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venerdì 15 aprile 2016

REFERENDUM TRIVELLE : SI VOTA e noi VOTIAMO SI

Domenica 17 aprile dalle 7.00 alle 23.00 SI vota per il Referendum sulle trivelle , e mentre qualcuno afferma che sia un referendum  “BUFALA” ed invita a disertare le urne , la procura indaga proprio su quelle concessioni date in modo poco chiaro alle compagnie petrolifere in Basilicata ,

l'Associazione Sottocorno Invita tutti ad andare a votare e a votare
SI
Consigliamo di andare a votare presto, Perché  le  prime proiezioni  sul  quorum  vengono rese pubbliche alle 12.00  e  storicamente, questo dato condiziona l'affluenza complessiva ( una percentuale elevata può fare da traino per il resto dei votanti! )

Infine sarebbe stato bello se :

il Comune Di Sesto San Giovanni avesse accolto la richiesta arrivata dalla società civile e formulata dal comitato referendario costituitosi a Sesto nel 2014  che aveva proposto un referendum cittadino sul futuro dell’inceneritore in concomitanza con altri referendum o elezioni politiche , ma così non è stato , peccato.





martedì 12 aprile 2016

ELETTROSMOG? CONOSCILO E MISURALO. STANDARD E PRASSI NON CAUTELATIVI

Firenze – L’elettrosmog, livello di campi elettromagnetici (CEM) superiori al campo elettromagnetico naturale della Terra, è una realtà innegabile. I CEM si moltiplicano nell’etere e ci permettono di sfruttare tutti i vantaggi delle telecomunicazioni telefoniche e internet wi-fi. 
Ma esistono anche effetti nocivi nell’uso di telefoni cellulari e dispsitivi wi-fi sulla salute umana. Primo nemico, per la vicinanza al nostro corpo è il cellulare “da usare con molta cautela e per comunicazioni di emergenza, veloci”, raccomandano sia medici sia ricercatori del settore. Il paradosso stridente è aver cablato la Terra con la fibra per poi coprirla  di antenne e ripetitori wi-fi. I punti critici di una normativa non veramente al passo delle evidenze scientifiche, mediche e dell’esperienza diretta delle persone. Nel 2014 uno studio epidemiologico svedese ed uno studio francese concludono che la radiofrequenza è da classificare “cancerogeno certo per l’uomo in Classe 1 e che gli effetti dell’esposizione sono cumulativi”. Video sulle necrosi cellulari scoperte del CNR e sul“Bioinitiative report”
Come nel caso di sostanze (metalli pesanti, ecc.) divenute inquinanti (ossia eccedenti la concentrazione che c’è in natura) e quindi tossiche o dannose, per i campi elettromagnetici (CEM, Electro Magnetic Fields EMF) vale lo stesso perchè da tempo superano di gran lunga il campo elettromagnetico naturale della terra: campo magnetico 0.000002mG (or 0.0002 nT), campo elettrico 0.0001 Volt/m, radiofrequenza <0.00002 Volt/m. E’ importante, a maggior ragione in presenza di disturbi della salute segnalati dalla letteratura scientifica e medica per esposizione a CEM,  conoscere i livelli CEM a cui siamo esposti durante il giorno e la notte, e nell’ambiente di lavoro. Ed è semplice farlo. Perchè sono in vendita strumenti di semplice uso per misurarli.
Parliamo dei campi elettromagnetici “pulsati” a radiofrequenza e microonde che sono emessi da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in reti senza fili, antenne WiFi, WiMax, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile Dect, Gsm, Umts e Lte (4G)“.
L’Italia ha stabilito per le radiofrequenze il limte di 0,6 Volt per metro nei luoghi dove si soggiorna per più di 4 ore (Dpcm dell’8 luglio del 2003). Ma la normativa è da aggiornare agli studi per essere realmente cautelativa (principio di precauzione). Due i punti critici messi in evidenza da medici e ricercatori dle settore: il limite standard è fissato sui CEM generati da una fonte fissa, come un ripetitore wi-fi, ossia al livello CEM di fondo che esso genera e non ai livelli CEM che si generano quando viene attivata la connessione wi-fi dagli utenti poi esposti ad essa, e inolttre la normativa tiene conto solo degli effetti di natura termica sulla biologia umana.
Il Governo avrebbe il proposito di innalzare i limiti dei CEM attaverso disposizioni  sulla “Strategia per la banda ultralarga” e la “Crescita digitale”.
“Il limite di 0,6 V/m  – spiegano medici era riferito a una misurazione calcolata su una media di 6 minuti, che è il tempo in cui avviene la compensazione degli effetti termici dei campi elettromagnetici. Nel 2012 l’allora Governo Monti – hanno denunciato medici e associazioni nella petizione-appello del febbraio 2015 al Governo, firmata anche da Livio Giuliani, fisico e portavoce della Commissione internazionale per la sicurezza dei campi elettromagnetici (Icems) – decise con il Decreto Sviluppo, e senza alcuna valutazione di carattere sanitario, di innalzare il tempo di misurazione dei campi a 24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i limiti di legge: di notte le antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi mobili non sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati delle ore diurne nel calcolo della media”.
Il CNR ha scoperto la necrosi (morte) delle cellule esposte a fasci radar e a wi-fi commerciali in dipendenza della durata della esposizione. I risultati della ricerca sono stati divulgati nel convegno “ENVIRONMENT. Le Frontiere della Scienza nella Valutazione del Rischio Chimico e Fisico”  organizzato a Roma dall’associazione Amica (Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (www.infoamica.it) in collaborazione con la Icems, in occasione della Giornata Mondiale per l’Ambiente 5 Giugno 2012, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati Roma. Il convegno fece il punto sulle conoscenze scientifiche sull’inquinamento chimico e dei campi elettromagnetici ricevendo il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica.
“E’ noto che gli standard promossi dall’ Ieee Institute of Electrical and Electronic Engineers del 1992 sono obsoleti, perché si basano esclusivamente sugli effetti termici dei campi elettromagnetici, ovvero sul riscaldamento prodotto, mentre è stato ampiamente dimostrato che campi elettromagnetici deboli, non in grado di produrre alcun riscaldamento – chiariscono scienziati e associazioni – producono numerosi effetti biologici. Questo avviene perché la materia vivente funziona attraverso scambi chimici e segnali elettromagnetici, che possono subire alterazioni in presenza di campi elettromagnetici esterni anche debolissimi”.
Nella letteratura internazionale sugli effetti dei CEM spicca il Bioinitiative report “A Rationale for Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Fields (ELF and RF)” che documenta le ricerche, realizzate a partire dal 2006, sugli effetti tossici delle radiazioni CEM (disfunzioni del sistema immunitario, elettrosensitività, tumori celebrali, ecc).  In generale gli Stati ignorano o tardano ad applicare buone politiche di prevenzione. L’Europa ha rivolto molta attenzione ai risultati della Bioinitiative, in particolare i paesi del Nord Europa.


L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come possibile cancerogeno per l’uomo in classe 2B – sottolineano – , smentendo  che esistono solo effetti termici di tali campi. Sono emerse in poco tempo nuove evidenze scientifiche del rischio cancerogeno: uno studio epidemiologico svedese e uno studio francese, entrambi del 2014, concludono che la radiofrequenza dovrebbe essere classificata come cancerogeno certo per l’uomo in Classe 1 e che gli effetti dell’esposizione sono cumulativi”.

( leggi QUI l'articolo completo )

FONTE : STAMPTOSCANA.IT 

sabato 9 aprile 2016

VARESE - INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO DA ALTE E BASSE FREQUENZE:UNA REALE EMERGENZA SANITARIA

Organizzato da ATS Insubria il giorno  09 aprile  2016  - Collegio  DE FILIPPI - via Brambilla,15- Varese dalle 8.30 alle 13.30

RELATORI :
  • Prof. Angelo Gino Levis - Biologo  -  Docente ed esperto internazionale  di danni organici  da inquinamento elettromagnetico
  • Dott.ssa  Laura Masiero - Presidente A.P.P.L.E.  Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog
  • Dott. Paolo Orio  -   Vice Presidente della Associazione Italiana Elettrosensibili


venerdì 8 aprile 2016

BICICLETTATA A SESTO SABATO 9 APRILE PER DIRE SI AL REFERENDUM DELLE TRIVELLE


Sabato 9 aprile è in programma una "Sbiciclettata" per Sesto a sostegno del SI al referendum del 17 APRILE;


Sarà l'occasione di distribuire qualche volantino e sensibilizzare sul tema del referendum sulle trivelle perché purtroppo non si è debitamente informati.


Il ritrovo è per SABATO 9 APRILE alle ore 15.00 in Piazza Petazzi a Sesto San Giovanni 



sabato 2 aprile 2016

VASCA DI LAMINAZIONE NEL PARCO NORD: 2000 FIRME PER DIRE NO

L’Associazione Sottocorno esprime la solidarietà al movimento contro le vasche di laminazione ,per dire no alla distruzione di un bosco e si alla salvaguardia della salute pubblica, non riteniamo plausibile la mancanza di una soluzione alternativa.

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Martedì 5 aprile si aprirà la Conferenza dei servizi per decidere il futuro del Parco Nord Milano e nello specifico per decidere se all’interno del polmone verde del Nordmilano sarà realizzata la vasca di laminazione del fiume Seveso.


“Il destino dei residenti delle vie Papa Giovanni, Lillo del Duca, Bologna (Bresso) e degli alunni della Scuola materna di via Campestre (tutti a qualche decina di metri dall’area dove si vorrebbe realizzare la vasca) e degli alunni della Scuola elementare di via Bologna e dei residenti di Bruzzano e di via Ornato (a qualche centinaio di metri) si deciderà in Regione tra pochi giorni. Intanto sono state raggiunte quasi 2000 firme (in neanche due mesi) contro la vasca nel Parco Nord. Le firme vengono non solo da Bresso, ma da molti comuni dell’hinterland milanese e da diversi quartieri di Milano”, annunciano i comitati civici che hanno lanciato la raccolta firme e che si stanno battendo contro la realizzazione della vasca nel parco.
“Se 4 ettari di Parco Nord verranno distrutti per impermeabilizzare il terreno con la costruzione di un’enorme vasca profonda 10 metri della capienza di 250.000 metri cubi di acque inquinatissime e mischiate ai reflui fognari e se il quartiere Papa Giovanni di Bresso e i dintorni dovranno respirare pericolose esalazioni di sostanze altamente volatili che si raccoglieranno nella vasca per diversi giorni dopo ogni ondata di piena del Seveso, lo stabilirà la Commissione per la Valutazione di impatto ambientale. I quasi 2000 cittadini firmatari sperano che le numerose obiezioni da loro espresse nelle Osservazioni al progetto definitivo, inoltrate alla Regione, possano persuadere i membri della Commissione che questa struttura comporterebbe un grave scempio ambientale, oltre a un grave rischio per la salute”


FONTE : NORDMILANO.IT

venerdì 1 aprile 2016

DAL COMITATO PER LA DIFESA E LA SALUTE DI SESTO SAN GIOVANNI

Riceviamo e pubblichiamo l’invito ricevuto dal comitato perché nel 2016 la lotta contro l'amianto è tutt'altro che risolta.
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Per chi fosse interessato l’assemblea si svolgerà sabato 9 aprile 2016 elle ore 15,30 presso il CENTRO DI INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI” in Via Magenta 88 Sesto San Giovanni con il seguente ordine del giorno :

1) Informazione sulle cause penali in corso contro i dirigenti Breda, Pirelli e Comune di Milano;
2) Sabato 30 aprile: corteo contro i morti d’amianto e tutte le vittime dello sfruttamento;
3) Presentazione del libro Amianto: morti di “progresso”, che racconta la lotta delle vittime e le battaglie del nostro Comitato per ottenere giustizia;



https://drive.google.com/file/d/0BxByD0KPdIWDZDBsb1NyeWV4cG8/view
servizio del TG3 lombardia sul rinvio della sentenza del processo pirelli bis per i morti d'amianto 

Mentre l’invito al corteo è per  Sabato 30 aprile - ore 16,15 - che , come citano nel loro volantino è un "corteo in ricordo dei nostri compagni morti d’amianto e di tutte le vittime dello sfruttamento", la manifestazione partirà (come sempre) dal Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”, via Magenta 88, Sesto San Giovanni (Mi) 

( Leggi QUI l'articolo uscito sul Giorno il 31 marzo 2016 )

mercoledì 30 marzo 2016

PARCO DELLA BERGAMELLA : ORTI ANNAFFIATI CON ACQUA CONTAMINATA

Riproponiamo qui sotto l'articolo uscito sul Giorno in data 29 marzo riguardante la presentazione fatta durante l'incontro pubblico sul "Nuovo Parco Cascina Gatti" svolto giovedì 17 marzo alle ore 18 presso la sede della Circoscrizione 5 in via Campestre 250 a Sesto San Giovanni

A fronte di quanto riportato , è giusto precisare che , al termine della serata l’Assessore all’Ambiente Elena Iannizzi specificava che lo skate park ( a differenza di quanto indicato con un quadrato grigio sulle slide presentate ) non sarebbe stato costruito in prossimità della terrazza Bottoni ma bensì in prossimità del centro Manin.
Avremmo comunque gradito, visto che siamo stati gli unici a presentare ( proprio dietro richiesta del comune di Sesto ) un macro progetto sull'area, di essere  informati prima della scelte prese dall'amministrazione proprio nel rispetto di tutto quel lavoro svolto e il tempo perso negli ultimi tre anni, tempo che speravamo fosse servito a comprendere cosa volesse dire applicare "il Principio di Precauzione".

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Gli orti della Bergamella saranno annaffiati con l’acqua di prima falda, "condita" però di cromo esavalente, solventi clorurati e nitrati. Tutto regolare, per legge. In barba, però, alla prevenzione. Non a caso a puntare il dito contro il progetto del nuovo parco, a ridosso di Cascina Gatti, è l’Associazione Sottocorno che da anni porta avanti battaglie contro l’elettrosmog e le altre fonti di inquinamento, in un quartiere che ha visto l’esplosione di casi di tumori, malattie del sangue e neurodegenerative. ........ ( leggi QUI l'articolo completo Di Patrizia Longo)

FONTE : ILGIORNO

martedì 29 marzo 2016

REFERENDUM 17 APRILE SULLE TRIVELLE: ISDE ITALIA PER UN SÌ CONSAPEVOLE. IMPATTI AMBIENTALI E SANITARI DELLE TRIVELLAZIONI PER MARE E PER TERRA

Qui sotto la lettera di I.S.D.E. Italia sul prossimo referendum del 17 aprile ( pubblicizzato pochissimo dai media ).
Per qualcuno è una "perdita di tempo", per altri "una forzatura ideologica", in realtà in un paese che ha votato 5 anni fa, con un plebiscito, che l'acqua rimanesse pubblica ed oggi un governo che non è mai stato votato vorrebbe privatizzare , questo referendum risulta essere l'unico strumento per tutelare l'ambiente ( massacrato negli ultimi 40 anni ) e la salute pubblica.
Non possiamo che condividere il pensiero espresso dall'Associazione Medici per l'Ambiente.



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Il 17 Aprile prossimo, con il Referendum sulle trivelle, i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi sul quesito abrogativo che riguarda l’articolo 6, comma 17 del codice dell’ambiente: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”.

ISDE Italia auspica la più ampia partecipazione al Referendum ed invita a votare SI per la salute di oggi e domani.
Deve essere questa l’occasione per una profonda riflessione circa l’inderogabile necessità ed urgenza di cambiare il modello di sviluppo ancor oggi basato sulla combustione dei fossili. Tale modello, oltre agli alti costi sanitari imposti all’uomo e a tutta la biosfera per via dell’inquinamenti delle varie matrici ambientali, appare sempre più fragile e insostenibile sul piano economico. Negli ultimi 18 mesi il prezzo del greggio è calato circa del 70%: andare a cercare con accanimento e con tecniche sempre più costose e impattanti una risorsa che perde sempre più valore, può contribuire, oltre al danno alla salute e all’ambiente, a minare ulteriormente la tenuta economica del Paese.
Poche gocce di petrolio di scarsa qualità, mettono in pericolo le nostre bellissime coste, culla della nostra storia e della nostra cultura e possibile fonte economica malamente sfruttata oltre che la fauna e la pesca sostenibile.
La perforazione di un pozzo può avvenire sulla terra ferma (“onshore”) o in mare (“offshore”); gli impatti ambientali e sanitari, conseguentemente, saranno di diversa natura e graveranno in maniera differente in questi differenti contesti ma è importante dire SI oggi per avviare un processo di cambiamento che ci proietti verso fonti di energia alternative rinnovabili che ci permettano di rispettare l’ambiente e di tutelare la nostra salute.
Quando parliamo di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente. E in un mare chiuso come il Mediterraneo, un disastro petrolifero causerebbe danni gravissimi e irreversibili.
Comunque, anche in assenza di incidenti rilevanti, le estrazioni petrolifere comportano indiscutibilmente pesanti impatti ambientali – e quindi sulla salute umana, essendo l’ambiente un determinante fondamentale della salute – come dettagliatamente riportato nel testo di due studiosi italiani: “L’Impatto Ambientale del Petrolio, in Mare e in Terra” (Galaad Edizioni). Anche un recente rapporto di Greenpeace, relativo alle attività estrattive in Adriatico esaminate dal 2012 al 2014 ha evidenziato che tra i composti che superano con maggiore frequenza i valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale, rilevati nei sedimenti prossimi alle piattaforme, si trovano metalli pesanti, quali cromo, nichel, piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico). Inoltre, sono risultati rilevabili anche idrocarburi policiclici aromatici (IPA), come fluorantene, benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene, benzo[a]pirene e altri, variamente associati.
Tutte queste sostanze sono tossiche, spesso persistenti e bioaccumulabili ed alcune sono state già riconosciute cancerogene per l’uomo; esse possono risalire la catena alimentare attraverso la bio-magnificazione, raggiungendo così l’uomo in concentrazioni elevate e tali da causare seri danni all’organismo. In particolare per metalli pesanti quali piombo e soprattutto mercurio l’esposizione umana avviene attraverso pesce contaminato, specie se di grossa taglia, tanto che alle donne in gravidanza ne viene sconsigliato il consumo. Queste sostanze non solo si accumulano nei nostri corpi, ma passano anche dalla madre al feto durante la gravidanza ed interferiscono in particolare con lo sviluppo cerebrale del nascituro fino a comportare ritardo mentale e deficit del Quoziente intellettivo. I metalli pesanti oltre a effetti di tipo cancerogeno e neurologico comportano anche effetti a livello cardiovascolare, renale ed osseo con maggior rischio di osteoporosi. Parimenti pericolose sono poi le miscele di IPA per le quali è stato dimostrato – per fenomeni di azione sinergica – un aumento di rischio di insorgenza di cancro, soprattutto in presenza di benzo(a)pirene
Non va infine dimenticato che come per alcuni IPA, anche per metalli quali l’arsenico, il cadmio, il nickel, classificati da decenni come cancerogeni per l’uomo, non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale queste sostanze non comportino un rischio per la salute umana”



Scarica QUI l'articolo di ISDE Italia

FONTE : I.S.D.E. ITALIA ASS.MEDICI PER L'AMBIENTE

giovedì 24 marzo 2016

INFLUENCE OF AUTHOR'S AFFILIATION AND FUNDING SOURCES ON THE RESULTS OF COHORT STUDIES ON OCCUPATIONAL CANCER.

Studio cha afferma come  gli studi condotti con finanziamenti pubblici trovano con maggiore frequenza stati di nesso casuale a forme tumorali rispetto a studi  finanziati da privati.

Ecco perché si chiede una legge sul conflitto d’interesse, e magari una legge per limitare la prescrizione , giusto per non vedere più sentenze su "stragi" compiute con reati ambientali prescritte ( vedi amianto )


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Influence of author's affiliation and funding sources on the results of cohort studies on occupational cancer.

1Institute of Occupational Health, Rouen University Hospital University of Rouen, Rouen, France.
2CISMeF-TIBS-LITIS EA 4108, Rouen University Hospital, Rouen, France.

ABSTRACT

BACKGROUND:
Reliability and credibility of research conducted by industry have been questioned, including in the field of occupational health.

METHODS:
Cohort studies on occupational cancer published between 2000 and 2010 were compared according to their results, their conclusions, their funding, and the affiliation of their authors.

RESULTS:
Overall, 510 articles were included. Studies published by authors with public affiliation or funded by public grants concluded that their study showed an excess of cancer more frequently (P = 0.01) than studies published by authors with private affiliation or funded by private grants (88% [95%CI = 85-91] vs. 73% [95%CI = 56-88] and 92% [95%CI = 86-97] vs. 71% [95%CI = 57-84], respectively). Discrepancies between statistical results and conclusion occurred more frequently in articles written by authors from the private sector than from the public sector (42% [IC95% = 26-60] vs. 23% [IC95% = 18-26], P = 0.02).

CONCLUSIONS:
Industry affiliations of authors or industry support of studies are associated with the results of published studies on occupational cancer. The underlying mechanisms warrant further investigation. Am. J. Ind. Med. 59:221-226, 2016. © 2015 Wiley Periodicals, Inc.