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giovedì 12 ottobre 2017
ASPETTANDO L'INTERRAMENTO INCOMINCIANO I LAVORI ALLA RSA DI VIA ADRIANO
Mentre aspettiamo che ci venga comunicato l'arrivo del progetto definitivo relativo all'interramento di via Sottocorno con la data di inizio lavori questa mattina sono incominciati i lavori alla RSA di via Adriano
venerdì 6 ottobre 2017
INCONTRO INFORMATIVO PER IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA ORGANIZZATA DAL COMITATO DI CASCINA GATTI
Pubblichiamo l'evento organizzato dal COMITATO CASCINA GATTI , che ha ritenuto importante organizzare una serata in cui informare correttamente i
cittadini sulle complesse problematiche riguardanti il referendum sull'autonomia del 22 ottobre.
L'incontro è previsto per il :
L'incontro è previsto per il :
12 OTTOBRE 2017 - alle ore 21,00 -
PRESSO il SALONE della
CHIESA DELLA RESURREZIONE
VIA PISA, 37
SESTO SAN GIOVANNI
martedì 3 ottobre 2017
IL NORDMILANO È L’AREA PIÙ INQUINATA DI TUTTA EUROPA
Gli
allarmanti dati contenuti nel rapporto presentato al Senato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile "La sfida della qualità dell' aria nelle
città italiane" ( clicca QUI per scaricare il report ) evidenzia
che in Italia l’area più inquinata è la Pianura Padana e che in questa macro
area l’hinterland di Milano,(Sesto San Giovanni insieme a tutti i comuni del
Nordmilano ), è purtroppo la peggiore in quanto a smog.
Nel
nostro piccolo l’abbiamo sempre sostenuto, ed è per questo che abbiamo sempre
chiesto alla politica interventi volti a migliorare la qualità dell’aria a partire dalla dismissione dell’inceneritore di
Sesto San Giovanni , dall'eliminazione del casello autostradale ( che di fatto convoglia un flusso di traffico all'interno di Sesto S.G. ) fino alla programmazione di una “ri-forestazione”
della città.
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La zona più
inquinata del Paese più inquinato. E' una fotografia allarmante quella che la Fondazione sviluppo sostenibile fa dell'hinterland milanese, nel rapporto "La
sfida della qualità dell' aria nelle città italiane"............ ( Leggi QUI l’articolo completo sul Giorno )
martedì 26 settembre 2017
DEGRADO TRA IL PARCO ADRIANO E IL PARCO BERGAMELLA - QUALE FUTURO PER IL P.M.V.L.?
Manca
poco alla fine dell’iter che renderà operativa la realizzazione del progetto di Rigenerazione urbana nel Nord-Milano del
PLIS Parco locale di interesse sovra-comunale Media valle del Lambro nel quale
vi è l’interramento dell’elettrodotto e
la creazione della terrazza Bottoni, eventi che precedono la realizzazione del
parco della Bergamella come parte mancante di quello che dovrebbe diventare il
grande Parco Media Valle del Lambro.
Mentre apprendiamo
che il comune di Milano, adotta per il quartiere Adriano
la variante PII Adriano Marelli/Cascina San Giuseppe ( leggi QUI l'articolo ),possiamo solo notare i continui
ritardi nell'esecuzione dei lavori
ma soprattutto una totale mancanza di coordinamento sul controllo di quelle che sono i due parchi di confine lasciando diversi problemi di sicurezza su queste aree.
Questo
è quello che abbiamo trovato la domenica mattina
( area parco della Bergamella )
( area parco Adriano )
Auspichiamo che le istituzioni ( comuni ed ente parco ) incomincino a lavorare insieme come da noi auspicato da molto tempo affinché possano nascere sistemi di controllo e di sicurezza efficienti che rendano, nel breve termine, quest’area sicura.
giovedì 21 settembre 2017
IN ATTESA DELL'INTERRAMENTO ( CHE ARRIVERA’ A BREVE ) E’ STATO RIMOSSO IL CARTELLONE PUBBLICITARIO ED E' ARRIVATA LA RISPOSTA DEL COMUNE DI MILANO
Dopo le nostre segnalazioni al Comune di Sesto San Giovanni
prima e al Comune di Milano poi , giovedì 7 settembre è stato coperto con la
scritta “PUBBLICITÀ’ ABUSIVA”
e venerdì 8 settembre, è arrivata ,in tempi brevi, la risposta del comune
di Milano da parte del direttore area pubblicità e occupazione suolo :
“….preciso che trattasi di installazione totalmente
abusiva, realizzata per la seconda volta dopo la prima rimozione da noi
effettuata d’ufficio qualche mese fa.
Si è quindi nuovamente proceduto a sanzionare tale
installazione, applicandovi sullo spazio ad uso commerciale la
scritta “PUBBLICITA’ ABUSIVA” come da foto sotto riportate e a breve ne sarà
altresì effettuata l’ennesima rimozione.
Si ringrazia
anticipatamente per il contributo dato nel controllo del territorio”
Ringraziamo
gli uffici per le spiegazioni e per la celerità nel farle pervenire , contenti
che tale area sia stata restituita alla sua funzione di Parco , avendo risolto
una criticità rappresentata da installazioni che vengono eseguite
su zone di confine , zona che per decenni è stata considerata " terra di
nessuno "
Oggi l’area si presenta cosi
Cogliamo l’occasione per invitare la
cittadinanza a segnalare direttamente queste installazioni soprattutto se
eseguite di sera tardi o di notte chiamando direttamente gli organi di polizia.
lunedì 18 settembre 2017
RIPETITORI DEI CELLULARI: NUOVE PROVE DI RISCHI PER LA SALUTE
L’ASSOCIAZIONE A.M.I.C.A. (Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale C.P.
3131 00121 Roma ) ci segnala un nuovo studio che riportiamo qui sotto insieme
alla traduzione e alle considerazioni fatte da Francesca Romana Orlando, giornalista e Vice Presidente di A.M.I.C.A.
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Crescono sempre di più le evidenze di
rischi per la salute connessi all'esposizione ambientale alle le radiazioni
prodotte dagli impianti della telefonia mobile. Queste installazioni, infatti,
producono emissioni elettromagnetiche da radiofrequenza, un tipo di radiazione
che è stata classificata già nel 2011 come “Possibile cancerogeno per l’Uomo” dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
Dal 2015 scienziati indipendenti hanno pubblicato nuove ricerche con la conclusione che la radiofrequenza sia da classificare piuttosto come “Cancerogeno certo” perché ci sono evidenze non solo di tipo epidemiologico, ma anche sugli studi sugli animali.
Nell'agosto 2017 un gruppo di ricercatori indiani, guidati dal dott. Zothansiama, ha pubblicato uno studio sull'impatto della radiazione da radiofrequenza sul DNA e sugli antiossidanti nei linfociti periferici degli umani che risiedono in prossimità dei ripetitori della telefonia mobile.
Lo studio ha analizzato i soggetti per età, genere, alimentazione, fumo di sigarette, consumo di alcool, durata dell’utilizzo giornaliero del cellulare e li ha suddivisi in due gruppi: uno che risiedeva entro un raggio di 80 metri rispetto ai ripetitori e un secondo gruppo, definito di controllo perché meno esposto, di persone che abitavano oltre un raggio di 300 metri rispetto ai ripetitori. I livelli di radiazione da radiofrequenza, misurati con la densità di potenza, risultavano significativamente più alti rispetto al gruppo di controllo (p < 0.0001).
I ricercatori hanno scoperto che il gruppo degli esposti, composto da 40 soggetti, presentava livelli più alti (p < 0.0001) di micronuclei rispetto al gruppo di controllo che risiedeva in un’area lontana oltre 300 m dai ripetitori. I micronuclei si formano come prodotto del danno cromosomico della cellula e rappresentano un indicatore biologico preliminare di rischio di ammalarsi di cancro.
I ricercatori hanno anche misurato vari parametri di enzimi antiossidanti, che sono importanti per il metabolismo cellulare, e hanno scoperto che gli individui esposti presentavano, rispetto al gruppo di controllo non esposto, una riduzione significativa del glutatione (GSH) (p < 0.01), della catalasi (CAT) (p < 0.001) e della superossido dismutasi (SOD) (p < 0.001) e un aumento della perossidazione dei lipidi.
L’attività enzimatica controllata dal glutatione controlla numerosi processi vitali ed è importante per il metabolismo cellulare, del fegato e per il sistema immunitario. Molti studi scientifici mettono in correlazione l’esposizione alla radiofrequenza con una diminuzione del glutatione. Attualmente l’integrazione di glutatione viene prescritta per il trattamento di molte malattie croniche, come le cataratte, il glaucoma, l’asma, il cancro, l’aterosclerosi, l’epatite, l’Alzheimer, l’osteoartrite e il Parkinson e soprattutto rappresenta la prima terapia per i pazienti con ipersensibilità ambientale.
Dal 2015 scienziati indipendenti hanno pubblicato nuove ricerche con la conclusione che la radiofrequenza sia da classificare piuttosto come “Cancerogeno certo” perché ci sono evidenze non solo di tipo epidemiologico, ma anche sugli studi sugli animali.
Nell'agosto 2017 un gruppo di ricercatori indiani, guidati dal dott. Zothansiama, ha pubblicato uno studio sull'impatto della radiazione da radiofrequenza sul DNA e sugli antiossidanti nei linfociti periferici degli umani che risiedono in prossimità dei ripetitori della telefonia mobile.
Lo studio ha analizzato i soggetti per età, genere, alimentazione, fumo di sigarette, consumo di alcool, durata dell’utilizzo giornaliero del cellulare e li ha suddivisi in due gruppi: uno che risiedeva entro un raggio di 80 metri rispetto ai ripetitori e un secondo gruppo, definito di controllo perché meno esposto, di persone che abitavano oltre un raggio di 300 metri rispetto ai ripetitori. I livelli di radiazione da radiofrequenza, misurati con la densità di potenza, risultavano significativamente più alti rispetto al gruppo di controllo (p < 0.0001).
I ricercatori hanno scoperto che il gruppo degli esposti, composto da 40 soggetti, presentava livelli più alti (p < 0.0001) di micronuclei rispetto al gruppo di controllo che risiedeva in un’area lontana oltre 300 m dai ripetitori. I micronuclei si formano come prodotto del danno cromosomico della cellula e rappresentano un indicatore biologico preliminare di rischio di ammalarsi di cancro.
I ricercatori hanno anche misurato vari parametri di enzimi antiossidanti, che sono importanti per il metabolismo cellulare, e hanno scoperto che gli individui esposti presentavano, rispetto al gruppo di controllo non esposto, una riduzione significativa del glutatione (GSH) (p < 0.01), della catalasi (CAT) (p < 0.001) e della superossido dismutasi (SOD) (p < 0.001) e un aumento della perossidazione dei lipidi.
L’attività enzimatica controllata dal glutatione controlla numerosi processi vitali ed è importante per il metabolismo cellulare, del fegato e per il sistema immunitario. Molti studi scientifici mettono in correlazione l’esposizione alla radiofrequenza con una diminuzione del glutatione. Attualmente l’integrazione di glutatione viene prescritta per il trattamento di molte malattie croniche, come le cataratte, il glaucoma, l’asma, il cancro, l’aterosclerosi, l’epatite, l’Alzheimer, l’osteoartrite e il Parkinson e soprattutto rappresenta la prima terapia per i pazienti con ipersensibilità ambientale.
La catalasi è un enzima coinvolto nella
detossificazione della cellula da specie reattive dell’ossigeno e la sua
carenza o assenza può indurre svariate patologie. Si ritiene che un carico
difettosi della catalasi potrebbe avere un ruolo anche nella sclerosi laterale
amiotrofica (SLA).
La superossidismutasi o SOD è uno dei
maggiori agenti ossidanti nella cellula e di conseguenza e ha un ruolo antiossidante
chiave. Viene usata in medicina, per esempio, per il trattamento del dolore e
dell’infiammazione causate dalla osteoartrite e per l’artrite reumatoide, per
il trattamento del cancro. Mutazioni nel primo enzima SOD (SOD1) sono state
collegate alla Sclerosi laterale amiotrofica familiare (ALS, una forma di
malattia dei motoneuroni).
I ricercatori indiani sostengono che ci
sia una correlazione tra le anomalie evidenziate nei soggetti esposti e
l’esposizione al campo elettromagnetico dei ripetitori dei cellulari perché,
attraverso l’analisi statistica della regressione linerare multipla, hanno
trovato una correlazione diretta tra la densità di potenza della radiazione da
radiofrequenza e la diminuzione di GSH (p < 0.05), di catalasi (p < 0.001)
e di superossidismutasi (p < 0.001), della frequenza di micronuclei (p <
0.001) e di per ossidazione dei lipidi (p < 0.001) riscontrata nei soggetti
osservati.
Questo studio interessa in particolar modo
i malati ambientali, come per esempio i malati di Sensibilità Chimica Multipla
e di Elettosensibilità perché la ricerca ha trovato che questi pazienti
mostrano bassi livelli di glutatione. In particolare lo studio della Dott.ssa
Chiara de Luca e altri del 2010 ha scoperto che i pazienti affetti da
Sensibilità Chimica Multipla presentavano livelli significativamente più bassi
anche di catalasi.
I medici ritengono che proprio queste
carenze enzimatiche, prodotte da un deficit genetico così come da esposizioni
tossiche ambientali o da avvelenamento da metalli pesanti, siano la causa della
loro vulnerabilità alle esposizioni a basse dosi ad inquinanti chimici e a
campi elettromagnetici, che sono considerate innocue per la popolazione
generale.
Potrebbe essere, quindi, per questi
pazienti, un decisione di buon senso minimizzare l’esposizione alle
radiazioni da radiofrequenza, compreso l’uso del cellulare.
Clicca QUI per visitare il sito dell’ ASSOCIAZIONE AMICA
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Impact of radiofrequency radiation on DNA damage and
antioxidants in peripheral blood lymphocytes of humans residing in the vicinity
of mobile phone base stations.
Author
1 a Department of Zoology, Cancer
and Radiation Biology Laboratory , Mizoram University , Aizawl , Mizoram ,
India.
Abstract
Radiofrequency radiations (RFRs) emitted by mobile
phone base stations have raised concerns on its adverse impact on humans
residing in the vicinity of mobile phone base stations. Therefore, the present
study was envisaged to evaluate the effect of RFR on the DNA damage and
antioxidant status in cultured human peripheral blood lymphocytes (HPBLs) of
individuals residing in the vicinity of mobile phone base stations and
comparing it with healthy controls. The study groups matched for various
demographic data including age, gender, dietary pattern, smoking habit, alcohol
consumption, duration of mobile phone use and average daily mobile phone use.
The RF power density of the exposed individuals was significantly higher (p
< 0.0001) when compared to the control group. The HPBLs were cultured and
the DNA damage was assessed by cytokinesis blocked micronucleus (MN) assay in
the binucleate lymphocytes. The analyses of data from the exposed group (n =
40), residing within a perimeter of 80 m of mobile base stations, showed
significantly (p < 0.0001) higher frequency of micronuclei when compared to
the control group, residing 300 m away from the mobile base station/s. The
analysis of various antioxidants in the plasma of exposed individuals revealed
a significant attrition in glutathione (GSH) concentration (p < 0.01),
activities of catalase (CAT) (p < 0.001) and superoxide dismutase (SOD) (p <
0.001) and rise in lipid peroxidation (LOO) when compared to controls. Multiple
linear regression analyses revealed a significant association among reduced GSH
concentration (p < 0.05), CAT (p < 0.001) and SOD (p < 0.001)
activities and elevated MN frequency (p < 0.001) and LOO (p < 0.001) with
increasing RF power density.
FONTE : NCBI
FONTE : RESEARCHGATE.NET
venerdì 15 settembre 2017
MEDICI DELL'I.S.D.E. CONTRO LO SVILUPPO DEL 5G
ISDE Italia nel rispetto del principio di precauzione e del principio OMS “Health in all policies”, ritiene opportuna la richiesta di una moratoria per l’esecuzione delle “sperimentazioni 5G” su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, ISPRA, ARPA, dipartimenti di prevenzione), non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi.
FONTE : I.S.D.E. ITALIA
giovedì 14 settembre 2017
SMARTPHONE A SCUOLA - DOV'È PRINCIPIO DI PRECAUZIONE ?
Pubblichiamo questo articolo, che condividiamo, uscito dopo che il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli annuncia che a breve sarà possibile utilizzare lo smartphone a scuola, nonostante i tanti pareri contrari a causa del rischio elettrosmog e in barba a qualsiasi principio di precauzione.
L'idea della Fedeli è infatti quello di trasformare lo smartphonein un "nuovo strumento didattico", alla faccia del "principio di precauzione" visti i rischi del Wi-Fi in classe, dove un alunno rimane seduto anche per 8 ore.
Da ricordare infatti che "l'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come 'possibile cancerogeno per l'uomo' in Classe 2B e nel 2014 nuove pubblicazioni scientifiche suggeriscono una classificazione maggiore: uno studio italiano propone di considerare la radiofrequenza 'probabile cancerogeno per l'uomo', uno studio svedese e uno francese propongono la classificazione come 'sicuro cancerogeno per l'uomo'", come si sottolineava in una petizione promossa dalla Rete No Elettrosmog Italia.
Un'altro studio, invece,sostiene che i bambini e gli adolescenti sono maggiormente a rischio se esposti a dispositivi che irradiano microonde (MWR), emesse anche da dispositivi wireless (Wi-Fi) come smartphone e telefoni senza fili.
La Fedeli inoltre non ricorda che è stato proprio il Consiglio Superiore di Sanità a chiedere ai genitori di far utilizzare ai figli il telefono cellulare solo in "situazioni di vera necessità".
Senza contare che entro il 2017 l'Istituto Ramazzini pubblicherà i dati sull'eventuale nesso casuale tra cellulari e tumori, che obbligherà finalmente il governo a regolamentare i dispositivi mobili come impone la legge 36 del 2001.
A considerare l'uso degli smartphone a scuola "un provvedimento pericolosissimo" è anche il Codacons, che sottolinea: "Al pari dei cellulari, anche le sigarette o i prodotti alcolici fanno parte del mondo dei ragazzi: allora perché, seguendo il criterio del ministro, non consentire di fumare e bere durante le lezioni?".
Il presidente Carlo Rienzi sottolinea poi che tale concessione rischia infatti "di portare i ragazzi alla perdita della capacità di pensare, leggere e scrivere in modo indipendente dai telefonini".
L'associazione dei consumatori ricorda inoltre che "diverse sentenze dei tribunali italiani (una in Cassazione e una in primo grado, ndr) hanno confermato i pericoli per la salute determinati dagli smartphone, specie quelli di ultima generazione, che hanno un impatto biologico 4 volte maggiore, perché trasmettono contemporaneamente su più frequenze, per inviare dati, immagini, ecc, riconoscendo il nesso tra insorgenza del tumore e uso del telefonino".
"Per tale motivo - avverte Rienzi - se il ministro Fedeli consentirà l'ingresso degli smartphone nelle scuole, si assumerà le responsabilità penali delle conseguenze sulla salute degli studenti, ed invitiamo già da oggi i professori, se non vogliono rispondere dei danni arrecati agli alunni, a rifiutare categoricamente l'uso dei cellulari nelle scuole".
FONTE : MAINFATTI.it
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"Da venerdì prossimo una commissione ministeriale s'insedierà per costruire le linee guida dell'utilizzo dello smartphone in aula. Entro breve tempo avrò le risposte e le passerò con una circolare agli istituti" annuncia in una intervista a La Repubblicail ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, che considera ilcellulare a scuola "uno strumento che facilita l'apprendimento, una straordinaria opportunità".L'idea della Fedeli è infatti quello di trasformare lo smartphonein un "nuovo strumento didattico", alla faccia del "principio di precauzione" visti i rischi del Wi-Fi in classe, dove un alunno rimane seduto anche per 8 ore.
Da ricordare infatti che "l'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come 'possibile cancerogeno per l'uomo' in Classe 2B e nel 2014 nuove pubblicazioni scientifiche suggeriscono una classificazione maggiore: uno studio italiano propone di considerare la radiofrequenza 'probabile cancerogeno per l'uomo', uno studio svedese e uno francese propongono la classificazione come 'sicuro cancerogeno per l'uomo'", come si sottolineava in una petizione promossa dalla Rete No Elettrosmog Italia.
Un'altro studio, invece,sostiene che i bambini e gli adolescenti sono maggiormente a rischio se esposti a dispositivi che irradiano microonde (MWR), emesse anche da dispositivi wireless (Wi-Fi) come smartphone e telefoni senza fili.
La Fedeli inoltre non ricorda che è stato proprio il Consiglio Superiore di Sanità a chiedere ai genitori di far utilizzare ai figli il telefono cellulare solo in "situazioni di vera necessità".
Senza contare che entro il 2017 l'Istituto Ramazzini pubblicherà i dati sull'eventuale nesso casuale tra cellulari e tumori, che obbligherà finalmente il governo a regolamentare i dispositivi mobili come impone la legge 36 del 2001.
A considerare l'uso degli smartphone a scuola "un provvedimento pericolosissimo" è anche il Codacons, che sottolinea: "Al pari dei cellulari, anche le sigarette o i prodotti alcolici fanno parte del mondo dei ragazzi: allora perché, seguendo il criterio del ministro, non consentire di fumare e bere durante le lezioni?".
Il presidente Carlo Rienzi sottolinea poi che tale concessione rischia infatti "di portare i ragazzi alla perdita della capacità di pensare, leggere e scrivere in modo indipendente dai telefonini".
L'associazione dei consumatori ricorda inoltre che "diverse sentenze dei tribunali italiani (una in Cassazione e una in primo grado, ndr) hanno confermato i pericoli per la salute determinati dagli smartphone, specie quelli di ultima generazione, che hanno un impatto biologico 4 volte maggiore, perché trasmettono contemporaneamente su più frequenze, per inviare dati, immagini, ecc, riconoscendo il nesso tra insorgenza del tumore e uso del telefonino".
"Per tale motivo - avverte Rienzi - se il ministro Fedeli consentirà l'ingresso degli smartphone nelle scuole, si assumerà le responsabilità penali delle conseguenze sulla salute degli studenti, ed invitiamo già da oggi i professori, se non vogliono rispondere dei danni arrecati agli alunni, a rifiutare categoricamente l'uso dei cellulari nelle scuole".
FONTE : MAINFATTI.it
domenica 3 settembre 2017
IN ATTESA DELL'INTERRAMENTO CI DOMANDIAMO PERCHÉ' ? - SORPRESA IL NUOVO CARTELLONE PUBBLICITARIO E' SUL TERRENO DEL COMUNE DI MILANO
Dopo la nostra segnalazione al Comune di Sesto San Giovanni , nei primi giorni del mese di Agosto l'assessore Torresani ,dopo i dovuti controlli, ci segnalava che l'installazione del cartello pubblicitario avvenuto in Via per Crescenzago, è stata eseguita sul territorio del comune di Milano, precisandoci che il cartello indicante l'ingresso nella nostra Città non delimita il confine "mappale" tra Sesto e Milano.
Ringraziamo il Comune di Sesto San Giovanni e l'assessore Torresani per la risposta e le verifica fatte, ci domandiamo il perché il comune di Milano abbia permesso una tale installazione per la seconda volta in pochi mesi ( dopo che aveva fatto rimuovere la precedente ), perché tali installazioni vengono eseguite di notte e perché proprio il giorno dell'insediamento della nuova giunta di Sesto San Giovanni ( una coincidenza !!!!!!!!! ).
Gradiremmo ricevere una risposta con delle spiegazioni dal Comune di Milano ( in tempi relativamente brevi ).
mercoledì 2 agosto 2017
ELETTRODOTTO IN VALBELLUNA, IL MINISTERO DEI BENI CULTURALI BOCCIA IL PROGETTO DI TERNA, NON C’È LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE
BELLUNO. Il paesaggio è un valore e
non può essere compromesso da un’infrastruttura. Il ministero dei Beni e delle
attività culturali boccia il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti
proposto da Terna in Valbelluna. Giovedì la Direzione generale archeologia
belle arti e paesaggio ha protocollato il suo «parere negativo circa la
compatibilità ambientale” dell’intervento. Niente tralicci di fronte alle
Dolomiti Unesco, per il Mibac, che nelle premesse del suo provvedimento
riprende i due pareri della Soprintendenza Belle arti del Veneto, anch’essi
negativi. L’ente di tutela regionale valuta positivamente l’interramento e
smonta le controdeduzioni inviate da Terna per giustificare il passaggio del
Piave in aereo.
La Via nazionale aveva dato l’ok. Il parere del Mibac segue quello della commissione Via (Valutazione di impatto ambientale), formulato il 18 maggio. La commissione tecnica si era espressa favorevolmente, ma mettendo dodici prescrizioni (tranne l’interramento ad Andreane) al progetto. A chiedere l’interramento era stata, in precedenza, la Commissione Via regionale, che nel dare il suo parere favorevole al progetto, l’estate scorsa, aveva messo molte prescrizioni. La giunta regionale, facendo proprio quel parere, aggiunse «la necessità di addivenire ad una rivisitazione complessiva della progettazione proposta da Terna Spa nel Bellunese».
Deciderà il governo. Con la Via nazionale che ha dato parere favorevole e il ministero dei Beni culturali che si è detto contrario, ora la palla passa al Consiglio dei ministri. Sarà il governo a decidere sul progetto di “Razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale (RTN) nella media Valle del Piave”. Esattamente come era accaduto per il progetto Redipuglia Ovest - Udine, anch’esso osteggiato dalla popolazione e da alcuni sindaci (non dalla Regione Friuli). Allora il governo aveva dato l’ok.
«Impatto eccessivo». Il parere del Mibac è del 20 luglio. Viene preso in esame l’ultimo progetto presentato da Terna, la cosiddetta integrazione volontaria, con passaggio del Piave in linea aerea e innesto sulla linea esistente appena superato il fiume. Il Mibac riprende i due pareri della Soprintendenza Belle arti del Veneto, emessi il 21 settembre 2015 e il 1° settembre 2016. Nel primo l’ente motiva la sua contrarietà scrivendo che «le nuove linee elettriche aeree, l’altezza dei tralicci e l’attraversamento del Piave in più punti andrebbero a incidere negativamente nell’intorno paesaggistico tutelato», «con interferenze nei coni di percezione visiva su un’area dolomitica di eccezionale importanza ambientale e paesaggistica, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità». L’impatto dei tralicci, «sovradimensionati rispetto ad una linea a 220 kV, risulta inaccettabile».
«Si trovino le soluzioni tecniche per interrare». Terna aveva inviato delle controdeduzioni. Il 1° settembre 2016 le Belle arti esprimono un secondo parere, che conferma il primo: negativo. Le osservazioni di Terna (tempi più lunghi per le riparazioni di un cavo interrato, difficoltà per lo scavo trasversale da fare sotto il Piave, la previsione dell’armatura a 380 kV per motivi di sicurezza - maggiore resistenza alla neve) vengono contestate dalla Soprintendenza regionale. Il progetto viene considerato «ad elevato impatto paesaggistico negativo», viene ribadita «la sostanziale estraneità visiva dell’elettrodotto rispetto al paesaggio» e «la mitigazione di tale impatto appare ardua per l’altezza dei sostegni e gli elevati valori panoramici del versante dolomitico interessato».
Per la Soprintendenza, che considera positivamente le demolizioni di tralicci previste, «l’inserimento di un elettrodotto dovrebbe rispettare il paesaggio e integrarsi con esso». C’è anche un richiamo all'articolo 9 della Costituzione: «La tutela dei valori del paesaggio non può essere subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici».
La Soprintendenza «potrebbe valutare positivamente» l’interramento «lungo la viabilità esistente». Infine, «per quanto attiene il paventato rischio, in caso di rottura del cavo terrestre (interrato, ndr), peraltro meno frequente rispetto al cavo aereo in quanto meno esposto agli agenti atmosferici, di tempi più lunghi per eventuali riparazioni» con il
La Via nazionale aveva dato l’ok. Il parere del Mibac segue quello della commissione Via (Valutazione di impatto ambientale), formulato il 18 maggio. La commissione tecnica si era espressa favorevolmente, ma mettendo dodici prescrizioni (tranne l’interramento ad Andreane) al progetto. A chiedere l’interramento era stata, in precedenza, la Commissione Via regionale, che nel dare il suo parere favorevole al progetto, l’estate scorsa, aveva messo molte prescrizioni. La giunta regionale, facendo proprio quel parere, aggiunse «la necessità di addivenire ad una rivisitazione complessiva della progettazione proposta da Terna Spa nel Bellunese».
Deciderà il governo. Con la Via nazionale che ha dato parere favorevole e il ministero dei Beni culturali che si è detto contrario, ora la palla passa al Consiglio dei ministri. Sarà il governo a decidere sul progetto di “Razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale (RTN) nella media Valle del Piave”. Esattamente come era accaduto per il progetto Redipuglia Ovest - Udine, anch’esso osteggiato dalla popolazione e da alcuni sindaci (non dalla Regione Friuli). Allora il governo aveva dato l’ok.
«Impatto eccessivo». Il parere del Mibac è del 20 luglio. Viene preso in esame l’ultimo progetto presentato da Terna, la cosiddetta integrazione volontaria, con passaggio del Piave in linea aerea e innesto sulla linea esistente appena superato il fiume. Il Mibac riprende i due pareri della Soprintendenza Belle arti del Veneto, emessi il 21 settembre 2015 e il 1° settembre 2016. Nel primo l’ente motiva la sua contrarietà scrivendo che «le nuove linee elettriche aeree, l’altezza dei tralicci e l’attraversamento del Piave in più punti andrebbero a incidere negativamente nell’intorno paesaggistico tutelato», «con interferenze nei coni di percezione visiva su un’area dolomitica di eccezionale importanza ambientale e paesaggistica, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità». L’impatto dei tralicci, «sovradimensionati rispetto ad una linea a 220 kV, risulta inaccettabile».
«Si trovino le soluzioni tecniche per interrare». Terna aveva inviato delle controdeduzioni. Il 1° settembre 2016 le Belle arti esprimono un secondo parere, che conferma il primo: negativo. Le osservazioni di Terna (tempi più lunghi per le riparazioni di un cavo interrato, difficoltà per lo scavo trasversale da fare sotto il Piave, la previsione dell’armatura a 380 kV per motivi di sicurezza - maggiore resistenza alla neve) vengono contestate dalla Soprintendenza regionale. Il progetto viene considerato «ad elevato impatto paesaggistico negativo», viene ribadita «la sostanziale estraneità visiva dell’elettrodotto rispetto al paesaggio» e «la mitigazione di tale impatto appare ardua per l’altezza dei sostegni e gli elevati valori panoramici del versante dolomitico interessato».
Per la Soprintendenza, che considera positivamente le demolizioni di tralicci previste, «l’inserimento di un elettrodotto dovrebbe rispettare il paesaggio e integrarsi con esso». C’è anche un richiamo all'articolo 9 della Costituzione: «La tutela dei valori del paesaggio non può essere subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici».
La Soprintendenza «potrebbe valutare positivamente» l’interramento «lungo la viabilità esistente». Infine, «per quanto attiene il paventato rischio, in caso di rottura del cavo terrestre (interrato, ndr), peraltro meno frequente rispetto al cavo aereo in quanto meno esposto agli agenti atmosferici, di tempi più lunghi per eventuali riparazioni» con il
rischio che la
provincia resti senza energia elettrica per giorni, «si invita a prevedere una
soluzione a due linee terrestri in parallelo, o a sviluppare alternative
soluzioni tecniche». Quello che hanno sempre richiesto cittadini e Comune di
Belluno: si trovi la soluzione per interrare.
FONTE : IL CORRIERE DELLE ALPI
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