Non possiamo che condividere
pienamente l’articolo pubblicato su Nordmilano24 che riportiamo interamente, ricordiamo anche la nostra osservazione nel comunicato stampa pubblicato il 15 aprile , prima del referendum sulle trivelle, dove ricordavamo come sarebbe stato bello se il Comune Di Sesto San Giovanni avesse accolto la richiesta arrivata dalla società civile e formulata dal comitato referendario ( comitato di cui non facciamo parte ) costituitosi a Sesto nel 2014 che aveva proposto un referendum cittadino sul futuro dell’inceneritore in concomitanza con altri referendum o elezioni politiche.
L’eterna
disputa sulla partecipazione a Sesto San Giovanni continua a riservare sorprese
e colpi di scena.
Il 21 aprile
la Prefettura di Milano è tornata a scrivere al Comune di Sesto San Giovanni
per chiedere notizie in merito al procedimento di aggiornamento dello Statuto
Comunale. In più di 5 anni il consiglio comunale di Sesto San Giovanni non è
stato ancora in grado di concludere il procedimento rendendo di fatto
inapplicabili alcune delle cose contenute nello Statuto Comunale, prima fra
tutte la regolamentazione di referendum comunali.
Questo il
contenuto della lettera inviata dalla Prefettura e firmata dal Vice Prefetto:
”Si fa riferimento a precorsa corrispondenza relativa alla segnalazione fatta
pervenire dal sig. Dario Rinco, cittadino di Sesto San Giovanni, in merito ai
quesiti referendari presentati da due comitati di cittadini il 12 maggio 2014.
Il Sig. Rinco ha fatto presente che sebbene sia stato aggiornato lo Statuto
Comunale, manchi tuttora il regolamento della partecipazione popolare e che,
pertanto, l’Amministrazione non sarebbe ancora in grado di esprimersi
sull’ammissibilità dei suddetti referendum”.
Il consiglio
comunale che tanto si batte su questioni spesso di forma più che di sostanza,
in cinque anni non ha trovato il tempo di completare questo procedimento.
Evidentemente a chi gestisce il parlamentino questa forma di espressione
democratica piace poco e preferisce fare melina e attendere la fine della
legislatura. Come ricorda il sestese Dario Rinco, che da anni si batte per
ottenere i referendum comunali, il ritardo della risposta del Comune alla
Prefettura è ormai di 23 mesi. Probabilmente certi signori non lavorano per il
bene della città.
L’elettrodotto
Redipuglia-Udine ovest «va abbattuto». A chiederlo è Legambiente Fvg con il
presidente onorario Giorgio Cavallo. «Il progetto di Terna è nato vecchio già
10 anni fa e ora è inutilizzabile», ha aggiunto Cavallo parlando dal quartier generale
udinese degli ambientalisti.
Ma abbattere l’opera, completata
all’80%, significa mandare in fumo «100 milioni di euro», secondo Legambiente
la stima di quanto Terna ha speso fin qui.
La realizzazione dell’elettrodotto, i
cui piloni svettano già nelle campagne friulane, è stata interrotta dal
Consiglio di Stato che chiede integrazioni a Terna.
«Il nuovo studio d’impatto ambientale
(Sia) proposto da Terna è un tentativo di arrivare al sostanziale condono dell’eseguito, recependo
le raccomandazioni previste dalla precedente procedura di Via per finire al più
presto e senza altri scossoni l’opera», sostiene Sandro Cargnelutti, presidente
regionale di Legambiente. Sono passati 10 anni da quando l’elettrodotto è stato
concepito.
«Intanto lo scenario è profondamente
mutato – incalza Cristiano Gilardi, responsabile energia di Legambiente –. Il
mercato europeo dell’energia si muove verso una liberalizzazione molto spinta,
vincolata solo ad aspetti economici a fronte di un incremento per molti versi
inaspettato anni fa delle fonti energetiche rinnovabili, fotovoltaico ed
eolico».
I lavori per
la realizzazione dell’area verde Bergamella hanno riportato alla luce i resti
dell’antico Molino e di edifici annessi risalenti a prima del 1700
Sotto una montagna di materassi, sedie
rotte, reti metalliche e un’altra mezza tonnellata di rifiuti abbandonati
abusivamente, ecco la sorpresa: muri di mattoni e l’inconfondibile arco sopra
una porta, che pare l’ingresso di una stanza semi-sotterrata. Pareti che hanno
tutta l’aria di risalire a un’epoca tra il Settecento e l’Ottocento ma che,
viste le origini del borgo di Cascina Gatti, potrebbero anche risalire a un
periodo storico ben precedente. "Abbiamo fatto una segnalazione alla
Sovrintendenza ai beni culturali, per decidere come procedere e capirne di
più" ha detto Fabio Fabbri, dirigente del settore Ambiente. I lavori per
la realizzazione del parco Bergamella, dunque, hanno riportato alla luce i
resti dell’antico Molino o di edifici e locali di servizio annessi.
Domenica 17
aprile dalle 7.00 alle 23.00 SI vota per il Referendum sulle trivelle , e mentre
qualcuno afferma che sia un referendum “BUFALA”
ed invita a disertare le urne , la procura indaga proprio su quelle concessioni
date in modo poco chiaro alle compagnie petrolifere in Basilicata ,
l'Associazione
Sottocorno Invita tutti ad andare a votare e a votare
SI
Consigliamo
di andare a votare presto, Perché
le prime proiezioni sul
quorum vengono rese pubbliche
alle 12.00 e storicamente, questo dato condiziona
l'affluenza complessiva ( una percentuale elevata può fare da traino per il
resto dei votanti! )
Infine sarebbe
stato bello se :
il Comune Di
Sesto San Giovanni avesse accolto la richiesta arrivata dalla società civile e
formulata dal comitato referendario costituitosi a Sesto nel 2014 che aveva proposto un referendum cittadino sul
futuro dell’inceneritore in concomitanza con altri referendum o elezioni
politiche , ma così non è stato , peccato.
Firenze – L’elettrosmog, livello di
campi elettromagnetici (CEM) superiori al campo elettromagnetico naturale della
Terra, è una realtà innegabile. I CEM si moltiplicano nell’etere e ci
permettono di sfruttare tutti i vantaggi delle telecomunicazioni telefoniche e
internet wi-fi.
Ma esistono anche effetti nocivi nell’uso di telefoni cellulari
e dispsitivi wi-fi sulla salute umana. Primo nemico, per la vicinanza al nostro
corpo è il cellulare “da usare con molta cautela e per comunicazioni di emergenza,
veloci”, raccomandano sia medici sia ricercatori del settore. Il paradosso
stridente è aver cablato la Terra con la fibra per poi coprirladi antenne e ripetitori wi-fi. I punti
critici di una normativa non veramente al passo delle evidenze scientifiche,
mediche e dell’esperienza diretta delle persone. Nel 2014 uno studio
epidemiologico svedese ed uno studio francese concludono che la radiofrequenza
è da classificare “cancerogeno certo per l’uomo in Classe 1 e che gli effetti
dell’esposizione sono cumulativi”. Video sulle necrosi cellulari scoperte del
CNR e sul“Bioinitiative report”
Come nel caso di sostanze (metalli
pesanti, ecc.) divenute inquinanti (ossia eccedenti la concentrazione che c’è
in natura) e quindi tossiche o dannose, per i campi elettromagnetici (CEM,
Electro Magnetic Fields EMF) vale lo stesso perchè da tempo superano di gran
lunga il campo elettromagnetico naturale della terra: campo magnetico
0.000002mG (or 0.0002 nT), campo elettrico 0.0001 Volt/m, radiofrequenza
<0.00002 Volt/m. E’ importante, a maggior ragione in presenza di disturbi
della salute segnalati dalla letteratura scientifica e medica per esposizione a
CEM, conoscere i livelli CEM a cui siamo
esposti durante il giorno e la notte, e nell’ambiente di lavoro. Ed è semplice
farlo. Perchè sono in vendita strumenti di semplice uso per misurarli.
Parliamo dei campi elettromagnetici
“pulsati” a radiofrequenza e microonde che sono emessi da cellulari, tablet,
smartphone, computer collegati in reti senza fili, antenne WiFi, WiMax, radar,
ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile
Dect, Gsm, Umts e Lte (4G)“.
L’Italia ha stabilito per le
radiofrequenze il limte di 0,6 Volt per metro nei luoghi dove si soggiorna per
più di 4 ore (Dpcm dell’8 luglio del 2003). Ma la normativa è da aggiornare
agli studi per essere realmente cautelativa (principio di precauzione). Due i
punti critici messi in evidenza da medici e ricercatori dle settore: il limite
standard è fissato sui CEM generati da una fonte fissa, come un ripetitore
wi-fi, ossia al livello CEM di fondo che esso genera e non ai livelli CEM che
si generano quando viene attivata la connessione wi-fi dagli utenti poi esposti
ad essa, e inolttre la normativa tiene conto solo degli effetti di natura
termica sulla biologia umana.
Il Governo avrebbe il proposito di
innalzare i limiti dei CEM attaverso disposizioni sulla “Strategia per la banda ultralarga” e
la “Crescita digitale”.
“Il limite di 0,6 V/m – spiegano medici era riferito a una
misurazione calcolata su una media di 6 minuti, che è il tempo in cui avviene
la compensazione degli effetti termici dei campi elettromagnetici. Nel 2012
l’allora Governo Monti – hanno denunciato medici e associazioni nella
petizione-appello del febbraio 2015 al Governo, firmata anche da Livio
Giuliani, fisico e portavoce della Commissione internazionale per la sicurezza
dei campi elettromagnetici (Icems) – decise con il Decreto Sviluppo, e senza
alcuna valutazione di carattere sanitario, di innalzare il tempo di misurazione
dei campi a 24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i limiti di
legge: di notte le antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi
mobili non sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati delle ore
diurne nel calcolo della media”.
Il CNR ha scoperto la necrosi (morte)
delle cellule esposte a fasci radar e a wi-fi commerciali in dipendenza della
durata della esposizione. I risultati della ricerca sono stati divulgati nel
convegno “ENVIRONMENT. Le Frontiere della Scienza nella Valutazione del Rischio
Chimico e Fisico” organizzato a Roma
dall’associazione Amica (Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica
e/o Ambientale (www.infoamica.it) in collaborazione con la Icems, in occasione
della Giornata Mondiale per l’Ambiente 5 Giugno 2012, presso la Biblioteca
della Camera dei Deputati Roma. Il convegno fece il punto sulle conoscenze
scientifiche sull’inquinamento chimico e dei campi elettromagnetici ricevendo
il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica.
“E’ noto che gli standard promossi
dall’ Ieee Institute of Electrical and Electronic Engineers del 1992 sono
obsoleti, perché si basano esclusivamente sugli effetti termici dei campi
elettromagnetici, ovvero sul riscaldamento prodotto, mentre è stato ampiamente
dimostrato che campi elettromagnetici deboli, non in grado di produrre alcun
riscaldamento – chiariscono scienziati e associazioni – producono numerosi
effetti biologici. Questo avviene perché la materia vivente funziona attraverso
scambi chimici e segnali elettromagnetici, che possono subire alterazioni in
presenza di campi elettromagnetici esterni anche debolissimi”.
Nella letteratura internazionale sugli
effetti dei CEM spicca il Bioinitiative report “A Rationale for
Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Fields (ELF
and RF)” che documenta le ricerche, realizzate a partire dal 2006, sugli
effetti tossici delle radiazioni CEM (disfunzioni del sistema immunitario,
elettrosensitività, tumori celebrali, ecc).
In generale gli Stati ignorano o tardano ad applicare buone politiche di
prevenzione. L’Europa ha rivolto molta attenzione ai risultati della
Bioinitiative, in particolare i paesi del Nord Europa.
L’Agenzia internazionale per la
ricerca sul cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come possibile
cancerogeno per l’uomo in classe 2B – sottolineano – , smentendo che esistono solo effetti termici di tali
campi. Sono emerse in poco tempo nuove evidenze scientifiche del rischio cancerogeno:
uno studio epidemiologico svedese e uno studio francese, entrambi del 2014,
concludono che la radiofrequenza dovrebbe essere classificata come cancerogeno
certo per l’uomo in Classe 1 e che gli effetti dell’esposizione sono
cumulativi”.
Sabato 9 aprile è in programma una "Sbiciclettata" per Sesto a sostegno del SI al referendum del 17 APRILE;
Sarà l'occasione di distribuire qualche volantino e sensibilizzare sul tema del referendum sulle trivelle perché purtroppo non si è debitamente informati.
Il ritrovo è per SABATO 9 APRILE alle ore 15.00 in Piazza Petazzi a Sesto San Giovanni
L’Associazione Sottocorno esprime la solidarietà al movimento contro le vasche di laminazione ,per dire no alla distruzione di un bosco e si alla salvaguardia della salute pubblica, non riteniamo plausibile la mancanza di una soluzione alternativa.
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Martedì 5 aprile si aprirà la
Conferenza dei servizi per decidere il futuro del Parco Nord Milano e nello
specifico per decidere se all’interno del polmone verde del Nordmilano sarà
realizzata la vasca di laminazione del fiume Seveso.
“Il destino dei residenti delle vie
Papa Giovanni, Lillo del Duca, Bologna (Bresso) e degli alunni della Scuola
materna di via Campestre (tutti a qualche decina di metri dall’area dove si
vorrebbe realizzare la vasca) e degli alunni della Scuola elementare di via
Bologna e dei residenti di Bruzzano e di via Ornato (a qualche centinaio di
metri) si deciderà in Regione tra pochi giorni. Intanto sono state raggiunte
quasi 2000 firme (in neanche due mesi) contro la vasca nel Parco Nord. Le firme
vengono non solo da Bresso, ma da molti comuni dell’hinterland milanese e da
diversi quartieri di Milano”, annunciano i comitati civici che hanno lanciato
la raccolta firme e che si stanno battendo contro la realizzazione della vasca
nel parco.
“Se 4 ettari di Parco Nord verranno
distrutti per impermeabilizzare il terreno con la costruzione di un’enorme
vasca profonda 10 metri della capienza di 250.000 metri cubi di acque
inquinatissime e mischiate ai reflui fognari e se il quartiere Papa Giovanni di
Bresso e i dintorni dovranno respirare pericolose esalazioni di sostanze
altamente volatili che si raccoglieranno nella vasca per diversi giorni dopo
ogni ondata di piena del Seveso, lo stabilirà la Commissione per la Valutazione
di impatto ambientale. I quasi 2000 cittadini firmatari sperano che le numerose
obiezioni da loro espresse nelle Osservazioni al progetto definitivo, inoltrate
alla Regione, possano persuadere i membri della Commissione che questa
struttura comporterebbe un grave scempio ambientale, oltre a un grave rischio
per la salute”
Per chi fosse interessato l’assemblea si svolgerà sabato 9 aprile 2016 elle
ore 15,30 presso il CENTRO DI INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI” in Via
Magenta 88 Sesto San Giovanni con il seguente ordine del giorno :
1)
Informazione sulle cause penali in corso contro i dirigenti Breda, Pirelli e
Comune di Milano;
2)
Sabato 30 aprile: corteo contro i morti d’amianto e tutte le vittime dello
sfruttamento;
3)
Presentazione del libro Amianto: morti di “progresso”, che racconta la lotta
delle vittime e le battaglie del nostro Comitato per ottenere giustizia;
Mentre l’invito al corteo è per Sabato 30 aprile - ore 16,15 - che , come citano nel loro volantino è un "corteo in
ricordo dei nostri compagni morti d’amianto e di tutte le vittime dello
sfruttamento", la manifestazione partirà (come sempre) dal Centro di Iniziativa
Proletaria “G. Tagarelli”, via Magenta 88, Sesto San Giovanni (Mi) ( Leggi QUIl'articolo uscito sul Giorno il 31 marzo 2016 )
Riproponiamo qui sotto l'articolo
uscito sul Giorno in data 29 marzo riguardante la presentazione fatta durante
l'incontro pubblico sul "Nuovo Parco Cascina Gatti" svolto giovedì 17
marzo alle ore 18 presso la sede della Circoscrizione 5 in via Campestre 250 a
Sesto San Giovanni
A fronte di quanto riportato , è
giusto precisare che , al termine della serata l’Assessore all’Ambiente Elena
Iannizzi specificava che lo skate park ( a differenza di quanto indicato con un quadrato grigio sulle slide presentate ) non sarebbe stato costruito in
prossimità della terrazza Bottoni ma bensì in prossimità del centro Manin.
Avremmo comunque gradito, visto che
siamo stati gli unici a presentare ( proprio dietro richiesta del comune di
Sesto ) un macro progetto sull'area, di essere
informati prima della scelte prese dall'amministrazione proprio nel
rispetto di tutto quel lavoro svolto e il tempo perso negli ultimi tre anni, tempo che speravamo fosse servito a comprendere cosa volesse dire applicare "il Principio di Precauzione".
Gli orti
della Bergamella saranno annaffiati con l’acqua di prima falda, "condita"
però di cromo esavalente, solventi clorurati e nitrati. Tutto regolare, per
legge. In barba, però, alla prevenzione. Non a caso a puntare il dito contro il
progetto del nuovo parco, a ridosso di Cascina Gatti, è l’Associazione
Sottocorno che da anni porta avanti battaglie contro l’elettrosmog e le altre
fonti di inquinamento, in un quartiere che ha visto l’esplosione di casi di
tumori, malattie del sangue e neurodegenerative. ........ ( leggi QUIl'articolo completo Di Patrizia Longo)