Siamo concordi che dall'analisi che ne emerge, la nuova piattaforma
integrata CAP è ambientalmente migliorativa rispetto alla situazione attuale,
inoltre abbiamo notato che avete inserito il trattamento di fanghi inquinati da
cromo esavalente e la creazione di un bosco da piantumarsi di fronte al futuro
inceneritore, questo lo apprezziamo.
Non vogliamo un inceneritore che inquini meno semplicemente, non vogliamo nessun tipo di inceneritore,
chiediamo una soluzione alla gestione dei rifiuti ad impatto zero chiediamo che l’inceneritore venga
chiuso con il progressivo estendersi della raccolta differenziata e demolito
con le dovute bonifiche rimettendo l’area a disposizione della città all'interno del P.M.V.L. con la creazione di un bosco di piante autoctone magari creando una
collina.
A questo progetto manca completamente una soluzione alternativa che
preveda ad esempio il riciclo completo e totale dei rifiuti e su questo abbiamo
perso 4 anni, alternativa che durante gli ultimi colloqui in comune ci era
parsa esistere ma evidentemente si è deciso (politicamente) di proseguire con la
soluzione scelta dalla precedente amministrazione.
Il
progetto presentato non è la soluzione ambientale invocata dalla cittadinanza
in questi decenni ma un business plane nato dalla esigenza industriale di CAP per lo smaltimento dei fanghi e diventato grazie ad incentivi statali un’opera
di investimento con remunerazione del capitale nel medio periodo, non sappiamo
cosa lascerà in futuro alla città sia in termini ambientali che economici.
La
presentazione del progetto e l’analisi L.C.A. (Life Cycle Assestament) ha
sicuramente obbiettivi condivisibili come
- Ridurre l’impatto ambientale
- Contenere l’impatto
sociale (mantenendo l’occupazione dei 45 lavoratori)
- Mantenere un equilibrio
economico senza aggravio di costi per la comunità
- Presentare un
progetto che preveda la creazione di un impianto votato all'economia circolare
Il nostro punto di partenza è completamente opposto, si prefigge di non
avere nessuna struttura che inquini (emissioni zero o prossime allo zero)
grazie ad un riciclo completo che generi effettivamente una economia circolare
e molto rigido nella sua esecuzione, non ci poniamo il problema della garanzia
del posto del lavoro perché come abbiamo già spiegato, un passaggio ad un
riciclo dei rifiuti può solo portare ad un aumento dei posti di lavoro mentre
non ci poniamo minimamente il problema dell’equilibrio economico, se
l’eliminazione dell’inceneritore porta ad un aumento della tassa rifiuti di 10
/ 20 o 50 euro ben venga la nostra
priorità è rivolta ad una visione intransigente volta alla salvaguardia dell’ambiente
e alla salute della popolazione.
Il
progetto che avete presentato sicuramente si presenta bene, ma lascia qualche dubbio :
- Manca
la parte del trattamento a freddo dei rifiuti solidi tanto osannato fino a due
anni fa,
- L’analisi sulla rosa dei
venti non la consideriamo affidabile (pag. 25/26/27) assomiglia molto
all’analisi preliminare dell’acqua di prima falda dove si considerarono solo le
zone industriali dismesse
- Mancano
dati su inquinamento acustico (o relativa stima)
- Vengono
indicati solo una parte di inquinanti
- Non
viene indicato il fine vita della struttura
- Preoccupano
i più di 7000 mezzi che necessariamente vengono previsti per il corretto
funzionamento dell’impianto (50 al giorno)
- Nella
stima dei costi d’investimento mancano i costi relativi alla bonifica per la
demolizione del forno
- Mancano
i costi di compensazione ambientale per il quartiere
- Mancano
chiarimenti sugli effetti della digestione anaerobica della FORSU
- L’analisi
sulla salute pubblica è totalmente mancante
- Preoccupa
la nascita di due linee di trattamento una linea fanghi e una linea umido
- Non è chiara la
quantità dei fanghi bruciati, si è passati da 7.000 t/a relative ai fanghi
prodotti dal centro di sesto, ai fanghi generati nell’hinterland che a marzo veniva
stimato in 14.000 t/a, ora sulla relazione compare la nota che è previsto il
trattamento dei fanghi relativi alla provincia che ammonterebbero a 49000 +
12000 provenienti da san giuliano (totale 51.000) quota alla quale sembrerebbe
si aggiungano anche una quota parte di umido
- Preoccupa la produzione di
biogas in un ambito urbano, ovvero
di quei sottoprodotti difficili da gestire e che possono trasformarsi in
inquinamento delle falde o dei terreni, la quantità di Nox che
viene emessa dalla produzione di biogas, che ricordiamo (in particolar modo il
biossido di azoto) lascia perplessi
- Problema
acqua di falda noto almeno da 15 anni non viene minimamente toccato
- Non capiamo il perché in un
paese come la Danimarca si è costruito una collina per coprire un inceneritore
e ridurre l’impatto ambientale mentre qui si continuano a presentare slide con
edifici e colate di cemento.
Avevamo richiesto da anni uno studio epidemiologico sull'inceneritore di
sesto con la geolocalizzazione degli eventi sul territorio e uno studio sul
fall-out di ricaduta ovvero sulla ricaduta dei fumi e polveri ma purtroppo
nonostante le varie rassicurazioni che vennero fornite quasi mensilmente non
abbiamo nulla a riguardo, sarebbe stato uno studio importante proprio per
l’analisi di comparazione che si sarebbe potuta fare.
Chi
ci conosce sa bene che non facciamo allarmismo, ma riteniamo importante e
necessario approfondire gli argomenti nel dettaglio per comprendere il progetto
perché desideriamo un futuro diverso e per esperienza passata, le certezze che
vengono proposte si sono poi dimostrate differenti dalla realtà.
Crediamo che l’ analisi sulla salute pubblica e la valutazione di
impatto ambientale non debba essere affidata alla società incaricata del
progetto ma vada richiesta ad un ente indipendente libero da conflitti
economici o pressioni politiche, scelto dall'amministrazione comunale che
valuti il progetto da un punto di vista ambientale e sanitario e su come potrebbe mutare nel medio o lungo periodo con
le immissioni rilasciate che si sommano ad una situazione già critica sul
territorio dovuta ad una massiccia presenza di traffico veicolare, aumento di
rotte aeree, emissioni industriali e riscaldamento a gasolio ancora presente.
Il non avere condiviso il progetto nella sua forma preliminare tenendo
nel più totale riserbo su tutte le varie fasi non è
piaciuto. Il confronto
con la cittadinanza, comitati e associazioni, avrebbe solo potuto arricchire il
progetto a livello macroscopico portando in evidenza le criticità.
Invitiamo nuovamente una vostra delegazione (non il vostro
rappresentate per le pubbliche relazioni) ad un confronto svolto su 3 o 4 serate
dove entrare nel merito nelle varie fasi del progetto spiegando e discutendo i
vari punti.
L’Associazione Sottocorno non è contraria a prescindere, ma la
percezione che continuiamo ad avere e che state dando è che sia stato già stato
deciso tutto.