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domenica 5 aprile 2015

DIFENDIAMO LA SALUTE DALLE RADIAZIONI EMESSE DA CELLULARI, TABLET, WI-FI, WI.MAX, RIPETITORI E ANTENNE GSM, UMTS, LTE (4G)

Riceviamo e pubblichiamo l'invito ad una conferenza che si terrà a Milano 

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Mercoledì 8 Aprile 17,30 - 20,30 alla CASA DELLE DONNE  di Via Marsala 8, angolo via Milazzo ( Metro 2 fermata Moscova, autobus 94, 43; tram 1, 14, 2, 7 )  

Cordless, cellulari, sistemi wireless, circuiti elettrici della casa e dell’ufficio; tralicci, linee interrate e cabine di scambio: conosciamo il contesto in cui viviamo e i rischi per la salute che stiamo correndo?
Vogliamo lasciare che lo spazio in cui viviamo si riempia di pericoli per la salute, a cui nessuno può sottrarsi, senza interessarci dei danni biologici che si paventano e che sono stati già conosciuti?
Le donne conoscono l’importanza dei corpi e la forza della salute, mentre le scelte politiche privilegiano profitti e commerci invece della prevenzione delle malattie.
Ne discuteremo con: Antonella Nappi, ricercatrice universitaria di sociologia, per Difendiamo la salute  e Laura Masiero, presidente della  Associazione per  la Prevenzione e la Lotta all’Elettromagnetismo ( www.applelettrosmog ) dopo avere ascoltato Eva Tibaldi, ricercatrice dell’Istituto Cesare Maltoni Cancer Research Centre Ramazzini Institute di Bologna che presenterà una relazione dal titolo:
           
“ I campi elettromagnetici e i pericoli per la salute “

Convegno organizzato dal gruppo “Difendiamo la salute” del Tavolo Salute e Ambiente della Commissione pari opportunità del Comune di Milano con il sostegno del gruppo Città Bene Comune della casa delle donne.
La salute dipende dalla salubrità ambientale ed oggi ci si ammala dieci anni prima di dieci anni fa (Gennaro, Epidemiologia Genova); una persona su due nell’arco della vita potrebbe ammalarsi di cancro (Associazione di Oncologia Medica, 2011) e la percentuale dei tumori infantili ha continuato a crescere in questi anni in Italia e in Europa (Rabbone, Pediatri per un mondo possibile). Un gruppo di esperti di Salute Pubblica di tutto il mondo ha studiato tutte le ricerche che sono state fatte sugli effetti biologici e gli effetti negativi sulla salute delle radiazioni non ionizzanti: campi elettromagnetici compresi quelli di bassa frequenza e quelli a radiofrequenza/microonde (BioInitiative Working Group, Cindy Sage and David O. Carpenter, Editors. BioInitiative Report: A Rationale for Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Radiation www.bioinitiative.org, December 31, 2012). Raccogliamo alcune cose che vengono dette nella loro “Sintesi destinata al pubblico” (C.Sage pp.3-7).  
Le radiazioni elettromagnetiche “non si possono vedere, non hanno gusto ne odore ma sono una delle esposizioni ambientali più pervasive oggi a cui sono esposti” miliardi di soggetti “ tuttavia queste tecnologie non sono state pensate con in mente quali effetti biologici hanno sulle persone.” (…) “Gli esseri umani sono sistemi bioelettrici. I nostri cuori e cervelli sono regolati al loro interno da segnali bioelettrici. Esposizioni ambientali a campi elettromagnetici artificiali possono interagire con i fondamentali processi biologici nel corpo umano e questo può causare disagio e malattia” (…) “ e anche la morte”.
Negli ultimi decenni “ il livello dei campi elettromagnetici da sorgenti elettriche di fondo è aumentato in modo esponenziale e con la crescente popolarità delle tecnologie wireless come telefoni cellulari, telefoni cordless , reti WI - MAX WI-FI si sono raggiunti livelli senza precedenti. Diversi decenni di ricerca scientifica internazionale confermano che i campi elettromagnetici sono biologicamente attivi  negli animali come negli esseri umani, e potrebbero avere gravi conseguenze per la salute pubblica. Non tutto si sa ancora su questo argomento ma ciò che è chiaro  è che gli standard pubblici esistenti e i limiti di sicurezza pubblica di queste radiazioni, in quasi tutti i paesi del mondo sono migliaia di volte troppo indulgenti” (…): “gli effetti si verificano a livelli migliaia di volte più bassi”. (…) “ Dobbiamo correggere le abitudini che sono deflagrate grazie al totale silenzio sui pericoli già conosciuti e stimabili e grazie soprattutto ad una formazione culturale che è stata spinta sempre più a rinunciare alla previdenza, alla previsione, all'interessamento sanitario preventivo verso la popolazione e all'accoglimento della cura invece come salvaguardia a posteriori rispetto ai prodotti messi in circolo dai mercati.” (…) “ Si devono trovare  alternative che non presentino lo stesso livello di potenziali rischi per la salute per prevenire una estensione dei danni alla salute, in particolare per chi in questo contesto ha iniziato a vivere da poco tempo.”

venerdì 3 aprile 2015

C'È ELETTROSMOG: SOLO DUE ORE AL GIORNO IN ALCUNE AULE

A Spinea in provincia di Venezia sopra la scuola Mantegna passano i cavi dell'alta tensione, "zona rossa" in una parte  dell'edificio

SPINEA. Bambini in mensa e nel laboratorio non oltre le due ore, per non restare troppo esposti all’elettrosmog. Scatta una nuova rilevazione dell’Arpav alla scuola Mantegna di Spinea, al quartiere Graspo de Ua, dopo che i genitori hanno chiesto una verifica urgente dei livelli di emissioni del campo elettromagnetico sopra l’edificio. I controlli sono previsti forse già nei prossimi giorni.
Il “caso” è noto, ma molti genitori ne sono venuti a conoscenza solo di recente, dopo che una rilevazione ambientale datata 2006, aveva confermato la necessità di misure di tutela della salute degli alunni della scuola. «Abbiamo scoperto che parte della scuola non risulta agibile per più di due ore al giorno a causa dei valori elevati di elettrosmog causati dal passaggio, nei pressi della scuola, di un elettrodotto ad alta tensione», scrivono i genitori della Mantegna in una lettera al Comune e all’Arpav.
La “zona rossa” riguarda solo un’ala dell’edificio, quella formata dai due locali mensa, dall’aula informatica, dalla biblioteca e dalle aule insegnanti e pittura, oltre che dell’atrio, motivo per cui finora non è stato necessario chiudere l’intera scuola, ma solamente limitare la permanenza dei bambini nei locali incriminati. Due ore al massimo, poi gli insegnanti hanno il compito di riportare gli alunni in classe. «Ma tenendo conto del fatto che le aule frequentate dai bambini per 8 ore al giorno sono solo a pochi metri dall’area “limitata”», continuano mamme e papà, «siamo molto preoccupati per la salute dei nostri figli». Anche perché i genitori hanno scoperto il problema solo di recente, dopo che da alcuni di loro era partita la richiesta di istituire due classi prime per il prossimo anno scolastico, viste le numerose richieste di iscrizione. Gli spazi sembravano esserci e pure vuoti. La richiesta, però, ha avuto esito negativo e il motivo è stato loro presto spiegato: parte della scuola non risulta agibile a causa dei campi elettromagnetici aerei. «Questo clima d’incertezza sta causando forte preoccupazione e sta maturando in noi l’idea non solo di non iscrivere i nostri figli in prima, ma anche di spostare i bambini che già frequentano la Mantegna in un’altra scuola», concludono i genitori, che ora vogliono sapere se la parte agibile dell’edificio, quella più frequentata dai bambini, sia abbastanza sotto la soglia prevista per legge quando a elettrosmog.



giovedì 2 aprile 2015

CONFIRMATION STUDIES OF SOVIET RESEARCH ON IMMUNOLOGICAL EFFECTS OF MICROWAVES: RUSSIAN IMMUNOLOGY RESULTS.

In questo studio pubblicato (nel 2010) dal Prof. Grigoriev e collaboratori, vengono replicati  i dati ottenuti da studi precedenti condotti tra il 1974 ed il 1991 dai ricercatori dell'ex Unione Sovietica, con particolare riferimento all'azione delle microonde sul sistema immunitario dei ratti esposti.
Dai test si riscontra una  produzione di autoanticorpi diretti contro gli antigeni della struttura cerebrale con manifestazioni cliniche quali ridotta capacità di movimento e stress comportamentale, Il tutto a valori di CEM non termici.
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Bioelectromagnetics. 2010 Dec;31(8):589-602. doi: 10.1002/bem.20605. Epub 2010 Sep 20.
Confirmation studies of Soviet research on immunological effects of microwaves: Russian immunology results.

1Federal Medical Biophysical Centre FMBA, Moscow, Russia. profgrig@gmail.com

ABSTRACT
This paper presents the results of a replication study performed to investigate earlier Soviet studies conducted between 1974 and 1991 that showed immunological and reproductive effects of long-term low-level exposure of rats to radiofrequency (RF) electromagnetic fields. The early studies were used, in part, for developing exposure standards for the USSR population and thus it was necessary to confirm the Russian findings. In the present study, the conditions of RF exposure were made as similar as possible to those in the earlier experiments: Wistar rats were exposed in the far field to 2450 MHz continuous wave RF fields with an incident power density in the cages of 5 W/m² for 7 h/day, 5 days/week for a total of 30 days, resulting in a whole-body SAR of 0.16 W/kg. Effects of the exposure on immunological parameters in the brain and liver of rats were evaluated using the complement fixation test (CFT), as in the original studies, and an additional test, the more modern ELISA test. Our results, using CFT and ELISA, partly confirmed the findings of the early studies and indicated possible effects from non-thermal RF exposure on autoimmune processes. The RF exposure resulted in minor increases in formation of antibodies in brain tissue extract and the exposure did not appear to be pathological. In addition, a study was conducted to replicate a previous Soviet study on effects from the injection of blood serum from RF-exposed rats on pregnancy and foetal and offspring development of rats, using a similar animal model and protocol. Our results showed the same general trends as the earlier study, suggesting possible adverse effects of the blood serum from exposed rats on pregnancy and foetal development of intact rats, however, application of these results in developing exposure standards is limited.

martedì 31 marzo 2015

IL COMUNE DI COLOGNO MONZESE DICE NO ALL’ANTENNA IN VIALE LOMBARDIA: INQUINA

Il Comune di Cologno dichiara guerra all'elettrosmog, ma per ora se la prende solo con un’antenna. Il 18 marzo scorso la giunta di Cologno Monzese ha respinto un offerta di contratto per installazione di un’antenna da parte di una società specializzata su lastrico solare condominiale in viale Lombardia 143.
Il condominio era stato chiamato a valutare la locazione del tetto per l’installazione di un’antenna per la telefonia mobile con un canone di locazione non inferiore a 10.000 euro annui.

L’amministrazione comunale che rappresenta la maggioranza in termini di millesimi pari al 60% degli alloggi di proprietà dell’ente.
La giunta quindi doveva decidere se rigettare la proposta della società, così come formulata, seppur i restanti proprietari volessero accettare la decisione, imponendo in sede assembleare la volontà dell’ente, per effetto della maggioranza dei millesimi;. All'unanimità ha respinto la proposta della società di telefonia mobile.
“Su questa questione – dice l’assessore Cocciro – seppure la scienza ufficialmente dice che non ci sono rischi, studi epidemiologici recenti, sempre più dimostrano, l’aspetto dannoso dell’inquinamento elettro magnetico in generale ed in particolare delle alte frequenze riconducibili all'installazione di antenne per la telefonia cellulare. Su una questione quindi così delicata che coinvolge la salute dei cittadini, una buona amministrazione deve far prevalere il principio della “prevenzione del danno”. Ecco perché la giunta ha votato contro l’installazione dell’antenna di telefonia mobile”.
Inoltre, ha spiegato spiega l’assessore Cocciro, sempre sulla questione dell’inquinamento elettromagnetico il Comune nel suo piano del governo del territorio aveva previsto l’interramento di tratte di rete aerea di elettrodotti, da realizzare in parte con risorse proprie ed in parte con il contributo degli operatori privati. A tal proposito con delibera N° 19 del 02/03/2011 aveva aggiornato il costo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria del 5%, destinando tale maggiorazione alla costituzione di un fondo da destinare al risanamento del territorio per la riduzione dell’impatto elettromagnetico.


FONTE : NORDMILANO24.IT

COMUNICATO STAMPA DELL'UNIONE GLOBALE PER BLOCCARE LO SVILUPPO DELLE RADIAZIONI DALLO SPAZIO

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa dell'Unione Globale per Bloccare lo Sviluppo delle Radiazioni dallo Spazio - Global Union Against Radiation Deployment from Space (GUARDS)
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La prevista distribuzione globale di Wi-Fi dallo spazio potrebbe distruggere lo strato di ozono, inasprire i cambiamenti climatici e minacciare la vita sulla Terra
  
25 marzo 2015

    Cinque società si stanno organizzando per fornire, entro i prossimi tre o quattro anni, una copertura globale di Wi-Fi ad alta velocità proveniente dallo spazio. Secondo la coalizione internazionale di associazioni, recente formata, la Global Union Against Radiation Deployment from Space (GUARDS) ovvero l'Unione Globale per bloccare lo Sviluppo di Radiazioni dallo Spazio (GUARDS), tutto questo rappresenta un vero e proprio incubo per la salute pubblica e per l’ambiente.
    Secondo GUARDS, i collegamenti satellitari necessari a distribuire questi servizi potrebbero mettere in pericolo lo strato di ozono e potrebbero contribuire significativamente ai cambiamenti climatici. I gas di scarico dei razzi contengono cloro che distrugge l'ozono, vapore acqueo (un gas a effetto serra) e particelle di ossido di alluminio che si depositano sulle nuvole nella stratosfera. Nei fumi di scarico dei razzi si osserva, infatti, la completa distruzione dell'ozono.
    Secondo Aleksandr Dunayev della Agenzia Spaziale Russa, citato dal New York Times (14 maggio 1991, pag. 4) "Circa 300 lanci dello Space Shuttle ogni anno sarebbero una catastrofe e lo strato di ozono andrebbe completamente distrutto."
    Nei primi anni '90, nel mondo si  effettuavano in media solo 12 lanci di razzi all'anno. Mantenere una flotta di 4.000 satelliti nello spazio, ciascuno con una durata prevista di cinque anni, potrebbe comportare un numero di lanci ogni anno tale da creare una catastrofe ambientale.
    Un'altra preoccupazione di GUARDS è lo stesso Wi-Fi. Benché venga ritenuto da molti come un servizio di grande valore, il Wi-Fi funziona con radiazioni pulsate a microonde, simili a quelle utilizzate dai forni a microonde. Numerosi studi scientifici dimostrano che le radiazioni da radiofrequenza e da microonde possono avere un ruolo nella riduzione delle foreste, nella scomparsa di rane, di pipistrelli, di api da miele e nella minaccia di estinzione del passero comune oltre che provocare altri danni al DNA nell'Uomo. E' di vitale importanza per la vita sulla Terra che si diminuiscano queste radiazioni.
    "Il corpo umano", sostiene il dottor Gerard J. Hyland, dell'Università di Warwick, nel Regno Unito, "è uno strumento elettrochimico con una estrema sensibilità", sottolineando che, come una radio, può essere disturbato dalle radiazioni a cui è esposto. Se un segnale elettromagnetico può azionare un dispositivo meccanico, infatti, può disturbare anche ogni cellula del corpo umano.
    Il 7 febbraio 2014 il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti ha dichiarato, in riferimento ai limiti estremi che disciplinano la radiazione utilizzate dal Wi-Fi, che "gli standard di sicurezza per le radiazioni elettromagnetiche della Federal Communications Commission (FCC) continuano a basarsi solo sugli effetti termici, che rappresentano un criterio ormai vecchio di quasi 30 anni e oggi inapplicabile".
    Nel 2011 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato, inoltre, le radiazioni emesse dai telefoni cellulari, Wi-Fi, e da altre tecnologie wireless come possibili cancerogene per l'Uomo (Classe 2B). Recenti studi scientifici hanno concluso che sarebbe più appropriata la classificazione della radiofrequenza come cancerogeno certo (Classe 1A). Ciononostante, i progetti di un Wi-Fi globale dallo spazio renderebbero l'esposizione a queste onde elettromagnetiche praticamente ubiquitaria ed ineludibile.
    Una recente lettera inviata al Comitato Economico e Sociale Europeo da 88 associazioni, che rappresentano tutte insieme oltre un milione di persone, denuncia che i governi stanno tradendo la fiducia della popolazione ignorando i pericoli delle radiazioni a radiofrequenza e microonde.
    L’intento di GUARDS è quello di bloccare i piani di sviluppo del Wi-Fi globale, che costituirebbero una sperimentazione non consensuale sugli esseri umani e, dunque, una violazione dei diritti umani secondo il Codice di Norimberga.

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CHI SIAMO: Global Union Against Radiation Deployment from Space (GUARDS)
GUARDS è una coalizione internazionale di diverse associazioni che hanno creato un coordinamento per fermare i piani di sviluppo del Wi-Fi globale dallo spazio che minaccia la vita sulla Terra.
Contatto: Ed Friedman, Maine USA, 207-666-3372 edfomb@comcast.net
Contatto in Italia: Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (AMICA)

Fonti bibliografiche

Salute umana

Il Rapporto BioInitiative (1500 pagine) sugli effetti sulla salute della radiofrequenza e delle microonde è stato pubblicato nel 2007 con un aggiornamento nel 2012. Gli autori sono 29 scienziati provenienti da dieci paesi. Hanno pubblicato migliaia di studi che mostrano l’interferenza con i processi chimici nel corpo, delle radiofrequenze con numerosi effetti tra cui alterazioni genetiche, cancro, disfunzioni immunitarie, danni neurologici, e infertilità. Il Rapporto è disponibile all'indirizzo: www.bioinitiative.org.

Lettera Avviso inviata nel mese di febbraio 2015 al Comitato Economico e Sociale Europeo da 88 organizzazioni (tra cui AMICA) riguardo il tradimento della fiducia dei cittadini da parte delle istituzioni che ignorano gli effetti delle radiazioni da radiofrequenza e da microonde. Disponibile all'indirizzo: http://www.radiationresearch.org/images/rrt_articles/EM-Radiation-Research-Trust-Letter-of-Notice-Served-on-Mr-Richard-Adams.pdf

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), un comitato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato le radiazioni da radiofrequenza, compresa quella emessa dalla tecnologia wireless, come possibile cancerogeno per l'uomo in Classe 2B.

Il medico inglese Erica Mallery-Blythe ha scritto un ottimo rapporto sulla Elettrosensibilità che si stima colpisca attualmente il 5% della popolazione mondiale: www.iemfa.org/wp-content/pdf/Mallery-Blythe-v1-EESC.pdf

Il 7 febbraio 2014, il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti ha dichiarato, in riferimento ai limiti estremi che disciplinano la radiazione utilizzati dal WiFi, che "gli standard di sicurezza per le radiazioni elettromagnetiche della Federal Communications Commission (FCC) continuano a basarsi sugli effetti termici, un criterio ormai vecchio di quasi 30 anni  e oggi inapplicabile". Fonte. http://www.ntia.doc.gov/files/ntia/us_doi_comments.pdf

Ambiente

Studi dimostrano che la radiazione da radiofrequenza danneggia l'ambiente, sia la flora che la fauna.
Fonti:

Il 31 ottobre 2014 è stata presentata alla Manitoba Entomological Society la revisione di 91 studi sugli effetti delle radiazioni da radiofrequenza e da microonde su api, insetti, uccelli, ecc .
Fonte: https://groups.google.com/forum/#!topic/ mobilfunk_newsletter / 0RUPGTI4qQY

Sulla riduzione dell'ozono e il cambiamento climatico da gas di scarico dei razzi: http://www.eucass-proceedings.eu/articles/eucass/pdf/2013/01/eucass4p657.pdf

Piani di sviluppo del Wi-Fi dai satelliti

Le cinque aziende che cercano di fornire radiazioni Wi-Fi globale dallo spazio sono:
SpaceX: 4000 satelliti, ad un altezza di 750 miglia http://www.spacex.com/
OneWeb: 2.400 satelliti, ad un altezza di 500-590 miglia http://www.oneweb.world/
Google: 200.000 palloni ad alta quota (62.500 piedi) ("Progetto Loon") http://www.google.com/loon/

Outernet: microsatelliti a bassa orbita https://www.outernet.is/en/

lunedì 30 marzo 2015

ASSOCIATION BETWEEN VESTIBULAR SCHWANNOMAS AND MOBILE PHONE USE.

In questa pubblicazione ad opera di ricercatori coreani, si manifesta una acclarata associazione tra utilizzo del telefono cellulare e neurinoma del nervo acustico.
Nello studio si evidenzia come, prendendo in considerazione gli elevati utilizzatori e l'ispilateralità, il dato di aumento del rischio quasi quintuplica ! O.R=4.5 e si ricorda come i 10 anni di utilizzo, con almeno 20 minuti al giorno, le 2000 ore cumulative rappresentino un fattore dirimente nella valutazione degli effetti.
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Tumour Biol. 2014 Jan;35(1):581-7. doi: 10.1007/s13277-013-1081-8. Epub 2013 Aug 27.
Association between vestibular schwannomas and mobile phone use.

Author information

1Department of Otorhinolaryngology, Yonsei University College of Medicine, 134 Sinchon-dong, Seodaemun-gu, Seoul, 120-752, South Korea.

ABSTRACT
Vestibular schwannomas (VSs) grow in the region where the energy from mobile phone use is absorbed. We examined the associations of VSs with mobile phone use. This study included 119 patients who had undergone surgical tumor removal. We used two approaches in this investigation. First, a case-control study for the association of mobile phone use and incidence of VSs was conducted. Both cases and controls were investigated with questions based on INTERPHONE guidelines. Amount of mobile phone use according to duration, daily amount, and cumulative hours were compared between two groups. We also conducted a case-case study. The location and volume of the tumors were investigated by MRI. Associations between the estimated amount of mobile phone use and tumor volume and between the laterality of phone use and tumor location were analyzed. In a case-control study, the odds ratio (OR) of tumor incidence according to mobile phone use was 0.956. In the case-case study, tumor volume and estimated cumulative hours showed a strong correlation (r(2) = 0.144, p = 0.002), and regular mobile phone users showed tumors of a markedly larger volume than those of non-regular users (p < 0.001). When the analysis was limited to regular users who had serviceable hearing, laterality showed a strong correlation with tumor side (OR = 4.5). We found that tumors may coincide with the more frequently used ear of mobile phones and tumor volume that showed strong correlation with amount of mobile phone use, thus there is a possibility that mobile phone use may affect tumor growth.


domenica 29 marzo 2015

REGGIO EMILIA, SI PROPONE LO STOP AL WI-FI NELLE SCUOLE. A RISCHIO LA SALUTE DEGLI ALUNNI

Wi-Fi e accesso libero alla Rete per tutti, ma non per i bambini. I Cinque stelle a Reggio Emilia hanno presentato una mozione per eliminare l’utilizzo del Wi-Fi nelle scuole per tutelare la salute degli alunni. La maggioranza PD-SEL in consiglio comunale, però, l’ha bocciata a favore di una politica di contrasto al digital divide e del progresso nella didattica. Una dinamica che sembrerebbe in controtendenza rispetto al ruolo che vede da sempre il M5S, nato dalla Rete, impegnato nella diffusione dell’utilizzo di internet, ma che in realtà, spiegano i consiglieri reggiani, ha l’obiettivo fondamentale di salvaguardare la salute dei più piccoli: “Noi proponiamo un uso consapevole di internet, ma questo in alcuni ambienti può avvenire anche via cavo e non con il Wi-Fi, che provoca inquinamento da onde radio – spiega il capogruppo Cinque stelle Norberto Vaccari – A differenza degli adulti, le cellule dei bambini sono in fase di sviluppo e quindi maggiormente sottoposte alle possibili influenze dei campi elettromagnetici”.

Il principio su cui si basa la richiesta del M5S è quello della precauzione, supportato dai dati di alcune ricerche che dimostrerebbero i rischi da esposizione alle radiofrequenze. Un principio richiamato anche dal Consiglio d’Europa, che per i bambini raccomanda connessioni internet cablate, e da vari paesi europei e comuni italiani, che hanno eliminato il Wi-Fi dagli istituti scolastici per tornare ai sistemi via cavo. A Reggio Emilia la proposta dei Cinque stelle puntava a togliere il Wi-Fi da scuole per l’infanzia, nidi comunali, scuole di primo e secondo grado per evitare che gli studenti fossero sottoposti alle onde elettromagnetiche dei dispositivi, offrendo come alternativa la cablatura della rete internet per i punti di accesso necessario, e suggerendo anche la predisposizione di un’adeguata cartellonistica informativa nei luoghi pubblici, come uffici o biblioteche, in cui non fosse possibile estendere la mozione.
“L’essere membri di un movimento nato su internet non vuol dire essere contro le tecnologie e lo sviluppo” hanno spiegato i Cinque stelle. Il loro documento però è stato condiviso soltanto dalla minoranza, mentre il Pd si è espresso contrariamente, proponendo a sua volta un ordine del giorno in cui si impegna a monitorare gli impianti Wi-Fi, senza però compiere alcun passo verso l’abbattimento della rete a onde radio nelle scuole comunali. Eppure, come fatto notare dalla consigliera M5S Alessandra Guatteri, prima firmataria della mozione, il pensiero sull’argomento nel Partito democratico non è così unanime.
Proprio lo scorso 10 febbraio la deputata Pd Antonella Incerti aveva espresso la stessa preoccupazione a proposito dei rischi connessi all’utilizzo del Wi-Fi nelle scuole con un’interrogazione in Parlamento, chiedendo ai ministri se non ritenessero “opportuno avviare l’utilizzo di diverse modalità, oltre al Wi-Fi”. Di qui l’attacco alla scelta del Pd della città emiliana: “I progetti connessi all’estensione del Wi-Fi nelle scuole ci sono e non possono essere fermati. Poco importa se esiste un ragionevole e argomentato dubbio che questo possa provocare danni alla salute dei nostri figli – ha continuato Guatteri – In altri paesi gli amministratori pubblici si sono assunti la responsabilità di fermare l’installazione di impianti wi-fi in scuole e luoghi pubblici, ma a Reggio Emilia la discussione è stata stroncata dalla solita sicurezza del Pd, che non ammette inciampi nel percorso che ha definito”.

giovedì 26 marzo 2015

FIRMA LA PETIZIONE "PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI"

Mentre molti politici continuano a credere che l'installazione di antenne radio base per la comunicazione cellulare e dati abbiano un  impatto ambientale e sanitario totalmente nullo, noi supportati da molte ricerche indipendenti e da ricercatori liberi da conflitti di interessi crediamo di no , e per la seconda volta scendiamo in piazza con il nostro gazebo per raccogliere le firme a sostegno della lettera aperta che  più di cento firmatari tra medici, fisici, ingegneri, comitati e associazioni hanno definito per chiedere al Governo e al Parlamento di conservare e semmai di migliorare i livelli di tutela della salute dagli effetti nocivi delle radiazioni emesse da cellulari, Tablet, smartphone, computer collegati in rete senza fili, antenne Wi-Fi, Wi-Max, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile DECT, GSM, UMTS e LTE (4G).
Questa iniziativa nasce in risposta a due piani del Governo che prevedono sostanzialmente un innalzamento dei limiti di legge per i campi elettromagnetici e una diffusione massiccia di tecnologie a radiofrequenza come il Wi-Fi. I piani sono la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga e la Strategia per la Crescita digitale 2014-2020



DOMENICA 29 MARZO SAREMO IN PIAZZA DELLA CHIESA A CASCINA GATTI DALLE 8 ALLE 13 CON IL NOSTRO GAZEBO

  


sarà un momento dove potersi incontrare per raccogliere osservazioni e riflessioni, rinnovare le tessere d'iscrizione o iscriversi all'associazione, ma sarà anche possibile sottoscrivere la petizione ( che stiamo raccogliendo insieme a tutte le altre associazioni ) per richiedere limiti di legge più' sicuri e non fare innalzare gli attuali limiti che invieremo poi al parlamento.

Le firme raccolte saranno spedite lunedì mattina 

TI ASPETTIAMO AL GAZEBO !!!!!


ne danno notizia



MOBILE PHONE RADIATION CAUSES BRAIN TUMORS AND SHOULD BE CLASSIFIED AS A PROBABLE HUMAN CARCINOGEN (2A) (REVIEW).

In questa review ( pubblicata sull'INTERNAL JOURNAL OF ONCOLOGY), che vede la partecipazione di ricercatori americani e francesi, viene ribadito con forza che la classificazione  2B come possibili cancerogeni per le alte frequenze sia totalmente inadeguata in quanto le evidenze scientifiche espresse da studi condotti con seria metodologia statistica richiamano con forza alla classificazione di "probabili cancerogeni 2A".    
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Mobile phone radiation causes brain tumors and should be classified as a probable human carcinogen (2A) (Review).

1Environmental Health Trust, Teton Village, WY 83025, USA.
2Dalla Lana School of Public Health, University of Toronto, Toronto, ON M4N 3P7, Canada.
3INSERM, ISPED, Centre INSERM U897‑Epidémiologie‑Biostatistique, F‑33000 Bordeaux, France.

Abstract
Quickly changing technologies and intensive uses of radiofrequency electromagnetic field (RF-EMF)‑emitting phones pose a challenge to public health. Mobile phone users and uses and exposures to other wireless transmitting devices (WTDs) have increased in the past few years. We consider that CERENAT, a French national study, provides an important addition to the literature evaluating the use of mobile phones and risk of brain tumors. The CERENAT finding of increased risk of glioma is consistent with studies that evaluated use of mobile phones for a decade or longer and corroborate those that have shown a risk of meningioma from mobile phone use. In CERENAT, exposure to RF‑EMF from digitally enhanced cordless telephones (DECTs), used by over half the population of France during the period of this study, was not evaluated. If exposures to DECT phones could have been taken into account, the risks of glioma from mobile phone use in CERENAT are likely to be higher than published. We conclude that radiofrequency fields should be classified as a Group 2A ̔probable̓ human carcinogen under the criteria used by the International Agency for Research on Cancer (Lyon, France). Additional data should be gathered on exposures to mobile and cordless phones, other WTDs, mobile phone base stations and Wi‑Fi routers to evaluate their impact on public health. We advise that the as low as reasonable achievable (ALARA) principle be adopted for uses of this technology, while a major cross‑disciplinary effort is generated to train researchers in bioelectromagnetics and provide monitoring of potential health impacts of RF‑EMF.

martedì 24 marzo 2015

CHILDHOOD LEUKAEMIA CLOSE TO HIGH-VOLTAGE POWER LINES – THE GEOCAP STUDY, 2002–2007

Questo è uno studio pubblicato sul British Journal of Cancer il 4 aprile 2013 condotto da ricercatori francesi,  inerente la possibile correlazione tra leucemia infantile e vicinanza abitativa ad elettrodotti.
Le conclusioni sono lapidarie: incremento del 70% del rischio di contrarre una leucemia infantile per chi risiede entro 50 metri con un voltaggio tra i 225 ed i 400 Kv


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Epidemiology
British Journal of Cancer (2013) 108, 1899–1906. doi:10.1038/bjc.2013.128 www.bjcancer.com
Published online 4 April 2013
Childhood leukaemia close to high-voltage power lines – the Geocap study, 2002–2007
C Sermage-Faure1,2, C Demoury1,2, J Rudant1,2,3, S Goujon-Bellec1,2,3, A Guyot-Goubin1,2,3, F Deschamps4, D Hemon1,2 and J Clavel1,2,3
1Inserm, Center for Research in Epidemiology and Population Health (CESP), U1018, Environmental Epidemiology of Cancer Team, Villejuif F-94807, France
2Univ Paris-Sud, UMRS 1018, Villejuif F-94807, France
3French National Registry of Childhood Hematological Malignancies (NRCH), Villejuif, France
4Réseau de Transport d’Electricité (RTE), Coeur Défense, 110 esplanade du Général de Gaulle, La Defense 92030, France

Correspondence: Dr J Clavel, E-mail: Jacqueline.Clavel@inserm.fr
Received 13 November 2012; Revised 25 February 2013; Accepted 2 March 2013
Advance online publication 4 April 2013

Abstract

background:
High-voltage overhead power lines (HVOLs) are a source of extremely low-frequency magnetic fields (ELF-MFs), which are classified as possible risk factors for childhood acute leukaemia (AL). The study was carried out to test the hypothesis of an increased AL incidence in children living close to HVOL of 225–400 kV (VHV-HVOL) and 63–150 kV (HV-HVOL).

methods:
The nationwide Geocap study included all the 2779 cases of childhood AL diagnosed in France over 2002–2007 and 30 000 contemporaneous population controls. The addresses at the time of inclusion were geocoded and precisely located around the whole HVOL network.
results:
Increased odds ratios (ORs) were observed for AL occurrence and living within 50 m of a VHV-HVOL (OR=1.7 (0.9–3.6)). In contrast, there was no association with living beyond that distance from a VHV-HVOL or within 50 m of a HV-HVOL.

conclusion:
The present study, free from any participation bias, supports the previous international findings of an increase in AL incidence close to VHV-HVOL. In order to investigate for a potential role of ELF-MF in the results, ELF-MF at the residences close to HVOL are to be estimated, using models based on the annual current loads and local characteristics of the lines.