C’è un
Abruzzo facile e veloce: è quello dei cantieri dell’elettrodotto da 380
chilovolt che attraversa, per 70 chilometri, 16 comuni delle province di Chieti
e Pescara, con lo scopo di collegare la stazione elettrica di Villanova
(Pescara) con la centrale termoelettrica di Gissi (Chieti).
Cantieri che
procedono a spron battuto, incuranti di manifestazioni, sit in e ricorsi da
parte i migliaia di cittadini e sindaci di oltre dieci comuni teatini che
continuano a denunciare, inascoltati, il carattere a loro dire “abusivo”
dell’intervento, in quanto i lavori, assicurano, sarebbero partiti senza
l’obbligatoria e preventiva ottemperanza delle prescrizioni, una quarantina,
imposte dal Comitato di valutazione ambientale nazionale nel 2011 e allegate al
Decreto Interministeriale di autorizzazione del 2013.
Le più
importanti prescrizioni riguardano gli accorgimenti particolari da adottare su
terreni soggetti a frane, alluvioni, per di più in zona sismica. E la Terna non
avrebbe nemmeno dato corretta comunicazioni alle amministrazioni comunali
dell'avvio dei lavori.
“Viviamo una situazione paradossale -
commenta ad AbruzzoWeb Mariapaola Di Sebastiano dei comitati cittadini - per
costruire una semplice stalla si devono esibire tutte le autorizzazioni del caso
e avere tutte le carte in regola. Mentre per realizzare una mega opera che
prevede l’innalzamento di oltre 140 tralicci alti anche 75 metri occupando per
le fondazioni decine di migliaia di metri quadrati di terreno in aree a
rischio, si procede senza che nessuno controlli, senza che nessuno verifichi
che le adeguate cautele siano state adottate”.
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FONTE : ABRUZZOWEB