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lunedì 2 novembre 2020

IL SERVIZIO MEDICO DOMICILIARE NON È MORTO; È SVOLTO SOLO DA POCHI !!!!!!!!!!!!!!!!


È il servizio medico che abbiamo sempre avuto e che stranamente, con i vari rinnovi contrattuali nazionali, è sparito, stiamo parlando dell’assistenza domiciliare del medico di famiglia.

Oggi sul corriere c’è una intervista al dottor Riccardo Munda, in tutta l’intervista c’è un passo che ci ha colpiti, soprattutto vedendo come gli studi medici a Sesto San Giovanni (in particolar modo a Cascina Gatti) rispondono chiudendosi sempre di più (visite solo su appuntamento o solo via telefono, sale di aspetto chiuse, difficoltà o impossibilità di contattare il medico, ecc…) e sollecitato dalle domande del giornalista su come è riuscito a contenere il Covid tra i suoi pazienti a risposto in questa maniera:

«Me lo spiego con una ragione semplice: l’assistenza domiciliare. Andare a casa di un mutuato non è la stessa cosa che fare il medico stregone via cavo. Tanto per cominciare andare significa fare una visita accurata, capire se ci sono problemi respiratori e quanto sono seri, valutare lo stato generale del paziente, prescrivere i farmaci giusti...».

Sappiamo bene che non è l’unico, che la figura del medico di base sia fondamentale lo abbiamo sempre sostenuto, come abbiamo sempre sostenuto che le visite domiciliari andassero salvaguardate soprattutto per le persone più fragili e per determinate situazioni, invece abbiamo SEMPRE ricevuto risposte negative in merito.

Consigliamo a qualche politico (da destra a sinistra) di farsi anche un esame di coscienza, se non avessimo devastato il servizio sanitario così in profondità forse avremmo risposto a questa pandemia in modo differente.

Clicca Qui il link per leggere l’articolo del Corriere della Sera.

mercoledì 14 ottobre 2020

A SESTO SAN GIOVANNI IL PROBLEMA E' LA LOCALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO DI BONIFICA O IL CROMO ESAVALENTE NELL’ACQUA POTABILE?


Il risultato certo della vicenda che ne è uscita dalla mobilitazione del comitato genitori della scuola di via XXV aprile contro l’impianto di bonifica dell’acqua potabile che doveva sorgere nel giardino della scuola, è la conferma che nell'acqua potabile è presente il cromo esavalente, e che l'impianto definito per tale bonifica è stato "concepito" in segreto senza informare la cittadinanza, come ad esempio il comitato genitori ma anche la consulta dell’ambiente (che rimane sempre l’ultima a conoscere i progetti ambientali), o meglio come si faceva un tempo con incontri pubblici (che in periodo di pandemia potrebbero essere sostituiti da incontri pubblici virtuali possibili su varie piattaforme).

Tutti preoccupati (giustamente) che venisse ridotto il giardino della scuola (poiché a Sesto San Giovanni non si trovano altri spazi a causa dell’elevato consumo del suolo compiuto negli ultimi cinquant’anni come abbiamo sempre sostenuto e continueremo sempre a sostenere), ma con rammarico, non abbiamo sentito nessuno preoccuparsi del fatto che CAP e il Comune abbiano deliberato un impianto di potabilizzazione da CROMO ESAVALENTE, che ricordiamo essere un 

CANCEROGENO DI CLASSE 1

presente su una falda da sempre presentata sicura e potabile, senza dare nessuna spiegazione in merito.

Chiediamo spiegazioni su tale scelta, la pubblicazione delle analisi eseguite con gli elementi inquinanti rilevati e le relativa presenza (in micro grammi/litro), perché analizzando quanto successo troviamo punti che continuano a non essere chiari, è chiaro a tutti che non viviamo nei campi elisi ma in una città inquinata, ma è anche chiaro che la definizione di un progetto come questo stride con le rassicurazioni fatte negli ultimi anni alle nostre richieste di informazioni in merito.

A tale proposito abbiamo richiesto copie del progetto con una richiesta d’accesso agli atti protocollo n°0081826/2020, e le analisi dell’acqua eseguite sulla falda, ovvero l’acqua pescata e portata nei nostri rubinetti con una richiesta d’accesso agli atti, protocollo n°0081785/2020. Nei prossimi giorni incontreremo poi CAP per capirne i motivi tecnici di tale scelta.

Siamo contenti per la soluzione che salvaguardia il giardino scolastico (leggi QUI l'articolo), anche se (forse sbagliando) siamo più preoccupati per la qualità dell’acqua e per la salute pubblica.

Il Consiglio direttivo dell'Associazione Sottocorno 



venerdì 25 settembre 2020

LA NUOVA SCUOLA MEDIA AL Q.RE ADRIANO ( FORSE CI SIAMO!!! )

 

Da oltre 20 anni si aspetta una scuola media nel quartiere Adriano, il giorno 8 settembre 2018 abbiamo partecipato insieme all'associazione ViviAdriano alla manifestazione per smuovere la situazione per avere sia la scuola che il tram, elementi fondamentali per migliorare la qualità della vita del quartiere ma anche fondamentali per ridurre drasticamente il flusso di traffico e gli inquinanti ad esso derivati.

Al momento l’area di cantiere risulta recintata e si notano alcuni scavi ma di fatto il cantiere è fermo e i lavori non sono ancora iniziati, per cui è difficile che venga rispettata la programmazione iniziale che prevedeva l’apertura per l’anno scolastico 2021-22.

Riconosciamo che il lockdown relativo alla pandemia ha sicuramente peggiorato la situazione, per cui considerando che la durata prevista del cantiere è di circa 15 mesi, è auspicabile che, al di là di inconvenienti ed imprevisti ci sia un ritardo che al momento viene stimato di un anno, ma che a ragion di logica, se vediamo i ritardi e le scuse presentate in questi anni sull'esecuzione delle opere previste, potrebbe ragionevolmente diventare di un paio d’anni (ma ci piacerebbe esser smentiti…..)

Qui sotto uno dei rendering pubblicati sul sito di ATIproject (vedi QUI la loro pubblicazione online) che con Iti Impresa Generale SpA si è aggiudicata i lavori.



Qui sotto la lettera di Giulio (un nostro simpatizzante) che ricorda con una implacabile cronistoria le opere sempre promesse ma che sembrano sempre irrealizzabili.





mercoledì 23 settembre 2020

COMUNICATO STAMPA - L'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO ESCE DAL P.E.B.A. DI SESTO SAN GIOVANNI

 

Come già anticipato in data 8 luglio 2020 a Sindaco e Assessore Lamiranda, L’ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO, dopo la vicenda sull'abbattimento degli alberi al villaggio Falck e alla mancata presentazione dei tre progetti di riqualificazione che risultavano pronti, insieme al modus operandi visto durante l’interazione dei cosiddetti tavoli di condivisione,

SI RITIRA DAL TAVOLO PARTECIPATIVO SUL P.E.B.A. DI SESTO SAN GIOVANNI

dopo poco più di un anno dalla sua instaurazione visto l’esser venuto meno alla prerogativa principale che lo doveva caratterizzare, ovvero arrivare a definire un documento finale che scaturisse da un percorso partecipato con le associazioni di rappresentanza e, più in generale, con la cittadinanza;

La mancanza di condivisione e di programmazione su quanto discusso rendono superficiale tale tavolo al quale abbiamo partecipato da subito con entusiasmo dedicando persone e tempo, la mancanza di rispetto al verde, il voler identificare gli interventi con la prerogativa del minor costo e non dell’intervento migliore rende inutile la partecipazione attiva.

Forte è la delusione poiché consideriamo tale progetto fondamentale per la riqualificazione di una città che per decenni è stata vittima di speculazioni edilizie e industriali che hanno visto distruggere il territorio e ridurre ai minimi termini la qualità della vita e dei servizi, l’aver relegato poi il tavolo partecipativo più ad un tavolo di propaganda che di condivisione, di fatto registra il fallimento delle premesse iniziali.

Il consiglio direttivo dell’Associazione Sottocorno



giovedì 17 settembre 2020

AL COMUNE ABBIAMO PROPOSTO LA CREAZIONE DI UN BOSCO DEDICATO AI SESTESI DECEDUTI A CAUSA DEL COVID

L'Associazione Sottocorno con protocollo N. 0072447/2020 ha presentato in data 16 settembre 2020 una proposta, sull'esempio di quanto fatto anche a Bergamo, Milano, Firenze, Settimo Torinese (e altre città d’Italia), la creazione di un bosco di piante autoctone (nel rispetto della biodiversità lombarda) da dedicare alle persone che sono decedute a Sesto San Giovanni a causa del Covid, piantando una pianta in onore di ogni persona morta, un omaggio a chi non c'è più ma anche un importante segnale che si vuole dare nel cambiare radicalmente una mentalità perversa che vede distruggere perentoriamente le aree verdi o boschive (anche urbane) in favore di speculatori e cemento.



venerdì 11 settembre 2020

I VERBALI DI ERSAF RICHIESTI DAL COMUNE PER L'ABBATTIMENTO DEGLI ALBERI AL VILLAGGIO FALCK

In data venerdì 21 agosto 2020 alle ore 10:13 abbiamo ricevuto la risposta (Prot.N.0064555/2020) alla domanda di accesso agli atti presentata in data 13 agosto 2020 per la richiesta delle relazioni eseguite da ERSAF relative agli abbattimenti dei platani presenti nel Villaggio Falck (ne avevamo parlato nel precedente post leggi QUI).

Non li abbiamo resi pubblici subito in quanto parallelamente alla richiesta di tale documentazione avevamo richiesto anche copia della valutazione legale che, secondo l’assessore, autorizzerebbe il progetto di riqualificazione, rendendolo prioritario rispetto alla classificazione che le alberature presenti avrebbero preso come "bene storico documentale" e quindi tutelate dall'articolo 7 della legge 10/2013 e dallo stesso regolamento comunale sul verde.

Tale documento ribadito più volte dall'assessore rispondendo ad una nostra richiesta esplicita nell'incontro del 8 luglio, MANCA, tale valutazione non è stata inviata, probabilmente perché fatta verbalmente, chiediamo al comune nella persona dell’assessore Lamiranda di chiarire tale aspetto o di farci pervenire tale nota, sarà nostra premura pubblicarla, e ribadiamo a chi ce la sollecitava che al momento NON ESISTE.

Fatta questa premessa vediamo i documenti di ERFAS ricevuti, che secondo la classe politica AVREBBERO AUTORIZZATO L’ABBATTIMENTO DEI PLATANI IN QUANTO MALATI O PERICOLOSI (punti ribaditi a noi più volte).


Nel primo documento Ersaf (protocollato dal comune in data 15/10/2019) si identifica chiaramente che i platani presenti nel villaggio Falck come tutti gli altri presenti a Sesto San Giovanni (ad esclusione dei platani presenti in viale dei Partigiani ammalati del cancro colorato del platano) ERANO SANI, e NESSUN DOCUMENTO, a noi pervenuto, fa riferimento ad una situazione di pericolo o di instabilità

Per essere corretti facciamo notare che nell’oggetto del nulla osta inviato si fa riferimento ad una “Zona focolaio”, chiariamo che la malattia nota come “cancro colorato del platano” è causata dal fungo Ceratocystis fimbriata f. sp. platani e ha come ospiti unicamente piante appartenenti al genere Platanus.

Il microrganismo può diffondersi da una pianta infetta ad altre sane penetrando, mediante le spore, all'interno dei tessuti vegetali attraverso ferite (tagli di potatura, lesioni accidentali, LESIONI PROVOCATE VOLONTARIAMENTE da ignoti, ecc.) o con il micelio tramite anastomosi radicale (fusione di radici di alberi contigui). una volta insediatosi il patogeno colonizza rapidamente i tessuti circostanti necrotizzandoli e originando il cancro, e provocandone successivamente la morte.

La lotta al “cancro colorato” in Lombardia è obbligatoria, gli accertamenti per verificare la presenza del “cancro colorato del platano” sono effettuati dal Servizio fitosanitario regionale (SFR) su iniziativa propria (monitoraggio) o a seguito di segnalazioni.

La Regione Lombardia classifica il territorio in tre tipologie di zone:

  • zone indenni: aree dove la malattia non è mai stata riscontrata o, in caso di sua presenza nel passato, la stessa è da considerarsi eradicata;
  • zone focolaio: aree dove la presenza di cancro colorato è stata accertata ufficialmente dal SFR e dove si ritiene tecnicamente possibile prevederne l’eradicazione;
  • zone di contenimento: area in cui la presenza della malattia è diffusa in maniera tale da non poterne prevedere più l’eradicazione;

Ora non sappiamo se l’aver indicato nell'oggetto l’area come "zona focolaio" sia la conseguenza di un’analisi precedente sull'area (perché di tale documento non abbiamo traccia ne tanto meno nessuno ne ha mai parlato) o semplicemente viene classificata così perché riferita all'area urbana dove si sono verificati alcuni casi, è un punto che non è stato affrontato ne chiarito, rimane però chiaro che la richiesta di abbattimento è stata fatta dal comune su esemplari SANI e, fino a prova contraria, NON in condizione di pericolo (almeno fino a quando non verrà comprovata da una relazione tecnica, ad oggi mai neanche accennata).

Il nulla osta iniziale non autorizzava l’abbattimento dei platani perché malati o pericolosi ma semplicemente ne AUTORIZZAVA L’ABBATTIMENTO SENZA SPECIALI PRECAUZIONI PERCHÉ’ IL TAGLIO NON METTEVA IN PERICOLO I PLATANI ADIACENTI.



Nel secondo nulla osta ricevuto dal comune stranamente non rileviamo né LA DATA DI INVIO da parte di ERSAF né tanto meno il NUMERO DI PROTOCOLLO di ricevimento del documento da parte del comune, ovvero la data dalla quale era autorizzato l’inizio dei lavori, di fatto tale documento alimenta i dubbi invece di far chiarezza sulla procedura eseguita, detto ciò notiamo che viene ribadita l'autorizzazione all'abbattimento di 14 platani sani (che si erano salvati a causa del lockdown).


A meno che non si forniscano ulteriori documenti a chiarire tale situazione (che provvederemo a pubblicare) tale progetto è figlio di una volontà politica e non di una soluzione tecnica imposta o necessaria come invece sostenuto, per il futuro invitiamo l’amministrazione su qualsiasi progetto di riqualificazione (soprattutto quelli che prevedono abbattimenti di alberi) ad essere più trasparente e a confrontarsi con la cittadinanza utilizzando assemblee pubbliche oltre a coinvolgere  commissioni e consulte preposte (cosa che in questo caso non è mai avvenuta).


Il Consiglio Direttivo dell'Associazione di via P.Sottocorno.



mercoledì 9 settembre 2020

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA LETTERA DI UN NOSTRO CONCITTADINO AMANTE DELL'AMBIENTE E ATTIVO SUL TERRITORIO SUL DEGRADO DELLA BERGAMELLA

 

Pubblichiamo una lettera pervenutaci (in conoscenza) in data 6 settembre 2020 da Benvenuto Gonzio e rivolta all'assessore all'Ambiente e responsabili del Comune di Sesto sulla situazione di degrado che sta vivendo il parco della Bergamella, situazione rilevata anche da noi e più volte denunciata ma senza ever avuto nessun riscontro.

Qui il testo della lettera ricevuta e sotto il nostro commento agli eventi denunciati

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Gentile assessore Magro e diretti interessati alla gestione del parco Bergamella

già due mesi fa vi ho segnalato la situazione di degrado e di non manutenzione del laghetto Bergamella in particolare e del Parco Media Valle del Lambro in generale.

Posso affermare che gli sfalci d’erba che vengono effettuati sono eseguiti in modo approssimativo e causano ogni volta lo sradicamento o la recisione delle piantine messe a dimora, anche se leggermente protette dalla retina in plastica. Inoltre le retine strappate non vengono raccolte e vengono tritate dai successivi passaggi del tagliaerba e disperse nel terreno ma non sono degradabili.

È sufficiente una camminata per notare le notevoli mancanze (buchi) nelle file piantumate simmetriche e parallele.

Segnalo la permanenza di due cavalletti posizionati inizialmente a protezione di una buca profonda 30 cm causata da un cedimento (segnalata ad URP e messa in sicurezza quasi tre anni fa con gli stessi ed un po’ di nastro bianco rosso) che non sono mai stati rimossi nemmeno dopo che l’amministrazione aveva risolto il problema con il riempimento di ghiaia (circa due anni dopo la segnalazione e quando il tempo aveva già rimediato da solo).

Ancora oggi fanno bella mostra di sé (arrugginiti e scoloriti) ai lati della stradina e dimostrano la mancanza di attenzione e cura.

Anche il cartello di divieto di balneazione che da circa due anni resiste legato alla balaustra del lago con elastici recuperati dai sostegni delle piante non è uno spettacolo di attenzione. Mi autodenuncio, stato con tutti i loro escrementi io a legarlo dopo aver segnalato che era stato buttato nel lago, aver atteso per oltre un mese e aver provveduto a recuperarlo e posarlo sulla ghiaia (quando ancora c’era) e aver atteso ancora un mese che una buon’anima provvedesse a sistemarlo in modo stabile.

Stendiamo un velo pietoso sulla gestione delle acque e del riciclo delle stesse che ha visto lunghe interruzioni a più riprese per arrivare alla definitiva sistemazione con riciclo di un liquido di colore indefinito ed indefinibile.

 A questo proposito chiedo se esiste un piano di controllo della qualità delle acque del lago ed eventualmente dove si possono recuperare i dati.  

Un problema importante e più volte segnalato sia a URP che a Municipium che su Sesto Segnalazioni è la presenza di animali che non dovrebbero essere nelle acque del lago a partire dalle tartarughe proseguendo con i pesci rossi per finire con le nutrie. Mentre le prime due  specie incidono in piccola  parte  sulla rovina delle radici delle piantine che circondano il lago, le nutrie scavano grosse tane nelle  sponde provocando  prima la morte delle piante scoprendo le radici ed ora il cedimento delle sponde  oltre naturalmente ,visto la  dimensione ed il numero della colonia , allo sporcamento delle acque che  dovrebbero essere a riciclo con tutti i loro escrementi e  questo credo sia  la causa  maggiore  del  proliferare incontrollato di alghe che è particolarmente pesante. Concorrono anche alcuni cittadini con la loro inciviltà ed il loro menefreghismo.



Ora per la seconda volta vi chiedo cosa potete e dovete fare per porre fine a questo degrado continuo evitate per cortesia le scappatoie del tipo: ”siamo al corrente e stiamo intervenendo, un po’ di pazienza “ oppure “non abbiamo trovato possibili volontari adottanti  se qualcuno dovesse  trovarli  è invitato comunicarli al comune” oppure ancora “sono in ferie, settimana prossima leggo la mail“.

I cittadini di Sesto hanno sempre aiutato con interventi di volontariato la loro città ma l’esempio e la spina dorsale deve essere l’amministrazione che, in ordine gerarchico, si prenda le sue responsabilità e a tre anni dall’insediamento aiuti il parco non a sopravvivere ma a vivere.

Vorrei ricevere risposte più precise e circostanziate e spero che ci sia un intervento tanto deciso quanto risolutivo.

Grazie per l’attenzione

Benvenuto Gonzio 

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Il sig. Benvenuto è un attivista e volontario conosciuto sul territorio che ringraziamo per le attività che ha sempre svolto, qualche risposta la possiamo anticipare, visto che abbiamo ripetutamente richiesto informazioni a riguardo.

NON ci risulta che il comune abbia un programma di monitoraggio delle acque della Bergamella, le analisi (semestrali) sono iniziate e interrotte nel 2018 come riporta la nota in risposta alla nostra richiesta di domanda di accesso agli atti.


Ad oggi non ci risulta sia stata incaricata altra società per eseguire le analisi (ma potremmo anche sbagliarci visto il difficile dialogo che rileviamo in questi ultimi anni), mentre possiamo confermare (viste le ripetute richieste d'intervento fatte insieme al Comitato di Cascina Gatti) che il comune non ha nessuna intenzione di intervenire sugli animali infestanti come ad esempio nutrie o tartarughe.

Il problema dell’aumento spropositato degli animali, in quello che è poco più di uno stagno è un problema serio, l’accumulo degli escrementi e il mancato ricircolo delle acque che rigenerano l’ossigenazione dello stagno, favoriscono il degrado delle condizioni minime di sopravvivenza dell’area lacustre, ricordiamo che un anno fa sono stati ritrovati due germani reali morti, si ci precipitò a legare tale evento al fatto che molta gente usava lanciare la mollica di pane o dei piccoli sassi per attirarli a riva, niente di più falso, sempre nella domanda di accesso agli atti del 19 settembre 2019 abbiamo richiesto anche il verbale dell'autopsia eseguita da ATS sulla carcassa dell'animale trovato morto paralizzato a testa in giù nell'acqua.

L’autopsia eseguita sull'anatra (vista con un nostro consulente) non specificò il motivo della morte ma diede come riscontro la "dimostrata presenza di gene codificante tossina di tipo C del clostridium botulinum" (che non è pericoloso per l'uomo), l’agente patogeno è diffuso in tutto il mondo e sopravvive unicamente in ambienti privi di ossigeno, i batteri possono però formare spore che sopravvivono al contatto con l’ossigeno e sono resistenti al calore, alle temperature di congelamento e all'essiccamento, Il batterio è pericoloso poiché espelle la tossina botulinica.



Il contagio da Clostridium botulinum negli animali avviene ingerendo foraggio o acqua potabile o anche piccole larve contaminate. Gli animali possono infettarsi soprattutto tramite fieno e insilati contaminati da cadaveri di piccoli animali (ad es. roditori), gli animali muoiono per un arresto respiratorio, gli uccelli come le anatre soffrono di paralisi delle ali, che può propagarsi anche ad altri muscoli, terminando al collo.

Attendiamo che ci si attivi, fino ad ora non ci risulta si sia fatto nulla.


mercoledì 2 settembre 2020

WEBINAR DI ISDE ITALIA SUL 5G - NE SAPPIAMO DAVVERO ABBASTANZA ?

 

Pubblichiamo un'interessante conferenza online del 5 giugno 2020 tenuta dall'ISDE Italia, che affronta bene gli aspetti che non vengono (volutamente) spiegati.


Per chi vuole capire, per chi vuole conferme e per chi è scettico

martedì 1 settembre 2020

VASCHE DI LAMINAZIONE PER IL SEVESO - LE IDEE SONO SEMPRE PIÙ CONFUSE

Ne abbiamo già parlato, ORMAI la distruzione di un bosco di quattro ettari con tutta la sua biodiversità che con fatica era riuscita ad insediarsi negli ultimi trent'anni, sembra essere ultimata.

Per anni si è protratto uno scontro tra chi contrapponeva due logiche differenti, Regione Lombardia e Comune di Milano hanno sempre sostenuto la necessità delle cinque vasche e chi, tra comitati, associazioni e comuni interessati  invece sottolineava che da oltre cinquant'anni grazie all'eccessiva urbanizzazione e ad un consumo del suolo incontrollato, soprattutto nella Brianza e nel Nord Milano, ha fatto sì che i terreni si impermeabilizzassero, provocando (complice anche un effetto serra sempre più aggressivo) un aumento frequente delle esondazioni, sempre più difficili da frenare, sostenendo che per evitare tale problema bisognava procedere molto più sistematicamente sul territorio per la prevenzione del rischio idraulico e delle siccità con l'approvazione del principio e il metodo dell‘invarianza idraulica e magari con un canale collettore che portasse a sud di Milano l’acqua, facendola sfociare nel Lambro.

Ricordiamo che il progetto delle vasche è stato elaborato nel 2011 dall'’AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), per ovviare a questo problema, ha presentato uno studio di fattibilità che prevede la realizzazione di vasche di laminazione individuate nei Comuni di Senago, Paderno Dugnano, Varedo e Lentate sul Seveso, oltre ad uno studio realizzato dalla Società Metropolitana Milanese, commissionato dal Comune di Milano, che prevedeva una vasca di laminazione all'interno del Parco Nord Milano a Bresso approvato da Regione Lombardia.
Oggi sentire le affermazione del presidente della commissione ambiente in regione Lombardia (leggi QUI), fanno comprendere che forse questa classe politica ha le idee un pò confuse o si appresta ad iniziare una campagna elettorale, affermare che la seconda vasca laminazione per il Seveso a Senago non è una priorità e che bisogna necessariamente lavorare sull'assetto idrogeologico del territorio, significa di fatto negare il progetto complessivo in essere, oltre a confermare 
  • di aver buttato all'aria dieci anni di confronti, progetti,analisi tempo e denaro 
  • che le ragioni di comitati, associazioni e comuni del bacino  che si sono sempre opposte erano e sono valide
  • di far nascere al parco nord un'opera inutile e costosa perché capace di contenere al massimo 135.000 litri contro i 4,5 milioni di litri previsti in caso di piena che non produrrà nulla di quanto atteso
Peccato che questo passo sia avvenuto dopo aver devastato quattro ettari di "foresta urbana" con tutta la sua biodiversità, con buona pace di chi invece dovrebbe difenderla, con il paradosso che la prima vasca (e forse l'unica) che si realizzerà è l'ultima del progetto, quella che conta di meno che si identificò "per sicurezza", la più piccola e la più inutile ma che ha provocato un danno ambientale enorme.

domenica 23 agosto 2020

PARCO DELLA BERGAMELLA – COSI NON PUÒ FUNZIONARE (UN ANNO DOPO E' ANCHE PEGGIO.......)

A ottobre del 2019 denunciavamo con un post (clicca QUI) il grave stato di abbandono dell'area della Bergamella che confina con Milano sulla via Adriano, ad oggi dopo quasi un anno dalla pubblicazione la situazione e anche peggiorata.

E così mentre abbiamo visto posare la nuova stradina di connessione sull'area del comune di Milano (zona laghetto degli orti)




appena varcato il confine comunale inizia il degrado, strade in terra battuta , erbacce che riducono il percorso ed in generale sul percorso ciclo pedonale (se così si può definire) un abbandono, cosa ci vorrà a finire la stradina togliere le erbacce e mettere dei parapetti in legno (NON IN METALLO) come quelli messi dal comune di Milano?? difficile a saperlo.


Ma la parte più bella è quella intorno alla ormai famosa "Terrazza Bottoni" dove ormai è da DUE anni che NON viene eseguito uno sfalcio d’erba su tutta l'area di confine con il comune di Milano,L'erba e gli arbusti sono arrivati in alcuni punti ad essere alti un metro e ottanta centimetri, rendendo l'area perfetta per la riproduzione e la protezione di alcuni animali selvatici che hanno trovato casa in quest'area ma  facendo anche proliferare zecche, zanzare insetti vari e rendendo praticamente impossibile anche solo l'attraversamento pedonale sulle stradine in terra battuta che consentivano di andare da Cascina Gatti al quartiere Adriano.



Stiamo parlando proprio di quell'area che andrebbe bonificata prima di costruire la terrazza come porta d'ingresso al parco media valle del Lambro, e che invece nel 2020 si presenta in questo modo (ormai da un decennio).





Ribadiamo che il parco (rurale) non può essere gestito e considerato come un giardino presente in città, è ormai da anni parte integrante del parco regionale PMVL, la gestione e la cura del verde e della sicurezza devono necessariamente assumere connotati differenti non è più accettabile che alcune aree non ricevano i necessari sfalci, ne che vengano eseguiti a mesi o ANNI di distanza rispetto ad aree di non competenza (ad es parco Adriano), come non è concepibile che ad oggi non si sia definito un piano serio per la piantumazione di alberi autoctoni oltre a non prevedere una gestione uniforme per la manutenzione e la sicurezza dell’area interessata.