Studio su casi e controlli
dell’associazione tra tumori cerebrali maligni diagnosticati tra il 2007 e il 2009
e l’uso del telefono cellulare e del telefono cordless.
Autori: Lennart Hardell,
Michael Carlberg, Fredrik Söderqvist, Kjell Hansson Mild
Pubblicato su Internet il 24 settembre 2013
Abstract
Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione significativa consistente associazione tra l'uso prolungato di telefoni cellulari e cordless e glioma e neuroma acustico, ma non per il meningioma. Mentre sono in uso, questi telefoni emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) e il cervello è il principale organo bersaglio del telefono portatile. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel maggio 2011 le radiofrequenze come appartenenti al Gruppo 2B, cioè come 'possibile' cancerogeno per l'uomo.
Studi precedenti hanno dimostrato un’associazione significativa consistente associazione tra l'uso prolungato di telefoni cellulari e cordless e glioma e neuroma acustico, ma non per il meningioma. Mentre sono in uso, questi telefoni emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) e il cervello è il principale organo bersaglio del telefono portatile. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel maggio 2011 le radiofrequenze come appartenenti al Gruppo 2B, cioè come 'possibile' cancerogeno per l'uomo.
Lo scopo di questo studio era indagare ulteriormente
il rapporto tra l'uso di telefoni senza fili, soprattutto a lungo termine (>
10 anni), e lo sviluppo di tumori cerebrali maligni. Abbiamo condotto un nuovo
studio casi-controlli di casi di tumore al cervello appartenenti ad entrambi i
sessi nell’età compresa tra 18 e 75 anni diagnosticati nel periodo 2007-2009.
Per ogni singolo caso è stato adottato un controllo basato sulla popolazione
abbinato al sesso e all'età (entro 5 anni). Qui riportiamo i casi maligni tra
cui tutti i controlli disponibili. L’esposizione, ad esempio ai telefoni
cellulari e ai telefoni cordless, è stata valutata con un questionario
auto-somministrato. È stata effettuata un'analisi di regressione logistica
incondizionata, aggiustata per età, sesso, anno di diagnosi e indice
socio-economico utilizzando l'intero campione di controllo. Dei casi con un
tumore maligno al cervello, l’87% (n = 593) ha partecipato, e l'85% (n = 1.368)
dei controlli in tutto lo studio ha risposto al questionario. Il rischio
relativo per l'uso del telefono cellulare di tipo analogico è stato 1,8,
l’intervallo di confidenza era 95% = 1,04 3.3, aumentando con> 25 anni di
latenza (tempo dalla prima esposizione) per un rischio relativo di 3.3, 95% intervallo
di confidenza = 1,6-6,9. L’uso del telefono cellulare digitale 2G ha reso un rischio
relativo di 1.6, 95% intervallo di confidenza =,996-2,7, aumentando la latenza
a > 15-20 anni c’è un rischio relativo di 2.1, 95% intervallo di confidenza =
1,2-3,6. I risultati per l'uso del telefono cordless sono stati un rischio
relativo pari a 1.7, 95% intervallo di confidenza = 1,1-2,9, e, per la latenza
di 15-20 anni, un rischio relativo pari a 2.1, 95% di intervallo di confidenza
pari a 1,2-3,8. Pochi partecipanti avevano usato un telefono cordless per più
di 20-25 anni.
I telefoni senza fili di tipo digitale (2G e 3G telefoni
cellulari, telefoni cordless) ha dato un aumento del rischio con latenza
maggiore di 1-5 anni, quindi un minor rischio nei seguenti gruppi di latenza,
ma ancora una volta l'aumento del rischio con latenza maggiore di 15-20 anni.
L’uso ipsilaterale di cellulare e cordless ha determinato un rischio più
elevato rispetto all'uso contro laterale. Rischi relativi più alti sono stati
calcolati per i tumori ai lobi temporali e sovrapposti. Utilizzando i casi di
meningioma come riferimento nel medesimo studio, si sono prodotti dati del
rischio relativo alquanto più alti indicando che i risultati verosimilmente non
erano dovuti a problemi nella memoria dei soggetti osservati o a pregiudizi
dell’osservatore.
Questo studio ha confermato i risultati precedenti
dell'associazione tra l’uso del telefono cellulare e di quello cordless e i
tumori cerebrali maligni. Questi risultati forniscono il supporto all'ipotesi
che i campi elettromagnetici da radiofrequenza svolgano un ruolo sia nella fasi
di avvio che di promozione della cancerogenesi.
L’articolo completo è disponibile online al link :
Fonte
e traduzione di Francesca Romana Orlando per A.M.I.C.A. ( www.infoamica.it )