Riprendendo l'articolo apparso sul ILGIORNO (clicca QUI per leggere l'articolo di Laura Lana) si evidenzia quanto abbiamo sempre sostenuto da anni e presentato presso la consulta dell'ambiente non solo il problema ma anche possibili soluzioni denunciando il più totale disinteresse nell'affrontare il problema forse perché molto impegnativo e poco remunerativo da un punto di vista di immagine.
Solamente un'analisi a campione (e solo sul sacco giallo!!!!) ha evidenziato quanto si è sempre saputo, e solo il rischio di perdere un contributo ha fatto emergere il problema che potrebbe anche essere più grande di quanto si pensi.
Anche la qualità della FORSU ora convogliata presso la bio-piattaforma ha problemi, di tutti e cinque i comuni consorziati Sesto San Giovanni è il comune che ha la qualità dell'umido più scadente, a farla da padrone la presenza di pannolini, pannoloni e plastica oltre ad altri residui.
E pensare che non è neanche una novità, solo che ora sta andando a regime il nuovo impianto e la percentuale di materiale non idoneo risulta essere sempre vicina al 12% limite che mette a rischio l'utilizzo della FORSU esponendo il comune a probabili sanzioni.
Anche questo dati, già fatto presente nelle sedi istituzionali, è stato sminuito e bisogna fare attenzione perché alla base c'è una mancanza d'informazione cronica che porta a commettere errori.
Rimane un mistero il perché si siano sospesi gli incontri pubblici iniziati nel 2014 dalla giunta Chittò proprio su questo tema e rivolti a sensibilizzare ed informare la popolazione, rimane un mistero il perché non si sia perseguita una campagna informativa per mezzo di manifesti o volantini presso mercati o supermercati, soluzioni di basso costo e di facile realizzazione (considerando che si aveva anche il supporto di associazioni sul territorio).
Nella scorsa legislatura mai è stato affrontato l'argomento in modo serio, e con estrema difficoltà si sono ottenuti in maniera sintetica dei dati, 4 righe su 4 colonne di un foglio Excel, senza citarne la fonte o mostrando documentazione a riguardo, dati che han fatto dubitare anche della veridicità degli stessi.
Eppure si sapeva, si sapeva che a Sesto San Giovanni, a parte il quartiere di Cascina Gatti sul quale si era fatta informazione perché utilizzato come "area test" per la città, sugli altri quartieri si era rilevata una certa difficoltà a modificare atteggiamenti (è comodo depositare tutto in sacco e poi bruciarlo) come si sapeva che l'inceneritore doveva chiudere per cui era necessario un cambio di passo e un'inversione di rotta rapida, ma abbiamo perso tempo, praticamente cinque anni buttati usati per partorire un app che in pochi conoscono e troppo pochi la usano (sempre per mancanza d'informazione).
Anche questo dati, già fatto presente nelle sedi istituzionali, è stato sminuito e bisogna fare attenzione perché alla base c'è una mancanza d'informazione cronica che porta a commettere errori.
Rimane un mistero il perché si siano sospesi gli incontri pubblici iniziati nel 2014 dalla giunta Chittò proprio su questo tema e rivolti a sensibilizzare ed informare la popolazione, rimane un mistero il perché non si sia perseguita una campagna informativa per mezzo di manifesti o volantini presso mercati o supermercati, soluzioni di basso costo e di facile realizzazione (considerando che si aveva anche il supporto di associazioni sul territorio).
Nella scorsa legislatura mai è stato affrontato l'argomento in modo serio, e con estrema difficoltà si sono ottenuti in maniera sintetica dei dati, 4 righe su 4 colonne di un foglio Excel, senza citarne la fonte o mostrando documentazione a riguardo, dati che han fatto dubitare anche della veridicità degli stessi.
Eppure si sapeva, si sapeva che a Sesto San Giovanni, a parte il quartiere di Cascina Gatti sul quale si era fatta informazione perché utilizzato come "area test" per la città, sugli altri quartieri si era rilevata una certa difficoltà a modificare atteggiamenti (è comodo depositare tutto in sacco e poi bruciarlo) come si sapeva che l'inceneritore doveva chiudere per cui era necessario un cambio di passo e un'inversione di rotta rapida, ma abbiamo perso tempo, praticamente cinque anni buttati usati per partorire un app che in pochi conoscono e troppo pochi la usano (sempre per mancanza d'informazione).
Aspettando che si riconvochi la nuova consulta dell'ambiente (ormai sono 7 mesi!!!) noi ribadiamo la nostra disponibilità, come crediamo possano fare le altre realtà del territorio che indifferentemente dal colore politico si sono sempre esposte sui problemi ambientali (a partire della gestione dei rifiuti) presentando soluzioni e collaborazione, ma è necessario di un cambio di atteggiamento da parte della classe politica, alla quale diciamo con tranquillità che se non avete bisogno di collaborazioni presentate pure le soluzioni che volete applicare perché quello che ci aspetta è un inevitabile e RAPIDO aumento della TARI.
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione Sottocorno