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domenica 5 giugno 2016

5 GIUGNO - GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE

 SVEGLIATI E DIFENDILO

Non esistono solo mare, montagna, lago: la natura in città e l'habitat esistenti sono da preservare da inquinamenti selvaggi in nome del progresso e degli interessi economici. 
Guardati attorno , proteggi e conserva ciò che ti  circonda, salvandoli dal degrado 




mercoledì 1 giugno 2016

I CELLULARI PROVOCANO I TUMORI - L'ENNESIMO STUDIO NE CONFERMA LA PERICOLOSITA'


Da qualche anno ricercatori del CNR come il prof. Marinelli o i ricercatori dell’istituto Ramazzini o come il Prof. Levis lo affermano con ricerche simili a quella condotta negli USA , ma siccome sono ricercatori Italiani , abbiamo fatto finta che non esistessero , oggi forse perché la ricerca è statunitense allora ci svegliamo , ed incominciamo a considerare il fenomeno, come si dice “meglio tardi che mai “.
La nota importante come affermato , dopo questo nuovo studio, da l’ex coordinatore dello studio del National Toxicology Program, Ron Melnick, citato dal Wall Street Journal, l’idea che le radiazioni dei dispositivi mobili non siano rischiose va accantonata «definitivamente»,  non capiamo  il perché una certa stampa e società civile continui a sminuire tale problema rassicurando in ogni modo che ancora non è stato accertato tale pericolo.
Attualmente, le norme si concentrano SOLO sugli effetti termici di riscaldamento indotti dalle radiofrequenze, e non sui danni biologici che possono provocare.
Ne danno notizia i principali quotidiani:

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Report of Partial findings from the National Toxicology Program Carcinogenesis Studies of Cell Phone Radiofrequency Radiation in Hsd: Sprague Dawley® SD rats (Whole Body Exposure)

Michael Wyde, Mark Cesta, Chad Blystone, Susan Elmore, Paul Foster, Michelle Hooth, Grace Kissling, DavidMalarkey, Robert Sills, Matthew Stout,  View ORCID ProfileNigel Walker, Kristine Witt, Mary Wolfe, John Bucher

Abstract
The US National Toxicology Program (NTP) has carried out extensive rodent toxicology and carcinogenesis studies of radiofrequency radiation (RFR) at frequencies and modulations used in the US telecommunications industry. This report presents partial findings from these studies. The occurrences of two tumor types in male Harlan Sprague Dawley rats exposed to RFR, malignant gliomas in the brain and schwannomas of the heart, were considered of particular interest, and are the subject of this report. The findings in this report were reviewed by expert peer reviewers selected by the NTP and National Institutes of Health (NIH). These reviews and responses to comments are included as appendices to this report, and revisions to the current document have incorporated and addressed these comments. Supplemental information in the form of 4 additional manuscripts has or will soon be submitted for publication. These manuscripts describe in detail the designs and performance of the RFR exposure system, the dosimetry of RFR exposures in rats and mice, the results to a series of pilot studies establishing the ability of the animals to thermoregulate during RFR exposures, and studies of DNA damage. Capstick M, Kuster N, Kühn S, Berdinas-Torres V, Wilson P, Ladbury J, Koepke G, McCormick D, Gauger J, Melnick R. A radio frequency radiation reverberation chamber exposure system for rodents Yijian G, Capstick M, McCormick D, Gauger J, Horn T, Wilson P, Melnick RL and Kuster N. Life time dosimetric assessment for mice and rats exposed to cell phone radiation Wyde ME, Horn TL, Capstick M, Ladbury J, Koepke G, Wilson P, Stout MD, Kuster N, Melnick R, Bucher JR, and McCormick D. Pilot studies of the National Toxicology Program's cell phone radiofrequency radiation reverberation chamber exposure system Smith-Roe SL, Wyde ME, Stout MD, Winters J, Hobbs CA, Shepard KG, Green A, Kissling GE, Tice RR, Bucher JR, Witt KL. Evaluation of the genotoxicity of cell phone radiofrequency radiation in male and female rats and mice following subchronic exposure

FONTE : BIORXIV.org
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lunedì 30 maggio 2016

IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NON E' UNA BARZELLETTA


il 26 maggio è uscito un articolo sul giornale UNITA.TV  sul Principio di Precauzione ( leggi QUI l'articolo  pubblicato on-line ), ci rammarica leggere la ridicolizzazione di un principio che in realtà potrebbe essere un valido strumento per lo sviluppo e la programmazione di una società in continua crescita.
Ma andiamo per gradi, nelle prime due righe si cita testualmente :

" Il principio di precauzione è una cosa molto bella. Ci insegna che prima di intraprendere un’azione è il caso di valutare quali ne potrebbero essere le eventuali conseguenze negative. " 
IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE non insegna niente, semmai risulta essere un valido strumento per il soggetto politico ( generalmente in un paese DEMOCRATICO è un soggetto diverso da chi ne trae diretto beneficio economico , tradotto UN SOGGETTO LIBERO E INDIPENDENTE ) che  deve decidere se fare o no determinate opere pubbliche ( vedi diga del Vajont !!! ) o autorizzare una nuova tecnologia da utilizzare su larga scala ( vedi utilizzo dell'amianto !!! ) cercando , da una corretta analisi, i rischi e pericoli a cui si potrebbe andare incontro  , ed esempio rischi per la salute pubblica , l'incolumità di civili , creare situazioni di crisi economiche locali , ecc... soprattutto se a sostenere e validare determinati dubbi e perplessità ci sono ricerche scientifiche condotte da soggetti indipendenti sia dal punto di vista politico che economico.

L’articolo continua esempi banali, dove ad esempio non si scinde l'evento volontario ( un incidente ) da un evento involontario che un soggetto/popolazione possa subire indirettamente ( vedi Seveso / diossina ) facendo riferimento invece ai possibili benefici ( che pochi hanno ) che dovrebbero a questo punto autorizzare tutto, per cui ben vengano le centrali elettriche a carbone o le caldaie a gasolio perché con questa analisi dove  "il fine giustifica i mezzi " si avrebbero energia e calore a volontà.
Si prosegue ricordando che nel passato imprese e soggetti siano stati messi sotto accusa perché non sono stati "indovini “ pur avendo rispettato le leggi esistenti, ma poniamo invece che Henry Ford avesse detto " signori siamo all'inizio di una nuova era e da oggi produrremo centinaia di milioni di auto con motori a combustione ma i fumi generati sono gas tossici , le macchine le preferite a benzina o elettriche ? "
Si perché il motore elettrico Edison lo inventò più di 100 anni fa e magari oggi avremmo macchine tecnologicamente avanzate, non ci sarebbe il petrolio e suoi derivati con tutte le guerre annesse e soprattutto la qualità dell'aria sarebbe elevata.

Le conclusioni le lasciamo valutare a voi, in questi anni abbiamo imparato che ogni qual volta si ridicolizza il principio di precauzione si vuole giustificare l'incompetenza di chi governa o gli interessi economici in gioco, sappiamo che se tale principio fosse conosciuto bene dalla classe politica non sarebbe usato per decidere se rimanere a letto la mattina per il rischio di incorrere in incidenti, ma utilizzato magari per avere città dove :
  • le case non vengano costruite vicino o sotto gli elettrodotti 
  • le falde inquinate non vengano usate per irrigare i campi 
  • non si proceda sistematicamente alla cementificazione del territorio ma si rispetti l'ambiente 
  • Fiumi come il Lambro e il Seveso fossero fiumi dove pescare e fare il bagno e non fogne a cielo aperto 
  • i terreni contaminati non si utilizzino per scopi agricoli 
  • interi quartieri non nascano su terreni contaminati 
  • le bonifiche vengano fatte accuratamente e soprattutto vengano controllate 
  • di fianco alle autostrade / tangenziali non si costruisca 
  • nei centri urbani non nascano inceneritori o meglio che si incominci a riciclare e a creare meno rifiuti
  • e tanto altro ……………………..
perché facendo così sicuramente qualcuno non guadagnerà o guadagnerà meno , ma altrettanto sicuramente ci saranno molti meno ammalati e una qualità della vita elevata.

venerdì 27 maggio 2016

INCONTRI CON I CANDIDATI SINDACO DELL'AREA METROPOLITANA E DI MILANO


VENERDI' 27 MAGGIO 2016 ORE 18.15 con GIUSEPPE SALA   -   ANNULLATO  dal suo staff alle ore 14,30 - il dott. Sala sarà al Tabit dalle 18,30 alle 19.00  - 

LUNEDì 30 MAGGIO 2016 ORE 18,15 con BASIGLIO RIZZO   

Siete tutti invitati ad incontrare i candidati sindaci dell' area metropolitana , ci dispiace di non essere riusciti ad avvisarvi prima ma siamo stati contattati all'ultimo momento dai rispettivi staff elettorali per cui siamo ben disponibili ad incontrarli per spiegare loro e soprattutto far vedere e conoscere il problema relativo all'elettrodotto.



L'appuntamento per entrambi i candidati è sotto i tralicci in via per Crescenzago 213 / via Adriano dalle ore 18.00 )




Staff Associazione di via P.SOTTOCORNO
via P.Sottocorno 18 - 20099 - Sesto San Giovanni (Milano)

giovedì 26 maggio 2016

INCONTRO PUBBLICO PROMOSSO DAL GRUPPO "DIFENDIAMO LA SALUTE" SULLA QUALITA' DELL'ARIA


“DIFENDIAMO LA SALUTE” PRESENTA:  
LA GESTIONE DELLE EMERGENZE DA INQUINAMENTO ATMOSFERICO   È CRUCIALE PER LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE

             Martedì 31 maggio 2016  ore  17,30-20,30   via Vida 7 (presso Legambiente)

Cause e ricadute sulla salute dell’inquinamento atmosferico relazione di Paolo Crosignani, per  molti anni Direttore del Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto dei tumori di Milano è perito del Tribunale in molte cause che riguardano gli inquinanti atmosferici.

Come vogliamo gestire il superamento della soglia di allarme di 50 ug/m3?

Ne discutiamo con:
  • i candidati sindaco Basilio Rizzo e Gian Luca Corrado;
  • Stefano D’onofrio consigliere di zona 1;
  • Anna Scavuzzo delegata all’area metropolitana sul tema;
  • Le associazioni Genitori antismog  con Elena Sisti,
  • Cittadini per l’aria con Anna Gerometta;
  • Legambiente con Gian Mario Ubbiali presidente del circolo di Cormano. 
  • L’Assessore alle Politiche sociali e alla Cultura della Salute Francesco Majorino


Presenta Antonella Nappi per il gruppo di donne “Difendiamo la salute” nato come incontro presso le Pari Opportunità del Comune di Milano (Anita Sonego) all’atto della giunta Pisapia, fa opera di informazione sugli inquinanti ambientali e le cause che li determinano per contrastare la censura di Media e Istituzioni che rendono i Cittadini ignari delle ricadute per la loro salute e dipendenti dalle scelte del potere.

lunedì 23 maggio 2016

ARTICOLO SULLO SPECCHIO DI SESTO SAN GIOVANNI

Unica precisazione : non chiediamo di riprendere il dialogo CHIEDIAMO UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA 
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domenica 22 maggio 2016

INQUINAMENTO ACQUA DI FALDA DA CROMO ESAVALENTE - MILANO VIA BAZZI 12

Tra le aree inquinate non c’è solo Sesto San Giovanni e tutti i comuni del nord Milano ma, purtroppo,  c’è tutta l’Italia.
A Milano in via Bazzi 12 ( zona di viale Tibaldi a Milano ) in piena area urbana , una ex fabbrica ,la galvanica Lorenzi, è tutt'ora causa di un inquinamento della falda acquifera e del sistema di scarico, oltre ad avere grosse quantità di amianto. Gli sversamenti di liquidi contenenti metalli pesanti ( tra cui il noto e  pericoloso cromo esavalente) è iniziato nel 1994, fino al 2005, ma il terreno è talmente impregnato che rilascia costantemente un inquinamento continuo.

Chi compie tali gesti non può essere paragonato ad un semplice criminale , chi è causa di stragi ambientali ed è consapevole delle conseguenze sulla salute pubblica e sull'ambiente deve essere punito come un criminale di guerra e non usufruire in maniera ignobile della prescrizione ( come vergognosamente successo per le stragi causate dall'amianto ) o di benefici di legge.
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Video intervista e testo di Roberto Schena a cura di Esplorazione urbana

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Qui sotto pubblichiamo l’articolo di infonodo.org che spiga bene cos'è successo :

Milano - Inquinata la prima falda della città con Cromo esavalente ; Allarme dei periti alla procura: i veleni hanno raggiunto la prima falda. Intatta la seconda dove si rifornisce l´acquedotto ; "Cromo killer, acqua contaminata" ;Un imprenditore lo ha smaltito nei tombini: indagato per disastro ; In luglio la stessa sostanza cancerogena aveva messo ko il depuratore Milano sud
Per mesi gli esperti hanno sperato che non accadesse. Hanno analizzato dati, studiato campioni, stilato relazioni: sempre nella speranza che i risultati del loro lavoro fossero negativi. E invece ciò che temevano è successo: il cromo esavalente che un´azienda in fallimento, in luglio, ha versato nella rete fognaria di Milano, ha ormai da qualche tempo raggiunto la prima falda acquifera della città, e l´ha contaminata.
Quale sia la reale portata del pericolo, al momento, è ancora presto per dirlo: di positivo c´è che l´acqua per uso domestico dei milanesi viene prelevata dalla seconda falda (incontaminata) e non dalla prima. Il che esclude le peggiori preoccupazioni. Ma ciò non toglie che anche con la prima i cittadini hanno a che fare molto frequentemente. Basti pensare, ad esempio, che è proprio quella della prima falda l´acqua che periodicamente affiora nei box e nei seminterrati della città. Ed è per questo motivo che la procura di Milano, che ha da tempo aperto una indagine sulla vicenda, ha deciso di procedere contro il titolare di quella industria per il reato di disastro colposo.
Questa storia, come detto, comincia a luglio, quando, alla vigilia della chiusura dei propri impianti di nichelatura e cromatura, l´imprenditore decide di risparmiare sulle costose procedure di smaltimento dei liquami di lavorazione del metallo. Acidi, metalli pesanti, nichel e soprattutto cromo esavalente, sostanza cancerogena. Parecchio materiale, tutto stoccato all´interno dei propri impianti.
L´uomo si organizza con alcuni ex dipendenti e, lontano da sguardi indiscreti, comincia a smaltirlo nei pozzetti di scarico dello stabilimento, in via Bazzi. Il materiale si inabissa e comincia il suo lungo viaggio. 

Un viaggio in due direzioni. La prima è quella che porta ad attraversare la città, verso il depuratore di San Rocco, ex Milano Sud. Arrivata a destinazione, l´alta concentrazione di metalli pesanti contenuta nei liquami stermina i batteri che permettono il processo depurativo, causando così la «morte» dei fanghi attivi e l´inibizione di alcuni processi biologici. 

Per alcuni giorni, insomma, il depuratore non funziona più. Poi i processi riprendono normalmente. Ma i danni, calcolati dai tecnici comunali, sono ingenti.
La seconda direzione è verso il basso. I periti incaricati dal PM Stefano Civardi scrivono infatti che il cromo è «percolato», ossia è sceso penetrando nella prima falda in una concentrazione, a quanto pare, significativa, i cui effetti sulla salute sono ancora da verificare.
Probabilmente nessuno avrebbe saputo nulla di quanto successo, se non fosse stato per i tecnici che lavorano al depuratore. I quali, dopo aver analizzato le cause del blocco dell´impianto, hanno dedotto che quei liquami non potevano che provenire da un impianto metallurgico, e hanno così permesso agli inquirenti di restringere di molto il campo delle ricerche. Appostamenti e controlli hanno fatto il resto. I vigili urbani hanno accertato che nei pozzetti di scarico dello stabilimento messo sotto la lente d´ingrandimento erano state versate notevoli quantità di sostanze pericolose, identiche a quelle che avevano provocato il danneggiamento del depuratore di Milano Sud. Ed è scattata la denuncia.



sabato 21 maggio 2016

AMIANTO: UN PERICOLO DI CUI SI DEVE CONTINUARE A PARLARE

Ancora oggi l'amianto continua a essere un nemico pericoloso e silenzioso di cui, purtroppo, si parla troppo poco. Per sensibilizzare un numero sempre maggiore di cittadini su questo importante tema, l'associazione Gruppo Aiuto Mesotelioma ha organizzato mercoledì sera in Sala Ticozzi la proiezione del film “Un posto sicuro”. «Anche a Lecco il problema dell'amianto è ancora molto sentito – racconta Cinzia Manzoni, presidente dell'associazione – ed è per questo che abbiamo deciso di portare anche nella nostra città questa pellicola che da quando è uscita, lo scorso dicembre, ha fatto il giro di mezza Italia. Racconta la storia d'amore tra un padre e un figlio e ruota intorno all'amianto, alla paura della malattia, ma soprattutto racconta molto bene la rabbia che ogni vittima della amianto prova per quella che va considerata a tutti gli effetti un'ingiustizia».
Presente in sala anche il regista Francesco Ghiaccio, che ha spiegato come è nata l'esigenza di raccontare questa storia: «Sono cresciuto a Casale Monferrato, quindi questa storia l'ho sempre vissuta in prima persona. Nel 2009 è cominciato il grande processo contro la fabbrica dell'amianto e allora ho scoperto tante nuove storie. Ho coinvolto in questa ricerca anche Marco D'Amore, il protagonista del film, che ha scritto con me la sceneggiatura e insieme abbiamo capito che questa storia andava raccontata. Purtroppo però in Italia si parla ancora troppo poco di amianto e se ne parla solo in occasioni particolari, come i processi».
A rompere questa cortina di silenzio sono quindi le storie. Storie come quelle raccontate dal fil “Un posto sicuro” o come quelle raccolte nel libro “Morti di Progresso” di Daniela Trollio e Michele Michelino, anche lui presente in Sala Ticozzi mercoledì sera. «Questo libro racconta la lotta degli operai della grandi fabbriche di Sesto San Giovanni e in particolare le storie di tre vittime dell'amianto ma anche della burocrazia. Sono solo pochi esempi di quello che ancora accade nel nostro Paese, dove oltre alla lotta con la malattia spesso ci si deve imbarcare anche in una lotta con le istituzioni per vedere riconosciuti i propri diritti».
La situazione a Lecco e provincia è allarmante: Attualmente ci sono, censiti, 71 mila metri cubi di amianto, una quantità pari a un palazzo di 13 piani pieni. Per quanto riguarda l'indice di mortalità Lecco è seconda solo a Broni, comune in provincia di Pavia sede di Fibronit, stabilimento di materiali per l'edilizia in amianto.



mercoledì 18 maggio 2016

SESTO S.G. - ACQUA DI PRIMA FALDA - UN PROBLEMA CONOSCIUTO E MAI AFFRONTATO

Nell'ottobre 2013 siamo venuti a conoscenza durante un incontro pubblico svoltosi nel q.re Adriano del progetto relativo alla creazione della centrale di cogenerazione che doveva nascere sul confine tra Milano e Sesto San Giovanni ,

Andammo a chiedere informazioni al comune di Sesto S.G ma nessuno ci volle dare spiegazioni , la risposta fu :

“ noi non sappiamo niente , non conosciamo il progetto ci dobbiamo informare “ , 

solo dopo ripetute richieste e passate cinque settimane siamo venuti a conoscenza di cosa si trattava.
Il progetto originario prevedeva una centrale di cogenerazione che doveva sfruttare l’acqua di prima falda per alimentare una centrale di teleriscaldamento che avrebbe avuto bisogno di enormi quantità di energia elettrica per il suo funzionamento e che avrebbe restituito al territorio centinaia di litri d’acqua bonificata, riportando in funzione l'elettrodotto tanto contestato che dall'inizio degli anni 2000 risulta praticamente non utilizzato ( mettendo di fatto in sicurezza il quartiere ).
Il comune si affrettò a dichiarare il progetto obsoleto , sintetizzando tale decisione con con il seguente comunicato stampa 


Ma da allora siamo venuti a sapere dell’inquinamento dell’acqua di prima falda e dei progetti d’intervento previsti, annotandolo nei problemi ambientali della zona.
Nei tanti e costanti incontri avuti in comune , inizialmente ci venne spiegato che tale inquinamento era circoscritto ai soli siti industriali ora dismessi , avevamo qualche dubbio su questa interpretazione perché da sempre a Milano l’acqua di prima falda è sempre stata conosciuta come un grosso lago sotterraneo.


Successivamente ci vediamo confermato quanto supponevamo , ovvero l’inquinamento dell’acqua di prima falda non risulta più circoscritto alle sole aree industriali ma bensì ci veniva spiegato che partiva da Monza e arrivava a Milano.




L'inquinamento principale è stato descritto dalla Valutazione d'impatto ambientale del 2008 , dai tre grafici si denota che i dati relativi agli inquinanti "fluttuano" nel periodo temporale considerato, ciò significa che le fonti inquinanti sono ancora attive sul territorio e non solo dovute solo all'eredità lasciata dall'acciaieria Falk e dal comparto industriale che era esistente.

Il 4 febbraio 2015 abbiamo affrontato in comune alla presenza del'Assessore Iannizzi e del dirigente comunale Fabbri la situazione relativa all'inquinamento dell'acqua di prima falda , alla situazione già nota esposta sopra,  che vedeva la presenza di metalli pesanti e cromo-esavalente siamo venuti a conoscenza che con le ultime indagini anche l'acqua di seconda falda vanta la presenza di solventi clorurati con quantità prossime ai livelli di legge e che il picco di tali valori è stato riscontrato a Gorla.

Il problema inizialmente confinato al comune di Sesto con le ultime indagini ha assunto proporzioni ben più ampie che riguardano l'intera area del nord est dell' area metropolitana e data la sua estensione è passata di competenza alla Regione Lombardia, 
Abbiamo sottolineato che avremmo gradito sapere come le istituzioni si stavano muovendo, perché abbiamo notato che tale problema, già noto 10 anni fa ( anche se coscritto al comune di Sesto ) riguarda ora un'area che va da Monza a Milano , e rischiamo che passino altri 20 anni senza veder eseguita nessuna azione visto che nessuno ne parla o ne solleva il problema.
La risposta avuta è stata vaga e siamo stati invitati a contattare l’ufficio bonifiche della Regione.

Rimaniamo però fiduciosi , come sempre , che questo problema venga affrontato, nella speranza che nessuno ci venga a dire che ancora:

 " ... NON RITENIAMO CHE CI SIA L'INTERESSE PUBBLICO PER LA CITTA' ...".