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martedì 15 maggio 2018

WIRELESS PHONE USE AND RISK OF ADULT GLIOMA: EVIDENCE FROM META-ANALYSIS


Metanalisi che include dieci studi sull'associazione nel lungo termine tra la cancerogenesi cerebrale e l'utilizzo del telefono cellulare.


Nelle conclusioni si evidenzia come possa aumentare il rischio di un glioma negli utenti della telefonia a lungo termine.

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Wireless Phone Use and Risk of Adult Glioma: Evidence from Meta-analysis
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ABSTRACT

Objective

Wireless phone use has been increasing rapidly and is associated with the risk of glioma. Many studies have been conducted on this association, but did not reach an agreement. The aim of this meta-analysis was to determine the possible association between wireless phone use and the risk of adult glioma.

Methods

Eligible studies were identified by searching Pubmed and Embase till July 2017. The random- or fixed-effects model was used to combine the results depending on the heterogeneity of the analysis. Publication bias was evaluated using Begg’s funnel plot and Egger’s regression asymmetry test. Subgroup analysis was performed to evaluate the possible influence of these variables.

Results

A total of 10 studies about the association of wireless phone use and the risk of glioma were included in this meta-analysis. The combined odd’s ratio (OR) of adult glioma associated with ever use of wireless phone was 1.03 (95% CI=0.92–1.16) with high heterogeneity (I2=54.2%, P=0.013). In the subgroup analyses, no significant association was found amongtumor location in the temporal lobe and adult glioma risk, with ORs of 1.26 (95% CI=0.87–1.84), 0.93 (95%CI=0.69–1.24), 1.61 (95%CI=0.78–3.33), respectively. Significant association was found in long-term users (≥10 years) with OR 1.33 (95%CI =1.05–1.67) and risk of glioma.

Conclusions

Our analysis suggested that ever use of wireless phone was not significantly associated with the risk of adult glioma, but could increase the risk in long-term users.
FONTE : ScienceDirect

lunedì 14 maggio 2018

TERNA CANCELLA INTERCONNECTOR AUSTRIA-ITALIA (FORSE NO)

Domenica 8 aprile abbiamo pubblicato un post ( leggi QUI ) che riprendeva dei comunicati usciti a mezzo stampa ai quali avevamo dato credito perché confermati da articoli usciti anche su giornali di caratura nazionale.
In questo giorni invece siamo stati avvisati dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale (comitato con il quale siamo in contatto) che la notizia della cancellazione dell'Interconnector Austria-Italia diramata ad arte dal supplemento del Piano 2018 e dalle agenzie di stampa non corrisponde al vero.
Sembra che sia stata emessa per scongiurare che le Amministratori locali presentino un ricorso avverso al Consiglio dei Ministri che ha approvato l'elettrodotto aereo delle Dolomiti nonostante la contrarietà del Ministero delle Attività Culturali. 

Noi ovviamente ci auguriamo che tale progetto venga effettivamente annullato, per correttezza riportiamo qui sotto il comunicato stampa 668 del 10 aprile 2018 ricevuto in data 12 maggio 2018 dal Comitato per la Vita del Friuli Rurale.
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Nell'incondizionato abuso di posizione dominante i padroni dell'energia dettano legge con la complicità della politica e degli organi di controllo: intanto a pagare il conto dei loro inganni siamo sempre noi.

Fallacia alia alium trudit: per dirla con le parole di Publio Terenzio Afro, oggi più che mai un inganno tira l'altro e la cosa è tanto plateale, che nessuno ci fa più caso. A dispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione, con le nostre tasche e la nostra dignità ad essere colpiti sono i beni comuni e i bisogni più vitali ed irrinunciabili, quali l'acqua e l'energia.
Con le istituzioni letteralmente appecoronate, o per meglio dire drogate dalle loro stesse presunzioni e impunità, nessuno si sogna di mettersi di traverso agli interessi particolari. Basti dire che all'indomani della batosta elettorale del PD, i poteri forti non hanno perso tempo e, timorosi che nel fuggi fuggi generale non volassero gli stracci, hanno subito puntellato la baracca renziana. Senza paura del ridicolo, ecco dunque quel tal Calenda, messo di proposito a fare il ministro per conto della Confindustria, chiedere la tessera del PD nell'esclusivo intento di tenerlo sotto controllo. Come dire che di fronte al gregge impazzito i lupi avessero deciso di affidare le pecore ad uno dei loro. Lo hanno visto entrare al Nazareno fischiettando bandiera rossa e in quel preciso istante gli ultimi quadri di Berlinguer hanno preferito staccarsi dalle pareti per andarsene a gambe levate... mentre quelli di Gramsci erano fuggiti il giorno prima, all'arrivo del “compagno” Tommaso Cerno inviato alla bisogna da De Benedetti!  
E allora come pretendere che in un siffatto clima il funzionario regionale non distolga l'attenzione dalle scartoffie per dedicarsi alle prime mosche primaverili e decida di seguirne con trepida attenzione l'incerto volo, tanto da passare notti insonni in attesa di ritrovarle al rientro in ufficio. In questo contesto, tutto torna e anche le cose più abominevoli possono prendere forma e decollare grazie ai materni elogi delle scorte mediatiche. 
Grazie ai cospicui incentivi economici e alla collaborativa cecità del burocrate, le nostre montagne vengono deturpate dalle centraline idroelettriche che devono funzionare quel tanto che basta per passare all'incasso e che non hanno nemmeno un bacino di utenza da servire;  ben per questo veniamo inebriati dagli slogan taumaturgici fatti di sostenibilità, di low carbon, di green economy e dei buoni propositi acchiappamerli, con la stessa fondatezza scientifica della supercazzola prematurata con doppio scapellamento a destra di Monicelliana memoria.

Così è stato anche in occasione della presentazione del Bilancio di Sostenibilità presentato di recente dalla società A2A, quella che per intenderci ha l'incontrastato “merito” di rubarci le acque della Carnia, da una parte, e l'aria di Monfalcone, inquinata dalla centrale a carbone dall'altra. Ebbene, in una Regione che a prescindere dal colore politico della compagine di governo rinuncia a gestire in proprio l'Idroelettrico, l'A2A si è presentata in forze e con grandi mezzi per imbambolare gli effefugini con i suoi buoni propositi e il mal celato fine di farsi strada nel mercato libero della elettricità e del gas. Non a caso si sono insediati nel museo di storia naturale di Udine e in quella sede votata all'amore per la natura hanno pontificato davanti ad un numero di selezionatissimi e mansueti portatori di interessi (gli stakeholders!). Cosicché i trentadue eletti sono stati suddivisi secondo i criteri che in Ciociaria distinguono gli antipasti di montagna da quelli di mare: assegnati i primi a rappresentare la montagna invasa dall'idroelettrico e i secondi la costa, interessata dalla centrale a carbone.
Non essendo stati ammessi fra gli eletti, ci siamo presi la soddisfazione di curiosare e di capire come si costruiscono i collaborazionisti, cioè come si fa ad imbonire la gente con proposte accattivanti, per poi metterle in bocca le conclusioni e le proposte già stabilite a priori dagli organizzatori. Cosicché le cavie si sono sentite dire che “La presenza del gruppo A2A in un territorio di alto valore storico e paesaggistico richiede un particolare impegno per una gestione attenta e responsabile.” Che: “L'attenzione per mantenere minimo l'impatto di ogni attività produttiva si completa con l'attenzione alle persone, attraverso progetti educativi nelle scuole e iniziative per la valorizzazione turistica e sportiva della zona” E ancora: ”Da sempre l'ascolto delle esigenze dei cittadini guida le scelte del Gruppo!” Commossi da cotanto altruismo e rifocillati dal generoso buffet, le cavie hanno fatto la ola e astenendosi da ogni imbarazzante questione, si sono guardate dal chiedere la vita per il lago di Cavazzo, soffocato dai fanghi dell'idroelettrico. Fra la gioia degli organizzatori hanno invece  sottolineato l'utilità di qualche pista ciclabile, il che, in mezzo alle nevi della montagna, o sotto la ciminiera di Monfalcone, è un vero toccasana.

La verità è che l'energia suscita grandi appetiti, soprattutto dove le istituzioni sono corrotte o inette e le privatizzazioni non servono a stimolare la concorrenza e ad abbattere i costi, bensì a moltiplicare gli intrallazzi. Lo abbiamo visto nel recente incontro avutosi con il presidente  dell'Autorita per l'energia elettrica, il gas e il servizio idrico. Ebbene a dimostrazione che l'Autorità non controlla un bel niente, ma serve ai poteri forti, i soggetti ammessi alla fornitura dell'energia in Italia sono per il momento più di 500, senza contare le agenzie di vendita cui i titolati affidano in subappalto l'acchiappo dei clienti: senza il benché minimo controllo e garanzia di qualità. Una situazione fuori dal controllo visto che inizialmente dovevano essere non più di venticinque!
Basti dire che in Inghilterra, dove la privatizzazione è in corso da decenni, il numero dei fornitori non supera le trentacinque unità, dunque addirittura inferiore ai 50 e oltre che operano nel soloFriuli Venezia Giulia, con poco più di un milione di abitanti. E allora come non escludere che in mezzo ai 500 non si annidi la malavita organizzata, il riciclaggio di denaro sporco, o solo qualche imbroglione che alla fine della fiera taglia la corda col malloppo? Sì perché costoro oltre al fatto di istupidire gli utenti presentando offerte non confrontabili, non sono nemmeno tenuti a versare una garanzia fideiussoria che ci metta al riparo dal solito fallimento! Sono tutte cose che abbiamo contestato al Presidente dell'Autorità, non senza sottolineare lo scandalo degli aiuti alle società energivore e lo strapotere conferito alla Terna, la quale agisce in piena libertà al di là delle iniziali mansioni conferitele e, al di fuori di ogni controllo, determina scelte nella programmazione del sistema elettrico e industriale della intera Nazione, che gravando sulle tasche dell'utente servono a consolidare il monopolio e ad ingrassare i suoi azionisti, cinesi o americani che siano. Gli astanti hanno applaudito in segno di palese condivisione, ma lui -elegante uomo di gomma- in ossequio alle ragioni che lo hanno elevato a cotanta carica, ha fatto orecchie da mercante.
Li mettono apposta, così come è avvenuto con la nostra compianta governante o la decaduta assessora che il mondo intero ci invidia per sagacia e competenza scientifica, tant'è che dopo due mila anni i tre re sono già messi in cammino per rendere omaggio alla sua persona. Ebbene, dopo essersi vantata di aver fatto interrare l'elettrodotto della Carnia, che in realtà è finito sotto terra per merito della magistratura austriaca, la nostra ha lasciato il campo promettendo che la nuova linea seguirà “Un percorso partecipato che conduca ad una definizione  condivisa del tracciato e di tutti gli aspetti relativi alla tutela della salute e dell'ambiente”; cioè esattamente come per suo merito non è stato fatto con l'elettrodotto Udine ovest-Redipuglia. Parole che illumineranno la storia dell'umanità, tanto da essere subito riprese dal tengofamiglia di turno che ha fornito i nomi degli illustri tecnici incaricati di imbonire i Carnici: gli stessi che hanno impedito di interrare l'ecomostro della Terna!

Siamo davvero in buone mani! Lo abbiamo constatato con Renzi, quando si è piegato al volere della Terna nella approvazione dell'elettrodotto aereo del Friuli ed ora lo vediamo con Gentiloni il quale, in linea con chi comanda in Italia, si è macchiato della stessa nefandezza approvando in sede di Consiglio dei Ministri l'elettrodotto aereo del medio Piave che provenendo dall'Austria costeggia le Dolomiti. Un'approvazione che in barba ad un patrimonio dell'Umanità, al buon senso e alla inequivocabile bocciatura da parte del Ministero delle attività culturali, irride all'articolo 9 della Costituzione repubblicana e infanga le nostre coscienze di uomini liberi. Un consenso attribuito sulla base di vistose menzogne costruite ad arte e dell'avvallo di quel Ministero che anziché tutelare l'ambiente ne favorisce la predazione in ossequio agli interessi particolari.
Una vicenda squallida che per non suscitare l'immediata reazione delle Amministrazioni locali e della gente, ha messo in campo dei mercenari   per disinformare la popolazione, per condizionare la stampa locale con l'idea che l'opera appena approvata non è più in programma! Davvero squallidi: gettano il sasso e nascondono la mano!               

martedì 8 maggio 2018

SKATEPARK ALLA BERGAMELLA - UN PROGETTO IN RITARDO


“Resta ancora sulla carta lo skatepark, tanto desiderato dagli starters dell’hinterland e da loro stessi disegnato insieme agli uffici comunali. Dopo quasi due anni, la progettazione non si è ancora chiusa e l’iter burocratico ha bisogno di un altro step prima di vedere iniziare finalmente i lavori alla Bergamella……………. “ Incomincia così l’articolo uscito sul Giorno ( leggi QUI ) relativo al ritardo per la definizione dell’impianto, non conosciamo i motivi ci pareva che il progetto, portato avanti in maniera un po unilaterale dal comune fosse però ad un buon punto tant'è che con la delibera di giunta n° 153/2017 relativa a LAVORI DI REALIZZAZIONE IMPIANTO SKATE PARK DI VIA MOLINO TUONO-APPROVAZIONE PROGETTO DI FATTIBILITÀ' TECNICO ECONOMICA del 16/05/2017 che doveva essere esecutiva dal 09/06/2017, sembrava porre un punto di svolta visti anche i pareri di regolarità contabile e tecnica espressi.




Invece siamo ancora fermi …

Lo skate park nascerà, come da progetto pubblicato, in via Mulino Tuono nell’area adiacente alla nuova tensostruttura della Geas al Manin, dopo il parcheggio pubblico della nuova via della Bergamella, passando via Molino Tuono. Uno spazio oggi vuoto, dove ci saranno anche aree attrezzate per bambini e famiglie.

Ci auguriamo  non sia una classica colata di cemento, ma, come indicato dai progetti pubblicati venga debitamente integrata con una folta piantumazione che sappia riprendere la vena puramente ambientale presente nel parco.

Immagini estrapolate dalla documentazione pubblicata sul sito del comune di Sesto San Giovanni alla delibera di giunta n°153/2017

venerdì 4 maggio 2018

L'INQUINAMENTO MUTA I PESCI NEL "FIUME" LAMBRO



A causa dell’inquinamento presente nel fiume Lambro abbiamo pesci mutanti ovvero i pesci maschi che diventano femmine.
Ne abbiamo parlato più volte dell'inquinamento presente nei fiumi Lambro e Seveso, questa è l'ennesima conferma che i limiti di legge e il buonismo che si continua a tenere nei confronti di chi inquina NON SONO MAI STATI SUFFICIENTI a garantire la sicurezza ambientale e sanitaria serve un approccio diverso molto più rigido, non è tollerabile che chi inquina rischi solo un’ammenda.
A causa degli scarichi chimici nell'acqua, molti esemplari di pesci stanno cambiando sesso entrando di fatto nella catena alimentare, cosa succede alle culture (che pescano acqua dai fiumi) non si sa, come non si sanno (o non si vogliono dire) gli effetti sulla popolazione di questi interferenti endocrini uniti a metalli pesanti e inquinanti vari che " l'idiota di turno" provvede a smaltire nei fiume e pensare che in un passato non molto lontano la pesca nel tratto milanese del fiume Lambro era una pratica diffusa insieme alla pesca di gamberi di acqua dolce (anche questi diffusi).

Leggi QUI l’articolo sul Giorno sulla mutazione dei pesci nel fiume Lambro

Leggi QUI l’articolo sulla Gazzetta della Martesana sulla mutazione dei pesci nel  fiume Lambro

Leggi QUI l’articolo su Repubblica sulla mutazione dei gamberi 


mercoledì 2 maggio 2018

OCCUPATIONAL EXTREMELY LOW FREQUENCY MAGNETIC FIELDS (ELF-MF) EXPOSURE AND HEMATOLYMPHOPOIETIC CANCERS - SWISS NATIONAL COHORT ANALYSIS AND UPDATED META-ANALYSIS.


Pubblicato nuovo studio scientifico che rivela un incremento significativo del rischio di mortalità per leucemia mieloide in soggetti esposti (per motivi lavorativi) a campi magnetici a bassa frequenza (come quelli emessi ad esempio dagli elettrodotti).
Nelle conclusioni si evidenzia come le analisi eseguite non hanno fornito prove convincenti di un aumento del rischio di morte per una serie di tumori ematolinfopoietici in lavoratori esposti a livelli magnetici ELF di livello medio o alto ma hanno rilevato un aumento del rischio di leucemia mieloide acuta in lavoratori esposti a livelli elevati e che i rischi osservati sono in linea con le precedenti relazioni meta-analisi sull'esposizione ELF-MF.



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Occupational extremely low frequency magnetic fields (ELF-MF) exposure and hematolymphopoietic cancers - Swiss National Cohort analysis and updated meta-analysis.

Author information

  1. Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, PO Box 80178, 3508 TD Utrecht, The Netherlands; Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland. Electronic address: a.huss@uu.nl.
  2. Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland.
  3. Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland; School of Social and Community Medicine, University of Bristol, United Kingdom.
  4. Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, PO Box 80178, 3508 TD Utrecht, The Netherlands.
  5. Institute for Risk Assessment Sciences, Utrecht University, PO Box 80178, 3508 TD Utrecht, The Netherlands; Julius Centre for Public Health Sciences and Primary Care, University Medical Centre, Utrecht, The Netherlands.


ABSTRACT
PURPOSE:
Previous studies have examined risks of leukaemia and selected lymphoid malignancies in workers exposed to extremely low frequency magnetic fields (ELF-MF). Most studies evaluated hematolymphopoietic malignancies as a combined category, but some analyses suggested that effects may be contained to some specific leukaemia or lymphoma subtypes, with inconsistent results.
METHODS:
We examined exposure to ELF-MF and mortality 1990-2008 from different types of hematolymphopoietic cancers in the Swiss National Cohort, using a job exposure matrix for occupations recorded at censuses 1990 and 2000. We analysed 3.1 million workers exposed at different levels to ELF-MF: ever-high, only-medium, only-low exposure using Cox proportional hazard models. We evaluated risk of death from acute myeloid leukaemia (AML), chronic myeloid leukaemia, lymphoid leukaemia, diffuse large B-cell lymphomas, follicular lymphoma, Waldenström's macroglobulinemia, multiple myeloma and Hodgkin lymphoma.
RESULTS:
Mortality from hematolymphopoietic cancers was not associated with exposure to ELF-MF with the exception of an increase in ever-high exposed men of myeloid leukaemias (HR 1.31, 95% CI 1.02-1.67), and AML (HR 1.26, 95%CI 0.93-1.70). If workers had been high exposed during their vocational training and at both censuses, these HR increased to 2.24 (95%CI 0.91-5.53) and 2.75 (95%CI 1.11-6.83), respectively.
CONCLUSIONS:
Our analysis provided no convincing evidence for an increased risk of death from a range of hematolymphopoietic cancers in workers exposed to high or medium levels of ELF magnetic fields. However, we observed an increased risk of acute myeloid leukaemia in workers exposed to high levels for a longer duration. Observed risks are in line with meta-analysed previous reports on ELF-MF exposure and AML risk, with a summary relative risk of 1.21 (95%CI 1.08-1.37).
FONTE: NCBI- The National Center for Biotechnology Information

martedì 24 aprile 2018

L'ADRIANO COMMUNITY CENTER STA NASCENDO SONO FALSE LE VOCI CHE VEDONO IL PROGETTO FERMO

Da qualche giorno circola una voce strana tra i quartieri di Cascina Gatti e Adriano, ovvero che la struttura a causa di una mancata convenzione con Regione Lombardia sia rimasta bloccata e che i lavori previsti per aprile non incominceranno.
Niente di più falso, ci siamo attivati contattando direttamente il responsabile Sanitario della futura struttura e chiedendo informazioni e così abbiamo scoperto che,come era stato anticipato durante l'inaugurazione, in primavera verranno assegnati i lavori, i sopralluoghi delle ditte candidate con il direttore dei lavori sono da poco terminati, (va solo decisa la ditta affidataria) mentre proseguono i contatti con il Comune di Milano, Medici, ATS e gestori di poliambulatori.
La Proges ci ha inviato un comunicato che riportiamo qui di seguito:
"Come era stato anche anticipato durante il momento pubblico del 27 marzo, in primavera verranno assegnati i lavori, i sopralluoghi delle ditte candidate con il Direttore Lavori sono da poco terminati e va quindi scelta con oculatezza, mentre proseguono i proficui contatti con gli uffici tecnici del Comune di Milano, sia per le parti di competenza urbanistica che welfare, con una cooperativa di Medici per la futura “casa Medica”, con gestori di poliambulatori interessati a partecipare alla gestione della parte sanitaria.
Possiamo immaginare quanto sia alta l'attesa degli abitanti della zona di vedere movimenti nel cantiere, ma ci sono contemporaneamente relazioni da coltivare ed approfondire, ad esempio con fondazione Cariplo, ed altri enti interessati, sul ruolo sociale dell'auditorium.
Per la questione 'convenzione' con regione, l'iter secondo le regole ad oggi prevede posti autorizzati, poi accreditati, quindi a contratto, non si parla di convenzione nelle dgr degli ultimi anni, il tutto con step successivi e comunque non correlati al piano dei lavori. Ricordiamo che la RSA sarà solo una parte del complesso dell’ADRIANO COMMUNITY CENTER, importante ma come altre, e il tutto ha più valore della somma delle singole parti e, nel caso, siamo disponibili ad approfondire con chi volesse confronti costruttivi e percorsi condivisi, il contatto da usare è info@proges.it."

lunedì 23 aprile 2018

“MORE THAN A COINCIDENCE” - "PIÙ CHE UNA COINCIDENZA"


Articolo uscito Il 20 febbraio 2018 su MicrowaveNews - "More Than a Coincidence". New Large Animal Study,Like NTP's, Links RF to Schwannoma of the Heart. - "Più Che una Coincidenza" Un grande nuovo studio su animali, analogamente allo studio NTP, collega lo Schwannoma del cuore alla radiofrequenza.
Analizza i risultati ottenuti, con non sono nuovi ed è troppo riduttivo sostenere che sia solo una coincidenza, per quello che ci riguarda molto interessante l’affermazione “……………..notare che un precedente studio Ramazzini che esaminava l'azione combinata di una singola dose di radiazioni gamma (radiazioni ionizzanti) e
un'esposizione per tutta la vita a campi elettromagnetici a frequenza di rete (50 Hz) ha condotto a un eccesso statisticamente significativo di schwannoma maligno del cuore tra i ratti maschi - anche con un'esposizione di soli 20 µT (200 mG). Questi risultati sono stati pubblicati sull'International Journal of Radiation Biology nel 2016 e non hanno attirato l'attenzione su larga scala.

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"More Than a Coincidence”

New Large Animal Study, Like NTP’s, Links RF to Schwannoma of the Heart

February 20, 2018
Last updated March 6, 2018
It’s happened again.
A second large study has found tumors in the Schwann cells —schwannomas— in the hearts of male rats exposed to cell phone radiation.
The new finding comes from the Ramazzini Institute in Bologna, Italy.
The malignant schwannomas of the heart seen in the Italian study are the same as those described by the U.S. National Toxicology Program (NTP) earlier this month as the basis for their concern that cell phone radiation, both GSM and CDMA, can lead to cancer. Ramazzini embarked on its RF project in 2005, about the same time as the NTP effort was taking off.
A paper detailing the Ramazzini experiment is expected to be published in Environmental Research, a peer-reviewed journal, within a week. [Update: Now available here.]
It is a positive study and will buttress the findings from the NTP rat study,” Tony Miller told Microwave News. Miller, an emeritus professor of epidemiology at the University of Toronto, is serving as the guest editor for a special issue of the journal, which will include the Ramazzini paper. Miller declined to offer any other details prior to publication …….. ( click HERE to read article) .
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"PIÙ CHE UNA COINCIDENZA"


Un grande nuovo studio su animali, analogamente allo studio NTP, collega lo Schwannoma del cuore alla radiofrequenza.


E' successo di nuovo.
Un secondo studio di grandi dimensioni ha rilevato tumori nelle cellule di Schwann - schwannomi - nei cuori di topi maschi esposti alle radiazioni dei telefoni cellulari.
La nuova scoperta arriva dall'Istituto Ramazzinidi Bologna, Italia.

Clicca QUI per leggere l’articolo tradotto in italiano dall’AssociazioneElettrosmog Sicilia)

venerdì 20 aprile 2018

RICERCA DEL RAMAZZINI SULL'EFFETTO NOCIVO DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI




Il 22 marzo la Dott.ssa Fiorella Belpoggi ha presentato i risultati dello studio dell'Istituto Ramazzini sugli effetti biologici delle antenne dei cellulari pubblicato sulla rivista Journal Environmental Research (clicca QUI o QUI per vedere la pubblicazione).

Lo studio rappresenta una pietra miliare nella ricerca scientifica sui danni correlati generati dai campi elettromagnetici in alta frequenza generati dalla telefonia mobile perché è frutto della sperimentazione più vasta mai condotta prima su animali per identificare i rischi biologici legati alle antenne.
Bisogna tenere presente, in particolare, che i livelli di radiazione usati per questa sperimentazione sono stati 1000 volte inferiori di quelli utilizzati per lo studio su topi del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti (National Toxicologic Program).
Sulla base dei risultati ottenuti e sull’importanza dell'ennesima ricerca indipendente, ci uniamo all’appello (che arriva da più parti del mondo scientifico) che chiede all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) di rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.

Sotto il comunicato emesso dall’Istituto Ramazzini (clicca QUI per visualizzarlo)


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Si è conclusa la ricerca che l’lstituto Ramazzini di Bologna, attraverso il Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni”, ha condotto per studiare l’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza (RFR) prodotti da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile. La ricerca è stata finanziata dai soci e dalle socie dell’Istituto Ramazzini, da Arpa, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Carisbo, Inail, Protezione Elaborazioni Industriali (P.E.I.), Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Children With Cancer (UK), Environmental Health Trust (USA). Il team di ricerca dell’Istituto Ramazzini ha appena pubblicato i risultati dello studio, il più grande mai realizzato su radiazioni a radiofrequenza (RFR),intitolato “Resoconto dei risultati finali riguardanti i tumori del cervello e del cuore in ratti Sprague-Dawley esposti dalla vita prenatale alla morte spontanea a campi elettromagnetici a radiofrequenza, equivalenti alle emissioni ambientali di un ripetitore da 1.8 GHz”: il paper è disponibile online dal 22 marzo 2018 sulla rivista internazionale peer-reviewed Environmental Research, edita da Elsevier.
Nella ricerca pubblicata, l’Istituto Ramazzini ha studiato esposizioni alle radiofrequenze mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program (USA), e ha riscontrato gli stessi tipi di tumore.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi italiani hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: l’ iperplasia delle cellule di Schwann sia nei ratti maschi che femmine e gliomi maligni (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata. Tutti i livelli di esposizione usati in questo studio sono inferiori al limite statunitense FCC per la massima esposizione concessa per la popolazione. In altre parole, se un ripetitore emette questa quantità di radiazioni, è considerato conforme rispetto a tutti i regolamenti e alla legislazione degli Stati Uniti.
Nello studio del Ramazzini, 2.448 ratti Sprague-Dawley sono stati esposti a radiazioni GSM da 1.8 GHz (quelle delle antenne della telefonia mobile) per 19 ore al giorno, dalla vita prenatale (cioè durante la gravidanza delle loro madri) fino alla morte spontanea. Lo studio comprende dosi ambientali (cioè simili a quelle che ritroviamo nel nostro ambiente di vita e di lavoro) di 5, 25 e 50 V/m: questi livelli sono stati studiati per mimare l’esposizione umana full-body generata da ripetitori, e sono molto più basse rispetto a quelle usate nello studio dell’NTP americano.
L’intensità delle emissioni utilizzate per lo studio è dell’ordine di grandezza di quella delle esposizioni ambientali più comuni in Italia”, dichiara la Dott.ssa Fiorella Belpoggi, Direttrice dell’Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini e leader dello studio. Infatti il DPCM 8/07/03, fissa i limiti come segue: 1) i limiti di esposizione, in modo differenziato per tre intervalli di frequenza; per esempio per le frequenze dei dispositivi delle telefonia mobile i limiti di esposizione sono pari a 20 V/m per il campo elettrico; 2) il valore di attenzione di 6 V/m per il campo elettrico, da applicare per esposizioni in luoghi in cui la permanenza di persone è superiore a 4 ore giornaliere; 3) l’obiettivo di qualità di 6 V/m per il campo elettrico, da applicare all’aperto in aree e luoghi intensamente frequentati. Questi valori vengono però misurati come media nell’arco di 24 ore, cioè facendo la media fra i rilievi diurni e quelli notturni, portando quindi ad a sottostima delle esposizioni reali durante il giorno, quando il traffico telefonico è più elevato.
Le dosi dell’NTP sono state stabilite per mimare l’esposizione localizzata sui tessuti corporei proveniente da un cellulare posto vicino al corpo, e sono quindi decisamente più elevate di quelle dell’Istituto Ramazzini. Nonostante queste differenze, entrambi gli studi hanno rilevato aumenti statisticamente significativi nello sviluppo dello stesso tipo di tumori maligni molto rari del cuore nei ratti maschi trattati e del cervello nelle femmine.
Il nostro studio conferma e rafforza i risultati del National Toxicologic Program americano; non può infatti essere dovuta al caso l’osservazione di un aumento dello stesso tipo di tumori, peraltro rari, a migliaia di chilometri di distanza, in ratti dello stesso ceppo trattati con le stesse radiofrequenze.
Sulla base dei risultati comuni, riteniamo che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) debba rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.”.
E’ molto importante sottolineare il fatto che studi epidemiologici (cioè studi sulla popolazione) hanno trovato lo stesso tipo di tumori delle cellule di Schwann (cellule di rivestimento dei nervi) nei forti utilizzatori di telefoni cellulari” afferma ancora la Dott.ssa Belpoggi. “Sebbene l’evidenza sia quella di un agente cancerogeno di bassa potenza – prosegue – il numero di esposti è di miliardi di persone, e quindi si tratta di un enorme problema di salute pubblica, dato che molte migliaia potrebbero essere le persone suscettibili a danni biologici da radiofrequenze”. “Inoltre – continua Belpoggi – i nostri dati rafforzano la richiesta di adottare precauzioni di base a livello globale. Semplici misure sugli apparecchi, come un auricolare a molla incorporato nel telefono, oppure segnalazioni di pericolo sia nelle istruzioni che nella confezione di acquisto affinché l’apparecchio venga tenuto lontano dal corpo, e altre misure tecnologiche che io non so immaginare ma che sicuramente le compagnie
conoscono e possono mettere in atto, potrebbero costituire una prima misura urgente per correre ai ripari. Certo non immagino che si possa tornare indietro La salute pubblica necessita di un’azione tempestiva per ridurre l’esposizione, le compagnie devono concepire tecnologie migliori, investire in formazione e ricerca, puntare su un approccio di sicurezza piuttosto che di potenza, qualità ed efficienza del segnale radio. Siamo responsabili verso le nuove generazioni e dobbiamo fare in modo che i telefoni cellulari e la tecnologia wireless non diventino il prossimo tabacco o il prossimo amianto, cioè rischi conosciuti e ignorati per decenni”, conclude Belpoggi.



IN SVIZZERA GUFI FULMINATI DALLA CORRENTE DELLE LINEE DI MEDIA TENSIONE


Una ricerca dell’Università di Berna ha rivelato come un terzo dei 228 gufi rinvenuti lo scorso anno sia morto per colpa delle linee dell'alta tensione.
I gufi ,che il pericolo morte purtroppo non lo possono percepire, il rischio di folgorazione da corrente elettrica è reale e ha dei dati sconcertanti.
I gufi rinvenuti, come riferito dal media svizzero Neue Zürcher Zeitung, sarebbero venuti a contatto con i fili delle linee a media tensione. E’ loro abitudine coricarsi in cima ai tralicci prima della caccia notturna alle loro prede.
L’abitudine di molti uccelli di utilizzare come posatoi i tralicci metallici, tra cui appunto i gufi, è pericolosa soprattutto per le specie caratterizzate dalle maggiori aperture alari, come ad esempio i rapaci. Le ampie dimensioni favoriscono nelle fasi dell’atterraggio e del decollo il contatto tra le ali spiegate e gli elementi in tensione con conseguente folgorazione.
In condizioni di scarsa visibilità anche l’impatto con i fili durante il volo in rende gli elettrodotti pericolosi per i grandi volatili.

Se il gufo, o il rapace di grosse dimensioni, tocca simultaneamente due conduttori percorsi da tensione diversa provoca un cortocircuito in cui lo stesso rimane folgorato. ( Leggi QUI l’articolo originale )
FONTE : NANOPRESS.IT