Dopo i fatti dell'8 luglio scorso, comitati e cittadini denunciano
il comportamento, a dir loro, violento dei funzionari a Sant'Onofrio.
LANCIANO - Le testimonianze e le storie che riportano all’8 luglio
sono diverse, ma tutte simili. I tecnici Terna, incuranti dei cittadini e
residenti, hanno letteralmente messo i loro piedi sulle proprietà dei
lancianesi di Sant’Onofrio ed in modi che, per i manifestanti, sono al limite
della legalità, hanno effettuato espropri ed immissioni, per la prosecuzione
dell’elettrodotto Villanova-Gissi.
Ed ora, dopo quasi un mese, le associazioni CAST, Lab 61, Zona 22
e Nuovo Senso Civico, si trovano a denunciare l’accaduto, ancora sgomenti, ma
con la volontà di non abbassare la guardia e di non far spegnere i riflettori
su questa vicenda.
“La pressione psicologica effettuata da Terna - commenta Antonella
La Morgia del CAST - è stata molta e, soprattutto lo scorso l’8 luglio, i
tecnici si sono spinti molto oltre, ai limiti della legalità”.
“Comitati, privati e rappresentanti dell’amministrazione hanno in
questi giorni ascoltato testimonianze, visionato video, confrontato ricordi
comuni - si legge in una nota dei comitati -
e la conclusione è stata il riconoscimento unanime che si è trattato di
un’indebita prevaricazione operata dagli incaricati dalla società”.
L’iter procedurale, in questa fase, prevede infatti che i
funzionari di Terna parlino con i proprietari per capire cosa hanno da dire e,
invece, l’8 luglio è accaduto tutto il contrario.
“I tecnici Terna - ricorda Franca Colanero, letteralmente messa a
terra durante gli scontri dell’8 luglio e che ancora ne porta i segni addosso -
non hanno voluto parlare con noi proprietari ed ho dovuto rincorrerli per dire
le mie ragioni. Nessuno mi ha chiesto cosa volessi fare”.
Stesso racconto da Antonella Franceschini, una ragazza che, con la
mamma è proprietaria di un terreno a Sant’Onofrio. “Avevamo provato a delimitare
i nostri terreni - racconta Antonella - ma i funzionari sono entrati senza
rispettare la nostra proprietà privata. Ma soprattutto non hanno rispettato noi
come persone. Siamo cittadini, non sudditi, e non possiamo essere trattati solo
come ostacoli”.
E sono molte le querele che, privatamente, i diretti interessati,
come Alessandra Franceschini o la signora Franca Colanero, hanno sporto contro
i singoli e contro Terna per le presunte ripetute situazioni di illegalità che
hanno riscontrato.
“Al di là dello svolgimento dei fatti - si legge ancora nella nota
dei comitati - su cui eventualmente ci saranno le indagini disposte dalle
competenti autorità, i comitati ed il comune di Lanciano esprimono sincero
disappunto per quanto accaduto”.
“Episodi di questo genere - conclude il vicesindaco Pino Valente -
non devono più accadere. Con i nostri uffici stiamo facendo delle valutazioni
su procedure e urbanistica e sull’iter da seguire. Intanto - sottolinea Valente
- affermiamo ancora la nostra completa contrarietà a questo progetto”.