la Commissione Via regionale, che nel dare il suo parere favorevole al progetto, l’estate scorsa, aveva messo molte prescrizioni. La giunta regionale, facendo proprio quel parere, aggiunse «la necessità di addivenire ad una rivisitazione complessiva della progettazione proposta da Terna Spa nel Bellunese».

Deciderà il governo. Con la Via nazionale che ha dato parere favorevole e il ministero dei Beni culturali che si è detto contrario, ora la palla passa al Consiglio dei ministri. Sarà il governo a decidere sul progetto di “Razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale (RTN) nella media Valle del Piave”. Esattamente come era accaduto per il progetto Redipuglia Ovest - Udine, anch’esso osteggiato dalla popolazione e da alcuni sindaci (non dalla Regione Friuli). Allora il governo aveva dato l’ok.

«Impatto eccessivo». Il parere del Mibac è del 20 luglio. Viene preso in esame l’ultimo progetto presentato da Terna, la cosiddetta integrazione volontaria, con passaggio del Piave in linea aerea e innesto sulla linea esistente appena superato il fiume. Il Mibac riprende i due pareri della Soprintendenza Belle arti del Veneto, emessi il 21 settembre 2015 e il 1° settembre 2016. Nel primo l’ente motiva la sua contrarietà scrivendo che «le nuove linee elettriche aeree, l’altezza dei tralicci e l’attraversamento del Piave in più punti andrebbero a incidere negativamente nell’intorno paesaggistico tutelato», «con interferenze nei coni di percezione visiva su un’area dolomitica di eccezionale importanza ambientale e paesaggistica, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità». L’impatto dei tralicci, «sovradimensionati rispetto ad una linea a 220 kV, risulta inaccettabile».

«Si trovino le soluzioni tecniche per interrare». Terna aveva inviato delle controdeduzioni. Il 1° settembre 2016 le Belle arti esprimono un secondo parere, che conferma il primo: negativo. Le osservazioni di Terna (tempi più lunghi per le riparazioni di un cavo interrato, difficoltà per lo scavo trasversale da fare sotto il Piave, la previsione dell’armatura a 380 kV per motivi di sicurezza - maggiore resistenza alla neve) vengono contestate dalla Soprintendenza regionale. Il progetto viene considerato «ad elevato impatto paesaggistico negativo», viene ribadita «la sostanziale estraneità visiva dell’elettrodotto rispetto al paesaggio» e «la mitigazione di tale impatto appare ardua per l’altezza dei sostegni e gli elevati valori panoramici del versante dolomitico interessato».

Per la Soprintendenza, che considera positivamente le demolizioni di tralicci previste, «l’inserimento di un elettrodotto dovrebbe rispettare il paesaggio e integrarsi con esso». C’è anche un richiamo all'articolo 9 della Costituzione: «La tutela dei valori del paesaggio non può essere subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici».

La Soprintendenza «potrebbe valutare positivamente» l’interramento «lungo la viabilità esistente». Infine, «per quanto attiene il paventato rischio, in caso di rottura del cavo terrestre (interrato, ndr), peraltro meno frequente rispetto al cavo aereo in quanto meno esposto agli agenti atmosferici, di tempi più lunghi per eventuali riparazioni» con il
rischio che la provincia resti senza energia elettrica per giorni, «si invita a prevedere una soluzione a due linee terrestri in parallelo, o a sviluppare alternative soluzioni tecniche». Quello che hanno sempre richiesto cittadini e Comune di Belluno: si trovi la soluzione per interrare.