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martedì 18 febbraio 2020

ANCHE A2A SUL TRATTAMENTO DEI FANGHI CON UN PROGETTO SIMILE A QUELLO DI CAP

Invitiamo a leggere l’articolo andando oltre al titolo, perché il progetto di A2A prevede il trattamento dei fanghi e il conferimento di questi insieme a rifiuti non riciclabili presso uno dei suoi inceneritori con un processo simile a quello presentato da CAP (forse provano a convertirli visto l'elevato numero di impianti presenti in Lombardia)


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Clicca QUI per leggere l'articolo del 30 dicembre 2020 su affaritaliani.it 

venerdì 14 febbraio 2020

ABBATTUTI ALBERI DECENNALI A SESTO SAN GIOVANNI - MA COSA STA SUCCEDENDO ??

Come riporta l'articolo sul Giorno del 5 febbraio a Sesto San Giovanni, un po in tutti i quartieri si sono adoperati tagli di alberi di alto fusto, che in alcuni casi erano ammalati in altri no (come ad esempio quelli in via XXV aprile) e non se ne comprende il motivo, e su questo è giusto porsi delle domande. 

Visto che il verde e gli alberi sono, e devono essere un'obbiettivo primario nello sviluppo di questa società per combattere tutte quelle problematiche che stiamo vivendo con la nostra miope impronta antropica, che ha portato a cementificare una città come sesto San Giovanni per oltre il 95% del suo territorio.

La scuse che abbiamo sentito fino ad oggi sono molteplici, nel caso di via XXV aprile è che seppur sani erano vicini ad un muro di cinta, o meglio non avevano i tre metri di rispetto, ora nel caso specifico potremmo anche sbagliarci ma tale norma vale per muri di palazzi e non per muri di cinta, nel caso specifico essendo poi un muro di cinta di una piscina in fase di ristrutturazione TOTALE, avemmo gradito magari spostare il muro e salvare gli alberi.

Usiamo il condizionale certo, ma un abbattimento in serie come questo non si era mai visto, e non crediamo che tutti questi alberi non si potessero salvare, reputiamo inutili le piantumazioni promesse (leggi QUI ) visto che stiamo sostituendo alberi d'alto fusto con piantine che ci metteranno vent'anni come minimo per esser chiamati alberi, sarebbe preferibile aver più cura del patrimonio floreale cittadino salvando gli alberi esistenti.


Speriamo di sbagliarci, ma qualcosa non quadra, porteremo il problema presso la consulta dell'ambiente e nei luoghi istituzionali dove ci è consentito per comprenderne la verità di questi scempi.

giovedì 13 febbraio 2020

LA SVIZZERA BLOCCA LA RETE 5G PER I PROBLEMI DI SALUTE CHE PUÒ CREARE

Già dal 2019 la Svizzera poteva contare sulla rete 5G più avanzata in Europa, con Swisscom e Sunrise tra le prime aziende a supportare la tecnologia di prossima generazione, ha posto una moratoria indefinita sull'uso della sua nuova rete a causa dei rischi sulla salute che questi possono generare 
Le proteste sollevate in tutti i cantoni sono state accolte dall'Agenzia per l'Ambiente Federale Svizzera (perché supportate da ricerche scientifiche non da illazioni da terrapiattisti) e il processo autorizzativo ha di fatto bloccato l'uso della rete in attesa di nuove indagini tecnico scientifiche che non siano le solite "autocertificazioni" delle compagnie telefoniche. 
L'agenzia infatti è responsabile di fornire ai Cantoni i criteri di sicurezza in base ai quali valutare le emissioni di radiazioni degli operatori di telecomunicazioni,  dichiarando di "non essere a conoscenza di alcuno standard presente in tutto il mondo" che potrebbe essere utilizzato per valutare le raccomandazioni, per cui si esaminerà l'esposizione se possibile in condizioni operative del mondo reale e questo lavoro richiederà del tempo.
L'Associazione medica svizzera ha consigliato cautela sul 5G.

L'Associazione Sottocorno plaude questa decisione, che è ragionevole e tiene conto del  rispetto del Principio di Precauzione.

Leggi qui le notizie su:

Financial Times del 12.2.2020

GLOBAL.TECHRADAR

mercoledì 12 febbraio 2020

PRESENTATO UN ESPOSTO PER RICHIESTA AVVIO DEL PROCESSO DI INTERRAMENTO DELL’ELETTRODOTTO PASSANTE PER CASCINA GATTI DAL CIMITERO VECCHIO A VIA PISA

Nell'agosto del 2018, con la presentazione ufficiale delle note al PGT avevamo già chiesto ufficialmente, a causa della vicinanza dei cavi di alta tensione a diversi caseggiati, alle lamentele raccolte dalla cittadinanza nonché alla preoccupazione degli stessi sugli effetti che i campi elettromagnetici in bassa frequenza potrebbero avere sulla salute umana, pur rilevando dei valori riconducibili a valori sotto i limiti di legge, che ci piace ricordare non essere cautelativi per la salute umana e visto che diverse ricerche, ad incominciare dal rapporto Bioinitiative fino alla stessa ATS ha come riferimento un valore precauzionale di 0,2 microtesla, abbiamo chiesto di:
Ø incominciare la procedura per interrare l’elettrodotto da 220 kV passante per Cascina de Gatti a partire dal giardino presente in via Rimembranze (vicino al cimitero vecchio) fino al giardino di via Pisa (al Parpagliona all'interno del parco Media valle del Lambro).
 























Ø richiedere contestualmente un declassamento della portata dell’elettrodotto portando da 220 Kv a 132 kv a Terna S.p.A. (importante per poterne limitare l’impatto economico d’interramento)








Ø far eseguire agli uffici tecnici comunali un’analisi preliminare sulle aree attraversate attualmente dall'elettrodotto in modo da individuare in anticipo eventuali problematiche nelle utenze attualmente interrate.
Ø  assegnare in tempi brevi l’incarico a TERNA S.p.A. per la definizione del progetto preliminare di interramento.
Ø  presentare, come fatto per l’interramento dell’elettrodotto di via Sottocorno, un progetto di riqualificazione urbana nel quale inserire l’interramento dell’elettrodotto
Tutti questi passaggi sono una sintesi frutto dell’esperienza vissuta insieme agli uffici comunali competenti che crediamo abbiano la competenza per procedere in maniera corretta e precisa al fine di liberare e riqualificare il quartiere dall'ennesimo “eco-mostro”.

A seguito dell’ottimo risultato e dell'esperienza vissuta con l’interramento dell’elettrodotto passante lungo la via Sottocorno interrato proprio un anno fa abbiamo richiesto ufficialmente di incominciare questo percorso, sappiamo bene che non sarà facile ne tanto meno ci sono oggi i fondi, ma non è impossibile (come la storia appena vissuta ci insegna), è sempre e solo volontà politica, perché quando c'e' la volontà politica i soldi si trovano.
Per questa giunta rappresenta sicuramente una bella sfida, vedremo se ne saranno capaci.
A breve pubblicheremo le risposte a tutti gli esposti presentati.
























lunedì 10 febbraio 2020

ADRIANO COMMUNITY CENTER - A BREVE APERTURA DELLA RSA E INFO-POINT


Si sta completando l'Adriano Community Center in linea con il crono-programma che si era presentato e che prevede a breve l'apertura della RSA, ed in seguito a tutte le altre tipologie di servizi.
In questi giorni la direzione ha inviato una serie di foto e volantini di cui, qui sotto, ne replichiamo una sintesi, informandoci che nelle prossime settimane verrà aperto un info-point nella piazzetta di via Tremelloni dove si potrà portare fisicamente un curriculum o richiedere informazioni specifiche sulla struttura e per dare riscontro fisico e tangibile ai numerosi contatti che arrivano tramite numero verde e canali informatici.





lunedì 3 febbraio 2020

NOI SIAMO INDIPENDENTI CON BUONA PACE DI QUALCHE PARTITO POLITICO

Visto che ieri era il 02-02-2020 una data palindroma (ovvero che è simmetrico nella lettura), tenteremo di dare quanto meno una risposta al vergognoso attacco pervenuto dal consigliere Di Cristo del Movimento 5 Stelle di Sesto San Giovanni durante il consiglio comunale del 28 gennaio.
Premessa fondamentale, non sappiamo se il discorso e l'argomento trattato era condiviso o voluto dal gruppo del movimento (diciamo questo perché alcune persone del movimento hanno preso le distanze da quanto detto) ma cercheremo di essere chiari e sintetici, in modo che si possa comprendere allo stesso modo da destra verso sinistra o viceversa come una data palindroma, quanto sosteniamo.
Oltre a quanto già spiegato durante il consiglio comunale, con rammarico rispondiamo all'attacco ricevuto del citato “signore” sull'articolo uscito sul Giorno in data 5 dicembre 2018 dal titolo:
“ESCLUSI DALLA BIOPIATTAFORMA”
per sua informazione nel 2018 (è necessario contestualizzare l'argomento) non si è mai parlato né di commissione di controllo né tanto meno di RAB e non abbiamo mai scelto (in nessuno dei tanti articoli che ci hanno visto protagonisti) né il titolo né tanto meno scritto il testo (neanche quando il o la giornalista sbagliava ad esclusione di quando è stravolto quanto da noi affermato), abbiamo troppo rispetto per il lavoro degli altri e per la libera informazione, vediamo quindi il tanto famigerato articolo:
Già nel sottotitolo si evidenziava la protesta per la mancata convocazione di incontri nel quartiere

entrando nel corpo si può leggere che 


infatti abbiamo dovuto protestare attivando tutti i canali a noi consoni per portare almeno 1 (una!!!!!!!!) serata al quartiere di Cascina Gatti, perché il calendario presentato non lo prevedeva e questo nel silenzio più totale.

Nell'ultimo capoverso poi si dice:


Lo abbiamo sempre detto e ribadito anche l’altra sera, la cosiddetta società civile (che per noi non è formata dai partiti politici come ad esempio il M5S) è sempre mancata, lasciandoci soli insieme al Comitato di Cascina Gatti (che non è un’associazione!) con i quali invece abbiamo instaurato da anni una fattiva collaborazione e con i quali avevamo sempre chiesto un PROCESSO PARTECIPATIVO DIFFERENTE come si può leggere direttamente dall'articolo.
Non abbiamo cercato il primato né tanto meno la medaglietta (come la sua interpretazione citava) perché a differenza sua e del suo gruppo e di altri soggetti politici non cerchiamo ne voti né consenso (cosa che invece qualcuno ha cercato di fare fomentando a dovere illusioni su un consiglio comunale che non poteva decidere nulla allo stato attuale), l’essere sinceri e non fomentare illusione per noi è base fondamentale per aver credibilità e continuare ad occuparci di ambiente.
Affermare di esser rimasti soli insieme al Comitato di Cascina Gatti in un determinato periodo è, ed era, una affermazione reale, un dato oggettivo, perché purtroppo (ed è stato pesante in termini di presenza, di partecipazione e di contenuti) solo un comitato e una associazione a Sesto si sono mossi nei termini consoni, altri inspiegabilmente sono spariti, scomparsi, resi irreperibili (e non stiamo parlando di chi si è costituito in questi mesi a parlare di ambiente, anzi ben venga), forse perché essere vicini a determinate forze politiche alle quali (forse) dovevano render conto.
Non lo sappiamo, ma potete sempre chiederlo, anche il più sprovveduto sa che c’è il tempo e il modo per protestare, tempo e modo per far valere tale pressione, il momento di proporre e il momento di partecipare, un tale processo porta poi inesorabilmente i singoli gruppi a fare le somme con quanto vissuto, rivedere le proprie posizioni o mantenerle, sicuramente continuare a ribadire concetti errati come la definizione di un centro "come quello di Niguarda" non ci vede disponibili.
Nelle affermazioni più o meno da campagna elettorale (più che da politico navigato) si chiede come ci permettiamo di affermare “per quale motivo si convoca un consiglio comunale”, be lo abbiamo spiegato molto bene nel post che avevamo dedicato a novembre 2019 (ma evidentemente si legge solo il titolo) NON SIAMO MAI STATI CONTRO I CONSIGLI COMUNALI APERTI, anzi, ma contro il consiglio comunale che alla fine del 2019 si voleva fare per decidere il futuro dell’area dopo tutto il percorso fatto.
Leggere QUI per credere, e per non dare adito a strumentalizzazioni di basso livello
Siamo liberi e non assoggettabili a nessun partito, di questa libertà ne facciamo vanto ed è la pietra sul quale si fonda tale gruppo, questo a qualcuno dà sicuramente fastidio ma non ci importa, siamo liberi di contestare chiunque e qualsiasi cosa esso richieda, nei modi e nei tempi consoni, senza aver mai mancato di rispetto a nessuno, anche un consiglio comunale, se chiesto per illudere la cittadinanza sulla possibilità di cambiare la destinazione d’uso di un’area, perché oggi tale richiesta NON AVREBBE AVUTO NESSUN SENSO, con buona pace di chi ha cercato di strumentalizzare una protesta legittima, ma che è arrivato fuori tempo, avremmo gradito che a sollecitare tale partecipazione lo avesse fatto 4 (quattro !!!!) anni fa quando si poteva veramente far qualcosa.
Per il futuro ricordiamo che rispondiamo di quello che affermiamo NOI, non di quello che scrivono altri.

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Sottocorno


venerdì 31 gennaio 2020

NOTIFICA AL SINDACO DI SESTO SAN GIOVANNI SUI RISCHI DEL 5G

L'Associazione Sottocorno venuta a conoscenza dai media che trattano il tema delle nuove tecnologie, che la città di Sesto San Giovanni viene indicata come area di beta tester per eseguire le prove sulla nuova tecnologia 5G, in particolar modo il quartiere di Cascina Gatti confinante con Milano, subirà di sicuro una esposizione ulteriore indiretta visto che il capoluogo è una delle prime città che ha adottato e convalidato l’installazione delle nuove antenne sul 5G, a dicembre 2019 ha scritto al Sindaco Di Stefano Roberto essendo investito di preminenti funzioni e prerogative in materia di tutela della salute pubblica,  notificandogli i rischi per la salute correlati ad una esposizione a radiazioni del 5G invitando l'amministrazione a valutare attentamente tutte le azioni amministrative finalizzate ad impedire o limitare l’esposizione della popolazione a fonti addizionali di inquinamento elettromagnetico perché l’installazione e l’esercizio di antenne 5G può mettere a rischio la salute pubblica. 
Rimaniamo in attesa di una risposta scritta e siamo a disposizione per un incontro per comprendere come quanto esposto potrebbe essere utilizzato all'insaputa della cittadinanza nello sviluppo della rete in fibra ottica già presente in città, e per illustrare ulteriore documentazione e supporto nell'interesse della salute dei cittadini.

L'associazione ha allegato alla lettera anche la documentazione fornita dall'associazione A.M.I.C.A. che attesta in maniera ufficiale che nessun ente preposto abbia confermato la mancanza di nocività e senza alcuna valutazione dei rischi sanitari.




mercoledì 29 gennaio 2020

L'INTERVENTO CHE AVREMMO VOLUTO FARE


Riportiamo qui sotto il testo dell’intervento che avremmo voluto fare ieri sera ma che abbiamo collegialmente concordato di soprassedere chiarendo in aula quanto in realtà su questo tema l’associazione sia divenuta oggetto di attacchi totalmente gratuiti di varia natura.

È il terzo consiglio comunale aperto dopo quello di novembre 2016 e quello di settembre 2018, tutti indetti sul progetto che riguarda la biopiattaforma, a differenza di quanto apparso su un articolo di un giornale locale o sui social, chiariamo per correttezza, che non abbiamo mai chiesto un terzo consiglio comunale che avesse come oggetto la scelta del futuro dell’area, non perché non sia importante discuterne, anzi, ma che farlo ora a gennaio 2020 e per la terza volta, dopo un intenso percorso partecipativo e una definizione del progetto in una fase così fase avanzata rende praticamente vana ogni nuova iniziativa, anzi certe prese di posizione di fatto ci spaventano, perché rimettere in discussione questo progetto ora significa di fatto accettare la costruzione di un nuovo inceneritore.
Tanto interesse e partecipazione ce lo aspettavamo nei due precedenti incontri, dove ci siamo trovati soli insieme al Comitato di Cascina Gatti e al portavoce del Movimento 5 Stelle a contestare la mancanza di un’alternativa, anche se poi ci siamo resi conto in realtà è questa l’unica alternativa, questa è il cosiddetto piano “B” perché il piano “A” è sempre stata la costruzione di un inceneritore da 100.000 tonnellate/anno.
La nostra proposta di sostituirlo con un bosco dopo esser stati sminuiti, etichettati come illusi dagli stessi che in questi anni si sono sempre detti contrari alla biopiattaforma, venne invece presa in considerazione come alternativa fino ad arrivare ad avere anche una possibile sostenibilità economica, come ci riferì l’assessore Lamiranda in un incontro privato, analisi poi scartata da questa giunta che fece altre scelte politiche.
Noi ci abbiamo provato con tutte le nostre forze e nei tempi consoni, ma non siamo riusciti in quella che fin da subito era apparsa come una impresa ardua, sarebbe stato diverso se avessimo lavorato insieme a tutte le forze che si dissero contrarie (almeno a voce) e che invece sparirono in quegli anni nascondendosi letteralmente quando arrivò il momento di prender posizione, è una precisazione che riteniamo necessaria vista la mancanza di tempo utile per presentare ora ulteriori iniziative che procrastinerebbero ulteriormente la chiusura dell’attuale inceneritore (già spostata al 2021).
A dicembre si è concluso il percorso partecipativo iniziato nel 2017, vi abbiamo partecipato all'inizio con scarso ottimismo, visto che il progetto ci venne presentato “fatto e finito” sin da subito, mentre avremmo avuto quanto meno il piacere di discutere il futuro dell’area primo perché ci piaceva l’idea di una scelta partecipata (come è stata sempre propagandata) secondo perché dopo decenni, finalmente si rimetteva in discussione un’opera da sempre contestata a nostro giudizio con merito.
Oggi dopo questo percorso, la nostra opinione sul questo progetto si è modificata, sia ben inteso potessimo scegliere su quell'area sarebbe nato un bosco di piante autoctone, non ci preoccupano le emissioni del nuovo centro, ci preoccupano invece le emissioni di un comparto industriale che dal secolo scorso è sempre stato giustificato in nome dell’occupazione e del lavoro, ci preoccupano la superficialità di leggi non cautelative per la salute umana (mai mutate in meglio), ci preoccupano i riscaldamenti che in alcune aree vengono ancora alimentate a gasolio, ai gas ed emissioni a cui siamo esposti da un traffico aereo e veicolare forzato in quel di Sesto, da scelte sciagurate come l’installazione di un casello autostradale che non ha ragione di esistere.
L’aver partecipato ad incontri “aperti” e non già “costruiti” dove non abbiamo scelto il colore dell’impianto o di altri aspetti marginali, (certo questa era una opzione che ci era stata presentata) ma forzando i tavoli su temi più specifici, riuscendo ad ottenere modifiche anche radicali al progetto iniziale, ad esempio aver portato il doppio filtraggio dei fumi al camino o ad ottenere il finanziamento e l’installazione di 5 centraline di controllo dell’aria in prossimità dell’area (considerando che in Lombardia ce ne sono 15 noi a breve ne avremo 5 in un area di quartiere), ottenendo una modifica migliorativa di progetto per oltre 3 milioni di euro, la realizzazione del progetto in collaborazione con 5 università e l’utilizzo di tecniche d’avanguardia oltre a rilevare la disponibilità di CAP ad affrontare qualsiasi critica senza nascondersi, cercando di trovare punti di miglioramento al progetto iniziale, cosa completamente inusuale nel panorama industriale italiano (vedi ILVA).
Aver fatto nascere il RAB come organo di controllo che permette alle associazioni e comitati di aver un peso diverso nel caso in cui sorgessero problemi sui valori rilevati o si volessero affrontare problemi dovuti alla biopiattaforma che andasse a ledere l’ambiente e la salute, punti che non sottovalutiamo mai e tale partecipazione per chi come noi è particolarmente critico con le scelte ambientali intraprese fino ad oggi a livello nazionale regionale e locale diventa fondamentale, perché anche se chiamati formalmente ad informare sull'andamento del complesso, ci permette invece di essere in contatto diretto con l’asset di gestione della biopiattaforma risparmiando interlocutori politici e risposte circostanziate, eliminando tempi morti e mettendoci in condizione di partecipare e affrontare direttamente le problematiche.
Su questa base, su un’analisi fatta su un quadro ben più ampio degli elementi che determinano l’inquinamento dell’aria abbiamo modificato la nostra opinione iniziale su questo progetto, sul quale comunque permangono i dubbi sulle reali emissioni e su ciò che effettivamente verrà generato dalle alte temperature del forno e dai cicli di produzione di fosforo e metano.
Questo percorso per Sesto San Giovanni ha rappresentato un modello innovativo di confronto fra istituzioni, e rappresentanze del territorio, sicuramente imperfetto e migliorabile, ma che può anche essere preso come riferimento per le sfide future che saranno sicuramente rivolte al complesso equilibrio di sostenibilità ambientale, economico ed occupazionale e ci preme solo far presente che se tutte le realtà industriali che oggi immettono gas/polveri/solventi in atmosfera accettassero un tavolo di confronto simile a questo, molto probabilmente riusciremmo a dimezzare nel breve periodo i valori di PM10  e gas immessi, ed è su questo che l’affermazione  "se non verrà costruita la biopiattaforma l’aria a Sesto sarà più pulita”, punto sbandierato da più parti non è propriamente corretto, il nuovo impianto ha un impatto bassissimo sulle emissioni complessive presenti sul territorio comunale oltre ad avere un bilancio ambientale complessivamente positivo in un comune che vogliamo ricordare è un Sito d’Interesse Nazionale, dove tutta una serie di problemi presenti sul territorio che insieme all'inquinamento delle falde, le contaminazioni dei terreni e alle esposizioni dei campi elettromagnetici in alta e bassa frequenza (elettrodotti e 5G) non sono mai stati affrontati da una politica ambientale seria."

IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE SOTTOCORNO

domenica 26 gennaio 2020

MARTEDI' 28 GENNAIO 2020 CONSIGLIO COMUNALE APERTO SULLO STATO DI AVANZAMENTO DELLA BIO-PIATTAFORMA


Al contrario di quanto si afferma su varie piattaforme social, il consiglio comunale aperto NON è per scegliere se procedere o no sulla costruzione della bio-piattaforma, quello si svolse a novembre 2016 e ad esclusione dell'Associazione Sottocorno, Il comitato di Cascina Gatti e il rappresentante dei 5 stelle Massimo De Rosa non vide la partecipazione di nessuno dei gruppi o persone che oggi si dicono scandalizzate al progetto.
Lo scopo, piaccia o no è fare il punto sull'avanzamento dei lavori ad oggi del progetto, che ricordiamolo è stato portato dalla precedente giunta di centro sinistra (dopo averlo nascosto nella sua fase iniziale alla cittadinanza) e avvallato dalla presente di centro destra.

mercoledì 22 gennaio 2020

RICHIESTE SPIEGAZIONI AL SINDACO SULLE MANCATE ANALISI DELL'ACQUA DI PRIMA FALDA USATA PER I LAGHETTI ALLA BERGAMELLA


 

L’associazione aveva già chiesto alla precedente giunta, una volta venuti a conoscenza della volontà di utilizzare l’acqua di prima falda per l’irrigazione degli orti e per il laghetto del parco, che venissero eseguite analisi sull'acqua di prima falda (notoriamente inquinata come certificano QUI le analisi condotte da ARPA  negli anni, vedi QUI il nostro post del 2016, e QUI quello di aprile 2019) almeno settimanali, siamo poi venuti a conoscenza, dopo una richiesta agli atti eseguita nel 2018 che il comune ha deciso in maniera autonoma e arbitraria di procedere a suddette analisi ogni semestre, mentre con la richiesta agli atti compiuta nel 2019 (per conoscere le analisi che l'assessore all'ambiente disse a mezzo stampa di aver fatto eseguire a seguito della moria di animali presso il laghetto) che le analisi erano state sospese all'inizio del 2019  poiché il laboratorio che le eseguiva non era più certificato, per cui abbiamo chiesto, con urgenza, tramite un esposto protocollato in data 20 dicembre 2019, che vengano riprese, con cadenza mensile, le analisi sulle acque presso un laboratorio qualificato, indipendente e libero da qualsivoglia conflitto d’interesse.

Rimaniamo in attesa della risposta scritta richiesta.