L’ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO fortemente preoccupata dalla mancanza di
informazioni in merito, ha sollecitato e ottenuto un tavolo in Regione Lombardia nel pomeriggio di lunedì 20 novembre, dove
grazie all'interessamento del Sindaco di Sesto San Giovanni, abbiamo aperto un
tavolo per capire se il problema a Cascina Gatti, che è strutturale per tutti i
cittadini lombardi, possa trovare una soluzione in tempi ragionevoli con l'aiuto
delle istituzioni coinvolte.
Abbiamo richiesto azioni immediate al fine di scongiurare la mancanza
di un servizio che consideriamo un pilastro fondamentale della società attuale,
sollecitando non solo un normale avvicendamento, ma bensì un naturale potenziamento del servizio visto
che, in questi decenni, abbiamo assistito alla nascita di intere aree
residenziali all'interno del quartiere.
Durante l’incontro abbiamo apprezzato il clima
costruttivo trovato, consci delle
difficoltà strutturali e normative che ha l'azienda sanitaria, abbiamo avuto un
importante messaggio, non solo di comprensione del problema ma anche un
reale impegno affinché tale problema venga risolto in tempi ragionevoli
(considerando che siamo in prossimità delle feste natalizie).
E’da
alcuni mesi che stiamo seguendo l’evolversi del problema, abbiamo sempre
sperato che nei casi di pensionamento si operasse in un “normale avvicendamento”,
ma, sollecitati dagli stessi medici abbiamo scoperto che da qualche anno a
questa parte, con l'ultimo accordo nazionale tra ministero e medici è stato
rimosso l'obbligo per un medico di essere presente all'interno di un ambito territoriale
come sta succedendo a Cascina Gatti.
Il problema, che come abbiamo già detto, è noto da tempo fa
unicamente riferimento al "Contratto nazionale medici di Medicina
Generale Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici
di Medicina Generale ai sensi dell'Art. 8 del D.Lgs. 502 del 1992 e successive
modificazioni e integrazioni",
in questo caso La Regione
Lombardia, contrariamente a quanto si continua ad affermare da più parti, non
ha nessuna legge che norma questa materia, ma si deve attenere a
quanto contenuto nel Contratto nazionale con le eventuali modifiche che ad esso
sono state apportate.
Ci risulta che l'unico compito assegnato
alle Regioni dal 1995 è
quella di istituire un corso di formazione specifica in Medicina Generale
per diventare medico di famiglia, scoprendo infatti che non è una
specializzazione universitaria e viene così organizzato dalle Regioni e non
dalle Università con un corso di durata triennale.
La lista finale dei Medici di Medicina Generale, integrata
annualmente dai medici che hanno completato il triennio, viene poi depositata
presso l'Ordine dei medici, che la gestisce in accordo con l'Assessorato al
Welfare della Regione, da questa graduatoria e all'ambito di
appartenenza i Medici di Medicina Generale vengono chiamati a ricoprire i
posti dove si segnala una carenza MA non hanno nessun obbligo e possono
anche rifiutarsi, nel caso in cui accettano, una volta assegnato
l'ambito, devono procurarsi uno o più ambulatori o inserirsi in una Unità
Complessa di Cure Primarie o in una Aggregazioni Funzionali Territoriali, collocazione
che deve poi essere ritenuta idonea dall’ATS.
Speriamo di aver fornito in modo chiaro le spiegazioni che in molti ci chiedevano, ringraziamo chi ci ha aiutato a reperirle, troviamo strano come ogni
qualvolta c’è un problema da affrontare incomincino le difficoltà a reperire regolamenti e norme, e
a trovare le responsabilità.
Il prossimo incontro al tavolo
aperto in Regione Lombardia è per Lunedì 4 dicembre 2017 alle ore 15.00, con il
direttore Generale
di ATS, Sindaco di Sesto
San Giovanni, l'Assessore
al Welfare fiduciosi di arrivare ad una soluzione condivisa.