Domenica 17
aprile dalle 7.00 alle 23.00 SI vota per il Referendum sulle trivelle , e mentre
qualcuno afferma che sia un referendum “BUFALA”
ed invita a disertare le urne , la procura indaga proprio su quelle concessioni
date in modo poco chiaro alle compagnie petrolifere in Basilicata ,
l'Associazione
Sottocorno Invita tutti ad andare a votare e a votare
SI
Consigliamo
di andare a votare presto, Perché
le prime proiezioni sul
quorum vengono rese pubbliche
alle 12.00 e storicamente, questo dato condiziona
l'affluenza complessiva ( una percentuale elevata può fare da traino per il
resto dei votanti! )
Infine sarebbe
stato bello se :
il Comune Di
Sesto San Giovanni avesse accolto la richiesta arrivata dalla società civile e
formulata dal comitato referendario costituitosi a Sesto nel 2014 che aveva proposto un referendum cittadino sul
futuro dell’inceneritore in concomitanza con altri referendum o elezioni
politiche , ma così non è stato , peccato.
Firenze – L’elettrosmog, livello di
campi elettromagnetici (CEM) superiori al campo elettromagnetico naturale della
Terra, è una realtà innegabile. I CEM si moltiplicano nell’etere e ci
permettono di sfruttare tutti i vantaggi delle telecomunicazioni telefoniche e
internet wi-fi.
Ma esistono anche effetti nocivi nell’uso di telefoni cellulari
e dispsitivi wi-fi sulla salute umana. Primo nemico, per la vicinanza al nostro
corpo è il cellulare “da usare con molta cautela e per comunicazioni di emergenza,
veloci”, raccomandano sia medici sia ricercatori del settore. Il paradosso
stridente è aver cablato la Terra con la fibra per poi coprirladi antenne e ripetitori wi-fi. I punti
critici di una normativa non veramente al passo delle evidenze scientifiche,
mediche e dell’esperienza diretta delle persone. Nel 2014 uno studio
epidemiologico svedese ed uno studio francese concludono che la radiofrequenza
è da classificare “cancerogeno certo per l’uomo in Classe 1 e che gli effetti
dell’esposizione sono cumulativi”. Video sulle necrosi cellulari scoperte del
CNR e sul“Bioinitiative report”
Come nel caso di sostanze (metalli
pesanti, ecc.) divenute inquinanti (ossia eccedenti la concentrazione che c’è
in natura) e quindi tossiche o dannose, per i campi elettromagnetici (CEM,
Electro Magnetic Fields EMF) vale lo stesso perchè da tempo superano di gran
lunga il campo elettromagnetico naturale della terra: campo magnetico
0.000002mG (or 0.0002 nT), campo elettrico 0.0001 Volt/m, radiofrequenza
<0.00002 Volt/m. E’ importante, a maggior ragione in presenza di disturbi
della salute segnalati dalla letteratura scientifica e medica per esposizione a
CEM, conoscere i livelli CEM a cui siamo
esposti durante il giorno e la notte, e nell’ambiente di lavoro. Ed è semplice
farlo. Perchè sono in vendita strumenti di semplice uso per misurarli.
Parliamo dei campi elettromagnetici
“pulsati” a radiofrequenza e microonde che sono emessi da cellulari, tablet,
smartphone, computer collegati in reti senza fili, antenne WiFi, WiMax, radar,
ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile
Dect, Gsm, Umts e Lte (4G)“.
L’Italia ha stabilito per le
radiofrequenze il limte di 0,6 Volt per metro nei luoghi dove si soggiorna per
più di 4 ore (Dpcm dell’8 luglio del 2003). Ma la normativa è da aggiornare
agli studi per essere realmente cautelativa (principio di precauzione). Due i
punti critici messi in evidenza da medici e ricercatori dle settore: il limite
standard è fissato sui CEM generati da una fonte fissa, come un ripetitore
wi-fi, ossia al livello CEM di fondo che esso genera e non ai livelli CEM che
si generano quando viene attivata la connessione wi-fi dagli utenti poi esposti
ad essa, e inolttre la normativa tiene conto solo degli effetti di natura
termica sulla biologia umana.
Il Governo avrebbe il proposito di
innalzare i limiti dei CEM attaverso disposizioni sulla “Strategia per la banda ultralarga” e
la “Crescita digitale”.
“Il limite di 0,6 V/m – spiegano medici era riferito a una
misurazione calcolata su una media di 6 minuti, che è il tempo in cui avviene
la compensazione degli effetti termici dei campi elettromagnetici. Nel 2012
l’allora Governo Monti – hanno denunciato medici e associazioni nella
petizione-appello del febbraio 2015 al Governo, firmata anche da Livio
Giuliani, fisico e portavoce della Commissione internazionale per la sicurezza
dei campi elettromagnetici (Icems) – decise con il Decreto Sviluppo, e senza
alcuna valutazione di carattere sanitario, di innalzare il tempo di misurazione
dei campi a 24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i limiti di
legge: di notte le antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi
mobili non sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati delle ore
diurne nel calcolo della media”.
Il CNR ha scoperto la necrosi (morte)
delle cellule esposte a fasci radar e a wi-fi commerciali in dipendenza della
durata della esposizione. I risultati della ricerca sono stati divulgati nel
convegno “ENVIRONMENT. Le Frontiere della Scienza nella Valutazione del Rischio
Chimico e Fisico” organizzato a Roma
dall’associazione Amica (Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica
e/o Ambientale (www.infoamica.it) in collaborazione con la Icems, in occasione
della Giornata Mondiale per l’Ambiente 5 Giugno 2012, presso la Biblioteca
della Camera dei Deputati Roma. Il convegno fece il punto sulle conoscenze
scientifiche sull’inquinamento chimico e dei campi elettromagnetici ricevendo
il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica.
“E’ noto che gli standard promossi
dall’ Ieee Institute of Electrical and Electronic Engineers del 1992 sono
obsoleti, perché si basano esclusivamente sugli effetti termici dei campi
elettromagnetici, ovvero sul riscaldamento prodotto, mentre è stato ampiamente
dimostrato che campi elettromagnetici deboli, non in grado di produrre alcun
riscaldamento – chiariscono scienziati e associazioni – producono numerosi
effetti biologici. Questo avviene perché la materia vivente funziona attraverso
scambi chimici e segnali elettromagnetici, che possono subire alterazioni in
presenza di campi elettromagnetici esterni anche debolissimi”.
Nella letteratura internazionale sugli
effetti dei CEM spicca il Bioinitiative report “A Rationale for
Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Fields (ELF
and RF)” che documenta le ricerche, realizzate a partire dal 2006, sugli
effetti tossici delle radiazioni CEM (disfunzioni del sistema immunitario,
elettrosensitività, tumori celebrali, ecc).
In generale gli Stati ignorano o tardano ad applicare buone politiche di
prevenzione. L’Europa ha rivolto molta attenzione ai risultati della
Bioinitiative, in particolare i paesi del Nord Europa.
L’Agenzia internazionale per la
ricerca sul cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come possibile
cancerogeno per l’uomo in classe 2B – sottolineano – , smentendo che esistono solo effetti termici di tali
campi. Sono emerse in poco tempo nuove evidenze scientifiche del rischio cancerogeno:
uno studio epidemiologico svedese e uno studio francese, entrambi del 2014,
concludono che la radiofrequenza dovrebbe essere classificata come cancerogeno
certo per l’uomo in Classe 1 e che gli effetti dell’esposizione sono
cumulativi”.
Sabato 9 aprile è in programma una "Sbiciclettata" per Sesto a sostegno del SI al referendum del 17 APRILE;
Sarà l'occasione di distribuire qualche volantino e sensibilizzare sul tema del referendum sulle trivelle perché purtroppo non si è debitamente informati.
Il ritrovo è per SABATO 9 APRILE alle ore 15.00 in Piazza Petazzi a Sesto San Giovanni
L’Associazione Sottocorno esprime la solidarietà al movimento contro le vasche di laminazione ,per dire no alla distruzione di un bosco e si alla salvaguardia della salute pubblica, non riteniamo plausibile la mancanza di una soluzione alternativa.
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Martedì 5 aprile si aprirà la
Conferenza dei servizi per decidere il futuro del Parco Nord Milano e nello
specifico per decidere se all’interno del polmone verde del Nordmilano sarà
realizzata la vasca di laminazione del fiume Seveso.
“Il destino dei residenti delle vie
Papa Giovanni, Lillo del Duca, Bologna (Bresso) e degli alunni della Scuola
materna di via Campestre (tutti a qualche decina di metri dall’area dove si
vorrebbe realizzare la vasca) e degli alunni della Scuola elementare di via
Bologna e dei residenti di Bruzzano e di via Ornato (a qualche centinaio di
metri) si deciderà in Regione tra pochi giorni. Intanto sono state raggiunte
quasi 2000 firme (in neanche due mesi) contro la vasca nel Parco Nord. Le firme
vengono non solo da Bresso, ma da molti comuni dell’hinterland milanese e da
diversi quartieri di Milano”, annunciano i comitati civici che hanno lanciato
la raccolta firme e che si stanno battendo contro la realizzazione della vasca
nel parco.
“Se 4 ettari di Parco Nord verranno
distrutti per impermeabilizzare il terreno con la costruzione di un’enorme
vasca profonda 10 metri della capienza di 250.000 metri cubi di acque
inquinatissime e mischiate ai reflui fognari e se il quartiere Papa Giovanni di
Bresso e i dintorni dovranno respirare pericolose esalazioni di sostanze
altamente volatili che si raccoglieranno nella vasca per diversi giorni dopo
ogni ondata di piena del Seveso, lo stabilirà la Commissione per la Valutazione
di impatto ambientale. I quasi 2000 cittadini firmatari sperano che le numerose
obiezioni da loro espresse nelle Osservazioni al progetto definitivo, inoltrate
alla Regione, possano persuadere i membri della Commissione che questa
struttura comporterebbe un grave scempio ambientale, oltre a un grave rischio
per la salute”
Per chi fosse interessato l’assemblea si svolgerà sabato 9 aprile 2016 elle
ore 15,30 presso il CENTRO DI INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI” in Via
Magenta 88 Sesto San Giovanni con il seguente ordine del giorno :
1)
Informazione sulle cause penali in corso contro i dirigenti Breda, Pirelli e
Comune di Milano;
2)
Sabato 30 aprile: corteo contro i morti d’amianto e tutte le vittime dello
sfruttamento;
3)
Presentazione del libro Amianto: morti di “progresso”, che racconta la lotta
delle vittime e le battaglie del nostro Comitato per ottenere giustizia;
Mentre l’invito al corteo è per Sabato 30 aprile - ore 16,15 - che , come citano nel loro volantino è un "corteo in
ricordo dei nostri compagni morti d’amianto e di tutte le vittime dello
sfruttamento", la manifestazione partirà (come sempre) dal Centro di Iniziativa
Proletaria “G. Tagarelli”, via Magenta 88, Sesto San Giovanni (Mi) ( Leggi QUIl'articolo uscito sul Giorno il 31 marzo 2016 )
Riproponiamo qui sotto l'articolo
uscito sul Giorno in data 29 marzo riguardante la presentazione fatta durante
l'incontro pubblico sul "Nuovo Parco Cascina Gatti" svolto giovedì 17
marzo alle ore 18 presso la sede della Circoscrizione 5 in via Campestre 250 a
Sesto San Giovanni
A fronte di quanto riportato , è
giusto precisare che , al termine della serata l’Assessore all’Ambiente Elena
Iannizzi specificava che lo skate park ( a differenza di quanto indicato con un quadrato grigio sulle slide presentate ) non sarebbe stato costruito in
prossimità della terrazza Bottoni ma bensì in prossimità del centro Manin.
Avremmo comunque gradito, visto che
siamo stati gli unici a presentare ( proprio dietro richiesta del comune di
Sesto ) un macro progetto sull'area, di essere
informati prima della scelte prese dall'amministrazione proprio nel
rispetto di tutto quel lavoro svolto e il tempo perso negli ultimi tre anni, tempo che speravamo fosse servito a comprendere cosa volesse dire applicare "il Principio di Precauzione".
Gli orti
della Bergamella saranno annaffiati con l’acqua di prima falda, "condita"
però di cromo esavalente, solventi clorurati e nitrati. Tutto regolare, per
legge. In barba, però, alla prevenzione. Non a caso a puntare il dito contro il
progetto del nuovo parco, a ridosso di Cascina Gatti, è l’Associazione
Sottocorno che da anni porta avanti battaglie contro l’elettrosmog e le altre
fonti di inquinamento, in un quartiere che ha visto l’esplosione di casi di
tumori, malattie del sangue e neurodegenerative. ........ ( leggi QUIl'articolo completo Di Patrizia Longo)
Qui sotto la lettera di I.S.D.E. Italia sul prossimo referendum del 17 aprile ( pubblicizzato pochissimo dai media ). Per qualcuno è una "perdita di tempo", per altri "una forzatura ideologica", in realtà in un paese che ha votato 5 anni fa, con un plebiscito, che l'acqua rimanesse pubblica ed oggi un governo che non è mai stato votato vorrebbe privatizzare , questo referendum risulta essere l'unico strumento per tutelare l'ambiente ( massacrato negli ultimi 40 anni ) e la salute pubblica. Non possiamo che condividere il pensiero espresso dall'Associazione Medici per l'Ambiente.
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Il
17 Aprile prossimo, con il Referendum sulle trivelle, i cittadini italiani sono
chiamati ad esprimersi sul quesito abrogativo che riguarda l’articolo 6, comma
17 del codice dell’ambiente: “Volete che, quando scadranno le concessioni,
vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane
anche se c’è ancora gas o petrolio?”.
ISDE
Italia auspica la più ampia partecipazione al Referendum ed invita a votare SI
per la salute di oggi e domani. Deve
essere questa l’occasione per una profonda riflessione circa l’inderogabile
necessità ed urgenza di cambiare il modello di sviluppo ancor oggi basato sulla
combustione dei fossili. Tale modello, oltre agli alti costi sanitari imposti
all’uomo e a tutta la biosfera per via dell’inquinamenti delle varie matrici
ambientali, appare sempre più fragile e insostenibile sul piano economico.
Negli ultimi 18 mesi il prezzo del greggio è calato circa del 70%: andare a
cercare con accanimento e con tecniche sempre più costose e impattanti una
risorsa che perde sempre più valore, può contribuire, oltre al danno alla
salute e all’ambiente, a minare ulteriormente la tenuta economica del Paese. Poche
gocce di petrolio di scarsa qualità, mettono in pericolo le nostre bellissime
coste, culla della nostra storia e della nostra cultura e possibile fonte
economica malamente sfruttata oltre che la fauna e la pesca sostenibile. La
perforazione di un pozzo può avvenire sulla terra ferma (“onshore”) o in mare
(“offshore”); gli impatti ambientali e sanitari, conseguentemente, saranno di
diversa natura e graveranno in maniera differente in questi differenti contesti
ma è importante dire SI oggi per avviare un processo di cambiamento che ci
proietti verso fonti di energia alternative rinnovabili che ci permettano di
rispettare l’ambiente e di tutelare la nostra salute. Quando
parliamo di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente. E in un mare
chiuso come il Mediterraneo, un disastro petrolifero causerebbe danni
gravissimi e irreversibili. Comunque,
anche in assenza di incidenti rilevanti, le estrazioni petrolifere comportano
indiscutibilmente pesanti impatti ambientali – e quindi sulla salute umana,
essendo l’ambiente un determinante fondamentale della salute – come dettagliatamente
riportato nel testo di due studiosi italiani: “L’Impatto Ambientale del
Petrolio, in Mare e in Terra” (Galaad Edizioni). Anche un recente rapporto di
Greenpeace, relativo alle attività estrattive in Adriatico esaminate dal 2012
al 2014 ha evidenziato che tra i composti che superano con maggiore frequenza i
valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale, rilevati nei sedimenti
prossimi alle piattaforme, si trovano metalli pesanti, quali cromo, nichel,
piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico). Inoltre, sono risultati
rilevabili anche idrocarburi policiclici aromatici (IPA), come fluorantene,
benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene, benzo[a]pirene e altri, variamente
associati.
Tutte queste sostanze sono tossiche, spesso persistenti e bioaccumulabili ed
alcune sono state già riconosciute cancerogene per l’uomo; esse possono
risalire la catena alimentare attraverso la bio-magnificazione, raggiungendo
così l’uomo in concentrazioni elevate e tali da causare seri danni
all’organismo. In particolare per metalli pesanti quali piombo e soprattutto
mercurio l’esposizione umana avviene attraverso pesce contaminato, specie se di
grossa taglia, tanto che alle donne in gravidanza ne viene sconsigliato il
consumo. Queste sostanze non solo si accumulano nei nostri corpi, ma passano
anche dalla madre al feto durante la gravidanza ed interferiscono in
particolare con lo sviluppo cerebrale del nascituro fino a comportare ritardo
mentale e deficit del Quoziente intellettivo. I metalli pesanti oltre a effetti
di tipo cancerogeno e neurologico comportano anche effetti a livello
cardiovascolare, renale ed osseo con maggior rischio di osteoporosi. Parimenti
pericolose sono poi le miscele di IPA per le quali è stato dimostrato – per
fenomeni di azione sinergica – un aumento di rischio di insorgenza di cancro,
soprattutto in presenza di benzo(a)pirene
Non va infine dimenticato che come per alcuni IPA, anche per metalli quali
l’arsenico, il cadmio, il nickel, classificati da decenni come cancerogeni per
l’uomo, non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale queste
sostanze non comportino un rischio per la salute umana”
Studio cha
afferma come gli studi condotti con
finanziamenti pubblici trovano con maggiore frequenza stati di nesso casuale a
forme tumorali rispetto a studi finanziati da privati.
Ecco perché
si chiede una legge sul conflitto d’interesse, e magari una legge per limitare la prescrizione , giusto per non vedere più sentenze su "stragi" compiute con reati ambientali prescritte ( vedi amianto )
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Influence of author's affiliation and funding sources on the results of
cohort studies on occupational cancer.
1Institute of Occupational Health,
Rouen University Hospital University of Rouen, Rouen, France.
2CISMeF-TIBS-LITIS EA 4108, Rouen
University Hospital, Rouen, France.
ABSTRACT
BACKGROUND:
Reliability and credibility of research conducted by industry have been
questioned, including in the field of occupational health.
METHODS:
Cohort studies on occupational cancer published between 2000 and 2010 were
compared according to their results, their conclusions, their funding, and the
affiliation of their authors.
RESULTS:
Overall, 510 articles were included. Studies published by authors with
public affiliation or funded by public grants concluded that their study showed
an excess of cancer more frequently (P = 0.01) than studies published by
authors with private affiliation or funded by private grants (88%
[95%CI = 85-91] vs. 73% [95%CI = 56-88] and 92% [95%CI = 86-97] vs. 71%
[95%CI = 57-84], respectively). Discrepancies between statistical results and
conclusion occurred more frequently in articles written by authors from the
private sector than from the public sector (42% [IC95% = 26-60] vs. 23%
[IC95% = 18-26], P = 0.02).