Il Parco Bergamella diventa sempre più verde con 84 nuovi alberi! Annuccio
(leggi QUI) che sembra far ben sperare, soprattutto dopo la devastazione della
vegetazione nei pressi della terrazza, ma se affrontiamo meglio l’argomento
rimaniamo delusi.
Le essenze piantumate (con tanto di selfie con la pala e rastrello in
mano!!!!!) in realtà sono piccoli alberelli che prima di vent’anni non saranno
visibili all’interno del parco, le specie indicate sono quattro e le essenze dichiarate sono:
- Gelso bianco (Morus alba)
- Ibisco cinese (Hibiscus syriacus)
- Mirto crespo (Lagerstroemia indica)
- Acero riccio (Acer platanoides)
Se le analizziamo notiamo che sono tutte di origine asiatica, sono piante ornamentali e producono frutti
(come le piante abbattute qualche settimana prima), di autoctono tranne l'acero riccio (forse) NON c’è nulla,
nonostante, abbiamo passato anni (anche in questo caso) a richiedere appositamente
uno studio specifico che rilevasse le piante autoctone da installare, ma
evidentemente abbiamo sopravvalutato gli interlocutori.
Molti chiedono il perché è vantaggioso utilizzare le piante autoctone nei
giardini e soprattutto nei parchi urbani, la risposta è semplice, perché si contribuisce alla salvaguardia della
biodiversità., (proprio quella che invece si è distrutta con gli ultimi
abbattimenti), maggiore è la diversità di piante autoctone, maggiore è la diversità
degli animali che si tutelano, infatti insetti, uccelli e mammiferi si nutrono
sulle piante: alcuni si cibano di nettare e polline sui fiori, altri di frutti
e semi, altri ancora di foglie e germogli.
La flora e la fauna di ogni territorio si sono evolute in milioni di anni
adattandosi l’una all’altra: è per questo motivo che le specie autoctone
possiedono un valore ecologico decisamente superiore a quello delle piante
esotiche, che possono apparire a volte più appariscenti e decorative ma
risultano prive di attrattività e utilità per la fauna autoctona, in
particolare per quella impollinatrice o coinvolta nella dispersione dei semi.
A titolo di esempio, si stima che il corniolo sanguinello (Cornus
sanguinea) nel Canton Ticino (CH) offra nutrimento ad almeno 8 specie di api
selvatiche, 24 specie di uccelli e 8 specie di mammiferi mentre il suo
corrispondente esotico - il corniolo serico (Cornus sericea) - attira solo 2
specie di uccelli. (dal sito di ARPA)
Analizziamo meglio le specie piantumate:
Il gelso bianco (Morus alba) è un albero originario dell’Asia
orientale introdotto in Italia secoli fa per utilizzarne le foglie, unico
nutrimento per il baco da seta, può raggiungere i 10-15 m di altezza e
presenta, nelle forme selvatiche, una chioma molto ampia e ramosa
L’Hibiscus syriacus o ibisco cinese è un arbusto a foglie caduche della
famiglia delle Malvacee originario dell’Asia meridionale ed è diffuso anche
nelle isole del Pacifico; è il fiore nazionale della Malesia, ha fiori molto
grandi; è una pianta che cresce lentamente conservando una dimensione compatta.
può superare il metro e mezzo-due metri di altezza, diventando un piccolo
arbusto molto decorativo.
Lagerstroemia o mirto crespo, è una pianta appartenente alla
famiglia delle Lytraceae, originaria del sud-est asiatico, generalmente piantato sui marciapiedi essendo ornamentale e non
raggiunge grosse dimensioni
L'Acero riccio o platanoide, appartenente alla famiglia delle
Sapindaceae, è una pianta spontanea in molti boschi di latifoglie umidi e
riparati, viene spesso coltivato a scopo ornamentale, tant’è vero che viene
considerato l’albero ornamentale da città, resistente a smog, vento forte e
salinità; ama il sole e non teme il freddo cresce rapidamente e può vivere fino
a 150 anni, teme l’oidio (o mal bianco) che sì manifesta con una patina
biancastra sulle foglie. Può subire l’attacco da parte dei lepidotteri, i quali
si cibano delle sue foglie. E’ l’unico albero che salviamo visto che è adatto alla forestazione
urbana e per la costituzione di barriere antirumore e frangivento, adatta per il verde pubblico (parchi, aree
cittadine, aree stradali, parcheggi), si adatta ad ogni temperatura, vive in
terreni da asciutti a umidi, da normali a sciolti, di media profondità. Teme la
compattazione del suolo.
Sull’installazione delle panchine lungo
i vialetti del parco, per ora non ci pronunciamo, ma avendo richiesto da anni
uno studio e una discussione con chi conosce il territorio, che consideri le
posizioni di installazione rispetto all’esposizione giornaliera del sole e alle
nuove piantumazioni per poter identificare almeno in una parte della giornata di
una ombreggiatura che permetta a chi vuole riposarsi di non stare sotto il sole
cuocente dopo una passeggiata o dopo aver fatto attività fisica, non abbiamo
una grande fiducia e ci aspettiamo un piano molto superficiale.